Profumo da barbiere

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PROFUM DA BARBER

PARFUMO DA BARBIERE

(commedia in tre atti di Maria Gabriella Bonazzi N. di posizione SIAE 216769)

Versione in italiano di Parfum d barber

A T T O P R I M O

La scena: un negozio da barbiere e parrucchiera. In scena: Mario che sta pettinando una cliente, Sansone che legge un giornale, Cristina, Teresa, Rosina sotto al casco e Simone al telefono.

SIMONE: Se ti voglio bene? Ma certamente.(breve pausa) Cosa dici, Silvia?. Un bene grosso come una balena? Forse di pi (breve pausa). Cosa vorresti dire : se ti voglio bene come tutto il mondo ? No, quello troppo. Ma cosa fai piangi? Piagnucolona taci,su,dai ci vediamo stasera (Appoggia stizzito la cornetta). Che cosa ci faccio io alle donne per meritarmi tutte queste torture Mha.

MARIO: Avrai le virt nascoste come tuo padre!!

SANSONE: Sar piacentissimo come me!

A parte la Gazzetta e la Voce gli altri giornali voi li fate stagionare come i salumi. Guardate questo, ha gi tre mesi di vita. Questo adirittura dellannno scorso! (solleva il giornale PlayBoy)

TERESA: Per le belle robe che ci sono su quei giornalacci l Quelle l. le donne nude, sono sempre uguali: facce da oche e chiappe al vento.

SANSONE: Avranno delle facce da och ma hanno delle chiappe molto, molto ma molto intelligenti!

MARIO: Per quel bel cliente che sei vieni tutti i giorni a scroccare i giornali e non consumi mai niente.

SANSONE: Non consumo niente? Cosa vorresti dire ?

SIMONE: Mio padre vole dire che vieni tutti i giorni a scroccare i giornali e non ti fai fare mai n barba n capelli.

MARIO: Io non capisco che cosa vieni a fare!

SANSONE: Caspita a casa mi dicono sempre: Ma va dal barbiere E io vengo!

SIMONE: Ma non c nessuno che ti dice di farti tosare!?

SANSONE No, alle mie donne piaccio cos E poi io sono Sansone e la mia forza c lho tutta nei capelli!

MARIO: No, la tua forza st nella faccia di bronzo che ti ritrovi!

SIMONE: Certo che tu Sansone, non fai una gran pubblicit alla nostra bottega.

SANSONE: Ma va l tu non lo sai il tiraggio che ho presso le vostre clienti!

ROSINA: (Da sotto il casco). Son cotta?

SIMONE: No, presto.

MARIO: (Rivolto alla signora Cristina) La signora servita! Signora Cristina le ho tolto dieci ani, dieci anni in meno.

CRISTINA: (Si pavoneggia) E vero! Chiss coma sar contento mio marto. Stamattina mha detto La faccia, quella non puoi cambiarla, ma almeno fatti sistemare i capelli.

MARIO: Dieci anni di meno: ventimila lire.

SANSONE: Ventimila in meno!

CRISTINA: E un periodo questo, che mio marito mi trascura.

TERESA: Hai voluto il marito giovane?

CRISTINA: Certamente!

TERESA: Hai voluto il marito bello?

CRISTINA: Certamente!

TERESA: Allora paga!

CRISTINA: Cosa vorresti dire.. paga?

TERESA: Le cose belle costano e beati quelli che possono permettersele.

CRISTINA: Vorresti dire che mi sono comperata il marito? Lamore si compera solo con lamore.

TERESA: Delle volte con lamore dei soldi.

MARIO: A proposito: ventimimila!

CRISTINA: (Si appresta a pagare): Brutta perpetua!

TERESA: Befana

CRISTINA: Zitella acidosa. (Dopo aver pagato si appresta a uscire, ma sulluscio incontra il marito Leone)

LEONE: Sei qui Cristina?

CRISTINA: S, Leone, son qu tutta par te.

LEONE: (tra i denti) E quello l il mio problema!

CRISTINA: Noti qualcosa di nuovo?

LEONE (Si guarda intorno) Dove? E cambiato larredamento del negozio?

CRISTINA: Ma no, in me!

LEONE: Le scarpe!

CRISTINA: Ma no.

LEONE: Ho capto. la borsetta!

CRISTINA: Ma no ma no i capelli!

LEONE: I capelli? Ma coshannno i capelli?

CRISTINA: Ma come prima avevo lo scignon e adesso ho la garson.

LEONE: Davvero ? Non avevo notato. Adesso per meglio che tu vada casa di corsa. La tua mammina ha bisogno urgente di te

CRISTINA: Che cosa successo alla mia mammina, st male ?

LEONE: La cara vecchietta se l fatta addosso e dato che lha fatta alquanto morbidina, meglio che tu corra prima che la mercanzia vaghi per tutta la casa.

CRISTINA: Povera me (esce correndo)

SANSONE: Leone caro, mi hanno detto che la tua mogliettina tha regalato una spaider nuova di fabbrica: vero?

LEONE: Almeno qualcosa di nuovo me lo merito no? La moglie vecchia, la suocera stravecchia e di contorno una zia che sembra la bestia che mangia le galline.

SIMONE: Ma guardia che non te lha ordinato il dottore di sposare una zitella stagionata!

LEONE: Quello era stato un periodo terribile: la morosa mi aveva scaricato, avevo perso il lavoro, ero pieno di debiti e al momento mi sembrava un bel matrimonio.

SANSONE: Il matrimonio poteva anche sembrarti bello, ma era la moglie che era vecchia e racchia.

LEONE: (esce e rientra con una valigia) Posso lasciare qui questa valigia?

La vengo a ritirare pi tardi. Ci sono dentro le matonelle del bagno devo andarle a cambiare in fabbrica (esce senza attendere risposta).

TERESA: Delle matonelle in una valigia? La cosa mi puzza.

SANSONE: Mah Mistero! (fa per prendere in mano la valigia e Mario gliela strappa)

MARIO: Gi le mani !

TERESA: Il bel Leone poverino e pieno di amanti!

MARIO: (linterrompe) Signora Teresa, come mai che sua nipote non ancora venuta a bottega a lavorare?

TERESA: La Desi? E andata a fare una commisione per larciprete ma dovrebbe arrivare a momenti, si sar persa per strada a limonare con qualche filarino. Ma cos svampita!

MARIO: Ma no, una cos brava ragazza, poverina!

TERESA: Poverina?

MARIO: Certo abbandonata appena nata sui gradini della chiesa

TERESA: Per ha avuto la fortuna di trovare due bravi giovani che lhanno adottata !

SIMONE: Poi sono emigrati in Australia e non si son pi fatti vedere!

TERESA: Per ha avuto la fotuna di trovare due persone come me e larciprete che si sono prese cura di lei!

SANSONE: Se questa lei la chiama fortuna.

TERESA Certo, una donna perfetta come me e un santuomo come Don Arturo!

SANSONE Certo che Don Arturo santo come lei perfetta.

(Entra Desire e si mette la vestaglia di lavoro con moti stizzosi)

SIMONE: Sei arrabiata?

DESI: No! Son stanca della mia vita.

TERESA: Ma se hai ancora i pannicelli al sole!

SANSONE: Ma cara, ti stanchi alla svelta!

MARIO: Ma dai, Desire, da una spazzata alla bottega per piacere e pensa solo alle cose belle.

DESI: Sai che belle cose che mi possono venire in mentre mentre ramazzo la bottega, chiss che ispirazioni stuzzicanti!

TERESA: Dovresti ringraziare il Signore sera e mattina par la fortuna che hai avuto.

DESI: Se non altro ho avuto una madre spiritosa Peccato che non lho conosciuta: mha abbandonada sui gradini della chiesa con un cartello al collo con la scritta Mi chiamo Desiderata. Dico io se quella non era spiritosa, certamente era un campione di falsit!

TERESA: Per hai trovato due bravi giovani che ti hanno adottato.

DESI: Buoni quelli Mi hanno lasciato il nome Desir ma dopo soli tre mesi sono emigrati in Ausralia e anche loro non si sono mai pi fatti vedere.

TERESA: Siamo rimasti io e larciprete.

DESI: Bella coppia siete sempare pronti a farmi lezione. Sono pi le cose che non posso fare che le altre.

TERESA: La nipote del prete deve dare sempre il buon esempio.

DESI: Parch,altrimenti cosa succede? Faccio sfigurare la ditta?

TERESA: (Facendosi il segno di croce) Questa una bestemmia!

SIMONE: Dai, Desi, va al bar a predermi un caff, par piacere.

DESI: Vado dalla tettona?

SIMONE: No, quella vuole sempre rifilarti il capuccino! Piuttosto, vai nel bar nuovo, dove c quella signora cos gentile.

SANSONE: ... e bella, il che non guasta mai.

SIMONE: (Rivolto a Desi) Le dici che per me .Le dici che lo voglio dolce..e le dici anche lo voglio forte... e le dici.

DESI: (Interrompendolo stizzita) Qui ci sono i soldi e quello che le devi dire alla bella barista lo fai tu, che la Desi, la ruffiana non la fa per nessuno

(Entra Giovanna)

GIOVANNA: (rivolta a Mario) Sono venuta per prendere un appumtamento e intanto ho pensato di portare un caff.

MARIO: Grazie, signora Giovanna (Sappresta a bere il caff ma Simone glielo toglie di mano)

SIMONE: Grazie, ma come ha fatto a indovinare la mia voglia di caff?

GIOVANNA: (Lo ignora) Avete tempo oggi per farmi una pettinatina. Sono cos in disordine

(Simone posa prontamente la tazzina per apprestarsi a consultare lagenda degli appuntamenti e altrettanto prontamente Sansone ne approfitta per bersi il caff).

SANSONE: Che buono, delizioso!

MARIO: E poi gratis!

SIMONE: Va bene entro le sei? Dopo avrei un impegno.

GIOVANNA: Io ho tempo solo dopo le sette.

MARIO: Anchio.

GIOVANNA: (Rivolta a Mario) Allora ci vediamo alle sette. Le porto un altro caff?

MARIO: No grazie, abbastanza che porti la testa.

GIOVANNA: Oh, quela ce lho sempre ben attaccata al collo.

SIMONE: Lo so, purtroppo par quello che la fa perdere e agli altri.

GIOVANNA: Lei ha sempre voglia di scherzare, Simone.

SIMONE: Perch non ci diamo del tu signora Giovanna? Vuole tenere le distanze?

GIOVANNA: Bravo Hai capito! Voglio tenere le distanze!

SIMONE: Ma lei, signora Giovanna, non una donna: un gelato! (Giovanna lignora).

GIOVANNA: A stasera, signor Mario (gli d la mano sussurrando) porto la testa.

MARIO: (A bassa voce baciandole la mano) Anche tutto il resto.

(Giovanna esce)

SANSONE: Par me la signora Giovanna come il gelato che fanno i cinesi: il gelato fritto.

(Giovanna rientra per riprendersi il vassoio dimenticato)

GIOVANNA: Se sento ancora delle sciocchezze del genere c qualcun altro qui che finisce fritto in padella.

(Esce Giovanna)

MARIO: Un po di rispetto!

DESI: Signor qui, signor l . certe arie: fosse bella almeno!

SIMONE: Tutta invidia... sei gelosa!

DESI: Ma di chi, di te? Non ti vorrei nemmeno se fossi incartato nella stagnola dei ciocolattini.

SANSONE: Chi disprezza compera.

MARIO: Non ascoltare cara, spazza per terra, che meglio.

DESI: Anche questo qui, sempre la stessa musica: spazza par terra, raccogli lo sporco... Non vedo lora che arrivi lautunno per tornare a scuola!

TERESA: E solo per il tuo bene: intanto sei via dalla strada e in pi prendi anche qualche mancia.

DESI: Non capisco perch per il mio bene devo sempre fare cose che non mi piacciono Andar in discotec o magari al mare (che non lho mai visto!); trovarsi il moroso ma non son cose per il mio bene

Ma coma mi piacerebbe qualche volta fare qualcosa per il mio male!

MARIO: Dai, Desi, vammi a comperare le sigarette par piacere cos cambi aria.

DESI: Sai che bellaria che prendo andare dal tabacchaio? (Esce per rientrare subito dopo). Guardate che st arrivando il signor arciprete: nascondete almeno quei girnalacci l.

TERESA: (Rivolta a Sansone che indossa la maglietta con limmagine di C Ghevara) E tu, guarda che maglia che indossi, robe da scomunica!

SANSONE: Che male c, tutti lo sanno che son sempre stato di sinistra.

(Entra don Arturo)

TERESA: Don Arturo, ho finto. Vado subito in canonica.

(Teresa esce)

Don ARTURO E inutile che nascondiate le riviste porno e poi quelle l sono vecchie come il cucco .

MARIO: Don Arturo, barba e capelli?

Don ARTURO: Nessuno dei due, volevo solo fare due chiacchiere.

MARIO: Anche questo un altro cliente come Sansone.

SIMONE: Parch, don, non si una bella messa in piega?

Don ARTURO: Parch non ti fai tu, una bella tinturina bionda?! (Don Arturo molto teso)

MARIO: Com teso don Arturo! Come mai cos agitato?

Don ARTURO: Per forza domenica ho unito in matrimonio due giovani e dopo mezora si erano gi separat. Non si sono trovati daccordo sul sermone che avevo scritto per loro, la sposa non ha apprezato la mia predica. E pensare che sono stato sveglio tutta notte par far bela figura....

Alla messa poi, tre vecchiette sorde e i ragazzi dopo la Santa Cresima non li vedi pi

SANSONE: Se vuole attirare i giovanii, bisogna rimodernarsi. Alloratorio ci vuole un po di discoteca, qualche spogliarellino, magari piccolino.

Don ARTURO: (Avvicinandosi furioso) E magari una qualche esecuzione capitale! Saprei io a chi tirare il collo.

SANSONE: Don Artuto un santuomo coma lei! (Don Arturo si calma e tira fuori il rosario; cammina avanti e indietro farfugliando)

Don ARTURO: Vade retro, Satana.

(Nel passeggiare simbatte in un uomo che sta entrando. Quello si spaventa)

GREGORIO: Che bel ambientino, stamattina.

MARIO: Oh Il nostro rappresentante preferito!

SIMONE: Le ultime novit?

GREGORIO: Ho un profumo ma un profumoche attira le donne come le api al miele. Cadono come le mosche! (Sansone e gli altri annusano)

SANSONE: Accidenti, come forte! Capisco parch le donne cadono come le mosche: sembra proprio didit!

MARIO: Che odore da barbere!

GREGORIO: Parch tu cosa sei? Un barbiere! Non vorrai vendere un profumo da geometra!

SIMONE: Non hai qualcosa di pi delicato?

(Gregorio apre la giacca e mostra tutta una serie di articoli ben disposti in tasche interne. Estrae alcuni flaconi)

GREGORIO: Abbiamo tutta una vasta gamma di essenze: dal bergamotto al citrato.

SANSONE: (Annusando) allacido fenico

(Gregorio gli toglie di mano la boccetta e gli misura un ceffone)

GREGORIO: Sentte le novit: brughiera selvaggia, notti peccaminose Don Arturo, cosa le d?

Don ARTURO: Ti darei io quacosa di buono. Ti darei lolio Santo!

GREGORIO: Don Arturo com permaloso! Volevo solo scherzare, ma stia attento che ieri ho venduto un flacone di questi alla perpetua.

Don ARTURO: Dovevo immaginarlo che la Teresa fosse una tua cliente. Con quellodoraccio che ha sempre addosso.

SIMONE: Si potrebbe avere un anellino per pochi soldi?

(Rientra Desi mentre Gregorio tira fuori da una tasca interna un anello che pulisce sulla manica della giacca)

GREGORIO: Oro puro del Giappone con brillanti di fiume incastronati a mano.

(Desi lo prende in mano)

DESI: Oro del guappone con fondi di bicchiere incollati malamente!

MARIO: Cosa te ne fai di un anello del genere? Se vuoi fare un regalo alla tua morosa faglielo bello e sposati che ora! Sono quasi quindici anni ch morta la mamma e incomincio a essere stanco di farti da balia!

SIMONE: Ma pap, non mi pare di darti da fare pi di tanto. Presto poi, verr la zia ad abitare con noi e ci dar una mano E poi, lo sai che per sposarsi e morire c sempre tempo.

MARIO: Ma il proverbo non era: per pagare e morire c sepre tempo?

SIMONE: Il tuo proverbio sar cos, ma al mio differente.

GREGORIO: Allora? Guada che meraviglia, cinquemila lire.

SIMONE: Dunque, la Silvia, la Pierina, la Sonia e la Loredana. Quattro!

SANSONE: Ma cosa te ne fai diquattro anelli?

SIMONE: Vedi, non voglio fare nessuna differenza con le mie donne. Le tratto tutte

alla stessa maniera.

DESI: Ma cosa te ne fai di quattro morose, una collezione?

SIMONE: Come sei curiosa! Sono troppo sensibile e non riesco a dir di no a nessuna. Se vuoi puoi metterti in lista anche tu.

DESI: No, caro. In quel men l non ci sar mai.: bambolotto!

SIMONE: Della Silvia mi piasce il viso, della Loredana le rotondit, della Pierina la simpatia, della Sonia il temperamento.

GREGORIO: Ma tu cerchi una donna o ambisci ad avere un pasol?

SIMONE: Ci sarebbe una donna che mi soddisfa in tutto: la signora Giovanna.

MARIO: (Prontamente) Quella l meglio che te la dimentichi subito.

SIMONE: Ma parch?

MARIO: Ma parch perch ... pi vecchia di te.

SIMONE: Come?

DESI: Tuo padre vuole dirti che la signora Giovanna pi adatta a lui che a te salame!

SIMONE: Ma va l, tu Desi non sai neppure ci che dici.

DESI: La Desi non sar una furbona ma sa sempre benissimo ci che dice.

ROSINA: (sempre da sotto al casco) Son cotta?

MARIO: No, presto.

ROSINA: Ho capito, ho capito.

(Entra Leone)

LEONE: Gente sono venuto a ritirare la mia valigia, Vado, vado!

(Esce frettolosamente. Don Arturo lo segue sulla porta)

Don ARTURO: Che fretta! E partito su una spaider decapotabile insieme alla titolare della stireria . Ma sono partiti a tutta velocit . Che stesse male, la stiratrice? Che Leone labbia portata al pronto soccorso?

MARIO: No, andato a cambiare le matonelle del bagno.

SIMONE: Ma sei proprio ingenuo, pap.

MARIO: Ora sono vecchio, ora sono ingenuo.

(Entra Mara)

MARA: Ciao Mario, ciao tesor. (Rivolta a Simone)

SIMONE: Ciao zia, Che piacere averti qui con noialtri.

MARA: Provisoriamente. Appena riesco ad accalappiare allamo qualche pesciolino,

ti saluto mascherina.

MARIO: Tu hai sempre voglia di scherzare sorellina !

MARA: Non tanto caro.

MARIO: Intanto sei qui e tu non sai che sollievo sia par me avere una donna in casa.

GREGORIO: E che donna!

SIMONE: Siediti qui.

MARA: No, vado subito in casa. Qui ci sono delle facce che non mi piacciono per niente .

DESI: (Ironica) Simpatica.

GREGORIO: Che temperamento. un vulcano. Chi questa bella sirena?

MARIO: Mia sorella. E vedova da poco ed venuta ad abitare con noi.

GREGORIO: (La segue sulla porta) Gentile signora, gradirei fare la sua conoscenza.

MARA: (Mette la testa fuori dalla porta) Io no, babbeo (Gli sbatte la porta in faccia)

GREGORIO: Che temperamento... che botta sul naso. Mi gira la testa!

Don ARTUTO: Bene io vado. Desi,hai messo a posto le candele?

DESI: Certo, don.

(Esce don Arturo e rientra subito con Cristina)

CRISTINA: Leone! Avete visto il mio... il mio bel Leone?

SANSONE: E andato via da poco. Ho idea che abbia portato la stiratrice allospedale.

SIMONE: Io invece ho idea che labbia portata a cambiare le matonelle del bagno.

CRISTINA: Povera me scappato fuggito, mi ha lasciato! Mha portato via i gioielli, largenteria, due quadri di valore Oh... Leone... anche un milione: il mio Leone, il mio milione.

Don ARTURO: Coraggio, Cristina, non si pu mai sapere.

(Entra Teresa trafelata)

TERESA: Mi rincresce tanto dirtelo, ma il tuo Leone scappato con la stiratrice!

Pensa, quella malafemmina s portata via pure la stirella, suo marito disperato!

GREGORIO: Par via della stirella?

TERESA: Anche.

SANSONE: Ma lei, come f a saperlo, Teresa?

TERESA Certe voci.

MARIO: Par me questa qui peggio della Cia.

ROSINA: Adesso, cotta o non cotta, vengo fuori. Voialtri avete lintenzione di incendiarmi il cervello.

GREGORIO: Ma sapete che venire in questa bottega meglio che andare al cinema!

La scena piomba al buio. Escono tutti e rimane solo Mario. Guarda lorologio: le sette. Giovanna entra e gli tappa gli occhi con la mano. Mario le prende la mano e ne bacia il palmo.

MARIO: Giovanna, t aspetavo.

GIOVANNA: Bugiardo, sono io che ti aspetto!

MARIO: Giovanna, cara, aspettiamo tutti e due. Lo sai anche tu che devo trovare il momento giusto per parlare a Simone, e non facile.

GIOVANNA: Ma dai... non so che paura tu debba avere, Simone non pi un bambino!

MARIO: Bisogna trovare le parole giuste. Sono quindicianni che sono vedovo e siamo sempre stati solo noi due.

GIOVANNA: Appunto, gi passato fin troppo tempo.

MARIO: Temo purtoppo che ci sia una complicazione. Credo che si stia innamorando di te. Del resto cos facile volerti bene !

GIOVANNA: Ma va l, Mario. Simone ha dieci anni meno di me. Gli piaccio soltanto perch non gli do corda. La Desi sarebbe pi adatta a lui, cos carina!

MARIO: Hai ragione. Anche a me piace quella ragazzina, cos sincera.Purtroppo per lui non la vede neppure.

GIOVANNA: Dar io qualche consiglio alla Desi, ma tu svegliati perch ogni giorno perso non ritona pi!

MARIO: Credimi Giovanna, ho avuto un letargo tanto lungo che non so pi come si f ad aprire gli occhi.

GIOVANNA: Svegliati che ora!

F I N E A T T O P R I M O

A T T O S E C O N D O

Mario fa la barba a Sansone a tempo di musica. Rosina sotto il casco. Simone sta togliendo i bigodini a Cristina.

SANSONE: E allora, signora Cristina, ha avuto notizie dal suo Leone?

CRISTINA: No purtroppo. Non neppure venuto al funerale di mia madre e di mia zia... Due disgrazie in tre mesi.

MARIO: E lui?

CRISTINA: Solo un telegramma: desolato non sia accaduto prima, condoglianze.

SIMONE: Che disgraziato!

CRISTINA: Lui? Io sono disgrasiata! Era come un figlio per me.

SANSONE: E mi dica signora Cristina, vero che alla morte di sua madre ha trovato una valigia piena di soldi nascosta nellarmadio?

CRISTINA: Esagerti... Be, ma la gente... Per esagerare a nozze! Una valigia...! Era una borsa!

SANSONE: E vera che conteneva ben 50.000 milioni in tagli da 1000 luno?

CRISTINA: Esagerati... Bene, ma la gente! Si trattava soltanto di 45.000 milioni in tagli da cinqueI

SIMONE: Per, una bella mancia!

CRISTINA: I suoi risparmi, poverina. Non si fidava delle banche! E pensare che il mio Leone li ha cercati cos tanto, e li avevamo praticamente davanti agli occhi.

SANSONE: Che peccato

(Entra Desi)

MARIO: Come mai sei venuta a lavorare anche oggi che sarebbe la tua giornata di riposo?

DESI: Sono scappata dalla canonica. E sucessa una tragedia. E arrivata la notizia ch morta una suora... Ben... don Arturo mha abbracciata, la Teresa lo stesso. Sembravano due isterici. Stavo mettendo a posto le candele e mi sono cadute tutte per terra. Sono scapata via: avevo paura!

MARIO: (Turbato) Coma si chiamava questa suora?

DESI: Anna... Anita... un nome cos!

MARIO: Agnese, forse?

DESI: S, s, Agnese! Lei lha conosciuta signor Mario?

MARIO: Oh si! Se la ricorda signora Cristina, Agnese quella bella ragazza?

CRISTINA: LAgnese... Come potrei mai averla dimenticata la pi bella persona che ho conosciuto, appena dopo il mio Leone naturalmente! Era la morosa dal fratello di Don Arturo, quello che perito in un incidente con la moto tanti anni fa.

MARIO: E stato per questa regione che lei si fatta suora di clausura, non poteva pi vevere senza di lui!,

SANSONE: Che storia romantica!

DESI: Cose daltri tempi. Per mha impressionato don Arturo: non lho mai visto cos sconvoltoveramento non lho mai visto sconvolto.

SIMONE: In fondo un uomo anche lui.

DESI: Pu darsi. Finora per credevo che fosse un satino del lunario. A dire il vero, pi lunario che santino (Desi si appresta a pettinare Cristina)

CRISTINA: Certo che una storia romantica: lAgnese con Cornelio, il fratello del prete.... Per purtroppo lui ha perso la vita a ventanni. Si diceva pure che lei fosse incinta

MARIO: Sigora Cristina, ma noooo...!

CRISTINA: (Ricordandosi di Desi) Lo dicevano, la gente lo diceva! La gente ma si sa che la gente ne dice di cose solo per dar aria alla lingua!

(Entra Gregorio)

GREGORIO: Udite, udite, gente in attesa. (Indicando se stesso) Ecco levento!

SANSONE: Stamatina fuso come il formaggino Mio!

GREGORIO: Stamatina mi sentio bello. Dov tua sorella barbiere: quella fata!

SIMONE: Deve essere in cucina. Stamattina ha promesso che ci far il brodo con il manzo e la gallina.

(Entra Mara)

MARA: Scusate, un informazione il brodo con la carne e la gallina si fa anche con la gallina?

MARIO: Certo, per forza!

MARA: Io glielo detto, alla gallina intendo, ma lei non non m parsa dello stesso parere. Quando lho presa per tirarle il collo mha guardato con due occhioni. Ben insomma se vuoi il brodo di gallina il collo glielo tiri tu. Io non sono un assassina!

GREGORIO: Brava signora... lei unanimalista.

MARA: Animalista sar lei, brutto villano!

GREGORIO: Ma... bella signora volevo farle un complimento.

MARA: Allora vada a darci dellanimalista a qualcun altro!

GREGORIO: Forse meglio cambiare idioma.

MARA: S, forse meglio cambiar idiota.

GREGORIO: Se permette mi presento: Gregorio Cirelli, rappresentante (allunga la mano)

MARA Io sono Mara, sorella del barbiere. Mi son sposata tre volte e ho preso altrettante fregature, adesso prima di dare la mano a qualcuno voglio vedere la sua dichiarazione dei redditi.

MARIO: Ma cosa dici!

MARA: Mah! Mi sembrava che costui avesse delle fantasie, eroticho sentimentali.

GREGORIO: Guardi signora che sono una persona seria.

MARA: ...In quanto non ride mai. Ma caspita che voglia di ridere vuoi che abbia uno che si ritrova con una faccia del genere.

SIMONE: Ma zia insomma..

GREGORIO: Non preoccuparti, a me piace, cos stuzzicante e sincera!

MARA Questi sui complimenti non mi fanno n caldo e n freddo. Eventualmente, verso le otto di stasera, se vol passare, pu darsi che si possa combinare quacosa da fare assieme. (Gregorio visibilemnte sorpreso). Bene io il brodo con la carne e la gallina io lo faccio solo con la carne.

MARIO: Va bene, va bene, io la gallina non la tocco.

(Mara sappresta a uscire. Gregorio raccoglie le sue cose).

GREGORIO: Che donna, che donna!

MARA: (Rientra) Ci vuole anche lacqua per fare il brodo?

SANSONE: Certo, senn le tocca fare il brodo arrosto.

MARA: Che cosa volete che sappia io, la prima volta che lo preparo!

SIMONE La Zia simpatica, ma come casalinga una frana. Mi sa che oggi ci toccher mangiare del carbone invece dal brodo.

(Entra Giovanna)

GIOVANNA: Sgnor Mario, i miei capelli hanno bisogno dattenzione sono stanchi daspettare.

SANSONE: Dicono che lattesa pi dolce dellamore.

GIOVANNA: Solo quando lamore una delusione.

SIMONE: Quand, signora Giovanna, che si decide a darmi un appuntamento?

GIOVANNA: Quando nevica rosso!

SIMONE: Cattiva.

GIOVANNA: Potrei essere tua madre. (Rivolta a Mario) Vorrei diventare sua madre.

MARIO: Cosa posso fare per lei signora Giovanna?

GIOVANNA: Guadarmi bene i capelli!

SIMONE: Posso guardare io!?

GIOVANNA: No, mi fido solo del titolare.

SANSONE: E f bene, signora Giovanna. Il tirolare ha molta pi esperienza!

MARIO: I suoi capelli sono perfetti (a bassa voce) e anche lei!

(Entra un signore tutto impomatato dall.atteggiamento equivoco).

GASTONE: Buon giovno, coifeuv! Siete in gvado di favmi un capello avvicciolato con viga in pavte?

SANSONE: Da quale parte?

GASTONE: Simpatico il giovane.... Tombolotto!

SANSONE: Tombolotto a chi? Guarda che io sono Sansone!

GASTONE: Spassosissimo... mi piace luomo vude, anche se bassottino.

SANSONE: Ben, io vado mi sa che questa bottega ha messo su una clientela che mi piace molto poco, io vado.

(Esce Sansone)

GASTONE: Spevo non alluda a me che mimpevmalosisco immantinente; sa, io sono uno che vuol piaceve.

MARIO: Ben, coma la voule questa ricciolata?

GASTONE: Vovvei un band da codesta pavte, un ciuffo centvale e due bigodini di tvavevso. Vovvei aveve unavia scapigliata ma non tvoppo, sbavazzina ma non tvoppo ma molto, molto maliziosa.

MARIO: Guardi ho capito ma venga un altro giorno parch oggi sono in forma ma non troppo, sono paziente ma non troppo e sono tanto tanto stanco.

GASTONE: Va bene, vado... gi il tevzo quaffeuv, oggi, che mi vimanda... addio (uscendo) che scansafatiche!

DESI: Signor Mario, non le sembra strano che don Arturo non abbia neppure una foto di suo fratello in giro? Ha la foto dei suoi genitori ben esposta sulla vetrina ma non quella del fratello?

MARIO: Non so che cosa dirti Desi; lascia l di tormentarti cara, stasera chiedi chiarimenti a don Arturo, lui un prete e le bugie non le puo dire.

DESI: Mi sa che delle bugie me ne hanno raccontate parecchie quei due l: lui e la Teresa. (Simone e Giovanna stanno parlottando)

GIOVANNA: (Rivolta a Simone) Parch non giochi con quelle della tua et? (alludendo a Desi)

SIMONE: Non ho voglia di giocare, voglio fare sul serio!

MARIO: Lascia l dimportunare le clienti.

DESI: Limone.

ROSINA: Son pronta?

SIMONE: Diesci minuti.

ROSINA: Ma scotta, scotta! (Simone va ad abbassare il casco. Cristina si appresta a pagare per uscire).

CRISTINA: Il solito?

MARIO: S, ventimila.

CRISTINA: Se par caso doveste vedere il mio Leone ditegli che laspetto, fedele come Penelope. (Esce)

SIMONE: Par forza, fedele come Penelope: chi vuoi che se la fili. Aspetta aspetta, il tuo Ulisse pi impegnato a scappare che a tornare.

MARIO: Non si sa mai, la vita riserva sempre delle sorprese.

(Giovanna si appresta a uscire: un po seccata)

GIOVANNA: Gi, le sorprese sono dietro langolo.

MARIO: A pi tardi.

GIOVANNA: Chiss, non si sa mai !

(Entra Sansone seguito da Leone)

SIMONE: Avevi ragione pap, arrivato Ulisse!

LEONE: Salve, gente. Novit?

SANSONE: A regola di come sono stropicciati i pantaloni la love story con la stiratrice devesseree gi finita.

LEONE: Gi... che vipera! E finito lamore.

SIMONE: O forse sono finti i soldini!?

LEONE: Anche quelli. Per, le donne giovani che esigenti! Certamente le anzianotte sono molo piu generose.

MARIO: Sei tornato par far tribolare ancora la signora Cristina? (Leone, per tutta risposta, singinocchia davanti a Mario)

LEONE: S, s, no, no. Mi aiuti signor Mario metta una buona parolo con la mia Cristina.

MARIO: Ma levati da terra cosa fai, guarda che non sono il bambin Ges. Prima di tutto voglio sapere se sei pentito sinceramente.

LEONE: S, s. Son sicuro che la mia Crisitina, se lei mette una buona parola pronta a perdonarmi.

MARIO: Lo sai poverina, lei non aspetta altro che perdonarti. Ma siamo sicuri che tu, dopo aver contato i soldi della valigia non corri appresso alla prima sottana che passa per strada?

LEONE: No, no. Son pentito, le donne giovani sono piene di pretese. Invece la mia Cristina sempre stata una madre per me.

SANSONE: Parch allora, invece di maritarla, non hai pensato di farti adottare.

MARIO: Far quello che posso, per lo faccio per la Cristina, non certo per te.

LEONE: Grazie, grazie. Mi raccomando... al pi presto ripasser.

(Esce. Entra Teresa)

TERESA: Desi, sei qui?

DESI: Sei venuta a vedere se ho raccolto le candele che mi son cadute. (Teresa lignora).

TERESA: Signor Mario... la nostra suor Agnese... un colpo al cuore propria davanti allaltare.

MARIO: Quando vegono quei colpi l tutti i posti sono buoni.

DESI: Chi questa suor Agnese che tutti i conoscono e io ho mai mai sentito nominare.

MARIO: E una persona daltri tempi.

TERESA: Soprattutto di un altro mondo .

MARIO: Adesso una persona di un altro mondo. Non ora cara la mia signora Teresa di dire la verit a questa povera ragazza?

TERESA: Quale verit?

MARIO: Quela che tutti sanno ma che nessuno, par rispetto ha mai detto.

TERESA: E se nessuno ha mai parlato, perch dovrei farlo proprio io che non apro mai bocca!?

DESI: Insomma, chi era questa Agnese?

TERESA: Ma la morosa dal fratello dllarciprete.

DESI: Parch don Arturo m ha abbracciato e mha detto: povera ragazza! Cosa centro io con la suora Agnese che ignoravo persino la sua esistenza? Agnese e Cornelio: che duo!

TERESA: Non parlare cos che ...

DESI: Dai, dimmelo ch una bestemma. Teresa, ma una buona volta dimmila questa benedetta verit. La suora era mie madre vero? (Teresa tace). Signor Mario?

MARIO: Non credo di io essre quello che ha il diritto rivelarti la verit, ma di una cosa sono certo, tu hai il diritto di sapere. Poi io non ho fatto il voto del silenzi . S, Desi, hai indovinato Suor Agnese era tua madre.

(Teresa si lascia cadere su una sedia)

DESI: Non dirmelo: nipote di un prete, per balia una perpetua, mia madre una suora, per padre senzaltro un santo in cielo: ma allora perch mi viene voglia di bestemmiare.

TERESA Desi, cara non fare cos.

DESI: Bugie... bugie... bugie...!

TERESA: Abbiamo solo taciuto la verit. Larciprete non poteva tradire il segreto confessionale e io non potevo tradire larciprete.

MARIO: Dai, Desi era una situazione particolare.

DESI: Sono tutte situazioni paticolari quando si vuole decidere per gli altri. (sappresta a uscire)

TERESA: Dove vai, vieni qui cara ascoltami!

DESI: Vado via prima che salti fuori che magari il Papa mio nonno!

SIMONE: Piccolina dove vai cos sconvoltaPer anche tu pap non avevi altro da fare!. (savvicina a Desi)

DESI: Non toccarmi! Guai a chi mi tocca! Mi avete gi manipolato abbastanza! (sulla porta incontra don Arturo)

Don ARTURO: Desi...

DESI: Brutto prete falso !

(Esce sconvolta seguita da Teresa, don Arturo, Simone e da Mario)

ROSINA: Son cotta?

(Nessuno risponde. Rosina esce da sotto il casco). Accidenti, son gi le otto e mezza. E tardi! Vado a casa, verr domani a pettinarmi.

(Si spegne la luce e subito si riaccende. Entrano Mara e Gregorio che si rincorrono).

GREGORIO: Dammi un bacio, dolce sirena.

MARA: Va l, caro, che non sono scema.

GREGORIO: I miei redditi te li ho fatti vedere dammi almeno la mano!

MARA: La mano te la do quando voglio io!

GREGORIO: Magliarda!

MARA: Maiala sarai tu! (e scappa)

GREGORIO: Ma cosa hai capito? Magliarda, sirena, fascinosa...

MARA: Insomma... cosa vorresti dire... che ti piaccio?

GREGORIO: Finalmente hai capito: ci voleva tanto?

MARA: Oh... parli troppo difficile! E poi parli troppo e chi parla troppo fa ben poco. Nel pentolino pieno di fumo poca pappa c. (Mara corre e lui linsegue).

GREGORIO: Se ti prendo...

MARA: Se mi prendi perch mi voglio lasciar prendere.

(Escono rincorrendosi. Entra Mario).

MARIO: C nessuno? Mi senbrava di aver udito delle voci. Ma chiss dove son finiti tutti?. (Entra Desi, spintonata da Simone e seguiti da Giovanna. Desi indossa una succinta minigonna, tacchi a spillo e trucco pesantissimo; mostra unespressione imbronciata).

MARIO: Dove siete finiti tutti? E tu Desi che cosa fai conciata cos, mi sembri una maschera di carnevale!

DESI: (ubriaca) Son andata dove ne avevo voglia, vestita come ne avevo voglia e dora in avanti ho deciso di fare tutto ci che che ne ho voglia!

SIMONE: Questa scema labbiamo trovata in discoteca che ballava sul cubo dopo essersi riempita di birra, ubriaca marcia.

GIOVANNA: Per fortuna siama arrivati in tempo. Cerano tre o quattro balordi che la volevano portare fouri. Non so cosa sarebbe potuto accadere.

DESI: Mi ha mollato due ceffoni Ti odio, Simone!

GIOVANNA: Lodio e lamore sono vicini di casa specialmente quando si giovani.

DESI: Non in quasto caso, non in qesta casa!

MARIO: Grazie, Giovanna. (Giovanna savvicina a Desi)

GIOVANNA: Ti sei calmata un pochino? Posso andare a prenderti qalcosa di decente da farti indossare?

DESI: (La bacia) Grazie, s. Se mi vede don Arturo messa cos gli prende un colpo.

(Escono Giovanna e Simone mentre esce)

SIMONE: Io vado in canonica ad avvisare quei due poveretti, chiss come saranno preoccupati (Rimangono solo Mario e Desi. Questa si mette a piangere; Mario le porge un fazzoletto).

DESI: Che brutta giornata!

MARIO: Perch... tu desideravi tanto sapere chi ti aveva messo al mondo, era una suora. E allora? Pensa se fosse stata una donna da marciapiede!?

DESI: Che discorsi. Io volevo solo una madre.

MARIO: E tu lhai avuta: la Teresa. La Teresa, non perfetta ma chi pu vantarsi di esserlo. Per lei ti ha voluto bene e poi ricordati che sei nata da un grande amore!

DESI: Comera mio padre

MARIO: Hai presente suo fratello don Arturo?

DESI: S.

MARIO: Bene, lui era lopposto, serioso il primo, allegro e vivace laltro. Aveva cos fretta di vivere ch ch finito contro una pianta, ed morto. Lui era come una bella canzone.

DESI: Come, come una canzone?

MARIO: S, come una bella canzone: piaceva a tutti e tutti la cantavano.

DESI: Da quel che si capisce colei che la cantava a squarciagola era mia madre.

MARIO: S, ed era un duetto perfettto, e siccome in questo mondo di perfetto non pu esistere niente hai ben visto com finita.

DESI: Da due perfetti nato uno scampolino come me. A me sarebbe piaciuto avere un padre come lei signor Mario .

MARIO: Hai avuto Don Arturo e la Teresa.

DESI: S, forse a modo loro mi hanno voluto bene, ma lui troppo santo e lei troppo pettegola.

MARIO: Tanta gente non ha avuto neanche questo. E ora che incominci ad apprezzare i doni che hai ricevuto.

DESI: E che doni posseggo?

MARIO: Due gambe, due braccia, la salute... sei bella e sensibile come lAgnese, simpatica e vivace come Cornelio... e tutta una vita piena di promesse. Ho capito anche che c una certa simpatia per Simone .

DESI: Spero di avere qualcosa di bello davanti perch quello che mi son lasciata dietro mi ha proprio deluso. Lei, signor Mario, capace di ballare il valzer?

MARIO: Oh bella, perch?

DESI: Perch io fin da piccolina, sognavo sempre che mio padre mavrebbe insegnato a ballare il valzer, e don Arturo non mai stato il tipo. Lui esperto soltanto di canti Gregoriani.

MARIO: Se non vuoi altro mettiamo un disco e balliamo. Se le cose vanno come spero con Simone diventer davvero tuo padre. (Mario accende la radio. Inchinandosi dice) Permette signorina? (Ballano. Desi, sfinita dallemozione, appoggia il capo sulla spalla del proprio cavaliere. Mario le fa un gesto affettuoso sulla testa. Proprio in quel momento entrano Simone, Teresa e don Arturo che fraintendono latteggiamento paterno di Mario. Don Arturo si avvicina a Mario e lo schiaffeggia. Tutti i presenti rimangono sorpresi).

F I N E A T T O S E C O N D O

A T T O T E R Z O

Entra Mara seguita da Gregorio.

GREGORIO: Hai visto che tho preso?

MARA: E io tho detto che mi avresti presa soltanto quando io fossi stata contenta di farmi prendere.

GREGORIO: (Sedendosi) Mi hai fatto correre per tutta la notte. Ho dovuto fare il giro della citt per dieci volte!

MARA: Ho messo alla prova la tua volont.

GREGORIO: Andavamo cos forte che sembravamo due deficenti La stradale voleva multarci per eccesso di velocit pedonale.

MARA: Guada che sono una podista quasi professionista. Ho fatto anche la maratona di Niuiorch con il mio ultimo marito, per lui andava pi forte di me. Ed stato l ch scappato e non lho pi visto. Ma non te lavevo detto?

GREGORIO: No, non me lo avevi detto. Adesso capisco! Mi hai fatto vedere i sorci verdi con la tua velocit!

MARA: Parch non sai cosa so fare stando ferma.

GREGORIO: Davvero? Sono molto curioso!

MARA: Ogni cosa a suo tempo. Adesso, avendo gi visto la tua dichiarazione dei redditi potrei al massiimo darti la mano e andare a bere un caff insieme.

GREGORIO: Ma s, dai. Avevo proprio bisogno di sgranchirmi un po le gambe.

(Escono. Entrano Mario dallinterno e Simone da fuori).

SIMONE: Pap non hai niente da dirmi?

MARIO: Riguardo a che cosa?

SIMONE: Son gi quidicianni che sei vedovo e non ni risulta che durante tutto questo tempo tu abbia avuto delle storie e adesso improvvisamente: che cosa successo?

MARIO: Vedi Simone, in durante questi anni ero diventato come una pianta spoglia, senza foglie con i rami secchi stecchiti ritti cos (e f il gesto). Ho sempre partecipato alla vita degli altri: i miei clienti stavano male? E io stava male con loro, ed ero contento delle loro gioie. Erano come fiocchi di neve che volteggiavano intorno a me senza sfiorarmi. Ma successo che un giorno un fiocco di neve s fermato su uno di quei rami e ho scoperto che la pianta non era morta. Porca miseria Ti assicuro che la pianta non era morta!

SIMONE: E per accorgerti che la tua pianta non era morta avevi proprio bisogno del mio fiocco di neve!

MARIO: La tua solo un infatuazione! Solo let..!.

SIMONE: Proprio let, dico io! La Desi una bambina

(Entra don Arturo)

MARIO: La Desi?

(Entra anche Teresa)

MARIOProprio lei don Arturo: che ceffone che mha mollato ieri sera! E non ne capisco la ragione. Quel che ho detto alla Desi per sua madre, una volta o laltra era destinata a saperlo.

Don ARTURO: Prima di tutto Mario, sono venuto a scusarami del mio comportamento e poi... (va sulla porta e chiama) Vieni, Desi.

(Entrano Sansone e poi Desi).

Don ARTURO: Eccola, la nostra Desi; an po giovane, ma in fondo lei, Mario una brava persona e, se proprio avete deciso. Avete la mia benedizione.

MARIO: Deciso che cosa?!

Don ARTURO: Come, cosa!? Di stare insieme!

TERESA: Di sposarvi!

MARIO: Cosa? Desi, ma che casino mi hai combinato.

SIMONE: Pap... parch proprio la Desi!?

MARIO: Piano,piano... calma. Desi dimmi, che frottole hai raccontato allarciprete?

DESI: La verit: che ci vogliamo bene.

MARIO: Ma sei matta?

DESI: Parch, non mi vuole bene signor Mario?

MARIO: Ma certo... che discorsi.

DESI: E allora?

MARIO: Ma c bene e bene!

Don ARTURO: Ma allora non ha intenzioni serie?

MARIO: Ne serie, n poco serie. Qui bisogna solo chiarire le cose.

TERESA: Brutto porco!

Don ARTURO: Ah s?

(Si avvicina a Mario e gli molla una sberla e trascina via Desi, che ride)

SANSONE: Avete visto? E proprio il caso di dire che Mario un buon cristiano, porge sempre laltra guancia!

MARIO: Robe da matti.

SIMONE: Pap, mi hai deluso (Esce).

MARIO: (Lo segue sulla porta) Simone, dove vai? (Sta per uscire, ma incontra Rosina con i bigodini in testa). Ma Rosina, da dove vieni?

ROSINA: Oh bella, da casa!

MARIO: Con i bigodini in testa?

ROSINA: Ieri sera nessuno mi ha pettinato.

SANSONE: Con la rivoluzione che successa (Ride).

MARIO: Ma venga, signora Rosina, che la pettino. Mi scusi.

ROSINA: Piano, piano: non sono asciutta .

MARIO: Ma come?

ROSINA: Ma caspita mentre passavo per la strada qualcunno mha lanciato addosso un secchio dacqua dalla finestra Guardi qui, sono tutta bagnata, anche i vestiti.

SANSONE: E vero, io credevo che si fosse fatta la pip addosso!

MARIO: Venga Rosina che la infilo sotto al casco. (La mette sotto e poi si siede affranto)

SANSONE: Coraggio, Mario tutto si risolve. Purtropo quando ci sono i sentimenti in ballo tutto si complica.

MARIO: Ma quella ragazzina se la prendo per i capelli laggiusto io...

(Entra Mara)

MARA: Ciao, fratellino. Che bella cera che ti ritrovi. Per sei tutto rosso solo da una parte: una guancia rossa e una cadaverica.

SANSONE: Caspita con quella sberla che gli ha propinato Don Aruro, credo bene!

MARA: Cosa, cosa? Don Arturo ti ha battezato alla tua et.. devi averla combinata molto grossa!

MARIO: Anche tu ti ci metti. Tu che sei sangue del mio sangue ?

SANSONE: Ma tutto un malinteso.

MARIO: Per mi f male lo stesso!

(Esce Mara; entra Cristina e si guarda intorno)

CRISTINA: Non c nessuno?

SANSONE: Ci siamo in alcuni E cieca?

MARIO: S quello che vuole dire la signora Cristina.

SANSONE: Cosa?

CRISTINA: Curioso! (Entra Leone). Leone!

LEONE: Cristina, cara.

CRISTINA: Con che coraggio, tra... tra... traditore.

LEONE: S, ho sbagliato, per son sempre stato sincero. Confronto a certa gente sono un santo. (Allude a Mario. Poi parla allorecchio di Cristina. Lei guarda Mario con sospetto)

CRISTINA: Davvero...? Non posso crederlo, non dirmelo.

LEONE: Te lo dico invece, devi saperlo.

CRISTINA: Ma sei sicuro?

LEONE: Lo diceva la Teresa!

CRISTINA: Ma allora cosa certa... (Rivolta a Mario) Pedofilo!

LEONE: Vieni cara, fuori da questa bottega e guai a te se ci metti ancora i piedi.

CRISTINA: (Uscendo a braccetto con Leone) Brasa morta.

LEONE: Dove non si crede lacqua rompe!

(Escono Leone e Cristina)

SANSONE: Cosa vuoi farci.. la calunnia un venticello.

MARIO: No, una tromba daria.

SANSONE: Vuoi il mio parere? E megli che tu vada dalla signora Giovanna prima che sia troppo tardi. Ci penso io a custodire la bottega.

MARIO: In tutto il paese, solo tu, Sansone, hai capito la verit. Ma se ti prendo Desi....

SANSONE: Se non caprendo io le cose che sono un compagno. E poi io tutta la mia intelligenza ce lho ben custodita nei capelli. Vai, vai !

MARIO: (Uscendo) Corro.

(Esce. Sansone riordina i giornali).

SANSONE: Devo dire al barbiere di comperare anche lUnit.

(Entra Gastone completamente pelato).

SANSONE: Ma guarda chi c lex ricciolotto. Cosa t sucesso?

GASTONE: Mhanno vovinato la chioma. Cvede che il coiffeuv possa fave qualcosa pev me?

SANSONE: Al safor non so , ma forse io potrei fare qualcosa per lei signore!

GASTONE: Vevamente?

SANSONE: Dato che le piacciono cos tanto i ricciolotti

GASTONE: S?

SANSONE: Potrei disegnarglieli io con il pennarello!

GASTONE: Vigliacco! Guavdi come sono vidotta! Pvendevvi gioco delle disgvazie altvui...

SANSONE: Per me questa lultma dlle sue disgrazie.

GASTONE: Scveanzato!

SANSONE: Dai, non arrabbiarti. Vieni che ti offro un caff al bar.

GASTONE: Col biscotto?

SANSONE: Con quello che vuoi, tanto segno sul conto del barbiere. Ma guarda, se mi stai un po distante mi sei anche simpatichino.

GASTONE: Anche tu, bassottino.

SANSONE: Sansone!

GASTONE: Sansonetto.

SANSONE: Andiamo ,altrimenti se ci vede il titolare con quel nervoso che ha capace di tagliare qualche collo.

(Uscendo incontra Simone e Giovanna che stanno entrando)

GIOVANNA: Ho senitto delle chiacchiere nel bar, ma io non ci credo.

SIMONE Eppure vero domandaglieo a lui!

(Alludendo a Mario che sta entrando)

GIOVANNA: E vero quelo che si dice in giro?

MARIO: Sono sempre stato amico di tutti... ma amico nel dal vero senso della parola! E come sono stato ricambiato? Col sospetto. Possibile che la gente trovi sempre piacere nel creder al peggio? Ma tu Giovana, e tu Simone non siete la gente, no... A voi ho dato il mio cuore.

GIOVANNA: Non vero? Allora difenditi. In caso contrario non ti voglio vedere mai pi. E se mai dovessi incontrarti cambier strada. (Mario cerca di parlare, ma lei lo incalza) Adesso ho capito parch non volevi render nota la nostra relazione.

MARIO: Lasciami parlare!

SANSONE: Ahhh! Adesso capisco... era lei!?

MARIO: Il fiocco di neve.

SIMONE: Alla faccia del fiocco! E io che ho creduto..

GIOVANNA: Non parli ?... Allora vado!

MARIO: Giovanna, lascia che ti spiegi!

GIOVANNA: Fermo l... tardi. Addio!

ROSINA: Son cotta?

(Giovanna esce e, sulla porta, incontra Desi)

GIOVANNA: Lolita! (Esce)

(Seguita da Mario)

MARIO: Giovanna.. (esce)

SIMONE: E cos sei qui! ?

DESI: Direi, in carne ed ossa!

SIMONE: Ti sei divertita abbastanza?

DESI: A fare?

SIMONE: A dire bugie. Hai inguaiato mio padre con la morosa, tutto il paese sparla di lui, finiremo par perdere tutti i clienti, vergognati!

DESI: Mi dispiace per tuo padre. Lui lunica persona innocente, lunico che non merita questo trattamento. Ero arrabiata con tutti e ho pensato di vendicarmi raccontando questa bugia.

SIMONE: Sei una bambina capricciosa meriteresti dessere sculacciata.

DESI: Devi soltanto provarci!

(Rientrano Mario e Giovanna)

GIOVANNA: Oh, Mario, scusami ho pensato male di te!

MARIO: Mi hai ferito.

GIOVANNA: Tavrei ammazzato!

MARIO: Dovrei essere arrabbiato ma pensando a te mi sento soltanto fortunato.

SIMONE: Sai, Desi. Non tutto il male viene per nuocere. Questa esperienza mi ho fatto capire quanto tenessi a te.

DESI: Davvero Simone? E le sberle che mi hai dato?

SIMONE: Erano carezze di rabbia.

DESI: E tutte le tue donne?

SIMONE: Cancellate. Avevo un tesoro davanti agli occhi ma non lo vedevo.

DESI: Io invece ti vedevo, anche se non ho mai pensato che tu fossi un tesoro ma un povero cieco.

SIMONE: E tutto chiarito.

DESI: Sei guarito. (si abbracciano)

MARIO: Vuoi sempre stare con me?

GIOVANNA: Sono solo per te!

ROSINA: Son cotta?

SIMONE: No, siamo cotti noialtri.

(Entrano don Arturo e Teresa)

Don ARTURO: La Desi mha spiegato tutto. Mi dispiace Mario. Un uomo di fede non dovrebbe cedere alla collera . Sono venuto a scusami.

MARIO: Va ben, ma mi stia un po lontano Don Arturo, parch tutte le volte che si scusa con me finisce per picchiarmi sempre pi forte.

Don ARTURO: Lira peccato grave, far penitenza.

MARIO: Non si preoccupi di fare penitenza don Arturo, che la sua penitenza ce lha gi in casa (Alludendo a Teresa).

Don ARTURO: E una santa donna, ma tutte le volte che ho cercato di trovarle un marito m sepre andata male e in pi perdevo anche il parrocchiano. Forse si spaventavano per via della sua linguaccia.

TERESA: Linguaccia io? Ma se non apro mai bocca.

SIMONE: Forse parla con la bocca chiusa...

(Rientra Mara con Gregorio)

MARA: Ho visto don Arturo: ti ho portato la borsa dal ghiaccio!

MARIO: La borsa dal ghiaccio meglio che tu la dia a lui prima che scoppi a forza di correre.

MARA: Io costui lo faccio correre. Voglio essare sicura che mi resista sotto ogni genere di sforzo.

GREGORIO: Sono un cavallo di razza in grado di resistere a tutto.

MARA: Per, intanto tieni questa (Gli mette la borsa del ghiaccio sulla testa) e dato che lunico sistema par liberarmi di un uomo sposarlo penso che ti dir da s.

(Entra Sansone)

SANSONE: E allora, avete sitemato tutto?

SIMONE: Ma tu sei sempre in mezzo ai piedi, Sansone!

SANSONE: Son sempre stato qu fin dal principio, non vorrai che mi perda il finale!

(Rosina esce dal casco)

ROSINA: Gente: cotta o non cotta, adesso son venuta fuori dal casco. Per: venire in questa bottega prendi di quelle scaldate che fai a meno d andare ai fanghi!

(Rosina chiude il sipario)

F I N E

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