Risate al ventitreesimo piano

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RISATE AL VENTITREESIMO PIANO

(LAUGHTER ON THE 23rd FLOOR)

di

NEIL SIMON

Traduzione e adattamento di

SERGIO JACOUIER


PRIMO ATTO

il 1953. Siamo negli uffici del "Max Prince Show", un programma televisivo, al ventitreesimo piano di un edificio nella 57ma strada tra la Quinta e la Sesta Avenue. Questa la stanza degli autori. Veramente erano due stanze poi trasformate in una pi grande, abbattendo il muro che le separava. Ancora in alto se ne vede il segno dell'interruzione della modanatura. l'ambiente diviso in due spazi. Sulla sinistra proprio dove gli autori scrivono. C' una grande scrivania in metallo con una poltroncina girevole e la macchina per scrivere. A sinistra della scrivania, un grande divano in pelle. Di fronte alla scrivania, una grande comoda poltrona. Appartiene a Max Prince.

Intorno vi sono sedie o poltrone assortite in numero sufficiente per otto persone. L'altra parte della stanza, sulla destra del palcoscenico, pi una zona-riposo. C' un tavolo messo contro la parete Con su una macchinetta da caff che, al momento, in funzione. Ci sono bicchieri di carta per gli autori pi giovani e qualche normale tazzina da caff per gli autori pi anziani. Sul tavolo c' anche un assortimento di ciambellette fresche, focaccine, fette di torta e paste dolci. In questa zona c' anche un tavolino per il telefono. Alla parete c' un tabellone dove sono spillati dei fogli con appunti, sketch, promemoria che riguar-dano le trasmissioni passate e future. Vi sono anche sparsi qua e l mucchi di riviste, dizionari, enci-clopedie.

Ci sono due porte, una su ogni lato della stanza.

Sulle scaffalature premi "Emmy", targhe ed altri rico- noscimenti. Mancano pochi minuti alle dieci. una chiara mattinata di marzo del 1953.

Lucas Brickman, sulla trentina, entra. Ha indosso una giacca di tweed, sciarpa, guanti e berretto.

LUCAS - (al pubblico) Era quello che avevo sognato per tutta la vita. Di tutti i programmi comici televisivi non ce n'era un altro al-l'altezza del "Max Prince Show'. Almeno nel 1953. (beve il caff) Ogni sabato sera: un'ora e mezza di spettacoli di variet dal vivo. Ed ora io, proprio io, ero uno degli autori. Mi chiamo Lucas Brickman. (sorseggia il caff) Max era un comico diverso da tutti gli altri: non raccontava barzellette, non sparava battute. Era buffo lui. Ma davanti alle telecamere, quando doveva essere se stesso, mettiamo - per presentare un ospite, non riusciva dire quattro parole intelligenti in fila senza balbettare o tossire. Max a me piaceva tanto. Soprattutto perch trattava con rispetto i suoi autori. E li pagava pi di chiunque altro. Guadagnavamo tutti pi del Governatore di New York. Beh, eravamo anche pi divertenti del Governatore di New York! (occhiata all'orologio) Se vi sembro nervoso perch sono qui soltanto da due settimane. Uno degli autori se n' andato e io sono qui in prova con un contrattino per quattro settimane. Perci devo dimostrare le mie capacit e devo farlo in tempi stretti. Ho il problema della timidezza, ma sono riuscito a imbroccare una battuta veramente comica per lo show della settimana scorsa. Per colmo di sfortuna Max ha tossito mentre la diceva e in America nessuno l'ha sentita. Tutto il mio avvenire dipende dal trovare una voce per il mio humor o una cura per la tosse di Max.

(Si apre la porta ed entra Milt Fields, un altro autore. Indossa un mantello nero sopra una giacca sportiva, cravatta a farfalla e in testa ha un basco nero)

MILT - (sulla porta, ansante) Ce l'ho fatta! Ho battuto tutti i record. Da casa mia a qui. Da porta a porta, in 25 minuti e 12 secondi, con tutti i semafori! Pensa se ero in macchina! (andando verso Lucas, accenna le prime note della V di Beethoven) Bam bam bam bam! Come andiamo, Arnie?

LUCAS - Bene. (precisando) LUCAS.

MILT - Non Arnie, eh?

LUCAS - No.

MILT - Ti sto chiamando Arnie da una settimana e non hai battuto ciglio

LUCAS - Non sapevo che parlassi con me.

MILT - Impara a far sentire la tua voce, ragazzo. Altrimenti questi "barracuda" ti mangeranno vivo! (gli lancia il mantello) Appendilo, di! Trattalo bene, dantiquariato.

LUCAS - (lo tocca) Bella stoffa. Dove lo hai preso?

MILT - Lo fregai in Spagna a un torero... Ma che ne so! Da un rigattiere. Per ha una certa classe Ho gusto, nel vestire, io?

LUCAS - Gusto? Sei un arbiter. Il basco dove lo hai preso?

MILT - Questo di provenienza lecita e certa. Lo comprai a Parigi. Era l'ultimo

LUCAS - Lultimo basco a Parigi?

MILT - Eh, s. La Metro li aveva comprati tutti per Gene Kelly.

LUCAS - (annuisce)

MILT - Ma guardatelo, ci crede! Che ne so io di baschi! E con questo sembro un cazzo in lutto. Ma perch lo porto?

LUCAS - Perch?

MILT - Perch la gente mi noti. Guardami senza basco. (se lo toglie) Invisibile, vero? Il niente. Chi ? E guarda ora... (si rimette il basco) Ora sono qualcuno. Un diplomatico. Uno che viaggia. Forse conosco Hemingway. Vado ai film francesi in lingua originale e rido alle battute comiche quando sento ridere gli altri. (ride) Non capisco una mazza di quello che dicono ma uscendo dal cinema, se c' chi mi chiede T piaciuto il film?" io rispondo: "Eh, comme i, comme a. Manco quello so che vuol dire, ma faccio colpo. Mi distinguo, no?

LUCAS - B ...

MILT - Che, sono bello? No. Intelligente? Eh Sono divertente? s. Ma a paragone delle grandi lepide menti in questa stanza,... sono Schopenauer con il maldidenti. Per quello metto gli zoccoli a Natale e le calosce a Ferragosto. Quando entro qui, Max Prince ride. E se ride Max Prince, i miei bambini mangiano.

LUCAS - Max non mi ha rivolto la parola la settimana scorsa.

MILT - Va bene. Ti presto il basco. 50 dollari la settimana e se ti prende in pianta stabile, 75.

LUCAS - No, fa niente.

MILT - (gli tende il basco) Tieni, te lo regalo. (ne tira fuori un altro rosso e un altro verde e un altro i giallo dalla tasca) Sono un arcobaleno basco.

LUCAS - (sorride) Questa non era male.

MILT - (mettendo via i baschi) Battute di bassa lega. Loro sono cesellatori. Io un grossista di ferraglie. (va verso il tavolo delle cibarie) Quello che loro hanno in qualit,... io sforno in quantit. Il mio humor poggia sulla mole, sulla cubatura. Dove sono quelle con cipolla? L'ho per contratto. Il mio agente prese accordi per focaccie con cipolla...

LUCAS - Non quella l?

MILT - (prendendo una focaccina) Questa? Questa focaccia con vomitaticcio. Senti. Ti sembra odore di cipolla?

LUCAS - Non sento niente. Sono raffreddato. Se vuoi posso auscultarla".

MILT - (gli strappa di mano il basco) Buona questa, Arnie! Parli poco, ma la battuta ce l'hai. Non averne troppe per; ho moglie e figli a carico. Per tacer dell'amante

MILT/LUCAS - (in coro, note della"quinta") Bam bam bam bam!!

(Si apre la porta ed entra Val Skolsky. Indossa un vecchio soprabito liso su un tetro vestito. Ha una tetra cravatta. Emigrato dalla Russia all'et di 12 anni, oltre a un discutibile modo di esprimersi, ha ancora un forte accento. il pi politicamente consapevole di tutti gli autori)

VAL - (forte accento russo) Che scusa me. Io che interrompe? Perdona me. No fa caso di me.

MILT - Questo si scusa tre volte in una frase e ancora non ha detto buongiorno.

VAL - Che scusa me. Io non perdonabile. Io ho troppo mente ripiena. malattia di geni! (ride) Io che scherza!

MILT - Ti piace il suo soprabito, Luke? Val compra l'usato da un guardiano dell'obitorio.

VAL - Questa buona! Tu comico prima chi comincia lavoro. (si strofina le mani. guarda le cibarie sul tavolo) Cosa che abbiamo qui? Nient'altro che focaccia con cipolle? Ernio, fammi piacere: cerca ciambelo di pane integrato.

MILT - Si chiama Arnie.

LUCAS - Lucas.

VAL - No Ernio?

MILT - E non neanche Arnie. E non neanche "ciambelo di pane integrato".

VAL - Tu non comincia con me. Io che no dormo stanotte... che non scopa da una settimana. E Max chiama me a mia casa a dodici di mezzanotte. Lui mai che telefona a 12 ore di mezzanotte se non grande guaio.

MILT - Le 12 sono gi mezzanotte, coglione!

VAL - Milt! Tu non scoccia! troppo presto di mattina per ti dire "Farinculo!

MILT - Se per "farinculo intendi foruncolo, vabbeh Ma se vuoi la cittadinanza americana, impara a dire "vaffanculo"!

VAL - Tu puoi va dove dici perch io gi "cittadino americano". (guarda sul tavolo) Io no pu crede chi non c' fottuto ciambelo di pane integrato.

LUCAS - (indica) Ce n' una fetta l.

VAL - (la prende) Grazie, Lukela. Tu che fai strada con show... (prende in mano la fetta di ciambellone ammirato)

Chi gi in fette! Per ci chi mio padre porta noi in America.

MILT - Il mio ci venne per il crme caramel. In Polonia sapevano farlo, ma non avevano la crme e gli mancava il caramel.

VAL - (spalmando un formaggio morbido sulla fetta) Io mi domanda: si Max telefona anche a qualcuno di altro, stanotte... Max chiama te, Lewis?

LUCAS - Lucas. No. Perch doveva chiamarmi? Qualcosa non va?

VAL - Io no sa ancora. Io fuori stanotte. Oh, senti, io visto pi bela comedia che mai visto in mia vita! Io ricorda fino che vivo!

LUCAS - Cos'era?

VAL - Cosa chi diavolo era? In Centro. In Villane... Teatro di Uva No di Uva. Di Piesca. Di Pira.. Di Prugna..

MILT - Basta, c' gi di che fare la macedonia! (A Lucas) Max dice che ha le idee. Neanche ci prova a fargliele scrivere! Ha imparato la nostra lingua da un cane che latrava nel sonno.

VAL - S, questo vero, ma ho notizia per te. Sogni di mio cane pi comici di tuoi.

MILT - Il mio cane sa dire: "Fottuto ciambellone e pane integrale"...

VAL - Bene. Allora lui pu prende tuo posto in show.

LUCAS - Che commedia era?

VAL - Comedia?

LUCAS - S, quella che hai visto a teatro.

VAL - Ibsen: Casa di bombole".

MILT - Casa di bombole? Sicuro che non fosse "La fuga di gas"?

VAL - Tu fottuto illitterato! Che scommetto 500 dollari chi no conosce nome di Henrik Ibsen.

LUCAS - L'hai detto ora tu: Henrik.

VAL - Oh, s? (a Milt) Va bene. Allora scommetto 250. (ride) Questa buffa, no? Pi buffi miei sbagli di battute che inventa lui. (guarda l'orologio) Dieci passate. Max mai cos tarda. Ora io prioccupa...

LUCAS - (a Val) Non hai idea del perch avesse chiamato?

VAL - (sorseggiando il caff) No. Io a teatro Lui parla con mia serva. In svedese. Parla in svedese con donna chi viene di Per. Lei ancora che piange quando che torno casa. Qualche cosa chi male. Io posso giura su Dio.

MILT - (al telefono) Cara, mi di la linea, per favore?

VAL - Dio che ti danna, Milt! Non sai regole! telefonata di business o telefonata personale?

MILT - Non lo so. Vediamo chi risponde. Pronto? Chi ? No... io... voglio Petula.

VAL - Petula. Tu chiami ragazza come aria chi esce di culo?

MILT - Petula un nome, Val. Se ti fa pensare a quel tipo d'aria l, va' tu "via col vento"! O senn va' alla Berlitz No, meglio di no, chiuderebbero.

VAL - Questo non giorno per farmi rabbiare. Io che giuro su Dio!

MILT - Va bene, mi prenoto per mercoled. S? (al telefono) Aspetto..

VAL - Dove chi sono tutti? dieci e 5 e ancora non messo - due sporche parole su carta.

MILT - Hai ragione. Ehi, Luke, metti su carta due parole sconce. Petula? Milt. Senti, bambina, niente da fare per stasera. il compleanno di mia moglie, non riuscirei a convincerla che non vero.

(Si apre la porta ed entra Brian Doyle con la sigaretta accesa in bocca. Indossa una giacca sgualcita scura di tweed e pantaloni con borse ai ginocchi. Ha una calvizie precoce, ma sono visibili dei punti scuri che denunciano un iniziato trapianto. irlandese, fumatore accanito, tossisce e beve oltremisura, ma possiede un senso umoristico caustico mordace come del resto lo la sua concezione della vita)

VAL - Brian! Ges! Tu sceglie brutto giorno per fa tardi.

BRIAN - Scusate. Mi sono fermato (tossisce) Mi sono fermato (tossisce ancora incontrollabilmente, poi smette)

Mi sono fermato a comprare le sigarette. (appende la giacca)

LUCAS - (al pubblico) Brian Doyle: bravo ragazzo, bravo attore, fumatore accanito.

MILT - Ehi, ragazzi, per favore! Qui tradisco mia moglie per tele-fono e non capisco un accidente.

VAL - Che basta, dannazione! Multa di 50 dollari!

MILT - Devo lasciarti, tesoro. Hanno appena rialzato le tariffe. Ti richiamo. (mette gi) Oh, Brian che sorride cattolico, irlandese e trova la forza di sorridere. Avr visto la Madonna!

BRIAN - Cinque giorni! Contateli, ragazzi, avete quelli soli. Perch venerd questo bell'irlandese molla lo show. Ha trovato da far bene.

LUCAS - Dove vai?

BRIAN - Aspettate Mi pare che si chiami... Hollywood? Ho vendu-

to la mia sceneggiatura alla Metro. Metro come "Metro- Goldwyn-Mayer". Forse ne avete sentito parlare.

LUCAS - Alla Metro?! Fantastico!!!

VAL - Tutte il settimane lui lascia il show venerd. Tutte il settimane lui vola in Hollywood. Tutte il settimane vende sceneggiatura a Metro o Twerntieth Century Fox.

MILT - Bada, ti manda farinculo capito il russo?

BRIAN - (canticchia) "l'm singing in the rain"

VAL - Basta! Io voglio che noi scrive sketch immidiatamente prima che viene Max. Chi sa in che stato chi lui viene. Voi prende "Newsweek", "Time", "Life", tutte riviste. Vede di notizie. Milt guarda quali idee su tabellone. Vede quali film di successo. C' film di MarIo Brandon. Max forse che fa show su quello.

(Milt (stacca dalla parete il tabellone con le idee)

LUCAS - (precisando) Marlon Brando.

VAL - Io che detto?

LUCAS - MarIo Brandon.

VAL - Mio modo pi buffo.

(Brian ha staccato con le dita un pezzo di torta)

VAL - Ehi, Brian, quando che finito di distrugge torta, forse che trovi tempo per idea.

BRIAN - (A Lucas) Vieni qui, Luke. Questi ancora non ci credono. (tira fuori un foglietto, lo porge a Lucas che lo legge) Questa storia, ragazzo. Sar laggi; con David O'Selznick! Avanti, leggi.

LUCAS - (legge il foglietto) Il tuo agente ha chiamato per dire che sarai contattato dalla Metro.

(Lucas, Milt e Val si guardano)

VAL - Avanti. Noi che ascolta.

LUCAS - Tutto qua.

MILT - Tutto qua? Mi contatta la Metro! Vi sembra poco?

BRIAN - Ho avuto una telefonata stanotte. Appena c l'ok per la sceneggiatura, firmiamo il contratto.

LUCAS - Ancora non c' lok?

BRIAN - Lo daranno appena lavranno letta.

LUCAS - Non l'hanno ancora letta?

BRIAN - La leggeranno quando la scrivo.

MILT - Ancora-non-l'hai-scrittaa?!

BRIAN - (si punta l'indice sulla fronte) Qui! L'ho tutta qui. Ogni pagina, ogni parola, ogni virgola!

VAL - Loro che fa contratto per tuo dito contro tua testa?

BRIAN - Bastardi gelosi! Io ho detto l'idea al mio agente, il mio agente l'ha detta alla Metro. Tutto lo studio impazzito. (Indica Val e Milt) Li vedi questi, Luke? Di qui a 30 anni, scriveranno telequiz e io sar vicepresidente della Metro e mi scoper Lana Turner.

MILT - Quando avr 62 anni? Perch?

VAL - Io che sono categoricamente offeso di tuoi commenti. Questo con nessun dubbio il pi gran staff di scrittori in storia di televisione. E io preferisco chi resto qui fino chi mia prostata cade, prima che mi vendo a diposito mondiziale di Hollywood. Giuro su Dio!

BRIAN - E se ti volessero?

VAL - Io che aperto a tutto. Vado in Hollywood a piedi!

(Entra Kenny Franks: elegantino, giacca sportiva, cravatta, impermeabile, occhiali con montatura in tartaruga. certamente il pi raffinato di tutti)

KENNY - (mostrando il Time magazine") Avete visto il Time Magazine di questa settimana? Il Papa approva la psicana-lisi..Questo significa che d'ora in avanti la confessione coster 80 dollari l'ora. E per penitenza direte cento "Hail Sigmund Freud"

LUCAS - (al pubblico) Kenny Franks, ex-ragazzo prodigio. Dicono che a 14 anni scrivesse battute per Jack Benny. Quando avevo 14 anni io, i miei, Jack Benny non me lo facevano vedere. Spegnevano la TV.

VAL - (guarda la rivista che Kenny posa sulla scrivania) Tu pensa che questa cosa di Papa pu essere un sketch per noi?

KENNY - B, penso che prima dovremmo fare tutti la Comunione. BRIAN - Falla. meglio della circoncisione.

(Kenny versa dellacqua calda in una tazza, ci mette un sacchetto di t, poi la lascia un po' raffreddare)

MILT - (a Brian) E che ne sa un cattolico come te della circoncisione? (agli altri) Lavete mai visto alla toilette? Non centra mai il water. Piscia sempre sul muro.

(Kenny prende una pillola con una tazza d'acqua)

MILT - Allora, Mister Vitamina, che razza di pillola si prende oggi?

KENNY - Compresse di nicotina. (la manda gi) Ora posso prendere il cancro senza dover fumare.

BRIAN - (ride)

KENNY - (rimescola il suo t) Come andiamo, Luke?

LUCAS - Non lo so. Nessuno me lo dice.

KENNY - Non ti preoccupare. Max pensa che andrai da Dio.

LUCAS - Lo ha detto lui?

KENNY - No, ma gli dir io che lo ha detto, tanto non se lo ricorda. (sorseggia il t')

VAL - Tu sentito che Max chiama me a 12 ore di mezzanotte?

KENNY - Tu sentito che ha chiamato me alle 11 e mezza?"

VAL - Max?

KENNY - Stava seduto nella sua tana, ubriaco fradicio, con un fucile carico sulle ginocchia.

VAL - Figlio di puttana! Chi ti detto questo?

KENNY - B, pi che dire, me lo ha sbrodolato lui, ma ho capito quasi tutto.

VAL - Figlio di puttana!

LUCAS - Aveva un fucile carico?

KENNY - Ha detto che ieri sera aveva trovato unaltra lettera minatoria nella cassetta delle lettere.

MILT - Non era mia. Io glielho spedita la settimana scorsa.

VAL - Figlio di puttana! Ha chiamato polizia?

KENNY - B, ha detto che prendeva la cosa in mano lui. Ora Max contro quelli.

BRIAN - Figlio di puttana! Scusa, Val. Stavi lasciando un vuoto.

VAL - (A Kenny) Che significa "Max contro quelli? Chi quelli? Lui ti ha detto?

KENNY - Era sotto scotch e tranquillanti. Ogni volta che parlava, mi sa che faceva le bollicine.

LUCAS - Tranquillanti?

MILT - (A Lucas) Max tutte le sere, dopo il lavoro, sale sulla Limousine, prende due tranquillanti grossi come bombe a mano e li manda gi con una secchiata di scotch L'autista laiuta a entrare in casa e lui crolla addormentato sul pavimento accanto ai suoi cani.

BRIAN - Precisamente. Perci non esistono lettere minatorie. Quell'uomo un paranoico.

VAL - Forse che Brian ha ragione. Ricorda quando che Max accusa suo vicino chi spara su gomme di tua Cadillac?

BRIAN - Ehi, ragazzi, Max spara lui sulle sue gomme. Lo sappiamo tutti.

LUCAS - Ma perch lo farebbe?

BRIAN - Ha un fucile. Ha una Cadillac. Ha le domeniche libere Perch no?

LUCAS - Max ha dei nemici?

KENNY - Oltre se stesso, non credo.

LUCAS - Che vuoi dire?

KENNY - Nessuno odia Max quanto Max odia Max.

BRIAN - Mi piace quando sforni frasi da generazione perduta.

KENNY - (A Lucas) Questi non capiscono! Noi scriviamo cose co- miche. Ma lui che le dice. Max che si espone. Max che mette il culo davanti alle telecamere tutte le settimane.

MILT - Ah, il suo culo, quello? Per quello si piglia tante risate.

VAL - No. Kenny ha ragione. A Max piace quando che sta qui dentro con noi. Fuori no. Lui che pi grande comico dopo di Chaplin, ancora vomita per panico prima di show.

BRIAN - Per 25.000 dollari a settimana, mi caccerei le dita in gola!

MILT - Ehi, Brian, non criticare mai Max in questa stanza. Mette ogni cucchiaio di pappa nella scodella dei miei bambini e ogni capello trapiantato, sulla sua testa.

(toglie il berretto a Brian scoprendo i suoi trapiantati")

BRIAN - (si tocca i capelli) Se non ve lo avessi detto, non lo avreste mai capito.

KENNY - No, io pensavo a una radura con cespi in ordine sparso.

MILT - Ho sentito che i capelli trapiantati crescono come peli pubici. Dovrai comprarti una zip per la capoccia.

BRIAN - Dio, quanto mi mancherete a Hollywood! (reazione degli altri)

KENNY - Oh, Ges! Ha venduto un'altra sceneggiatura. Quale cesso di produzione te l'ha comprata questa volta?

BRIAN - La Metro.

KENNY - Quanto?

BRIAN - 75.000.

KENNY - No, voglio dire, quanto scommettete che un'altra balla?

BRIAN - Fa' la tua cifra.

KENNY - 500 dollari se vinci. Se perdi, ti strappiamo i "trapiantati".

(Entra Carol Wyman, sulla trentina, con un forte siste- ma difensivo ad azione rapida che le viene dall'essere i il solo autore-donna dello staff)

CAROL - (eccitata) Ragazz, avete sentito la notizia?

(Tutti la guardano)

CAROL - No, naturalmente. Qua dentro a nessuno frega niente di quello che succede in questo paese. Ma sono proprio io sola qui a interessarsi di cose che non siano il baseball, i soldi e le battute?

(Ttutti, tranne Val, si guardano e annuiscono)

TUTTI - S, tu sola. vero. Hai ragione. Interssati tu che noi abbiamo da fare.

VAL - Quale notizia?

CAROL - L'ho sentita ora in taxi. Joe McCarthy ha dato del comunista al generale Marshall.

VAL - Non fottutamente credble.

CAROL - D di comunista tesserato a un generale dell'esercito con cinque stelle!

BRIAN - Anche se fosse comunista, un generale entra dappertutto senza tessere.

CAROL - Ehi, ragazzi, sveglia! Credete che sia uno scherzo? L'Ame-rica sull'orlo di diventare fascista e questo non vi preoc-cupa?

BRIAN - McCarthy manicomiale. Un fanatico. Quanto credi che durer?

VAL - Certi di loro che durati bastanza per uccide sei milioni di ebrei.

BRIAN - Eh, io ne ho conosciute di teste calde come McCarthy. Lo far, prima o poi, un viaggio in Irlanda. Gi metteranno le bombe da parte per lui.

CAROL - Quanto mi dispiace per il generale Marshall! Un uomo cos caro, con quello sguardo dolce! Di tanti doveva rifarsela proprio con lui!

MILT - Non lo so. Val, tu che non te ne perdi una, hai mai visto Marshall alle adunate?

VAL - Tu, pazzo fottuto! Tu non dice battute cos! Qualche segretaria che fuori sente, rifirisce e io che compare in giudizio in Washington!

CAROL - VaI ha ragione. Niente battute sui comunisti. Non si salva nessuno oggi. (sussurrando) Sapete che hanno una lista nera?

MILT - Hanno che?

CAROL - (sussurra) Lista nera. Lista nera..

KENNY - Un men listato a lutto senza i dessert.

CAROL - Ma non capite che sulla (sottovoce) lista nera possono metterci chiunque vogliono loro?!

LUCAS - Senza prove?

KENNY - E da un momento all'altro! Hanno una lista d'attesa per la lista nera

MILT - No, se di qualche mancia in aeroporto

CAROL - Ma come riuscite a scherzarci su? Nessuno ha sentito in TV Edward Morrow, ieri sera?

MILT - Non si fa mai vivo con me. un opinionista che deve avere una scarsa opinione sulle mie opinioni.

CAROL - E continuate! Come faccio a ficcarvi in testa che una cosa gravissima!

MILT - B, quasi lo capivamo dal tuo "pissi-pissi ".

CAROL - I senatori pi importanti hanno detto a Morrow che l'F.B.I. intercettava le loro telefonate.

VAL - Vede? stesso come in Russia. Prima contro di politici, poi contro di artisti. Primi artisti scrittori perch loro intellettuali.

BRIAN - B, se per gli intellettuali, qua dentro siamo al sicuro.

CAROL - Credi? Chiunque in contatto col pubblico nemico di McCarthy. Cio noi. (sottovoce) Scommetto che hanno gi messo cimici, in questa stanza.

MILT - Tenete d'occhio la poltrona del capo. Avvertite di qualsiasi movimento!

VAL - (lo fulmina con lo sguardo)

MILT - Era una battuta politica... Speravo che ti piacesse.

KENNY - Ma non capisci? Tu scherzi e sei nelle grinfie di McCarthy... panico mediante l'intimidazione.

MILT - Pu non intimidire un senatore che per ridere grugnisce? VAL - Mio Dio, che terribile ora per tutti noi!

BRIAN - (guardando l'orologio) Ha ragione, sono le dieci e 20. CAROL - Oh, mio Dio, no!

VAL - Cosa?

CAROL - Io ho un cugino, nipote di mia madre. Un ragazzo carino, dolce e stupido. stato comunista per tre mesi al college, poi ha mollato Che gli racconto se mi chiedono di lui?

BRIAN - Hai diritto a non rispondere per non incriminarti.

VAL - Ecco, tu prende lo Quinto Emendamento...

MILT - O la Sotterranea. E scendi in Australia.

KENNY - Ok, ragazzi, basta. Stiamo facendo dell'umorismo tombale.

CAROL - Sapete quanto Max gi odia McCarthy. Quando sapr di questo...

BRIAN - Quando saprai tu di Max!

CAROL - Cosa?

LUCAS - Ha ricevuto una lettera minatoria.

CAROL - Da McCarthy?

BRIAN - No. Se le scrive da s..

VAL - Tu questo non sai.

KENNY - (A Carol) Mi ha telefonato ieri sera. Aveva preso uno dei suo mx: scotch-tranquillante. Stava seduTO con un fucile sulle gnocchia.

VAL - Diceva che lui spara su cierti...

CAROL - Max ha quei due can da caccia? Mi sa che tutto l Stava solo per andare a caccia.

KENNY - Quei cani non cacciano. Puntano solo carni al super-mercato.

VAL - Ok. Dio perdona me chi dico questa parola: nervi che crolla.

MILT - Quelle sono tre parole. Dio non ti perdoner mai.

KENNY - Max mai mancato a uno show? mai mancato a una "Prova? mai mancato a una nostra riunione? Mai! qui in questa stanza ogni giorno con noi. Mai tronfio, mai merdoso pallone gonfiato come la maggior parte dei comici con cui abbiamo lavorato. un eccentrico, non un pazzo.

VAL - Perch allora che oggi prima volta che lui in ritardi di mezz'ora?

KENNY - Forse si fermato per sparare sui suoi cani, sui suoi alluci e sulle sue gomme. Ma arriver..

(suona il telefono)

VAL - Se cattive notizie di Max, che io no voglio sentire.

MILT - Chiunque vuole sentire brutte notizie di Max, risponda al telefono.

(il telefono suona ancora)

VAL - Maledizione, che qualcuno risponda!

LUCAS - (il pi lontano dal telefono) Vado io.

BRIAN - un ragazzino. Che ne sa di rispondere al telefono?

CAROL - (Risponde lei) Pronto? Oh. Ciao. Dove sei? (coprendo il microfono) Ira. Ha fatto tardi dall'analista.

MILT - Credevo che fosse morto, il suo analista

CAROL - Ne ha conosciuto un altro al funerale. (al telefono) Ira, vieni qua subito, abbiamo dei problemi. (riattacca)

LUCAS - (al pubblico) Ira Stone era un ipocondriaco che arrivava tardi tutti i giorni con una nuova malattia. Il pi grande desiderio della sua vita era che si desse il suo nome a un virus.

(Suona ancora il telefono)

LUCAS - Posso rispondere io. Credo di essere abbastanza grande. (esegue) Pronto? Oh... Ok. Grazie, Helen. (riattacca rapidis-simo) Max arrivato. entrato nel bagno.

VAL - (nervosamente) Va bene. Che tutti calmi. Relaxo. Cosa che gli diciamo?

CAROL - Non diciamo niente delle lettere minatorie e del fucile? LUCAS - Lo ha detto lui a Kenny stanotte, perci lo sappiamo.

VAL - Noi decide veloci ci che noi dice. Quanto tempo mette per orina, l dentro?

BRIAN - Un mio amico aveva un pastore tedesco che vol con lui da Parigi a New York. Quando atterrarono il cane pisci per due ore e 10.

LUCAS - Pensate a quanto avr pisciato Lindberg!

VAL - Voi sa cosa? Io pi non vuole responsabilit che sono capo di voi. Io giuro su Dio. Io lascio. Carol, tu ora capo.

CAROL - Io sto tentando di restare incinta. Ho abbastanza preoccu- pazioni

BRIAN - Chiedilo a tuo marito. Ma dobbiamo proprio fare tutto noi?

(Si apre la porta. Entra Max Prince. Porta un impermea- bile su un doppiopetto grigio, scarpe nere, camicia bianca e cravatta. Sembra pi alto di quello che , per la sensazione di forza che emana. Domina l'ambiente con la sua personalit. Lo si deve guardare per forza perch come un autotreno che non puoi scansare. donchisciottesco, passa rapidamente da calorose conta-giose risate a sorde rabbie. Parla spesso per monosillabi esprimendo i suoi pensieri con una parola o due. Oggi non una buona giornata per Max. Si precipita nella stanza quasi ignorando tutti)

VAL - Noi giusto che parla di te, Max. Noi che dice che show di passata domenica incridibilmente buono. Forse che pi buono che tutti.

CAROL - Ho avuto almeno venti telefonate.

MILT - Dieci le ho fatte io per quanto era bello.

MAX - (facendo rabbiosamente avanti e indietro) Nessuna critica sullo show?

VAL - (un po sbalordito) S, Max, incridibilmente buono. Forse che pi bello che tutti.

MAX - (facendo ancora su e gi) Che cosa dicono?

VAL - Dicevano "incridibilmente buono". Forse che pi bello che tutti.

MAX - Tazza! (appende l'impermeabile)

LUCAS - Cosa?

MAX - Tazza!

VAL - (a Lucas) Tazza. Vuole caff in sua tazza. No latte. Quattro zuccheri.

LUCAS - Va bene, Max. (esegue rapidamente)

MAX - Abbiamo avuto altri memo dalla N.B.C?

VAL - Cosa?

MAX - Memo. Memo. Adorano spedire memo.

VAL - No, Max, niente memo.

MAX - (scherzando si finge offeso, ferito) Nessun memo? Ci hanno tenuto un giorno senza memo? Forse li mettono da parte per uccidermi scaricandomene addosso una valanga. Morir sof-focato. Avr per sudario un memo gigante e mi seppelliranno nel cimitero di Monte Memo in Memo Park.

LUCAS - (torna con il caff) Ecco il caff, Max. Stia attento, scotta.

MAX - (prende la tazza e manda gi il caff tutto in un sorso) Oooooh! Era bollente!

VAL - Non devi che bevi cos, cos presto,Max.

MAX - No. Fa bene. Fa bollire il sangue.

CAROL - Vuoi un'aspirina, Max?

MAX - Ne ho preso un flacone a casa.

BRIAN - Be, "chiodo scaccia chiodo".

CAROL - Non hai dormito stanotte, Max?

MAX - Oh, s. Come un ghiro.

KENNY - Magnifico, dormire come un ghiro! Dormi tutto linverno e ti svegli a maggio fresco come una rosa.

MAX - (ride. Si apre la zip dei calzoni e se li sfila senza togliersi le scarpe. Con i calzoni e la giacca in mano va verso la porta e grida) Helen! Sono pronto!

HELEN - Arrivo, Max!

MAX - (agli altri) Lavoriamo oggi. Un sacco di lavoro Voglio uno show da urlo questa settimana. No, "da urlo poco... Voglio che sia il migliore. Il migliore che abbiamo mai visto, capito?

MILT - Certo, Max. sempre bene cambiarlo ogni tanto

(Max in piedi in camicia, boxer, calzini e giarrettiere. Helen entra. un'attraente segretaria sulla trentina. Max le d giacca e calzoni)

MAX - Lavati a secco e stirati.

HELEN - Come sempre, Max.

MAX - E guarda dentro le tasche. Non voglio che mi stirino le chiavi.

HELEN - S, Max. Oh, il signor Revere della N.B.C. ti ha spedito una pila di memo.

(Max guarda gli altri. Helen se ne va col vestito. Max va all'attaccapanni, prende l'impermeabile e se lo mette)

MAX - Oooooookaay!! Loro hanno cominciato, noi finiremo! La N.B.C. ha sparato il primo colpo. Ricordate tutti questo giorno! Un giorno bollato dall'infamia: il 6 marzo 1953

BRIAN - Ne abbiamo 8, Max.

MAX - (occhiata) Chi sei tu, uno storico? 6 marzo, 8 marzo, 12 marzo...Che importanza ha? (Si siede. Accende il sigaro) La battaglia cominciata. Il fronte precisato. Ora: il nostro piano per il contrattacco.

CAROL - (A Kenny) Ma di che si tratta?

KENNY - (si stringe nelle spalle) Che c', Max?

MAX - Che c'? Quello che non c', c'. Quello che potrebbe non esserci, c'. Quello che non potrebbe non esserci, non c'... Chiaro?

KENNY - Ma certo. la teoria dell'oscurit. Di Newton, vero?

MAX - (accende il sigaro) Vogliono ridurre a un'ora lo show.

CAROL - A un'ora?!

VAL - Noi? Noi che show numero uno in America? Forse numero due Numero tre minimo.

MAX - Ci tagliano. Fino alle rotule. Zac-zac-zac-zac

KENNY - Non puoi far ragionare quella gente?

MAX - Quale gente? La N.B.C. non gente. Non sono come noi. Portano calzini neri lunghi fino qua. No, forse fino qua... (gesto) Calzini girocollo. Tornano a casa dal lavoro e prima di cena mettono uno slow e ballano con le mogli... Hanno carta da parati francese nel garage. Per noi non c' dialogo con quelli.

KENNY - Allora cosa vogliono?

MAX - (sollevando il sigaro) Va bene. Cos' questo che sto fumando?

(tutti si guardano fra loro)

BRIAN - Io, ragazzi, rischio: un sigaro.

MAX - Sbagliato.

BRIAN - Accidenti! Credevo d'averci dato.

MAX - (A Brian) Per noi un sigaro. Per loro potere. Per loro controllo. Per loro afferrare i testicoli e strizzarceli. (se li acchiappa e li strizza facendo una smorfia di dolore. Poi si volta verso Carol e ripete il gesto) Hai capito?

LUCAS/MILT - (guardano verso Carol)

MILT - (da parte, a Carol) Dopo ti spiego io quello che si sente

VAL - Mi perdonami, Max. Io non voglio dire che interrompo. Ma dimmi si io capisce: sigaro simbolo fallico. Cio, pene. Cio pene potenza. cio, pene controllo

MAX - (annuisce) Cio Cio Cos .

KENNY - Cos quelli della N.B.C. usano il loro potere per controllarci, vero Max? Per fare cosa?

MAX - Per strapparmi il cuore! Vogliono tagliare le spese, risparmiare. Quello dice che lo show troppo sofisticato. Troppo intelligente, dice. Mia sorella, mio fratello, due individui che fanno a botte con l'ortografia, lo capiscono tutto. "I grossi sponsor ci lasciano", dice lui. Cosa vendono, dei Velasquez? No, zibibbo, maccheroni, formaggini. Che, forse, chi mangia non pu capire questo programma?

CAROL - E possono dircelo cos, di punto in bianco? "D'ora in avanti avete un'ora sola e amen"?

MAX - Loro possono dire quello che vogliono. Possono starsene nei loro uffici con la moquette di pelo di cammello. Ci giocano a golf chiss con quali buche, forse quelle dei loro cessi in maiolica francese. Si abbuffino pure di sandwiches al salmone Facciano pure! Per io ho un piano.

CAROL - Qual il piano, Max?

MAX - Ok. Chiudete le porte.

LUCAS - (guarda) Sono chiuse, Max.

(Max si sporge dalla sua poltrona, fa cenno a tutti di avvicinarsi. Tutti eseguono)

MAX - Quando i Traci combatterono nella battaglia delle Alture di Aburbe nel 354 avanti Cristo, di fronte a sovrastanti forze nemiche cosa fece Ciclopis, la pi grande mente militare della Storia?

TUTTI - (si guardano in faccia stupiti)

MILT - Ciclopis chi era? Mica quel gigante con un occhio solo? VAL - Vuoi lascia che finisce? Cosa che fece Ciclopis, Max?

MAX - Mand fuori un centinaio di donne, vecchie, giovani, quello che erano... Le piazz a dieci miglia di distanza in in (fa un cerchio col dito)

KENNY - In cerchio?

MAX - (annuisce) In cerchio Coprendo 200 miglia. Poi nel cuore della notte, ognuna delle cento donne accese accese... (fa un gesto verso l'alto)

VAL - Un ombrello?

MAX - Una torcia... Grandi torce! (guardando Val trucemente) Un ombrello?!!! Il nemico si vide le torce tutte intorno, pens di essere circondato, gett le armi e si arrese. Capito? Il circon-dato si arrese. Ed quello che faremo noi!

MILT - Mettiamo le torce in mano a cento donne e circondiamo la N.B.C.?

VAL - (occhiata)

MILT - Chiedevo. Io non ho fatto il militare.

BRIAN - Insomma, i fottuti fottono chi li fotte.

MAX - Lo hai capito.

KENNY - Ci puoi dire precisamente che ha fatto la N.B.C.?

MAX - Mi hanno mandato la dichiarazione di guerra... nella cassetta delle lettere. Consegnata nella casa dove dormono mia moglie e i miei bambini. Ci sar spargimento di sangue? Oh, s! Ma non in casa mia. (citando) Le loro fortezze crolleranno, cadranno i loro Re e bruceranno i loro campi di grano.

MILT - (A Carol) La N.B.C. ha campi di grano?

KENNY - Scusa sai, Max, ma la N.B.C. che ti ha mandato le lettere minatorie?

MAX - Chi te lo ha detto?

KENNY - Tu, stanotte. Mi hai telefonato, ricordi?

MAX - Io a te?

KENNY - S.

MAX - Stanotte?

KENNY - Eh!

MAX - Eri tu?

KENNY - Giuro.

MAX - Non sembravi tu.

KENNY - Ho fatto del mio meglio, Max.

MAX - Mi sembravi straniero. Spagnolo, forse!

VAL - Quello era mia serva di Per.

MAX - Era in casa di Kenny?

VAL - No, in mia casa. Tu che chiamato me dopo che chiamato Kenny.

MAX - Con te non ho mai parlato.

VAL - No, io ero in teatro.

MAX - Ti ho telefonato a teatro?

VAL - No. Tu chiama me in mia casa. Io che andato a teatro. Nel Village. Al Pera Al Pesca Al Prugna

LUCAS - Al Macedonia!

VAL - Al Macedonia. Grazie.

MAX - (A Lucas) TU eri con Val?

LUCAS - No... Io ero a casa. Con mia moglie.

MAX - T ho chamato a casa?

LUCAS - No. Me, no. Val voleva sapere a che teatro era andato e gliel'ho detto.

MAX - Val ti ha telefonato per chiederti in che teatro era?

LUCAS - No. Me lo ha chiesto stamani.

MAX - Io neanche sapevo che eri sposato.

LUCAS - B, questa la prima volta che ci parliamo.

MAX - (con la testa tra le mani) Non ricordo niente. Giuro su Dio, secondo me c' qualcuno che mi droga.

VAL - Ecco Max, questo che porta a un altro delicato argomento.

MAX - L'altra notte mi sono addormentato con gli occhi aperti. Ho pensato: Sto sognando un soffitto.

VAL - Prima cosa, Max, tu sai che noi ti vuole bene.

MAX - A volte vado in cucina nel cuore della notte, prendo un martello e rompo le noci. Perch dovrei farlo?

KENNY - Mi sembra che secondo Freud sia un sintomo di paura. MAX - Perch? Io non ho paura delle noci. Ma, volete sentire il peggio?

CAROL - Credevo di averlo gi sentito.

MAX - Quando mangio, non distinguo pi una bistecca da un pesce. Ma perch? ( quasi alle lacrime)

BRIAN - Dove ti comprano le bistecche, Max?

MAX - (A Val) Qual era l'argomento delicato?

VAL - Ecco: ci che noi sente di te, di tuo bene, Max, di tua salute, di bene essere, di tua famiglia

MAX - Non farmi divinazioni. Qual quest'argomento delicato?

KENNY - Noi noi pensiamo che non ti facciano bene quelle pillole che prendi la sera, prima di uscire di qui.

MAX - (confuso) Quali pillole?

VAL - Il pillole, Max, che tu prende prima che vai a casa.

MAX - Io prendo le pillole? Ma che state dicendo? I tranquillanti? Prescrizione medica. Due pilloline.

KENNY - Pilloline? Farebbero la loro figura in un Bowling!

MAX - A malapena le prendo due volte la settimana.

BRIAN - Una volta la settimana, tutte le sere.

MAX - Sono innocue. Carol, ricordi quella sera che non ti sentivi bene? Io te ne detti mezza. Ti successe niente?

CAROL - Non ricordarmelo! Dormii per 9 giorni!

KENNY - Non sono solo le pillole. Sono i 4 bicchieri di scotch che bevi per mandarle gi. Pillole e liquori non roba da "mixer", Max. (sorride) ...da "mixer", Max" Non male

MAX - Io devo dormire. Se non dormo, come proteggo la mia... famiglia da quelli?

CAROL - La N.B.C. minaccia la tua famiglia?

MAX - Minacciano il mio show! Il mio show e la mia vita. Se minacciano la mia vita, minacciano la mia famiglia. Volete sentire che hanno detto nella lettera che mi hanno mandato? Volete sentire parola per parola che mi hanno detto?

MILT - Avanti, Max, siamo a porte chiuse.

MAX - (si appoggia allo schienale della poltrona e guarda il suo sigaro) Hanno detto: Date merda alla gente!

TUTTI - (si guardano tra loro)

CAROL - Il Presidente della N.B.C. ha detto cos?

MAX - Mi avete sentito: Date merda alla gente!

BRIAN - Proprio "merda" come merda?

CAROL - Perch avrebbero dovuto dirlo?

MAX - Perch?! Perch loro ci fanno i soldi con la merda. A vagoni! Andate nel Connecticut e da qualunque parte vedrete i loro villoni in neo-gotico, neo-ellenico, neo-un accidente che li spacchi! B, la televisione stata inventata per quello. Mettono in onda ondate di merda, pubblicizzano merda e la gente corre a comprarla, i loro bambini se la bevono e le mamme gliela ricomprano. E d'estate, mentre i poveracci restano a casa a guardare altra merda, i magnati vanno in Francia sulla Costa Azzurra. Perci ho ricevuto una lettera che dice: "Date merda alla gente!

MILT - (da parte, a Carol} Non lo disse anche Maria Antonietta?

CAROL - (sgomitando Milt) Lei disse: Brioches! Ma perch parli sempre con me? Scoccia qualcun altro, ogni tanto

KENNY - Permetti che faccia io il punto. Per quattro anni di fila ab-biamo fatto piazza pulita di premi Emmy. Tutti i critici ci adorano. Ma improvvisamente la televisione si allarga: arriva nel Mid-West, nel Sud. Si ritrova con un tipo diverso di audience. Vogliono show con i quiz, con il bowling, con la lotta, dico bene?

MAX - (annuisce) Dici bene. Se hai la merda la spargi a palate.

KENNY - Allora, vogliono ridurci a un'ora. Non fate show troppo astrusi. Troppo intelligenti. Non satireggiate film giapponesi o italiani.

MAX - D a un cavallo il fieno e che ne viene fuori?

CAROL - Neanche serve che tu lo dica.

KENNY - Cos non solo ci tagliano la mezz'ora, ma uno show escrementizio quello che vogliono da noi!

VAL - Noi che non pu parlare con loro?

MAX - Parlare? No! Non parlare! Combattere! Li combattiamo sui monti, nei mari e nei cieli e sulle rive. O magari ce li scazzottiamo in un vicolo. (va al tavolo del caff e si versa dell'acqua in un bicchiere di carta. Torna sulla poltrona e la sorseggia)

CAROL - Mio Dio! Questo tutto in linea con quello che succede oggi in questo paese. La censura. Le liste nere. il senatore Mc Carthy che diffama un uomo come l generale Marshall.

MAX - (sputando l'acqua) Coosa?! Che cos'hai detto di Marshall?

CAROL - Non hai sentito? Lo stanno dicendo per radio da stamani.

MAX - (stringe il bicchiere di carta. Schizza via l'acqua) Che cos'ha detto? Voglio saperlo con precisione. Non voglio perdermi una parola. (si alza, beve la poca acqua rimasta nel bicchiere, poi lo posa sul tavolo)

CAROL - Joe McCarthy ha accusato il generale George Marshall, un generale dell'esercito con 5 stelle, di essere un membro del partito comunista.

MAX - (stringe con tanta forza il bracciolo della poltrona, che ne viene via un pezzo. Si alza talmente irato che gli si vedono le vene del collo)

MILT - (da parte) Qualcuno cambi posto con me.

MAX - (Si aggira fremente)

VAL - Tu sai come io sento, Max. Io sento che come te.

MAX - Tu ti senti come me? Ah, non credo. Vuoi sapere quello che sento? Chiedimelo, Val. Chiedimi quello che sento per McCarthy...

CAROL - Non chiederglielo, Val. Non voglio vedere!

MAX - Se non vuoi vedere, tappati gli occhi! (A Val) E chiedimi quello che sento!

VAL - Noi gi che vede quello che senti.

MAX - (A Val) Ancora no. Quando me lo chiederai, lo vedrai. Chiedimelo! (la mano di Max invita con forza alla domanda Kenny che seduto fra Max e Val, si volta lentamente verso Val)

VAL - Cosa che senti per McCarthy, Max?

MAX - Grazie. (si volta e con un pugno sfonda la parete. La mano resta nel buco. la parete dov'era il tabellone delle idee, prima che Milt lo staccasse) Ecco! Ecco quello che sento!

CAROL - Oh, mio Dio!

VAL - Tu che senti bene, Max?

BRIAN - Qualcuno vada oltre parete a vedere come sta McCarthy.

MAX - Vogliono che gli dia merda? Ecco! Gli d merda!

VAL - Tu puoi che tiri fuori mano?

MAX - Lasciala l! Prendi un coltello. Tagliala! Mandala in una scatola a quel bastardaccio, che sappia quello che penso di lui!

CAROL - Qualcuno gli tiri fuori quella mano! Pu essere fratturata.

MAX - (tira fuori la mano. Ha ancora le dita serrate) Helen! VIENI QUI! Gli ha dato del comunista, eh? (si guarda intorno) Voglio colpire qualcosa. Qualcosa di grosso. Qualcosa di valore.

MILT - Qua di fronte c' la banca, Max.

HELEN - (entra correndo) S, Max?

MAX - (indicando) Lo vedi quel buco? Non toccatelo. Lasciatelo l. Chiama un corniciaio. No, anzi, chiama Tiffany. Ci voglio una cornice dargento. Sotto ci voglio una targa. D'oro! E sulla targa ci voglio inciso: In onore del Generale Marshall, soldato, statista, calunniato da quel figlio di puttana di McCarthy!

HELEN - (prende appunti) Non sono sicura che Tiffany la inci- derebbe.

MAX - Basta pagarli abbastanza.

HELEN - S, Max. (Corre fuori. Brian, che era uscito dalla sinistra della scena, si affaccia dal buco della parete)

BRIAN - Potrebbe diventare un monumento nazionale come la casa di Jefferson.

MAX - (si illumina) Ok! Ok, ho un'idea per lo show di questa settimana.

KENNY - Fuori, Max!

MAX - Sar la Statua della Libert. Porter una gonna lunga fino ai piedi.

VAL - Mi piace.

MAX - Con i sandaloni. E il diadema in testa. Con la torcia e un libro. Tutto dipinto di verde. Con la cacca dei piccioni sulle spalle. E star in piedi su quello scatolone dov' scritto: "Datemi i vostri poveri, i vostri affamati, i vostri scottati dal sole, i vostri sdentati..." o insomma, quello che c' scritto.

MILT - Lo leggeremo.

VAL - Diiio, che molto comica, Max!

KENNY - E che succede nello sketch?

MAX - La portano a Washington e la processano. La Statua entra in aula con il bordo del vestito gocciolante per l'umidit della baia, con i merluzzi tra i capelli

(Strizza lacqua dall'immaginario bordo del vestito) LUCAS - Magnifico!

MAX - E lui sta l seduto che la guarda. Il senatore Joseph McCacarti!

KENNY - McCacarti non possiamo dirlo, Max. Non in televislone. MAX - Non trovi che divertente?

KENNY - S che divertente. che non lo sarebbero otto anni di galera. Non puoi dire Mac-Cacarti.

MAX - (medita) E senn: "Mac-va-a-farti? Mac (a denti stretti) Mac-Castrarti! Troppo bello sarebbe castrarti se avessi le palle!

VAL - Noi che ci informa..

MAX - Allora non facciamo niente! questo che volete fare voi? Niente?

MILT - Non mi pare che campare a lungo sia niente, Max.

MAX - Dove sono cresciuto io, non cera pace per i prepotenti. C'era un bestione in classe mia. Lo chiamavano Cularmato. Rubava la merendina a mia sorella. Un giorno misi un sasso dentro la merendina. Cos impar.

CAROL - Gli dette un morso?

MAX - Se lo mangi. Gli fu molto pi difficile rifarlo. In qualche modo dobbiamo reagire, ragazzi.

VAL - Noi sente lo stesso di te, Max.

MAX - No, non lo sapete cosa sento.

MILT - (A Val) Non chiederglielo, sai! O avremo i muri-groviera!

VAL - Cosa che consigli che noi fa?

MAX - Li molliamo. Diciamo a quei bastardi: "Tenetevi il vostro show!" Mandino pure in onda merda per sette giorni la settimana. Noi ce ne andiamo di qui in fila indiana con le mani alzate come gli eroi di Bataan. Per loro, siamo fuori dall'etere. Domenica, niente show! Come disse Patrick Henry

VAL - (sovrapposto) Disse: "Domenica, niente show!"

MAX - (occhiataccia) Disse: "Datemi la libert o datemi la morte.

KENNY - Se ce ne andiamo, ci citeranno.

MAX - Senti, siamo o non siamo uniti? Perch se qualcuno qui non vuol mollare, io non lo trattengo. Che se ne vada!

MILT - Cos imparer.

MAX - A quelli telefono ora. (va verso il telefono) Helen, chiamami la N.B.C... (con il ricevitore in mano) Voglio solo sapere se siamo d'accordo.

VAL - possibile che prima noi discute, Max?

MAX - possibile, s, ma non si fa. Sentite, dobbiamo far muro tutti insieme. Altrimenti chieder a tutti "chi vuole lasciare questo show?" Andremo al voto segreto. Ma che volete tutti? Non un segreto. Perci, niente voto segreto

MILT - Mettiamola cos, Max. Se noi li molliamo, non sar difficile che trovino qualcun altro che non si schifi di dargli la merda.

MAX - La merda degli altri non la mia Sai chi lo disse questo?

CAROL - Diccelo, Max. Noi sbaglieremmo.

MAX - nella Bibbia. Dovete guardarci.

BRIAN - Forse sul retro delle tavole di Mos... S?

MAX - (sprezzante, sarcastico) In fondo a pagina 152.

KENNY - Max, un'idea sballata. Hai lavorato per una vita, a questo show. Ti illudi che l'A.B.C. o la C.B.S. siano diverse, che siano migliori? Se riuscissero a far distribuire salsicce dai televisori, noi invece che scrittori saremmo maiali. A loro la cultura non interessa. Se Van Gogh e il Goya fossero stati "cinture d'oro, sarebbero in prima serata tutti i sabati sera. Max, se noi molliamo, gliela diamo vinta. La nostra ora e mezza andr in pasto a "Miss America" o a "Batti la lancetta". Restiamo, Max. Pensa a quanto abbiamo fatto divertire la gente, ma pensa anche a quanto ci siamo divertiti noi, qui.

(Silenzio. Max rimette gi la cornetta)

MAX - In guerra ho servito con il generale Marshall. Eravamo insieme sul Fronte Europeo.

MILT - Io credevo che fossi in Marina Dicesti che suonavi nella banda.

MAX - (lunga occhiata a Milt) Lui venne a un ballo, io suonavo a Londra. Ball un fox-trot a pochi metri da me. Feci un "a solo" di sassofono per lui.

HELEN - (entra) al telefono, Max. Il signor... sai. La N.B.C. Aspetta

MAX - (alzandosi) Lo prendo dal mio ufficio.

HELEN - (esce)

MAX - (attraversa la stanza) Non abbassiamo la nostra bandiera. Non spezzer per nessuno la mia spada sul ginocchio.

BRIAN - Per la storia va lasciata stare.

MILT - Forse siamo solo a una telefonata dall'intraprendere una luminosa carriera di commessi.

LUCAS - (andando al tavolo-buffet) Vi dispiace se porto a casa qualche ciambelletta? Giusto in caso...

KENNY - Perch non torniamo al lavoro e scriviamo qualcosa?

VAL - Cosa che dico io per tutta mattina?

MILT - "Fottuto pane integrato".

HELEN - (entra veloce) Sentite. arrivato Ira. Si sta lavando la faccia Io non lo vedo niente bene. (dalla destra si sente un telefono) Oh, questo il mio... (corre fuori)

KENNY - (si alza) Va bene. Sentite tutti: Ira adesso entrer con la sua malattia quotidiana. Polmonite, flebite, cateratte Quello che sar. Qualunque cosa dica, non gli date peso. Se vi sviene accanto, lasciatelo per terra.

CAROL - Ma crudele, Kenny!

KENNY - Crudele quanto propinarci i suoi mali tutti i giorni? Io non credo.

LUCAS - (che era vicino alla porta) Eccolo (va velocemente accanto agli altri)

KENNY - (sottovoce) Ricordate: guardarlo e basta. (si siede)

IRA STONE - (Entra. tutto vigore con un tocco di lucida follia. Indossa un soprabito e una sciarpa. Si comprime il petto con una mano) Oddio, non respiro! Ho il fiato corto! Questo il cuore. Un infarto! Calmi, fate solo quello che vi dico. (si sie- de col soprabito indosso e parla con l'affanno) Telefonate al "Columbia Hospital". Chiedete del dottor Brickman. Ditegli che ho un dolore lancinante al braccio sinistro, attraverso il petto e gi fino alla gamba sinistra. Se Brickman in sala operatoria, chiamate il dottor Banserini all'Ospedale Saint- John, cardiologia, sesto piano. Ditegli che improvvisamente mi insorta una sensazione di bruciore allo stomaco. Da principio ho pensato che fosse la colazione. Ho mangiato salmone affumicato. Ancora fumava, non mi sembrato che andasse gi bene. Se fossero occupati, chiamate la farmacia "Clayton e Marcus" fra la Settantaduesima e Madison. Chiamate Al. Ditegli che ho bisogno di un altro flacone di quella cosa che mi ha ordinato il dottor Schneider. Come si chiama non mi ricordo. "Zodioprotozoc" No. "Vasco" Vasco Vasco de" Idiota, ora mi veniva: Vasco de Gama, ma era qualcosa che stava per "vascolare". Oddio, non mi arriva pi ossigeno al cervello! Questa sciarpa mi strangola, toglietemela! (Se la toglie, la getta via. Nessuno si mosso. routine) Non chiamate mia moglie. No, no Forse dovreste chiamarla, ma non ditele che un infarto. Se sa che un infarto, chiamer mia madre. Non posso parlare con mia madre. Gi mi fa star male quando sto bene. (comincia a iperventilare e ansima, guardando gli altri che si limitano a fissare) Giuro su Dio, potrebbe essere un infarto. (continua a iperventilare, poi guarda Kenny) Perch state tutti l cos impalati? Che diavolo state aspettando?

KENNY - Che tu muoia o che tu finisca di darci le istruzioni.

IRA - (si alza) Credete che sia uno scherzo? Credete che sia divertente? Pensate che entrerei qui con questo dolore tremendo... Un momento. (la mano sul petto) Fermi un momento! (resta immobile) Ooh! Oooh! Era aria! Dio, ti Ringrazio! Credevo che per me fosse finita. Ooooh!

MILT - (si alza disgustato) Criiisto!

CAROL - (a Ira) Che tu possa morire! Che ti venga davvero un infarto, che arrivi tua madre e ti finisca a parole!

IRA - Siete arrabbiati? Vi contraria che sia ancora vivo? Cos' questa, la Germania nazista? Ma s! Ammazziamo un altro ebreo!

VAL - Certo! In questo caso io fa eccezione.

IRA - Oh, ok. Bravi! Ora so che amici ho io!

BRIAN - Amici? Quali amici? Tu non hai amici. Non c' un cucciolo al mondo che uscirebbe dal canile municipale per vivere con te.

IRA - Ehi, un momento Da loro subisco. A te non lo permetto! Perch una dannata carestia di patate ti ha fatto fuggire dall'Irlanda, io dovrei sopportarti qui?

BRIAN - Entri dicendo che hai un infarto e credi di poterne uscire con un peto?

IRA - (agli altri) Mi ero un po' spaventato. Non sapevo cosa fosse. Mi dispiace. Mi scuso con tutti. (A Brian) Tranne che con te.

BRIAN - (ha un moto di reazione contro Ira che subito si allontana)

IRA - E non rifartela con me se stamani qualcuno ha dimenticato di mettere il whisky nella tua bottiglia dell'aranciata.

KENNY - Ehi, buoni/ragazzi!

IRA - (si stringe nelle spalle. A Kenny) finito. Ok. (si siede) Sentiamo quello che avete fatto fino ad ora.

VAL - Cosa che noi fatto fino a ora? Tu vuole sapere che noi ha fatto fino a ora?

TUTTI - (si guardano scuotendo la testa)

IRA - Sono le 11 e non avete ancora messo gi niente? Ma che state facendo qui? Tocca sempre a me dare l'avvio

BRIAN - (lentamente) Tu, ...finocchiello fasullo, egocentrico e stronzo! Quando mai sei arrivato in orario come tutti noi?

IRA - (ride, divertito) Non credo ai miei orecchi. Fasullo? Finocchiello egocentrico e stronzo. questo che ci ha mandato lIrlanda? Non poteva mandarci un Keats, un Bernard Shaw? Ma no! Arriva un incolto battezzato e antisemita. La tua schiatta venuta in America solo per le noccioline gratis al banco dei bar. Nella mia famiglia, caro mio, tutti profondi studiosi di Talmud.

BRIAN - Facciamo uscire un po delle arie che si d! (si alza e va ad aprire la finestra. Sentiamo il rumore del traffico)

CAROL - Ma dobbiamo continuare a far battute razziali? Sugli ebrei, sugli irlandesi, sugli italiani? Ma siamo rimasti l, in America?

GLI ALTRI - No. No davvero. Io non credo...

VAL - No, lascia che continua. Un poca di aggressione buona per scrittori. Tutto umorismo basa su ostilit, giusto, Kenny?

KENNY - Si domanda? La seconda guerra-mondiale stata tutta una risata. Coglione!

VAL - (A Ira) Se tu non va da cinque dottori ogni mattina, forse che arrivi qui alle dieci.

IRA - Mi stai dando di ipocondriaco? Ho problemi di gola da sei mesi. Potrebbe essere cancro e non vogliono dirmelo.

BRIAN - Digli che lo telefonino a me, te lo dico io.

IRA - Giusto chi manca di senso umoristico pu scherzare su certe cose.

BRIAN - Io manco di... Che fai, cerchi la gara?

IRA - Battuta contro battuta?

BRIAN - Scommetto quello che vuoi!

IRA - Io le scarpe ci scommetto. Le mie scarpe di vero cocco- drillo da 65 dollari contro le tue di cartone da 8 e 95. Roba che mettono ai morti per le esequie in economia. (si toglie le scarpe e le getta sul pavimento al centro della stanza) Le mie eccole l. Piatto piange, cazzone.

BRIAN - Andata. (si toglie le scarpe e le getta vicino a quelle di Ira) Ok. Scegli l'argomento.

IRA - Nomi cocktail?

BRIAN - Nomi cocktail.

IRA - (annuisce) Nessuno partecipa con qualche scommessina?

MILT - Io scommetto un paio di lacci da scarpe.

VAL - B, io d 30 secondi per goco. Poi che torna di lavoro. Allora Pronti?

BRIAN/IRA - (in piedi uno di fronte all'altro quasi naso contro naso, guardandosi male)

BRIAN - (facendosi il segno della croce) Viva lIrlanda!

IRA - Viva il Mar Rosso!

VAL - Ok. Nomi cocktail Ira prima. Ha!

IRA - Cecil B. de Havilland.

BRIAN - Laureen Becaud.

IRA - Boris Abbott Cotten di Costello.

BRIAN - Danny Winters.

IRA - Greta Gabor.

BRIAN - Kirk Charisse.

IRA - Humphrey Boyer.

BRIAN - Frank-Kafka.

IRA - Boris Capra.

BRIAN - Ira Stone!

IRA - Ira Stone? Che c' di umoristico in Ira Stone?

BRIAN - Appunto! Non c' niente di umoristico (lo indica) in Ira Stone!

IRA - Fallo! Non vale! irregolare. Non si possono usare nomi veri. Match nullo! (raccoglie tutte e quattro le scarpe e le scaraventa fuori dalla finestra aperta)

CAROL - Ditemi che non ho visto bene!

TUTTI - (corrono alla finestra a guardare)

LUCAS - (guardando fuori) Ges! Sembra il bombardamento di Londra!

BRIAN - (furibondo a Ira) Scendi a riprendere le mie scarpe!!

IRA - Non sono pi le tue scarpe. Ora appartengono alla grande New York.

LUCAS - Colpito in pieno un tizio che usciva da Moda-Donna!

BRIAN - (A Ira) O vai a prendermi le scarpe o vai a prendere lezioni di volo, figlio di puttana! Mi devi 200 dollari!

IRA - 200 dollari per un paio di scarpe da becchino?

CAROL - (sulla porta) Helen, puoi venire un secondo?

VAL - Va bene. Noi che lavora tutta notte, stanotte. Nessuno esce prima che finisce. E assolutamente io proibisce che getta di finestre altro genere dl abbigliamento.

HELEN - (arrivando) S, Carol?

CAROL - Helen, per favore vuoi scendere a prendere le scarpe di Ira e di Brian? Sono gi nella Cinquantasettesima.

HELEN - Sono a riparare?

CAROL - Forse ci andranno. Ira le ha buttate dalla finestra.

HELEN - Dovevi dirmelo, Ira. Sarei andata gi ad aspettarle. (esce)

KENNY - (guarda Ira) E quest'uomo ha in casa un bambino che lo chiama "pap"!

IRA - Oh, oh, vedo Ho svegliato il cane che dormiva. Il talen-toso figlio della California! L'ebreo eterodosso che il sabato lavora mangiando pane e salame.

KENNY - Ci sei tu che compensi non lavorando tutti i giorni della settimana!

IRA - Oh. Oh. Oh. Talento capacit di sintesi. Tu lavori una settimana per non riuscire a fare quello che io faccio in mezza mattinata. La prova? Io ora lo show lo scrivo tutto da me. Credete che non ci riesca?

(Afferra un bel po' di carta dal tavolo e strappa il foglio che avvolto nel rullo della macchina da scrivere)

BRIAN - Quando hai finito, ricordati di tirare la catena.

IRA - (occhiata di profondo disprezzo) Ok. Vado di l. Ho bisogno di raccoglimento. Tutto lo show, da capo a fondo. Di Ira Stone. Andr su gioved sera. 'ccidenti! Mi sono tagliato con la carta! Dio, che male! (esce succhiandosi il dito)

MILT - Siamo in pausa? Perch io devo andare al cesso.

VAL - Non c' pause! Gi che avute pause! Pausa di ciambelle Pausa di McCarthy, pausa di fucile, pausa di buco di muro, pausa di Ciclopis e pausa di scarpe fuori di finestra. Noi gi finito tutte nostre pause!

MILT - B, allora. di' a Carol di voltarsi perch io piscio nella pianta. (comincia ad aprire la zip dei calzoni)

CAROL - (grida) Non ti azzardare! (corre allontanandosi dal tavolo)

LUCAS - (al pubblico) ...e questo era il programma pi ambito di tutti i network. E io allora gi sapevo che se avessi conservato il posto, sarei diventato completamente matto come loro

(Si apre la seconda porta e Max entra indossando ancora l'impermeabile, senza il vestito)

MAX - Non tornata ancora Helen col mio vestito?

CAROL - No, Max. fuori a cercare le scarpe.

MAX - Erano tanto brutte quelle che aveva?

KENNY - Com' andata la telefonata alla N.B.C.?

MAX - (si siede) La telefonata alla N.B.C.? (accende il sigaro) La telefonata alla N.B.C. andata bene.

VAL - tutto a suo posto?

MAX - Va bene.

CAROL - Tutto sistemato?

MAX - Tutto bene.

BRIAN - stato deciso niente?..

MAX - Ben deciso.

VAL - Nessun problemo?

MAX - Cera qualche problema, ma ora, tutto bene.

VAL - Cosa che tutto bene, Max?

KENNY - Non vuoi darci qualche particolare? Cambiamenti?

MAX - Cambiamenti? Vediamo un po! Oh, s. Ci portano a un'ora. Per questanno. Per l'anno prossimo: unora. Per l'anno prossimo ci tagliano le spese. Per lanno prossimo vogliono la supervisione degli sketch. Per lanno prossimo ci mettono un osservatore. Tutto qua. Questi sono i soli cambiamenti. Trascurabili. (guarda il sigaro)

TUTTI - (capiscono che esploderebbe ma che si domina)

CAROL - E questo tutto bene Max?

MAX - No. Tutto bene per loro. Per loro. Non per noi. Ma ve- dremo Aspetteremo... Rifletteremo Faremo piani Tutto bene.

LUCAS - E che far quell'osservatore, Max?

MAX - Che fa un osservatore? Osserva. (si alza) Ci star intorno osservando il caff, il latte, il formaggio, le patatine fritte. Forse verr quass e ci osserver lavorare, osserver Ira che arriva tardi. (Va al telefono. in piedi vicino al divano) Forse osserver me incazzato, perch lui mi osserva mentre prendo il fottuto telefono e lo sbatto sul fottuto pavimento!

(Furibondo Max sbatte il telefono in terra. Non volendo

si dato il telefono su un piede. Fa una smorfia. Pia- gnucola debolmente)

Ooooh! (se ne allontana zoppicando) O se l'osservatore non ha finito di osservare, pu osservarmi mentre gli pianto un cazzotto sul muso!

(Vibra un altro pugno. Fa un altro buco nella parete vicino a quello di McCarthy)

E poi lo porteranno via su una barella e osserver l'ospedale per un po'. Ma, per ora, tutto bene. Lucas, quando torna Helen, dille di chiamare ancora Tiffany. Solo una cornice semplice con una targa d'oro sotto con su scritto: "Tutto bene". (si siede) Allora, che abbiamo per lo show di questa settimana?

(Improvvisamente si apre la porta e Ira entra con la pila di carta in mano)

IRA - Ma sono pazzo? (getta tutta la pila di carta in aria) Scrivere uno show tutto da me? (a se stesso) Ma piantala! (guarda Max) Come va, Max?

MAX - Bene. Tutto bene. (calmo, accovaccia le gambe e soffia il fumo che aveva aspirato sulla punta del suo sigaro)

SIPARIO

FINE ATTO I


SECONDO ATTO

(Sette mesi dopo. Primo autunno. mattina. Le 10 e qualcosa. Lucas seduto con i piedi sul "tavolo degli autori". Sta scrivendo su un bloc-notes. Beve caff da una tazza. un Lucas molto pi sicuro di s e ri- lassato. I due buchi fatti da Max sulla parete sono en- trambi incorniciati in argento. Ci sono altri due ulte- riori buchi da un'altra parte, ma questi hanno semplici

cornici di legno nero e nessuna targa. Lucas pensa, poi

si volta e guarda il pubblico)

LUCAS - (al pubblico) Sette mesi dopo e, come vedete, ce l'avevo fatta. Ero nella "squadra". Tazza! (alza la tazza di caff) Collaboro molto di pi al programma, ma il momento che mi assicur il posto fu quello in cui, per unincazzatura, versai la benzina dell'accendino sulla scrivania e gli detti fuoco. Fui cos nominato "pazzo onorario". (si alza, va al buffet a riempire la tazza) Lo show era stato ridotto a un'ora e le spese a un terzo. C'erano ancora ciambellette e focaccine con cipolla, ma non pi pasticcini, ciambellone n strudel. La N.B.C. non pagava pi. Max, s. (versa il caff) E Max aveva ancora i suoi momenti uterini, come vedete dal Muro del Terrore... Quei due nuovi buchi con le cornici semplici di legno furono aggiunti quando furono giustiziati i Rosenberg. E bench Max lottasse eroicamente contro pillole ed alcool, la N.B.C. e gli sponsor facevano di tutto perch andasse a tappeto

(Si apre la porta e Max entra, un po' sullo stralunato, indossando un completo, senza impermeabile)

LUCAS - Cao, Max. Cos presto? Va tutto bene?

MAX - (Si guarda intorno. Non risponde)

LUCAS - Max?

MAX - (lo guarda) Cosa?

LUCAS - Come stai?

MAX - Non c' ancora nessuno?

LUCAS - No. Io solo.

MAX - Tu solo?

LUCAS - S, Max.

MAX - Cos gli altri non ci sono?

LUCAS - No. Vuoi vuoi un po' di caff?

MAX - Di solito vengono prima, il marted.

LUCAS - S, ma oggi luned, Max.

MAX - (guardandolo) Come sta tua moglie?

LUCAS - Mia moglie? Sta bene. Grazie per l'interessamento.

MAX . Penny, vero?

LUCAS - S... Penny.

MAX - S. Tanto carina Penny. intelligente. Mi piace.

LUCAS - Grazie, Max. Glielo dir.

MAX - E i bambini? Come stanno i bambini? Andy e Sue, vero? LUCAS - Non abbiamo figl, Max.

MAX - Ah, no? E chi sono Andy e Sue?

LUCAS - Non lo so, Max.

MAX - Ma ti piace qui; vero?

LUCAS - Lavorare qui? Oh, tanto! Amo questo lavoro, Max.

MAX - B, vedremo Allora non c' nessuno, eh?

LUCAS - No, Max. Noi due soli.

(C' un imbarazzato silenzio, mentre i due guardano da un'altra parte. Lucas presto si accorge che Max si praticamente addormentato in piedi. Comincia a russa-re. Leggermente la testa ciondola. Lucas sta mandando gi un sorso di caff quando Max si sveglia con un sobbalzo)

MAX - Forse vado un po' a stendermi nel mio ufficio.

LUCAS - S, una buona idea.

MAX - Perch?

LUCAS - Perch? Be, perch si vede che sei stanco.

MAX - Io? Mai. Io stanco, mai. Ho bisogno di un sonnellino, tutto qua.

LUCAS - Eh,s.

MAX - Allora sar su nel mio ufficio. (parte nella direzione sbagliata. Se ne rende conto e dopo un brancolante dietro-front, prende la direzione giusta) Mi faccio un sonnellino.

LUCAS - Oh, ok, Max.

MAX - (si ferma sulla porta) Mi sa che Andy e Sue sono miei npoti.

LUCAS - (annuisce)

MAX - (esce)

LUCAS - (al pubblico) Quella fu l'unica volta che fui solo in una stanza con Max Era difficile trovare un argomento di comune interesse se non eri ferrato sulle guerre dei Traci.

(Si apre la prima porta e Milt entra con un completo di

un bianco accecante ed un panama in testa. Camicia celeste chiara e cravatta)

MILT - Da non crederci! Ho avuto una multa per eccesso di velo- cit in Parkway. Andavo cos piano che il poliziotto ha potuto affiancarmi a piedi.

LUCAS - Te la sei voluta.

MILT - Ah, s?

LUCAS - Ti vesti cos. Quelli si insospettiscono di chi cerca di passare inosservato.

MILT - Io credevo di sembrare un senatore.

LUCAS - No. Sembri un nazista che cerca di imbarcarsi per lArgentina.

MILT - (appende il panama) Mi piacevi di pi quando non azzarda- vi battute.

LUCAS - (note della "Quinta") Bam bam bam baaam! Max era qui, ora.

MILT - Cos presto? (guarda la parete) Nessun buco nuovo. Deve essere calmo. Che cos'ha detto?

LUCAS - "B, credevo che fosse marted". E mi ha chiesto come stavano i figli che non ho, poi ha detto che era stanco e andava a fare un sonnellino.

MILT - B, il mio vestito lo scuoter. (d un'occhiata al buffet) Sono le ciambellette a diventare pi piccole o la stanza a diventare pi grande?

LUCAS - Stesse misure. la quantit dimezzata.

MILT - (prende una ciambella) B, con mia moglie la seconda "met" che perdo questa settimana.

LUCAS - Parli seriamente?

MILT - Io no, ma lei parla sempre seriamente, perci penso che se ne vada (apre la ciambelletta)

LUCAS - Mi dispiace per tua moglie, Milt.

MILT - (noncurante) Non dire niente ai ragazzi, eh? Voglio essere io il primo a dirlo a Max.

LUCAS - S, certo.

MILT - Bah! Del resto avrei dovuto capirlo il giorno del matrimo-nio, quando suo padre mi mise una mano sulla spalla e mi disse: Senza invidia. (si versa un po di caffe)

LUCAS - Per non sembri troppo sconvolto.

MILT - In quest'ufficio? Non posso permettermelo! Ridi, pagliac-cio (sorseggia il caffe) Avevo cercato di metterci una toppa. Le avevo offerto di fare una seconda Luna di Miele". Ha detto che ancora stava cercando di scordarsi la prima. Va bene che il miele non le piace e c'era il cielo coperto, ma mi dispiaciuto lo stesso che abbia detto cos.

LUCAS - A volte penso che ti deprezzi, Milt.

MILT - Lukie, io mi venderei a qualsiasi prezzo, ma chi mi vuole? (Beve il caff. Si apre la porta ed entra Val: eccitato)

VAL - Io che sente notizia in mia macchina. Voi che sentito?

MILT - No. Non ero in macchina con te

LUCAS - Che successo?

MILT - (si siede)

VAL - Stalin morto. Giuseppe Stalin morto.

LUCAS - Davvero?

MILT - (a Val) Allora andrai al funerale.

VAL - Milt, ora tu che ascolta.bene perch ho imparato con mio professore: va-a-fan-culo!

LUCAS - (stupito e ammirato) Lo ha detto bene. (a Val) L 'hai detto bene. Davvero ci sei andato a ripetizioni per imparare a dirlo?

VAL - Assolutamente. Che mi costa una farancla fortuna!

MILT - Ah, ma t'ha insegnato a dirlo bene una volta sola!

VAL - No. Lui che mi insegna a dirlo solo a te Ma aspetta. C' altre notizie. Dipartimento di USA ha 'nunciato che Russia ha bomba di idrogeno, certamente.

LUCAS - Ges! Questo spaventoso!

VAL - Noi dice a figli! Che loro eredita divastazioni che farancli politici lasciano a loro!

MILT - Di' un po': mica russo il tuo professore?

VAL - Questo per me giorno di merda per idee comiche. (guarda Milt) Cosa che quello vestito bianco?!

MILT - (contrito) Hai visto che ha combinato la lavanderia al mio gessato?

VAL - Tu non sa che Max odia vestiti bianchi?

LUCAS - Ah, s?

VAL - Di quando che bambino. Lui odia, odia, odia!

MILT - uno scherzo, vero? Non del tipo che strappa la risata, ma uno scherzo

VAL - Giuro su Dio! Quando padre di Max muore, sippelliscono con vestito bianco. Max ha incbi per anni per questo. Met di sue analisi lui fa per vestiti bianchi.

MILT - E mia moglie lo sapeva. Ecco perch sghignazzava quando sono uscito di casa

LUCAS - Togliti la giacca. Chiama il vestiarista. Forse hanno un vestito scuro della tua taglia.

MILT - (andando al telefono) Tu mi dici la verit, eh, Val?

VAL - Se Max vede te con quello vestito, Tiffany oggi che fa altre due cornici.

MILT - (al telefono) Helen, puoi chiamare il vestiarista, per favore? No, subito! Ho bisogno di un abito scuro d'emergenza! Aspetto. (si apre la porta)

LUCAS - Ciao, mammina!

CAROL - (entra; molto, molto grossa. alla fine dell'ottavo mese. cammina ondeggiando con grande cautela) Vi prego! Che nessuno si metta fra me e quella poltrona.

LUCAS - Hai bisogno d'aiuto?

CAROL - No, grazie. Ho gi avuto abbastanza aiuto dagli uomini. (vede Milt e grida) Oh, Dio! Ti avevo preso per un dottore. Ho avuto paura di avere un prematuro!

LUCAS - (aiutandola verso la poltrona) Quando lo farai?

CAROL - Sempre e comunque quando il dottore sar fuori citt.

MILT - (al telefono) Svelta! Svelta! Svelta!

CAROL - (prendendola per s) Cammino pi veloce che posso..

LUCAS - (continuando ad aiutarla) Vuoi che ti tiri su le gambe? CAROL - Un altro ginecologo? (si siede)

VAL - Tu che senti di Stalin?

CAROL - No, non mi dire che McCarthy lo ha messo nella lista nera!

MILT - (al telefono) Pronto, il vestiarista? Chi Hannah? Senti, Hannah, sono Milt FIelds, uno degli autori. Lavoriamo a uno sketch e ci serve un completo scuro, taglia 50, normale. Al pi presto possibile. S. s. Va benone. No, no, io non posso venire in Centro. Ci serve qui, nella stanza degli autori. Eh, per favore? Prendi un taxi. Dio ti benedica, Hannah! Ti amo! (mette gi, poi rapidamente fa l'"uno" e dice a Val) Faccio subito. (al telefono) Helen? Milt. Max di sopra nel suo ufficio. Avvertimi subito al momento che scende. Nel preciso istante in cui vedi i suoi piedi, chiamami. Da questo dipende la vita di - chi amiamo tutti e due. Come chi? Io! Ok? (mette gi. Si alza. Va da Lucas) Lucas, quando mi chiama Helen, io schizzo nel bagno degli uomini. Ci rester finch non arriva Hannah. Poi tu mi porti il vestito nel bagno.

BRIAN - (entra col suo abito sgualcito pieno di macchie di cenere di sigaretta) Cos i Russi hanno fatto fuori il grande mugik. McCarthy oggi ha un'improvvisa popolarit. Pare che si candider per la Presidenza.

(ride, va verso il tavolo delle "cibarie")

Stupenda mise, Milt! Sembri il Governatore dell'isola del Dia- volo!

MILT - Oh, senti chi parla. Lord Brummel! Luomo che indossa lo stesso portacenere da tre anni!

BRIAN - (scuote via la cenere dal risvolto della giacca) vero. E lo metter anche alla prima della mia nuova commedia. Perch non aspetti fuori dal teatro per vedere la folla che fa a botte per un mio autografo?

MILT - La sua nuova commedia! "Un dramma che si chiama vitu- perio"!

KENNY - Dov' Max?

LUCAS - Su, nel suo ufficio.

KENNY - Dobbiamo parlare. C' un problema.

CAROL - (reggendosi la pancia) Grave come un calcio nella pancia?

MILT - Come, Carol, neanche una battuta sul mio vestito? Mi privi del tuo sarcasmo? Non mi dici cosa sembro?

KENNY - Un rabbino messo in candeggina. Ma basta, che qui c' una faccenda grave: Max m'ha chiamato ancora stanotte per dirmi che ieri gli ha telefonato il suo amministratore.

CAROL - (comincia a singhiozzare debolmente)

KENNY - Abbiamo sforato il bilancio in tutte le serate di questa stagione Max, secondo gli accordi... C' qualcuno che piange?

CAROL - Sono io. Scusate, a volte mi prende cos, ho bisogno di sfogo. (singhiozza sommessamente. Tutti la guardano senza troppa commozione)

KENNY - (a Carol) Sar uno sfogo lungo? Qui si parla di affari.

CAROL - (indispettita) Oh, scusate! D fastidio?

MILT - No, ma potresti rimandare a pi tardi?

KENNY - Lasciala fare Allora sentite: Max mi ha chiamato tre volte, stanotte. Ogni volta che tentava di dirmelo, gli mancava la voce. Ieri gli ha telefonato Aaron, il suo amministratore. Lo show ha sforato il bilancio per tutta la stagione. Per contratto Max responsabile delle eccedenze di spesa. Fino ad ora deve alla N.B.C. un terzo dei suoi proventi.

CAROL - Un momento! UN MOMENTO! (si tocca la pancia) Il bam- bino! Si muove!

MILT - Che fai, partorisci?

CAROL - Dio, spero di no! Si sta muovendo verso la testa.

MILT - Dove diavolo va?

KENNY - Vorr vedere la luce, affacciarsi dagli occhi. State a sentire me! Conoscete Max. Vuole i migliori costumi, le migliori scene, il meglio di tutto. Solo che gli costa un'enormit. Perci Aaron ha decretato: tagli sui costumi, sulle scene, su tutto.

VAL - Assolutamente di accordo. C' troppo che spreca, qua intorno.

KENNY - Lui per si difende da Aaron, non da Max. Togli una persona dai costumisti, una dagli scenografi, una dai came-ramen, una dalle segretarie... E qui dove Max scoppiato in lacrime. Una dallo staff degli autori.

(C' un attonito silenzio, mentre tutti barcollano)

MILT - Era proprio la giornata da mettersi in bianco! (crolla sulla sua poltrona)

KENNY - Qualcuno deve andarsene, ragazzi. E non sar Max a scegliere, sar Aaron. E con Aaron che ha la stoffa di un ragioniere di Hitler, non si tratta facilmente. Perci, tant'; uno di noi se ne va.

VAL - Questo un cattivo dilemma.

MILT - Perch, ci sono dilemmi buoni?

CAROL - Sentite, io fra un paio di settimane avr il bambino. Me ne vado. Star via due mesi. Si guadagna un po' di tempo, no?

KENNY - Aaron non cerca di guadagnare tempo. Cerca di alleggerirci di uno stipendio per tutto l'anno.

MILT - No, abbiamo tre mesi pagati, in caso di soppressione dello show. Non te l'ha detto il tuo agente?

VAL - Mio agente sempre che gioca golf. Lui smette solo per prende percento.

BRIAN - Be, io so quello che far: mollo il mio commercialista e prendo Aaron.

LUCAS - Ma non prendiamoci in giro. Me ne vado io. Sono l'ultimo arrivato.

VAL - Assolutamente no. Tu che passa su di mio cadavere. Nessuno che fa volontario per ci...?

LUCAS - Non lo faccio volontariamente. Io dico che forse sceglie- ranno me perch sono il pi sacrificabile..

VAL - Oh se questo caso, caso differente.

KENNY - Lironia che chi pi al sicuro proprio Lucas. Prende un terzo di quello che prendiamo noi. Aaron vuole liberarsi di chi gli costa di pi.

BRIAN - Un momento, scusate. Chi quello che per questo show prende pi di tutti e lavora per la met dell'orario? Paghino lui a ore ed eccolo l il risparmio. Io non faccio nomi.

KENNY - E cos parte Ira. Qualcuno vota la mozione di deferimento e tradimento?

VAL - Assolutamente no! Che, noi fa lista nera anche qui?

KENNY - Ehi, ragazzi, non sceglieremo noi chi se ne va. Lo sceglie Aaron. Sempre che qualcuno non faccia un miracolo imprevisto.

(Si apre la porta ed entra Ira con una smorfia di dolore)

IRA - Credo di avere un tumore cerebrale.

KENNY - (agli altri) Ecco il miracolo imprevisto!

CAROL - (A Ira) Perch pensi di averlo?

IRA - Stamani non riuscivo ad allacciarmi le scarpe. Mi ero scordato come si faceva. Ho chiesto aiuto al mio bambino che ha 3 anni. Poi un'altra: ho messo il ketchup dentro il caff. Il ketchup!

BRIAN - Be, non detto che sia un tumore al cervello. Forse "spappolamento meningeo.

IRA - Questa ricordati di dirla al mio funerale, dopo aver danzato sulla mia bara. Far colpo sui miei familiari.

CAROL - Ira, calmati!

IRA - Sono gi calmo. Sono al meglio della giornata.

BRIAN - Senti, ci possono essere un sacco di motivi. Forse solo stress da ipolavoro.

IRA - (A Brian) Non vedi lora, eh? Muori dalla voglia di venire al mio letto di morte a dirmi frasi del tipo: Domenica che fai?

CAROL - Lascialo in pace, Brian. Se vuole un tumore al cervello, lascia che abbia un tumore al cervello.

IRA - (si mette una mano sugli occhi) Oddio, vedo doppio!

LUCAS - Quando, adesso?

IRA - Adesso e sono stato diplope tutta stanotte e tutta stamani. Avevo chiamato un taxi. Ne ho visti due davanti a casa mia. (singhiozzo) Li ho presi tutt'e due!

VAL - Ira! Io conosco te, io sa che tu sempre che hai tutte malattie conosciute di uomo e anche di animali. Ma sempre vieni qui vivo

CAROL - Ma quale tumore cerebrale!

IRA - (grida) Non ci credete? Be, ve lo metto per iscritto!

(Va alla scrivania, prende un pennarello e scrive sul muro a grandi lettere maiuscole: "Io ho un tumore cerebrale)

Ecco! Nero su bianco. Ok? A futura memoria, una morte annunciata

CAROL - Hai scritto sul muro con un pennarello?! Una madre strozzerebbe il figlio per questo.

IRA - (si siede guardando Milt) Oh, Dio! Anche labbagliamento!

Milt, per favore siediti. Sembri l'ingresso della Casa Bianca!

KENNY - Ira, noi abbiamo da fare. Se hai un tumore al cervello, tu vai da un falegname che te lo toglie col succhiello.

IRA - Ho capito. Io sono pazzo, vero? Come era pazzo Tolstoj. ...Come era pazzo Dostoiewskj.

KENNY - No. Loro erano genialmente pazzi. Tu sei "lavativamente" pazzo.

VAL - (a Ira) O tu resta in questa stanza insieme di noi, e lavori o che torni a casa e fa sciogliere lacci di scarpe da tuo bambino.

IRA - Ho detto di no? Sono venuto per lavorare, vero? (va alla scrivania dall'altro lato della stanza) Devo solo sentire come vanno le mie azioni.

HELEN - (arrivando di corsa) Milt! Sta arrivando Max!

MILT - Ora?! Ti avevo detto di avvertirmi per tempo!

(Max entra. Milt si mette carponi e va a nascondersi fra Carol e il tavolo del caff. Max sembra pieno di energia)

MAX - (a Helen) Non ci siamo per nessuno. Che nessuno esca, che nessuno si muova; qui dobbiamo parlare. (appende la giacca)

HELEN - S, Max Scusa, Milt. (Si sposta. Milt emette un gemito. Max guarda Carol e lei imita il gemito di Milt)

MAX - (rapida occhiata verso Milt) Chi c' l sotto? Milt! Che fai? Che ti preso?

MILT - (restando carponi) Io io... non mi sento troppo bene. Forse la vescica Ho ho come una una un'impel- lenza dolorosa. Devo andare in bagno..

MAX - Perch eri l a quattro zampe? (rivolgendosi agli altri) Voleva farla contro la zampa del tavolo? Ma ma ma roba da cani!

MILT - (mentre Max distoglie lo sguardo, da sotto ha afferrato un giornale sul tavolo e, alzandosi alla meglio, se ne fa para-vento e, passando dietro a Max, si avvierebbe verso la porta)

MAX - (a tutti, senza guardare Milt) Che nessuno esca, che nessuno si muova. (A Helen) Non ci siamo per nessuno.

MILT - (si blocca nel suo tentativo di uscire e per rendersi meno visibile, sempre coprendosi col giornale, si siede su un cestino della carta straccia. Dal piano del tavolo emerge solo la sua testa)

MAX - Che fa laggi la testa di Milt?

MILT - Sono sono qua perch volevo bere un bicchiere dacqua e quando avremo parlato, sar pi vicino al bagno!

MAX - Hai le impellenze urinarie e bevi?

MILT - Ecco, appunto, Max... dovrei proprio andare in bagno MAX - Ho detto che non esce nessuno. troppo importante. Sei un

uomo tu?

KENNY - Aspetta che ora ci guarda.

MAX - Non sprecare battute, tu. Rispondi, Milt, sei un uomo?

MILT - S, ma non vedo

MAX - B, un uomo domina i suoi nervi, non parliamo della vesci-ca!

MILT - Ma

MAX - Guarda che intuisco le tue intenzioni Guai a te se la fai nel cestino!

MILT - Lungi da me...

MAX - E allora che fai, domini dal basso? Dov' Carol?

CAROL - Qui, Max.

MAX - Novit per il bambino?

CAROL - No, niente di nuovo sempre in sede.

MAX - O.K. Vuol dire che ci si trova bene. (Val gli alle spalle) Dov' Val?

VAL - (che non si mai mosso di l) Io qui, Max.

MAX - (grida) Continui a spostarti, mi fai girare la testa! Siediti in un posto e restaci!

VAL - Assolutamente. Mi perdonami. Mia colpa. (si siede al tavolo degli scrittori)

MAX - Allora, Kenny, hai (bisbiglia qualcosa nell'orecchio di Kenny)

KENNY - Cosa?

MAX - Hai... (bisbiglia ancora)

KENNY - Cosa?

MAX - (grida) A loro hai detto della nostra telefonata?

KENNY - S, Max. L'ho detto a tutti quando sono arrivato.

CAROL - Abbiamo sentito, s.

MAX - Spero non abbia turbato il bambino.

CAROL - Ah, no, non credo. Ancora non lavora nello spettacolo.

MAX - I figli sono tutto quello che abbiamo. Tutto possono portarti via: dignit, orgoglio, scenografi, truccatrici, ma i tuoi figli, no. Capisci quello che dico?

CAROL - S, Max.

MAX - Per ora nessun licenziamento. Per ora restiamo tutti.

VAL - bello, Max!

MAX - Ma questo "per ora". solo provvisorio. Magari, in seguito, diventer un per ora perenne.

KENNY - S, comprendiamo, Max

IRA - Cosa comprendi tu? Se neanche sai di cosa parla.

MAX - Lui non lo sa?

KENNY - Ira arrivato tardi.

MAX - (a Ira) Cosa dico sempre io per chi arriva in ritardo?

IRA - Che ne so io? Non ci sono mai quando lo dici.

MAX - (occhiata a Ira poi improvvisamente il suo sguardo cade sulla parete. Socchiude gli occhi mentre guarda, poi a tutti) "Io ho un tumore cerebrale" Chi lo ha scritto?

IRA - Io.

MAX - Non mentirmi. Chi lo ha scritto?

IRA - Te l'ho detto ora, io.

MAX - stato qualcuno della N.B.C.? Pubblicizzano mie presunte infermit cerebrali per poter rompere il contratto!

IRA - Max, lo giuro su Dio! Sulla tomba di mio padre. Sulla testa dei miei figli. L'ho scritto io!

MAX - Perch?

IRA - Perch ho un tumore cerebrale.

MAX - (indica la parete) Ma andr via quello?

IRA - Non t'importa quello che pu succedere a me?

MAX - Prima occupiamoci di quello che successo alla mia pa- rete. Andr via?

IRA - No. Non andr via. pennarello indelebile. Ok?

MAX - Se quella scritta non va via, hai certamente un tumore al cervello. (torna a sedersi sulla poltrona) VA BENE, Kenny. Digli della nostra telefonata.

KENNY - (a Ira) Sapete tutti dei problemi di bilancio che ha avuto questanno lo show. B Max ha pagato un sacco di cose di tasca sua.

IRA - Un momento! Un momento! (a Max) Guarda quei buchi che hai fatto l! una parete a pois! E a me si d la croce addosso per pochi scarabocchi!

MAX - (si alza) Il muro mio! Sono buchi miei! Se vuoi comprarti un muro, questo in vendita. (indica il muro su cui ha scritto Ira) Prendilo. Per 5.000 dollari puoi scriverci i valori della tua pressione sanguigna di una vita. Altrimenti rivoglio il muro com'era prima. Continua, Kenny (torna a sedersi)

KENNY - Come dicevo, Max ha pagato un sacco di cose di tasca sua. E Aaron non lascer che Max prelevi...

IRA - 5.000 dollari per un muro bucato con una scritta che non va via?

MAX - (si alza e rabbiosamente) Ti inzuppo nella vernice, ti infilo un manico nel culo e ti uso come pennello per rifare la parete! Continua, Kenny. (torna a sedersi)

KENNY - (a Ira) Questa l'ultima volta che te lo dico: Aaron non permetter a Max di rimetterci altri soldi. Mi senti, s? E allora licenzieranno una persona da ogni settore dello show. Il che significa, anche uno degli autori, anche uno di noi, qui, deve andarsene. Amen.

IRA - Ma no! Chi di voi ragazzi deve andarsene?

KENNY - Io dico appendiamolo fuori dalla finestra. Facciamone un barometro umano.

IRA - Oh, volete dire che siamo compresi tutti. Oh, questa s che bella! la commedia umana. la realt romanzesca. Ah, oggi avrei dovuto davvero arrivare prima. (si siede) Ok, allora come funziona? Come si sceglie quello che se ne va?

MILT - (dallaltro lato della stanza, si alza, coprendosi col giornale) Non dipende da noi. Lo sceglier Aaron.

MAX - (si alza e lo guarda sospettosamente) Che ti sei messo addosso? Di che colore quel vestito?

MILT - (arretra nervosamente) Questo? ... un crema-beige stinto... Va un po sul talpa, sul guscio d'uovo antico.

MAX - (lo guarda) Sei sicuro che non sia...?

MILT - No, no, no, no, non non ...

MAX - Va bene. Di sopra ho meditato. C' un altro modo. Mi- gliore. Non occorre che Aaron scelga. (si siede)

BRIAN - Ci apri alla speranza, Max. Come facciamo?

MAX - (fa cenno perch si avvicinino a lui)

TUTTI - (eseguono)

MAX - Napoleone morto?

VAL - Cosa che significhi?

MAX - Ho fatto una semplice domanda. Napoleone morto?

VAL - S, Max, s. Napoleone morto.

MAX - E che ne sai? Lo hai visto morto?

VAL - No, io in persona, no. Ma io che ho visto sua tomba a Parigi.

MAX - Hai aperto la tomba e ci hai guardato?

VAL - Non permettono che fai, Max. E chi che alza coperchio? Io che ero solo con mia moglie.

MAX - E allora come sai che nella tomba?

VAL - scritto sopra. Perch loro costruisce tomba di Napoleone si Napoleone non c'?

MAX - Hanno costruito la Torre Eiffel, ma non ci hanno messo dentro Eiffel.

KENNY - Neanche nei fiocchi d'avena c' dentro Kellog, Max. Dove vuoi arrivare?

MAX - Ho avuto una folgorazione. Forse possiamo licenziare un autore senza che se ne vada nessuno.

BRIAN - E come si fa?

MAX - Facile. Taglio tutte le vostre paghe del 10%. Poi licenzio un autore Chi sia, non ha la minima importanza. Poi prendo quel 10% e ci pago l'autore licenziato. Cos lui resta. E il vostro 10% ve lo rendo con le spese varie. Cos il fisco pagato, tutti gli autori sono pagati, nessuno viene licenziato e a me non costa niente.

KENNY - E quando ti chiedono quali sono state le spese varie, che gli racconti?

MAX - Sono nella tomba di Napoleone! E CHE NE SO IO? Io ho avuto l'idea e per me funziona. Ai particolari ci pensi Aaron. Io non voglio licenziare nessuno. I miei autori sono carne della mia carne, sangue del mio sangue. Ora chiamate qui Helen che dobbiamo scrivere uno show.

MILT - La chiamo io! (corre fuori richiudendo la porta)

MAX - (guardandosi intorno) Cos'? Si annuvola? c' meno luce

HELEN - (entra svelta e va a sedersi accanto a Max con in mano il classico notes lungo di chi stenografa)

TUTTI - (tirano fuori o fogli con appunti o notes)

MAX - Allora, Val, partenza!

VAL - Prima donne e bambini. Carol!

CAROL - Avevamo detto che la puntata doveva ispirarsi alla versione cinematografica del Giulio Cesare, no?

MAX - Ma s, certo. E il teatro! E il cinema! E Marlon Brando! Quante volte vorranno ammazzarlo questo Shakespeare? Di, Carol! Diamogli il colpo di grazia. Fuori le idee!

CAROL - Io io avevo pensato al presagio di Calpurnia, la moglie di Cesare. (legge) Calpurnia: Oh Cesare, una leonessa ha partorito per strada. Si spalancano le tombe, escono i morti, feroci fiammeggianti guerrieri combattono sulle nubi e piove sangue sul Campidoglio. Cavalli escono e moribondi gemono. Gli spiriti ululano e stridono per le strade! Cesare: E io che stavo per uscire senza ombrello!

MAX - (che rimasto per qualche istante meditabondo e serissimo, mentre gli altri, specialmente Carol, pendevano dalle sue labbra) Io la trovo molto divertente.

TUTTI - (sospiro di sollievo ad libs) S, eccome! Divertentissima. Brava, Carol!

CAROL - Grazie, Max, grazie.

VAL - Prima donna, poi bambini. Lucas.

LUCAS - Ah, bene, s, ecco Anch'io giochere sugli avvertimenti dati a Cesare. Artemidoro entra leggendo e gli dice: Cesare, guardati da Bruto, fa attenzione a Cassio, tieni lontano Casca, tieni docchio Cinna e bada a Metello Cimbro. Decio Bruto non ti ama e hai fatto torto a Caio Ligario. Cesare: E io stasera il pokerino con chi lo faccio?

MAX - Non male, ragazzo, ti farai Ti farai Questa per ora la metto in forse.

VAL - Ora chi?

MAX - Chi ti pare.

VAL - Brian.

BRIAN - A me sarebbe venuto un nutrito calembour su Casca, uno dei congiurati.

MAX - A me i calembour piacciono denutriti, ma sentiamolo.

BRIAN - Un servo corre da Bruto gridando: Mio signore, Casca, per una cascaggine cascato nella calca della Casbah!

MAX - (occhiata di supremo disgusto) Sei cascato male tu, Brian. Anche se forse questo il tipo di merda che ci chiede la N.B.C. E mettere la Casbah a Roma come innestare una rapa su una rosa.

BRIAN B, non che ci contassi molto, ma l per l mi aveva divertito il nome Casca. Anzi, dato che fu lui a dare la prima pugnalata, avevo immaginato Cesare che, voltandosi, lo sorprendeva col pugnale a mezzaria e gli gridava: Casca! E lui: Ti piacerebbe, eh?

TUTTI - (ridacchiano circospetti)

MAX - (pur restando tristissimo) Con questa hai rimediato. Forse

VAL - Ora io dice subito mia cos che soffro meno. Che Cesare fa guerra a Galli perch loro svegliano lui tutte mattine all'alba

MAX - Ottima! Le fortune non vengono mai sole. Muore Stalin e tu inventi battute come questa. Passabile. In qualche posto vedremo di infilarla.

VAL - (sospira sollevato) Grazie, Max. Ora chi...? Kenny?

KENNY - Cesare entrando in Campidoglio, guardando lorologio dice a Bruto: O perdo, sono gi le Idi di Marzo! Bruto: (mentendo spudoratamente) Noooo!. Cesare: Ma allora vado avanti. Bruto: "Ecco, s, va avanti, Cesare, fin sotto la Statua di Pompeo". l che lo ammazzarono.

MAX - (ride fragorosamente)

KENNY - Oh, Dio mio, Max, non ti piaciuta!

MAX - Pessima. acqua tiepida.

IRA - Val, posso dire una delle mie?

VAL - Avanti..

IRA - Secondo me, dovremmo caratterizzare Bruto come un nevro- tico affetto da mania persecutoria, che fa uso di calmanti. Lo faremo capire quando Cicerone lo saluta col suo classico: Si tu vales bene est, ego valeo. Bruto gli risponder: Si tu vales bene est, ego VALIUM!

TUTTI - (ridono)

MAX - (ghigno) Aggiudicata!

KENNY - (alza una mano) Posso...?

MAX - Vai, Kenny, e che Dio te la mandi buona!

KENNY - Pensavo a uno sketch: fra i congiurati c' anche il medico imperiale. Cesare accusa una dolenzia al collo e alla schiena. Forse psicosomatico, forse il presagio. Musica ad hoc. Il medico porta Cesare sotto la Statua di Pompeo seguito da tutti i congiurati. Fa appoggiare Cesare alla statua e comincia ad auscultarlo. Medico: Dca 33. Cesare: 33. A quel punto i congiurati come un sol uomo lo pugnalano. Cesare cade a terra sanguinante. Il medico constata il decesso, poi conta i for delle pugnalate. 23. Scuote la testa contrariato, dice ai congiurati: Aveva detto 33.

MAX - Proveremo a montarla.

KENNY - Grazie, Max.

CAROL - (alza la mano)

VAL - Vai, Carol!

CAROL - Scusa Max, dato che questa puntata sponsorizzata dalla BEEF-TEA", Estratto di carne, brodo di dadi

MAX - (ringhia) Eh, gi, un brodo, per uno show troppo raffinato! Non ne capite la tendenziosit dato il momento, che Max Prince si cuocia nel suo brodo!

VAL - Ma no, Max, chi loro non cos intelligenti di tendenzia cose come cos...

TUTTI - Ma no, via, Max, sei prevenuto!

MAX - (dopo un accesso di tosse, improvvisamente si placa) Va' avanti, Carol.

CAROL - Ecco, per legare l'argomento alla pubblicit, avrei pensato al momento famoso in cui Cesare passa il Rubicone. Scusa Max, non tarrabbiare, ma io invece di Il dado tratto... (esita preoccupatissima) Gli farei dire B, s, gli farei dire...

MAX - Dillo, 'sei' incinta. Non ti colpir!

CAROL - Gli farei dire: Il dado estratto!

MAX - (sordamente) La ventiquattresima pugnalata! Ma s! Ma s! Tutto fa brodo!

CAROL - Scusa, Max, ma io...

MAX - Spero che tuo figlio l dentro non ti abbia sentito.

(Rientra Milt; ora cerca di mettersi in vista: indossa un vestito scuro con maniche e calzoni alquanto corti. Ha ancora le scarpe e i calzini bianchi)

MILT - Scusa, ma proprio sono dovuto andare in bagno

(Passa davanti al sof dov' Carol, sfogliando il suo notes. Max lo guarda)

MAX - Che ha fatto quel vestito? Ci hai pisciato dentro per ritirarsi cos?

MILT - No! B... S, forse... B, sai...

MAX - (grugnito) Ora Milt, dicci quello che ti venuto in mente e speriamo che sia meno lugubre della tua mise

MILT - Avevo pensato di sfruttare il discorso funebre di Antonio per lannuncio pubblicitario

MAX - (trucemente) Per la "BEEF-TEA"

MILT - Eh...

MAX - il momento magico! Sputa!

MILT - (leggendo sul notes) Mi ero mi ero appuntato questa battutina... Bruto: "Cesare che esalt i genitali scrivendo il "De bello fallico"...

MAX - Finger di non aver sentito. Qualcuno di voi ha sentito una battuta?

TUTTI - (dicono debolmente "no" e si stringono nelle spalle)

MAX - Ira, il tuo genio non ha avuto "parti" migliori?

IRA - Ecco, mi stai dando tu l'imbeccata. Bruto nel suo discorso funebre potr dire: "Cesare? Un abortista. Faceva le guerre contro i Parti

MAX - Non male questa, Ira, non male.

BRIAN - (incalzando) O anche: "Cesare era un guastafeste. Era contro i party"

MAX - Avanti... Avanti...

IRA - (ostile) Ma quale guastafeste! Non ci possono esser dubbi sul coinvolgimento ginecologico di Cesare.

BRIAN - Questa poi!

IRA - La prova? Ne fece arma politica di propaganda Favor i parti cesarei!

MAX - Ottima! La inseriamo nel contesto di un battibecco fra Antonio e Bruto. Si prenda nota! (Helen stenografa)

IRA - (trionfante dardeggia con lo sguardo Brian)

BRIAN - (sarcastico) Quanti cilici dovr mettermi per averti stimolato con la mia battuta!

MAX - Bravo Brian! Bravo!

IRA - Che Bravo Brian! Capirai che stimolo! Guastafeste contro i party!

MAX - Ehi, Ira, questa una squadra, non voglio Prime Donne.

IRA - Io Prima Donna? Senti chi parla! Ah, no, scusa, come non detto. Dimenticavo che quando parli, non ti ascolti mai...

MAX - Ah, no? Stiamo a vedere se mi ascolto, adesso. Sei licen-ziato, Ira. Ho sentito chiaramente che ti dicevo: Sei licenziato!

IRA - (ride) Io licenziato?

MAX - S. Sei una Prima Donna.

IRA - Max, lo so che sono un po matto. Ma sulla pista dei matti, mi prendi 40 lunghezze

MAX - Ceerto. Tu sei savio ed io sono pazzo.

IRA - Non prendermi in parola Chiedi al mio strizzacervelli. Sono 10 mesi che ti analizziamo.

MAX - Hai fatto analizzare me?

IRA - Certo. Con me aveva finito lanno scorso. Cos questanno abbiamo fatto te. Ti giudica un genio della comicit... Ti idolatra, Max. Nessuno lo fa ridere quanto te. Ma potenzial-mente ti crede anche capace di strozzare tutti i gorilla del Congo!

MAX - Sai che ti dico: vi scarico tutti e due. Non pu pi analizzarmi. E se lo incontro, il primo gorilla che strozzo sar lui.

IRA - Sono licenziato.

MAX - S.

IRA - Bene. Magnifico! Ma voglio indietro i miei "parti Cesarei!

MAX - Niente da fare. Li ho pagati. I parti Cesarei sono miei. Riprenditi il Si tu vales bene est, ma i parti sono miei.

IRA - Te li d a una condizione

MAX - Nossignore! Nessuna condizione

VAL - Max, che tu ascolta sua condizione. Che condizione, Ira?

IRA - Prima me lo dicevi, ma non me lo hai mai pi detto. Max, voglio che tu mi dica che mi ammiri.

MAX - (si alza, con gli occhi che lanciano fiamme) Io ammiro lui?! Io ammro quello?! Mi ruba i miei parti Cesarei e vuole che lo ammiri? (a Ira)

KENNY - Vuoi rifletterci per qualche minuto, Max?

MAX - Rivoglio le tue paghe. Quattro anni di paghe!

TUTTI - (tirano via Max)

MAX - E rivoglio i contributi, la ritenuta d'acconto e la pistola ad acqua che ho regalato a tuo figlio!

IRA - (passando davanti a Helen) Scusa, tesoro (le strappa dal notes una pagina, la fa in mille pezzetti e li stringe nel pugno) Ok, mi sono ripreso i Cesare E se cercate di infilarli nello show, vi denuncio per plagio tutt quanti siete! Posso essere pi pazzo di te, Max!

MAX - (lo blocca) Riappiccica quella pagina o appiccico al muro te e il tuo tumore cerebrale!

IRA - Ora me ne vado. E i miei Cesarei vengono con me!

MAX - (tende la mano) Dammeli, Ira. Dammeli, perch sento arrivare una delle mie crisi licantropiche!

IRA - Mi hai licenziato Ti avevo dato una chance. Non mi dici che mi ammiri. OK. Di' addio ai Cesarei. (mette la carta in bocca e la mastica)

MAX - (ribolle)

IRA - (sputazzando) Ti dir una cosa: la battuta buona, ma la carta fa schifo.

(C' un momento di tensione. Max fissa Ira. Prima sommessamente, ma comincia a ridere. Ad uno ad uno tutti si uniscono a lui, finch ridono tutti. Max prima mette amichevolmente un braccio intorno al collo di Ira, poi lo sbatte gi con la testa sul tavolo. Gli altri cercano invano di tirare via Max)

MAX - Se lo inghiotti ti caccio una mano in gola e ti strappo i Cesarei dall'esofago!

CAROL - Max, solo un pezzetto di carta! Possiamo riscriverla.

IRA - (soffocato) No, finch non dice che mi ammira!

MILT - Qualcuno prenda una torcia. Forse il fuoco li spaventer.

IRA - (a Max) Io ti ammiro, carogna! Perch tu non mi ammiri?

MAX - Sputa!

IRA - No! Lo devi dire! Qualcuno glielo faccia dire!

MILT - (A Carol) Chi l'avrebbe fatto cos modesto?

IRA - (soffocato) Va bene. Va bene. (sputa la pallottola, attraver-sa la stanza) Cristo! Menomale, non era Guerra e Pace!

MAX - (a Helen) Rimettila nel copione!

HELEN - (indica la pallottola di carta masticata per terra) Dici quella?

CAROL - No, ribattila a macchina. Quella andr dopo ai musei.

MAX - Ok. Ho avuto quello che volevo. Ora ti ammiro, bastardo! IRA - Sono ancora licenziato?

MAX - No. Val licenziato.

VAL - Perch me?

MAX - Per un'ora sola. Ognuno deve fare il suo turno di licen- ziamento.

BRIAN - E tu?

MAX - Anch'io. Sar licenziato dopo Lucas. Tutti tranne Carol. Non licenzio donne incinte.

CAROL - Davvero? Da quando in qua ci si accorti che sono una donna?

MILT - Io lo capii il primo giorno quando ti togliesti il paletot. Ci misi un paio d'ore, ma me ne accorsi.

CAROL - B, io non voglio essere considerata una donna, voglio essere considerata un autore.

BRIAN - Mi sta benissimo. Solo che dovresti farti la barba tutti i giorni come noi

MAX - Ma che discorsi facciamo qui? (A Carol) Che c di male nell'essere donna? Mia moglie donna e ne entusiasta.

CAROL - Piace anche a me, Max, ma non qui. Come donna qui non posso sopravvivere. Ma come autore, posso cavarmela con chiunque di voi.

MAX - Spiacente, ma devi essere donna. Lo show ha bisogno di un punto di vista femminile. Qui quello che ci si avvicina di pi il tuo.

CAROL - Dopo 5 anni qua dentro, Max, credi che abbia ancora un punto di vista femminile? Torno a casa puzzolente di sigaro; mio marito dice che gli ricordo il suo colonnello. Prima di venire qui non avevo mai detto una parolaccia in vita mia. Ora vado nella mia fottuta casa e parlo col mio fottuto marito come un fottuto scaricatore di un fottuto porto. E va bene, non importa. Se una stesse in Francia per 5 anni, parlerebbe il francese. Ma io non sono in Francia. Sono qui e parlo il "fot- tutele. Non voglio essere chiamata autore-donna. Voglio es-sere chiamata buon autore e se questo significa essere uno di voi ragazzi, sar uno di voi ragazzi. Ce la faccio

MILT - (A Carol) Daccordo. Ma da te "ragazzo sono proprio curioso di vedere da dove uscir il tuo bambino.

MAX - Ok. Al lavoro! Doveravamo?

KENNY - (esitante) Ai ai parti

MAX - (truce) Ancora?

BRIAN - No, no, io avevo avuto un'ideuccia per Cesare che prima di entrare in Campidoglio, potrebbe dire a sua moglie: "Ho un appuntamento con la morte. Aspettami in macchina, gioia, torno subito.

MAX - Che ne dite se Cesare, ormai sanguinante a terra, rialzasse la testa e, guardando il cielo, dicesse: Sbaglio o si mette al Brutto?

IRA - Buona, s! Bravo Max!

MAX - D che mi ammiri? (ridacchia) Ora mi serve un finale. Qualcosa d'effetto. Magari di musicale che poi si impasti con il motivo della sigla.

IRA - Ci sono, Max! (si stende sul pavimento a pancia sotto) Tu ti sollevi da terra (comincia a tirarsi su) ..fino a metterti in ginocchio.. (esegue) Tendi le braccia verso Roma. (esegue) E poi canti quella canzone italiana, quella che proprio ora un successo di Dean Martin. (canta) "Arrivederci, Roma. Goodbye. Au revoir. Arrivederci, Roma" Il resto non lo so...

MAX - Perfetto! Era quello che volevo. Ira, sei pazzo, ma ti ammiro.

IRA/MAX - (intonano insieme "Arrivederci, Roma. Goodbye. Au revoir. Gli altri fanno coro ed escono lentamente di scena mentre si fa buio)

LUCAS - (al pubblico) Scrivemmo il copione per quella settimana e per la successiva e per altri due mesi ( solo su un lato della scena illuminato da un "occhio di bue". Tutti gli altri sono sempre fuori) C'era sempre la qualit, ma non l'ascolto. L'America voleva una comicit in cui potesse riconoscersi di pi. L'audience non ha molta familiarit con Giulio Cesare, con i Galli e con parti Cesarei o no. Max non dovette licenziare nessuno neanche per finta perch Brian se ne and presto ad Hollywood. C'era un clima decisamente malinco-nico nell'ufficio, perch Max era sempre pi sfasato. Era in perenni trattative sul futuro dello show e la N.B.C. aveva scelto la linea dura. Questo non imped a Max di dare il consueto party Natalizio, che festeggi con un pugno nella porta dell'ascensore Ora non c'era bisogno di guardare le luci per vedere a che piano eri... C'era il buco.

(Si sentono musiche natalizie che giungono ovattate da altre stanze pi lontane. In un angolo dell'ufficio c' un albero di Natale con le candeline accese. Si pu vedere attraverso le finestre una leggera nevicata)

Per essere sincero, eravamo tutti un po' spaventati, perch fino allora, avevamo avuto tutti la colonna su cui appoggiarci. Ma come gli uccellini di nido, presto avremmo conosciuto la paura, il panico e il coraggio richiesti per volare da soli.

(Si spegne il riflettore su Lucas. Tornano le luci nell'ufficio. notte. Lucas se n' andato. Il volume della musica natalizia un po' pi alto e si sente il chiacchiericcio dall'ufficio accanto. Entra Milt con un impeccabile doppiopetto. Ha un bicchiere in una mano e nell'altra una bottiglia dimezzata di champagne)

MILT - ...E cos ieri ho trovato nella cassetta delle lettere l'istanza di divorzio L'antivigilia di Natale! Per abbiamo trovato un bell'accomodamento: lei si presa la casa, ma me ne ha data una bella foto. (si volta) Dove sei? Helen? (si guarda in giro) Entra. C' troppo baccano di l.

(Entra Helen con cautela. Porta un abitino nero templi-ce con una precipite scollatura. Ha i capelli tirati su. Per la prima volta ci accorgiamo di quanto carina. Ha in mano una coppa di champagne)

HELEN - Non mi dispiace il baccano. una festa, no?

MILT - Santo Dio, Helen, come ti dona quel vestito! Helen, ora ti dico una cosa che potr scioccarti. Per ascoltami, perch te la dico in tutta sincerit e con il pi profondo rispetto Rispetto e stima Io ti attiro molto, vero?

HELEN - Veramente no.

MILT - Ma un pochino, di!

HELEN - No, neanche un pochino.

MILT - Non hai detto a Giselle qui in ufficio che mi trovi sexy?

HELEN - Io?! No. Mai. Perch dovevo dirlo? Sexy poi...! Oh, mio Dio, no!

MILT - Forse stata Giselle a dire che ero sexy.

HELEN - No. Giselle mi disse che per lei sexy era Kenny.

MILT - Vabbeh. Di che stiamo discutendo, di semantica?

HELEN - Io tornerei di l.

MILT - E se ti dicessi che un'avventura non mi interessa? E se ti dicessi che quello che voglio un rapporto profondo e duraturo?

HELEN - Ti auguro di trovarlo. Di tutto cuore.

MILT - E se io ti offrissi tutte le mie paghe di un anno per una notte? No, non ci credere. Forse l'anno prossimo saremo tutti a spasso.

HELEN - Lo so.

MILT - E cos sar senza lavoro, senza moglie, senza famiglia... La compassione non ti eccita in qualche modo?

HELEN - Senti, non voglio proprio perdermi la festa.

MILT - Che tipo d'uomo cerchi tu?!

HELEN - Ma io non cerco nessuno.

MILT - Allora cosa vuoi?

HELEN - Voglio essere un autore. Voglio scrivere cose comiche.

MILT - Un'autrice comica! Oh, Dio mio! Perch? Vuoi davvero essere come me? Come Val? Come Ira? Come uno di noi?

HELEN - Pi di ogni altra cosa al mondo.

MILT - Helen! Eppure ci conosci. Siamo disgustosi. Siamo bam- bini a vita e senza una vera vita tutta qui la nostra vita: ci si odia, ci si maledice Buttiamo le scarpe dalle finestre, diamo fuoco alle scrivanie Facciamo telefonate oscene a parroci e rabbini. Umiliamo, denigriamo chiunque o qualsiasi cosa al mondo pur di strappare una risata

HELEN - Ecco, Milt, questo mi eccita!

MILT - T'insegner tutto quello che so. (le prende la mano e comincia a carezzargliela)

VAL - (entra col suo vestito buono. Ha in mano un bicchiere di vodka. ubriaco) Max che vuole tutti scrittori qua dentro. Vuole tutti che brinda insieme.

MILT - Ah, io so gi cosa dir: Io sono venuto per seppellire lo show! Forse dovresti ripensarci e fare lautrice drammatica.

LUCAS - (Entra, elegantino, con una bottiglia di birra in mano) Avete sentito che ha fatto McCarthy? Praticamente alla vigilia di Natale?

VAL - Lui messo il Papa in lista nera. Ora il Papa che non ha pi lavoro n in cinema n in TV! (ride) Voi pensa che sono obriaco per dire cose come cos!

BRIAN - (Entra indossando una vivace giacca sportiva a dadini, i1 cappello, calzoni e mocassini, con un soprabito di pelo di cammello, con in bocca l'eterna sigaretta) Chi ha una macchina fotografica? (mettendosi in trionfalistica posa) Voglio limmagine del successo!

LUCAS - (stringe la mano a Brian) Sapevo che eri in citt. Ti avevo sentito tossire.

MILT - Brian! Credevo che mi chiamassi da Hollywood!

BRIAN - Ero gi di voce.

MILT - (a Helen) Sentito? Un giorno dirai anche tu battute comiche cos.

LUCAS - Ges, sei andato davvero a Hollywood? Scommetto che quella giacca ha tasche con piscina!

BRIAN - (schiocca le dita) Ho venduto il soggetto cos! Non solo sono pi ricco di voi, sono anche pi giovane di tre ore.

HELEN - (note della "quinta") Bam, bam, bam, baaaam!

MILT - (a Helen) Pi tardi faremo un discorsetto sull'intempesti-vit.

VAL - (sbircia) Chi quello? Quello Brian? Dove che diavolo eri?

BRIAN - Ti sei accorto adesso che sono stato via per tre mesi?

VAL - Ehi, Brian, tu che saputo notizia?

BRIAN - Quale?

VAL - Io cos che incazzato che non frega niente!

MILT - (a Helen) Battute russe. Ci ridi solo se le racconti a te sperduto nella Steppa.

LUCAS - (A Brian) Dove vivevi laggi?

BRIAN - Oh, in una casetta con vista su Yvonne DeCarlo.

HELEN - Dio, per vivere a Hollywood cosa non darei!

MILT - Non si tratta di non dare, ragazza. Dopo ti spiego.

CAROL - (entra, elegante, ha ripreso la sua linea slanciata, dopo il parto) Brian! Ho sentito che c'eri. Vieni qui! tanto che non abbraccio un cattolico! (si abbracciano. Carol tocca la sua giacca) Oh, mio Dio, di cachemire?

BRIAN - Al cento per cento. (si toglie il cappello. Ha la testa piena di capelli) Anche i capelli mi vengono cos... Sei stupenda, mamma! Ho sentito che era maschio.

CAROL - No, femmina.

BRIAN - B, non preoccuparti. Qualcuno crescendo si redime

KENNY - (entra) Chi pu darmi il cambio di l? Max sta vomitando! (ha la testa nella tazza del cesso) Basta impedirgli di tirare l'acqua. Brian!! Come stai?

BRIAN - (sta per parlare, ma tossisce e tossisce)

KENNY - Non avevo mai sentito parlare un pacchetto di "Camel"! CAROL - Max sta di peste. Ma che ha bevuto?

KENNY - Cosa non lo so. Ma ha "tracimato". Ho visto solo che si mangiato un pezzo di roast-beef grosso come una Buick.

CAROL - Glielo potevi togliere.

KENNY - Non avevo un tridente.

TUTTI - (ridono)

MILT - Continua, Kenny. Sei "in salita".

KENNY - Meglio "in salita che "insalata", senn Max mi avrebbe mangiato insieme al roast-beef!

BRIAN - (guarda l'orologio) Sentite, volevo giusto farvi un salu-tino Ho i bambini gi. Li porto a Messa.

MILT - Messa in scena, messa a punto, messa in piega o messa in onda?

HELEN - Milt, porta rispetto!

MILT - Rispettosamente ho o-messa messa nera.

BRIAN - Ma allora siamo razzisti!

IRA - (irrompe nella stanza con un soprabito e galoches su un vestito blu) Stavo andando alla clinica St.John. Avevo una strana sensazione alla schiena, come se mi si fosse rotta una vertebra o altro Ora state un po' a sentire questa su un ebreo cinese.

BRIAN - Ok. Ci sta provocando! Non dirci come si chiama. Facci indovinare: No-Ping-Pong!

MILT - Samuel King-Kong.

CAROL - Mos Tze-Tung..

BRIAN - No Ping-Pong buona.

HELEN - Posso dirne una io?

TUTTI - (la guardano)

MILT - Non so se siamo tutti tanto ubriachi da sentirla.

BRIAN - (A Helen) Capito s che deve essere un nome Cino-Ebrai- co?

HELEN - Ho capito Ho capito.

MILT - A volte, chiss... Avanti, tesoro, stendili!

HELEN - (riflette a lungo) Vediamoo... Eeeh Eeh..

TUTTI - (si mettono seduti comodi in paziente attesa)

HELEN - Aronne Aronne... No: posso ritirare Aronne?

KENNY - Te ne sar grato

HELEN - Oh... Oh Ci sono!... Ronald... Ronald -

CAROL - Helen, scusa, abbi pazienza: Ronald il nome cinese o quello ebraico?

HELEN - No Ho sbagliato Fatemi ricominciare

MILT - Non puoi metterci tanto... una battuta, non una sei giorni.

HELEN - Sono nervosa. Non conosco nessun cinese ebreo.

IRA - Posso dare io un nome a lei? Cos la facciamo finita.

HELEN - Ok. Ci sono L'ho trovato Vito Tojo.

TUTTI - (la guardano)

LUCAS - Vito Tojo? Vito italiano e Tojo giapponese.

HELEN - Sentite, io non sono pagata per inventare questa roba.

CAROL - Va bene, Helen Il trionfo della saggezza.

KENNY - (a Ira) Va bene. Ci arrendiamo. Come si chiamava il tuo Ebreo cine...?

(Si apre la porta ed entra Max con un bicchiere in mano. ubriaco)

VAL - Noi che ti aspettiamo, Max. Brian che qui. Che, hai visto Brian?

MAX - (Sembra stordito. Non dice niente)

BRIAN - Ho fatto un salto da Hollywood per salutarti, Max.

MAX - (sbatte solo gli occhi)

KENNY - Ti senti bene, Max?

LUCAS - Vuoi sederti, Max? Ti prendo una sedia.

CAROL - Chiss se ci sente.

VAL - (A Max) Max! Sono Val. Tu senti quello che io dice?

MAX - (lo guarda)

VAL - Max, mi preoccupa per te. (agli altri) Non credo chi sente.

TUTTI - (si guardano l'uno con l'altro)

MAX - Vi prego, scusatemi. Sono un po' ubriaco Ci sono cose che non riesco a dire. Forse non ve ne siete mai accorti Ma approfitto che sono ubriaco e voglio dirlo a tutti, a tutti voi, dal primo allultimo. Vi voglio bene! Uffa, ragazzi! Perch tanto difficile a dirsi? In famiglia mia "Ti voglio bene non si diceva mai. Si diceva: Mangia! Quello era amore. Un filetto di manzo era un amore enorme. Ira mi testimone. Ci sono cose che non dico facilmente.

IRA - Non le dice facilmente.

MAX - Vaffanculo, ma ora lo dico tre volte! Vi voglio bene! Vi voglio bene! Vi voglio bene! Ehi, freudiano, dirlo mi ha messo fame. (tossisce) Mi sentite tutti?

LUCAS - Forte e chiaro, Max.

MAX - Mi brucia un po' la gola. Nel mio ufficio ho vomitato fuori dalla finestra. Domani i giornali parleranno di piogge acide. Ma zitti! Ho qualcosa da dirvi: VITTORIA! VITTORIA! Abbiamo battuto quei bastardi! Abbiamo fatto muro e li abbiamo battuti! (comincia a ridere forte e il riso si fonde con qualche singhiozzo, con qualche lacrima da ubriaco)

VAL - Abbiamo battuto loro, Max? Chi che abbiamo battuto?

MAX - La N.B.C.! Si sono arresi! Alle 5 e 27 di stamani, il 24 dicembre, millenovecento novecentocinquantaaa... il cin-quantaaaa... B, quello che ... Hanno firmato, sulla mia scrivania. Abbiamo firmato e ci siamo scambiati le penne. Loro avevano uno schifo di penna a sfera Ma noi abbiamo avuto quello che volevamo. Sissignori!

KENNY - una grande notizia, Max!

VAL - Cosa che era? Nuovo contratto?

MAX - Meglio!

CAROL - Cosa c' di meglio di un nuovo contratto?

MAX - La libert! L'indipendenza! Siamo out! Siamo autosuffi-cienti! D'ora in avanti comandiamo noi!

KENNY - Cio possiamo lavorare per un'altra network? Per la CBS?

MAX - Lo hai detto. Solo che la CBS non ha fasce libere per l'anno prossimo C' Walter Cronkite che imperversa.

BRIAN - Ho sentito che l'ABC cerca nuovi programmi, Max.

MAX - Ecco appunto! L'ABC! Ma non vogliono spettacoli di va- riet. Vogliono lo sport. Che ci vado a fare, a giocare al golf per un'ora?

IRA - Ci sono solo tre network. C' il Canale 5, ma hanno una telecamera sola.

MAX - Ecco. Allora qual la cosa pi intelligente che possiamo fare?

LUCAS - Quale?

MAX - Strategia d'attesa. Aspettiamo che tutti i network siano nei guai Poi faranno la coda per noi... con la lingua di fuori.

TUTTI - (si guardano l'uno con l'altro)

KENNY - Di quanta attesa stai parlando, Max?

MAX - Non molta. E poi mica dobbiamo aspettare tutti insieme. Ci separiamo per un po. Voi ragazzi prenderete un altro lavoro. Avete famiglia, siete richiestissimi, i pi bravi dello show-business. Io far un paio di film, forse uno spettacolo per Broadway, un numero a Las Vegas Vedremo. E poi un giorno saremo pi ricercati dell'uranio. Ci rivogliono? Alle nostre condizioni. La voce si sparge dappertutto: Sono tornati insieme! Ritornano!

MILT - Sa tanto di Zorro. Potremmo metterci le maschere e cavalca-re su cavalli bianchi No, bianchi no, neri! pi intonato il nero.

MAX - Capito? Noi li aspettiamo fuori Forse un anno, due anni Magari dieci. Siamo gi tutti in forma adesso: ma potremo anche migliorare. Non lo so forse, un'idea pazza, ma con la volont con la volont Che ne dite?

(silenzio)

IRA - Tu ci vuoi bene, io ti voglio bene Ci sto.

MAX - Ecco.

VAL - Che io ho un piccolo problema di alimentazione per i dieci anni, ma noi vede che succede.

MAX - Non chiedo altro. Pensateci. Non siate precipitosi. Io non volevo dirvi addio stasera Ancora non siamo - pronti per questo Niente addii, va bene?

LUCAS - Io ho appena detto salve e addio non vorrei proprio dirlo.

MAX - (annuisce verso Lucas) Nessuno credeva che Annibale riuscisse ad attraversare le Alpi con gli elefanti. Tutti dicevano: "Gli elefanti moriranno congelati! E sapete che disse Annibale? Disse: No. Se la faranno tutta di corsa." (scoppia in una risata) Forza! Festeggiamo! Tutti qua dentro! Helen, va' su a prendermi il sassofono.

HELEN - (esce)

MAX - Suoner "Bianco Natale". (esce)

TUTTI - (sono ancora sbalorditi)

KENNY - D mille dollari al primo che dice una cosa intelligente!

CAROL - Suoner Nero Natale!

KENNY - Basta cos. Hai vinto!

MILT - Non diceva sul serio di aspettare 10 anni, vero?

KENNY - No, era solo una metafora.

MILT - Metafora di che?

KENNY - Di aspettare dieci anni.

VAL - Io che non sa chi diavolo pensa. Qualcuno dice me cosa che pensare?

KENNY - Max sa che finita e sa che noi sappiamo che finita. Ma non sapeva come dircelo. Non come Max. Doveva dventare qualcun altro per dircelo. Come nello show, quando si nasconde dietro ad altri personaggi.

BRIAN - E chi era adesso?

KENNY - Annibale! Alessandro il Grande. Forse quel Ciclopis che s' inventato lui

LUCAS - Non mi picchiate per questo, ma il solo giudizio che so dare su Max : estremamente nobile.

IRA - Nobile??!! Tu lo giudichi nobile?! Quell'uomo Mos, Sant'Iddio! Quell'uomo un gigante Magari Golia dopo che David gli ebbe centrato la testa con il sasso. Ma giuro, c' in lui una fottuta "grandeur". C' in lui tanta rabbia, tanto dolore, tanta forza e tanto roast-beef che quando crolla come gli successo stasera, tale lo schianto che la gente sar caduta dal tetto anche in Birmania...Non ci sar mai pi un al- tro Max Prince, perch un pezzo unico, originale. Ve lo dico io, ragazzi. Noi abbiamo vissuto un evento storico: l'evento "Max Prince"!

KENNY - Andiamo a raggiungere Mos prima che si mangi le Tavole con tutti i comandamenti.

CAROL - Da non crederci, ma mi mancheranno i vaffanculo!

MILT - A me veramente seccava un po' di andarci.

BRIAN - Ve lo dico io, ragazzi, Hollywood fantastica! Vi piacer.

VAL - Senti! Si tu ebreo, tu deve errare

(Brian ride ed escono)

LUCAS - (al pubblico) Avrei seguito Max fino in capo al mondo. Ma il mondo per noi il primo di giugno and a gambe all'aria. E ce ne andammo tutti per strade diverse: qualcuno su, qualcuno gi Qualcuno ebbe altri bambini e uno di noi - Brian - mor troppo giovane. Helen si laure in legge e Dio sa che ne stato Ma accadde la cosa pi incredibile, la pi meravi- gliosa. Proprio l'ultimo giorno dell'ultimo show della stagione, i giornali annunciarono che il Senato degli Stati Uniti aveva approvato con 67 voti contro 22 la mozione di censura contro il senatore Joseph McCarthy per indegnit. I suoi giorni erano contati... Quella sera Max ci port tutti a cena e fu incredibilmente buffo. Le lacrime ci rigavano il viso, ma solo qualcuna era per le risate

(Dopo l ultima battuta di Lucas sentiamo un a solo di sassofono. Max che suona, con qualche nota stonata, Bianco Natale"... questo fino allingresso di Milt)

MILT - Lucas, dovresti vederlo! Max suona il sassofono e mangia un sandwich al prosciutto nello stesso tempo!

(Lucas/Milt si guardano, poi in coro, le prime note della Quinta" di Beethoven: bam bam bam baaaam. Il sassofono continua a suonare mentre cala il... )

SIPARIO

FINE

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