Le Sorelle Materassi
Fabio Storelli
Due tempi in quattro quadri
Liberamente tratti dal romanzo omonimo di ALDO PALAZZESCHI
Personaggi
Carolina Materassi, cucitrice di bianco
Teresa Materassi, cucitrice di bianco
GlSELDA, la terza sorella, "ospite in casa"
NlOBE, la serva di casa
La Contessa,"donna di garbo", russa d'origine
Peggy, fidanzata, poi sposa di
REMO, nipote delle Sorelle Materassi
Lazione si svolge in una cittadina Italiana, prossima ad una grande citt, tra il 1924 ed il 1930
LA SCENA UNA SCENA FISSA PER I DUE ATTI.
Uno spaccato di villetta italiana, al primo piano.
A sinistra di chi guarda, uno stanzino-bugigattolo dove GISELDA lavora per la casa: tiene l' amministrazione, control/a i fitti, le consegne varie e stira. Una scala praticabile porta ad un ipotetico piano superiore ove stanno le camere a letto. Da li scenderanno le Materassi e salir e scender Remo. Di fianco della scala, una apertura "nobile" che conduce alla ipotetica scala che porta al piano terra, e quindi al portone d'ingresso. Vi possono essere due leoni di pietra, oppure una lampada in bronzo.
Al centro della scena: una stanza "lavoratorio" come dice il Palazzeschi: due telai ingombrano, una grande specchiera a tre ante, in alto una immagine del Cuore di Ges, lumini accesi. E tante scatole bianche, una sull'altra, in bell'ordine, allocate in una sorta di libreria.
Al centro, sul fondo, una grande finestra da cui si vedono le fronde di un albero, al primo quadro, piene di fiori primaverili, al secondo verde di foglie estive, al terzo qualche foglia marrone bruciato autunnale, al quarto rami stecchiti invernali. Oltre alla fronda dell'albero si vede una grossa e noduta corda appesa. A destra un disbrigo che porta in cucina (si intravede un corridoietto che gira a destra.) All'estrema destra, che chiude la scena, la famosa porta delta dispensa. Sparsi dovunque, pezze ripiegate, sete, ricami, lenzuola, mutandine. Lo spaccato ha un "davanti" che sarebbe I'esterno delta villetta. Vi sono sottese, appoggiate ad un immaginario balcone (forse neppure troppo immaginario) le tende ricamate col nome "SORELLE MATERASSI, CUCITRIC1 DI BIANCO CORREDI DA SPOSE"
Queste tende servono sia come tende della casa, sia come insegna pubblicitaria per l'azienda.
MUSICA Forse un organino di Barberia, messo in platea, o forse una piccola orchestrina di dame (il loro vestito bianco, i loro capelli grigi): ma certamente musica dal vivo, per scandire i tempi delta commedia.
notte. lampade accese nei lavoratorio. Scarsamente illuminate le fronde fiorite dell' albero.
La scena e riempita di pezze ricamate, messa ad asciugare su corde tese da un lato allaltro della scena.
Carolina e Teresa lavorano ai loro telai, quasi sommerse dalle pezze. Niobe vi sta armeggiando attorno, aggiungendo pezze a pezze. Con un incensiere asperge di profuma le pezze. Un fumo " magico" avvolge la scena, sommersa nelle poche e sapienti luci della notte in questa nuvolaglia di incensi. Forse c'e la luna piena. Cri-cri dei grilli.
Giselda, nei suo sgabuzzino ove in questo momento sta tenendo lamministrazione delta casa (e "affranta " e sdegnata da conti di vario genere che non tornano) canticchia arie d'opera.
Teresa ha qualche corpo di tosse.
Carolina guarda un orologio e sbuffa.
Giselda canticchia.
Niobe sta accendendo un altro incensiere.
NIOBE -Signorine,e l'ora di smettere...
Giselda alza un po' la voce nel canto;
GISELDA - "... noi siam le zingarelle..."
NIOBE -E poi qua dentro non respirate.
TERESA - Debbo finire...
CAROLINA -Un attimo, carina, un attimo...
TERESA -(a Carolina a bassa voce) 'Sto canto mi da sulle corna.
CAROLINA -Teresa mia, e che non lo so?
TERESA -Ma sulle corna, Carolina... sapessi quanto!
GISELDA - (cantando) "...venite di lontano, d'ognuno sulla mano leggiamo l'avvenir..."
CAROLINA -Anche a me... a me il respiro m'e sceso in fondo allo stomaco... dalla rabbia.
TERESA -Carolina, lo sai tu? io no. E felice lei... canta!
CAROLINA -E proprio un'insensata...
TERESA -Un' ebete... una mentecatta...
CAROLINA -Un pezzo di mota, incapace di avere un sentimento...
TERESA -Come si pu vivere tranquille avendo dei ragazzacci sguinzagliati per il mondo... e di notte!
CAROLINA -Ragazzacci,si,si... ragazzacci... Lui e quel ragazzaccio del suo caro amico... Palle...
TERESA -gi Palle... Bel soprannome! Giusto.
GISELDA -(a bassa voce, quasi tra se) Aspettano il domatore, le scimmie ammaestrate... (canticchia)
TERESA -(a voce bassissima) Carolina, che ha detto quella?
CAROLINA -(un gesto negativo, per dire che non ha sentito)
TERESA -(rabbiosa) Sulle corna, mi sta Giselda!...
NIOBE -Signorine, ho cominciato con le fumarole.... eh, poi il fumo vi fa male... Andate a dormire!
TERESA -Quando ho finito linchimatura... (gemendo ed alzando gli occhi al cielo) Ges, come sto in pensiero!
NIOBE -Tutto 'sto fumo vi soffoca... signorine! E poi vi viene il mal di gola
CAROLINA -(agitata) Ma di la, fuori la finestra, Niobe, si vede, Remo, si vede? Niobe va alla finestra, tanto per tranquillizzare)
GISELDA -(ironica) Ma figurati se Niobe sguinc sguinc... dalla finestra lo vede: quello, il signorino... (canticchiando)
-"quello va in giro per paesi e con valli, in barba a noi grulli in moto con Palle, tutta la notte che cantano i grilli..."
NIOBE -(interrompendo) Non dovete aver pensiero, signorine... Remo un ragazzo che sa il fatto suo... (sorniona) Eccome se lo sa. E nato cosi: sfacciato e libera... E poi e tanto bello!
TRRESA -Si, libera... libera di farmi morire di crepacuore..
NIOBE -Bello come un dio greco! (a mezzavoce) e bugiardo come un incantatore...
CAROLINA -Ma che ne sai tu di dei greci... che non sai ne leggere ne scrivere
TERESA -Certo che sa il fatto suo, e capace di tutto! Niobe e tu che lo difendi!
CAROLINA -Che avevi detto prima, Niobe, parli sempre a denti stretti?
NIOBE -E giudizioso, Remo e lo sapete bene signorine, non potete negarlo...
TERESA -Si, giudizioso... Per le malefatte, da mandarlo dal giudice!
NIOBE -E sa cavarsela in ogni cimento, anche voi lo dite sempre, no?...
CAROLINA -Sente anche a me!
TERESA -Gli canto io la canzone che si merita!
CAROLINA -E un farabutto, altro che dio greco...
TERESA -Per mi devi spiegare Niobe chi te l'ha messa in testa questa faccenda del dio greco!
NIOBE -L'ho sentita da qualche parte. .
CAROLINA -Da qualche signora? Chi?
NIOBE -E poi i bei ragazzi, no, signorina Carolina? quelli, Santa Pupa a proteggerli: I bei ragazzi, come Remo che hanno un sorriso cosi bello, una bocca...
TERESA -Santa Pupa?
CAROLINA -(gi un po' "sciolta") Una bocca? che dici?
NIOBE -(canticchiando)
"una bocca vermigliosa
una bocca rigogliosa
una bocca si carnosa
che trafisse il mio cuor
una bocca zuccherosa
una bocca trascinosa
una bocca rigogliosa
che trafisse il mio cuor "
TERESA -(falsamente scandalizzata) Niobe, ma che canzone vai cantando, Niobe?
NIOBE -La cantano tutti...
CAROLINA -Ti sei messa a cantare pure tu? non basta quella strulla?
TERESA -Ma che modi, che sguaiata che sei! Anche a te certe compagnie fanno male...
NIOBE -quali compagnie, signorina?
TERESA -(allusiva) Le compagnie dei militari che fanno le manovre, sulle colline...
NIOBE -E una canzone alla moda, e poi (ridendo) i militari non la cantano mica cosi...
CAROLINA -e Remo, Remo. Remo... tutta la notte a fare le corse... (rabbiosa) con la motocicletta!
TERESA -(gemendo) Non mi ci far pensare: gia,la motocicletta! (alzando gii occhi al cielo e stringendo i pugni verso l'immagine del Sacro Cuore) Ma Dio, Dio, Dio perche gli hai messo in mano la motocicletta!?...
GISELDA -(ironica) Ma per tornare a casa pi presto, gliel'avete messa in mano la bella brum brum, la motocicletta, non e vera sorelle? (canticchiando)
"Magari con gli amici Remo ha fatto un poco
tardi... e...
brum brum...
Brum brum
Se presto vu arrivar dalle su zie,
Brum brum
a caval dun ciuco ben pasciuto ci verrebbe
Brum brum
Chi? Remo!
Brum brum
A caval dun manico di scopa ci verrebbe
Brum brum
Chi? Remo!
pur di arrivare presto
Remo che far?
verr in motocicletta
brum brum
a casa nostra
(quasi recitativo)
a casa nostra!
TERESA - (sottolineando) nostra!
CAROLINA - (sottolineando) nostra!
GISELDA - S vostra.
Una pausa densa di occhiate rabbiose tra le due sorelle e Niobe: poi decidono di
non rispondere alla provocazione.)
NIOBE - (rapidamente, per interrompere) Signorine, ma adesso lincenso
proprio tanto non si respira pi, qui dentrodovete uscire
TERESA - (stizzita) No. Ho sempre lavorato cos in via mia
NIOBE - Andate a riposare fra poco Remo torna
CAROLINA - (stizzita) No! Abbiamo sempre lavorato cos
NIOBE - Ve lo mando su, in camera da letto per il bacio della benedizione
TERESA - Ma sei pazza? In camera mia? Mi vede in camicia da notte? no,
no!!! Mai, Mai
CAROLINA - Magari io sto in mutande? Ma che sei scema? No, no!!! In camera
mia no! Mai, mai
TERESA - Stavolta no!
CAROLINA - Stavolta troppo!
NIOBE - Magari Remo si solo fermato a parlare con gli amici, di motori,
di macchine, di partite lo sapete, i giovanotti di giorno trovano sera a parlare
di automobili
TERESA -Io non ho sonno!
CAROLINA -Io cho gli occhi spalancati, cos!
NIOBE -Ma io lincenso ce lo debbo dare alle pezze cos poi le lenzuola
si impregnano di profumo e chi le dorme,o chi ci fa lamore
TERESA -Ed io mi impregno di profumo.
CAROLINA -(a voce bassa) Solo di profumo tu puoi resta impregnata
CAROLINA -Teresuccia mia Come me del restoSiamo sorelle.
TERESA -Ma di cosa, Carolina... Unho capito
CAROLINA -Solo di profumo si pu, noi due, restare impregnate Solo di profumo!
TERESA -Ah!
Giselda dal suo sgabuzzino sta lavorando ai conti;
GISELDA -Lavorate, lavorate sorelle, ciecatevi gli occhi per la fatica
(a voce alta)Oh, diteglielo voi allaffittuario del 12, a Don Peppino, che sono tre mesi di pigione a questo mese che ci deve, E che laffittuario del 16, sono gi diventata quattro le mesate che ci deve: se lazienda Materassi diventataadesso una Pia societ di beneficenza, ditemelo, a me evidentemente non danno pi retta
TERESA - Quando che verranno qua glie lo diremo
CAROLINA - Ognuno il suo mestiere, carina!
TERESA -Lo sai che ora Carolina? E oltre mezzanotte Oltre, oltre
CAROLINA - Stasera mi sente quel bellimbusto!
GISELDA -(continuando a voce alta)E poi dite pure a quel ladro di Fellino il colono che piace tanto a voiquando lo incontrate, che i conti del podere, sono tutti sbagliati
CAROLINA - E chi lo vuole incontrare quel cafone!(alludendo a Giselda) Non la sopporto pi.
TERESA - Puzza di stalla e stallatico(anche lei alludendo a Giselda) Pure io non la sopporto pi.
GISELDA -Quello, scherzando scherzando vi scolomba il podere
TERESA - Cosa?
CAROLINA - Che dici?
GISELDA -E ve lo faccio capire io Vi scolomba Sapete una colomba che
apre le ali e fru fru fru fru si alza in volo e scompare?... Ecco, vi scolomba il
podere, ve lo fa scomparire, quello, Fellino credete a me. Fru fru fru fru
(cantando) Io sono Mignonette e son Fru Fru
(reazione delle sorelle che fanno le corna)
CAROLINA -Vorresti per favore finirla cara sorella che stanotte non abbiamo
certo una buona nottata?
TERESA -Vuoi mandarci anche la sperfotta, su questa casa?
GISELDA -Se poi non ci volete parlare, sono fatti vostri. (E riprende a cantare
Si sta voce te sceta in ta nuttata)
Niobe continua a bruciare incensi: la stanza piena di fumo.
NIOBE -Adesso c veramente troppo fumo, vi rovinate veramente gli oc-
chi datemi ascolto!
TERESA -Io laspetto qui Su questo telaio!
(alludendo a Giselda) Ma guarda come si guadagna essa il pane le diamo!
TERESA - Ospite!
CAROLINA -Ancora non lha capita?
TERESA - Amministratrice! A farsi pagare i fitti ufficio suo!
CAROLINA - Che faccia lamministratrice, che strafottente
TERESA - Io a Remo laspetto qui perch voglio sapere da lui, in persona
cos questa nuova Da Remo la voglio sapere
CAROLINA - Teresa, questa nuova, cosa?
TERESA - Questa nuova avventurada lui, da lui, dalla bocca sua
CAROLINA - Ma quale nuova?
TERESA - Quella di Adelina, che incinta e che c venuto pure il curato a
tastare il terreno
CAROLINA - B ma adesso a che serve? Cha pensato la Niobe a riaggiustarla
(e ridacchia) pratica di queste cose
TERESA - Che si vergogni, una volta tanto Dalla sua bocca la voglio ascoltare
CAROLINA - Dalla sua bocca
(a su quel bocca, Carolina ha un fremito di passione).
TERESA - Glielo faccio finire tutto questo gaudemus!
CAROLINA - A lui ed a quel mascalzone di Palle.
TERESA - Palle qui non entra pi in casa.
CAROLINA - A mangiare tutti i santi giorni
TERESA - A dormire quando piace a lui
CAROLINA -Deve andarsene! Via! Non siamo disposte a mantenere due bighelloni di questa specie!
TERESA - Remo poteva fare amicizia col figlio del conte? Hanno la stessa et. No, con Palle si deve fare amico.
CAROLINA - E poi un bravo giovanotto, il contino.
TERESA - Anche i fratelli, quattro ne ha, maschi. Gente altolocata
CAROLINA - E ha pure una figlia, il conte.
TERESA - Proprio bellina, graziosa, la contessina, no Carolina?
NIOBE - Ma che ha dodici anni, adesso
CAROLINA - (sottolineando) Adesso ha dodici anni. Ma tra quattro e cinque anni
TERESA - Remo, (sottolineando) adesso ne ha venti: a ventiquattro, venti-
cinque anni, per un uomo, unet canonica.
CAROLINA - E brava Teresa! Canonica!Tra quattro, cinque anni la contessina si dovr maritare si o no?
TERESA - E Remo a ventiquattro, venticinque anni si dovr pure sposare si o no?
CAROLINA - E che fiore sar la Contessina.
TERESA - E che virgulto, sar Remo
CAROLINA - Sembrano proprio dipinti, luna per laltro!
TERESA - E poi nobile.
NIOBE - Eh gi che nobile! Ma il conte proprio in miseria, non fa che rivoltarsi le giacche e la corona non sa neppure dove si troviCarolina?
CAROLINA - Certo che adesso quella corona proprio caduta in basso
TERESA - Il conte come sta adesso proprio in rovina. Ma le cose nostre, il podere, le case, questa villa sono cose solide.
CAROLINA - Il conto in banca, lazienda, sono cose solide. E quel cretino di Remo sta con Palle.
TERESA - Palle si siede a tavola col cappello in testa se uno non gli dice:lvatelo!
CAROLINA - S, lho visto! (cambiando tono) E proprio bellina la contessina no, Teresa?
TERESA - Che corredo avr quella contessina no, Carolina?
Sguardi ammiccanti tra le due, reazione di Giselda che canta le sue canzoni.
CAROLINA - Che corredo, Teresa!
TERESA - Il capolavoro delle Sorelle Materassi.
CAROLINA - Roba da museo
TERESA - E giusto un quattro, cinque anni ci vogliono
CAROLINA - Eh s! Di lavoro Almeno quattro anni quindi (cambiando tono)
- Ma tu la senti quella? La senti? Quella ci sa in agitazione, Remo che sta in
motocicletta e canta!
TERESA - Tu la senti? Io no mi turo le orecchie!
E si tura le orecchie
Un motore di motocicletta che si avvicina
Niobe corre subito alla finestra.
NIOBE -Eccolo, arriva, sia ringraziato Iddio
CAROLINA - Si ringraziata la Madonna. Teresa sturati
TERESA - Cosa?
CAROLINA - Sturati le orecchie E arrivato.
Teresa si stura le orecchie, sente il rumore del motore, raggiante.
TERESA - E tornato.
NIOBE - Avete visto che vi siete agitate per niente? Eccolo che arriva Remo!
Le due sorelle assumono tutto laspetto pi contegnoso ed indifferente che possono. Niobe attiva i fumi. Cosicch lentrata di Remo diventa una entrata metafisica tra fumi di vapore e tende socchiude. Entra Remo. Con la sua caratteristica nocetta in falsetto dice Palazzeschi.
REMO - Zi Te Zi Ca
Giselda si affaccia sul lavoratorio col suo risolino beffardo.
REMO - Zia Giselda(Silenzio. Remo si accende una sigaretta.) Zi Te, ma non lavorate troppo? Sono quasi le due.
TERESA - Vergognati.
CAROLINA - Canaglia. lei ci sta.
TERESA - Imbroglione A questora si torna a casa?
CAROLINA - E noi a sputare sangue tutta la nottata!
TERESA - Tu sei un perditempo Ecco quello che sei!
CAROLINA - Fannullone
TERESA - Sei uno sfaticato almeno tenessi un lavoro, lo capisci?
CAROLINA - Sai che ti dico, Remo? Non mi voglio pi importare di te, ecco
(Non le venuta bene la frase ed allora insiste, incespicando tra le parole) tu,
a me, chiaro? Non me ne importi pi Voglio dire (spiccando bene) che io di
te non mi importo pi. Di te. Oh!
GISELDA - Parlate chiaro sorelle che il signorino capisce solo la lingua dellinteresse
TERESA - Allora: (spiccando bene) io non voglio interessarmi mai pi di teParlato chiaro?
CAROLINA - Per parte mia io ti voglio (e qui la parola si impaccia una seconda volta) di-se-di-re-da-re Di-re-se-di-ta-re Non mi viene.
TERESA - Di-se-re-de-ta
CAROLINA - No, di-se-re-di-ta-re
TERESA - Sicuro, di-se-re-di-ta-re
CAROLINA - Io ti voglio di-se-re-di-ta-re
TERESA - Meglio, di-se-re-da-re
CAROLINA - E va bene: ti voglio di-se-re-da-re
Giselda rientrando dalla cucina, ridacchia. Le due sorelle quasi a ritmo.
TERESA - Di-se-re-da-re
CAROLINA - Di-se-re-da-re
Remo scoppia a ridere
REMO - Che? Che dite? una tarantella. Che sta parola? Te re tere ta re,
Tere te re tare Si balla? Vogliamo ballare, ziette?
GISELDA - Le ziette ti vogliono diseredare, togliere leredit, la capisci questa
lingua? Ti faranno restare come questo palmo di mano. Lo vedi?
TERESA - Noi ti diserediamo, detto chiaro chiaro!
Risata di Giselda
CAROLINA - Giselda, a casa nostra noi con Remo ci spieghiamo faccia a faccia con parole nostre e le capisce, lui!
TERESA - Non c bisogno della zingara per farle interpretare Noi ci spieghiamo bene.
Giselda ha un moto di stizza e torna verso la cucina.
GISELDA - (rivolta a Remo)Se tu non finisci subito questa vergogna
CAROLINA - E tutte le sere sono cos, tutte le sere sono cos.
TERESA - Noi ti mandiamo a fare il lavapiatti
CAROLINA - Lo sguattero!
TERESA - Il lavorante allofficina!
CAROLINA - Come il padre di quel tuo degno amico Palle il barrocciaio -
TERESA - Oppure visto che nella tua famiglia gi c un facchino il facchino! -
CAROLINA - Ecco, davvero: ti mandiamo a fare il facchino al porto, come tuo padre in Ancona
TERESA - Che ha fatto morire di crepacuore nostra sorella in Ancona di crepacuore!
CAROLINA - Di crepacuore ti piacerebbe fare il facchino al porto no?
TERESA - Bada, come vero Iddio, che ti d una labbrata! (e fa il gesto di dargli uno schiaffo)
CAROLINA - E togliti la sigaretta sempre tra le labbra, sempre in bocca
E anche a questo bocca altri fremiti si aggiungono in Carolina
Remo non si toglie la sigaretta dalla bocca
Sorride.
REMO - Zi Te Zi Ca beh, questa laccoglienza?
Le due zie chine nei loro pensieri a faccia rovesciata
Remo si avvicina alla cucina
Si affaccia Giselda
Le zie seguono con gli occhi questo movimento gelose.
REMO - Beh?
Giselda dalla porta della cucina
GISELDA - E tu diglielo una buona volta,che ti costa?
REMO - Dove ho mangiato? (ride) Glielo dico?
GISELDA - Tanto adesso te lo chiederanno.
Le zie si vedono rubare le battute da Giselda e sono in grande agitazione tra
loro, anche perch non sentono quello che i due dicono.
Giselda rientra in cucina.
Remo rientra verso il lavoratorio. Le zie si ricompongono.
CAROLINA -Hai mangiato?
REMO - S, forse
TERESA - Come forse che vuol dire Hai mangiato si o no?
REMO - S.
CAROLINA - E come? E dove?
TERESA - E con quali denari?
CAROLINA - Ma dove mangi quando stai fuori tutto il giorno?
TERESA - Chi ti d i soldi, Remo?
CAROLINA - Chi te li d?
TERESA - Chi sono questi amici con i quali tu mangi?
CAROLINA - Che poi la sera arrivano sempre altri amici che hanno fame e vogliono mangiare?
TERESA - Tengono tutti una sghescia
CAROLINA - Una sghescia? E che vuol dire?
TERESA - Fame Sghescia vuol dire fame
CAROLINA - Mai sentita.
REMO -AmiciAmici, che altro posso dire? Amici. Mi va di bere un bicchiere dacqua
Niobe corre in cucina
REMO -Zi TeZi Caavete gli occhi arrossati, stanchiAlle ziette la notte deve essere fatta per dormire Ai cuori giovani, no.
Niobe intende.
Remo beve lacqua. Il bicchiere dacqua brilla nella sua mano. Brilla come se un raggio di luce lo illuminasse.
TERESA -Cos verranno anche questa sera i soliti amici a fare baldoria?
CAROLINA -(ansiosa) ma Remo
Si avvicina a Remo e quasi lo attira a s.
(Con un sussurro) non son facinorosi, no? questi tuoi amici
Teresa imitando la sorella
TERESA - Gente poco per bene?...no?
REMO - Zia, sono amiciAmici State tranquilleDormite sodo tra due guancialiCi pensa Niobe a non far succedere nientein casa vostra.
TERESA - Tanto c Niobe, per stuzzicare lappetito.
CAROLINA - Si,sitanto c Niobe
NIOBE - Ci sono io se c bisogno di qualcosa
REMO - Zi TeZi CaQuesti che vengono a casa sono tutti amici. E se gli amici vengono, li posso scacciare? No, perch sono amici. Sarebbe maleducazione (ridendo) Vero Zia Giselda, che maleducazione?
e esce rabbiosamente dalla cucina.
GISELDA - Questa casa diventata una Torre di Babele! Tutto il paese lo dice, che in questa casa c sempre Carnevale.
REMO - ridendo anche verso la zia Giselda) Lo giuro che sono amicili conoscete tutti anche per nomeMassimo, LudovicoJimno? Anche tu li conosci beneTi ho visto che taffacci anche tu al finestrino zia Giselda
Giselda attraversa rabbiosamente la scena e sale le scale che portano al piano di sopra.
GISELDA - Basta! Glielo debbo dire io? Tutte le sere questo chiasso, questa cagnara Cose da scrivere in questura Cose da revolver Voi lo lasciate fareVoi permettete fesse mammalucche schizzapiscio
TERESA - La strulla si diverte a sparare sentenze.
CAROLINA - Sparare sentenze in casa nostra?
TERESA - Si fosse scordata che a casa nostra solo unospite, lei? Unospite!
CAROLINA - (Alzando la voce per farsi sentire) Una che si tiene per carit (e poi gridando) Ricordati bene Giselda che quando il napoletano ti dette un calcio in culo
TERESA -SuCarolinaNon trascendere
CAROLINA - Un calcio in culoe no! Lasciami direTeresa! In culo, in culo -Te lo sei scordato Giselda, che dopo che quello taveva usata e sforzata e sbertucciata davanti e di dietro come gli era parso e piaciuto e un calcio in culo ti dettetu qua venisti a bussare. Quaa casa nostra, e noi le fesse, le -mammalucche, le schizzapiscio noi ti abbiamo aperto le braccia, ti abbiamo ridato una casa, una famiglia, un tettoEd anche un letto, ti abbiamo ridato, o-no-ra-to! E tutto ci siamo scordato, GiseldaTutto Oh, in quanta abiezione tu sei vissuta!
TERESA - Abiezione la parola giusta!
Remo ha ascoltato in silenzio.
Teresa ha commentato tutta la battuta di Carolina con gesti di approvazione e di sdegno.
Non te lo scordare mai, mai, Giselda! Durante la battuta di Carolina Niobe si avvicinata a Remo. Le due zie stentano a placare i loro animi in ebollizione, fanno strani gesti nellaria, ripetono a denti stretti parole inintelligibili.
Remo fuma beato e sorridente.
NIOBE - E non le fare arrabbiare, povere vecchieproprio adesso che debbono cacciare altri denari
REMO -Altri denari? Perch?
NIOBE -Perch di te e Adelina lo sanno tutti. In Paese.
REMO -Bene, che lo sappiano.
NIOBE -Che incinta.
REMO -Ah, incinta?
NIOBE -Il signorino non lo sa?
REMO -Ed io no.
NIOBE -Allora, te la sposi?
REMO -E chi lo sa? Forse
NIOBE -E toccato a me andare e vendemmiare al paese e fare la novena.
REMO -Quale novena?
NIOBE -A San Giuseppe.
REMO -E che centra San Giuseppe.
NIOBE -E il padre putativo, si fa la novena e lui trova.
REMO -Bene. Cosa trova?
REMO -Chi?
NIOBE -Chi se la sposa, Adelina.
REMO -Ah! (fuma e ride beato) Bene. Allora lonore salvo.
NIOBE -Io a trovarlo e loro (indicando le zie) a tirar fuori i denari. E sono tanti.
REMO -E chi sarebbe?
NIOBE -E uno del paese mio, non timpicciare.
REMO -E se la sposa col figlio in pancia?
NIOBE -Paghi uno e prendi due.
REMO -E gi, come alle fiere di paese.
NIOBE -Come al mercato del marted
REMO -Allora tutto risolto. (alle zie) Zi TeZi CaForse mi faccio un bagno.
CAROLINA -A questora?
REMO -C forse unora stabilita per fare il bagno? Sono troppo sudato.
Remo spogliandosi rapidamente della giacca, della camicia, sale le scale che portano al piano superiore.
CAROLINA -Si fa un bagno.
TERESA -E non gli abbiamo chiesto di Adelina
CAROLINA -Visto? Ce ne siamo dimenticateComunque(fa un gesto come a dire la stessa cosa).
TERESA -Comunque s, ma mi capiter a tiro e la vergogna dovr tirarla fuori
CAROLINA -Ah certo che la vergogna gliela faccio tirar fuori anche io!
(Le due sorelle si rimettono a lavorare).
Niobe, ma che fanno gli amici di Remo quando vengono qui, in giardino?
NIOBE - Che fanno? vogliono mangiare e scherzare
CAROLINA -Ma chi sono questi amici, tu li conosci?
NIOBE -S, qualcuno lo conosco
TERESA -Ma cosa vogliono?
NIOBE -Mangiare voglionoe scherzare
TERESA -Scherzare, scherzareche vuol dire scherzare? Non che da te pretendono qualche altra cosa?
NIOBE -Noche dite, ma che andate pensandono.
CAROLINA -Non che portano donnacce in casa?
NIOBE -No, sono tutti maschi. Lunica femmina sono io.
CAROLINA -E come sono questi maschi?
TERESA -Maneschi?
CAROLINA -Energumeni?
NIOBE -Ah no. Sono tutti figli di cane, ma gli piace solo scherzare, cantare emangiare.
CAROLINA -Figli di caneSaranno curiosidi vedere, toccareNon vero?
CAROLINA -E tu quando strilliperch sentiamo che strilli tu, perch strilli?
NIOBE -Certo Signorine che mi diverto anchioa passare da un paio di braccia di qua ad un paio di braccia di l
CAROLINA -Cos fanno?
NIOBE -Si sono accorti che io soffro il solletico e io mi fanno scapricciare -
TERESA -(severa ma vogliosa) - E ti lasci scapricciare da ogni parte?
NIOBE -Ma non mi toccano neppure: fanno ghiri ghiri con le dita(ride) a distanza
Un forte rumore di automobili e di motociclette si avvicina alla casa.
NIOBE -Eccoli, eccoli!
CAROLINA -Anche stasera!
(PALAZZESCHI non dir mai se questo anche stasera di Carolina vuol essere un rimprovero oppure un gemito oscuro di desiderio) (Come anche se quei gesti inconsulti come aprirsi il colletto della camicetta, scomporre i capelli, tirar su le vesti che due sorelle fanno, vogliono essere gesti di rabbia, oppure rappresentare un inconscio aprirsi sensuale verso il mondo dei maschi).
Le Automobili, le motociclette si fermano nel giardino.
Si vedranno le luci sciabolare lalbero.
Vociare di ragazzi.
VOCI F.C. -Remo?...Remo?...
VOCE DI REMO -EccomiScendo
VOCI F.C. -(ritmicamente) Fu-neFu-neFu-ne
VOCE DI REMO Eccomi
Un applauso.
E Remo scende per la fune, passando davanti alla finestra.
Nel passare davanti alla finestra avverte Niobe.
REMO -Ni, prepariamo qualcosa? Non vero Ziette? Il bagno me lo faccio dopo
Scompare dalla finestra.
Le zie, scoperte loro quasi dshabill, restano immobili quasi trasognate.
Le voci tra risate e frasi indistinte.
Gli amici intonano Giovinezza, giovinezza
TERESA -Servono uova? Formaggio? Salame? Pane?
NIOBE -Ci penso io
CAROLINA -Il vino, Niobe, andiamoci piano.
TERESA -Due fiaschi basteranno.
NIOBE -S, sfaccio io. In dispensa c ogni ben di Dio.
Entra nella dispensa.
TERESA -Tutti maschi sono.
CAROLINA -Hanno sangue nelle vene.
Sempre pi eccitate le zie tirano fuori dalle tasche dei loro grembiuloni dei rossetti da guancia, belletti, creme. E si impiastricciano la faccia.
TERESA -E tu? Che ti metti a fare tutto sto rosso?
CAROLINA -Meglio la salute in faccia che sto nerofumoSembri una morta!
TERESA -E tu un peperone arrostito!
CAROLINA -Puzzi di cacio vecchio!
TERESA -E tu daringa affumicata!
Niobe esce dallo stanzino con un vassoio e, sopra, un cumulo di cose da mangiare. Vede le due zie intente nel trucco e nel litigio. Sorride. Esce, discendendo le scale. Viene accolta dopo qualche istante da un grido festoso. Le Zie si affacciano alla finestra e tentano di vedere che succede.
TERESA -Senti Massimo. Lo vedi?
CAROLINA -No, vedo Sergio
TERESA -C anche SergioSenti Francesco.
CAROLINA -Brunoeccolo l, quello Bruno.
TERESA -Alfredochiss che faccia ha.
CAROLINA -Gianni, s. C pure luieccolo l
TERESA -Sempre sotto il portico si mettono
CAROLINA -Ci hanno visto?
TERESA -NoE poise ci avessero visto
Voci forti, applausi.
Hanno visto gli affettati, ne sono sicura. Gli affettati fanno sempre questo effetto.
Niobe strilla ridendo.
CAROLINA -Ora abbracciano Niobe. Senti gli strilli.
TERESA -Le faranno ghiri ghiriPoverina.
CAROLINA -Senti come strilla: Lasciatemi starelasciatemi stare
TERESA -Senti la voce di Palle.
CAROLINA -Perch pensavi che non ci fosse Palle?
TERESA -Sono tutti maschi, ma come bello Remo.
CAROLINA -Vicino a quelli? E bello come una statua
TERESA -Come un dio
CAROLINA -Greco.
TERESA -Che spalle
CAROLINA -Grandi.
TERESA -Che braccia
CAROLINA -Forti
TERESA -Che mani
CAROLINA -Morbide
TERESA -Come ti sanno carezzare
CAROLINA -Io cho una languidezza strana nel corpo
TERESA -Ho una languidezza strana anchio
CAROLINA -Teresache sar?
TERESA -Sar la primavera.
CAROLINA -Senti come profuma il gelsomino.
Carolina si apre la camicetta come se non potesse respirare.
Teresa si scompone i capelli e li scioglie.
Il vociare dei ragazzi forte.
CAROLINA -Remo
TERESA -Remo
CAROLINA -Aah!
TERESA -Aah!
(Con due Aah Palazzeschi se la sbriga. Ed io con Lui)
Le zie fanno scivolare dalle spalle i loro abiti severi. Un sorriso beota e beato invade le loro facce. La scena si abbuia mentre viene su la musica. Musica che pu essere lo dicevo allinizio o tragicamente sentimentale (organino? orchestrina?) come anche trivialmente farsesca. Cos infatti la farsa se non una tragedia per ridere? Quelle due gazze dipinte e truccate non sono ambivalenti nel loro significato? Non possono far ridere e piangere allo stesso tempo? Musica, allora. E per qualche tempo, a scandire il tempo di questa commedia, sospesa nellaria.
FINE DEL PRIMO QUADRO DEL PRIMO ATTO
E estate
trotta, trotta cavallino
Scena: stesso ambiente, giorno pieno. (Senza ovviamente le pezze stese del primo quadro messe a profumarsi) le foglie dellalbero che si vede dal finestrone sono verdi.
Le zie stanno provando (sbuffando, scambiandosi occhiate eloquenti, motteggi) la combinazione Giglio addosso alla Contessa.
Contessa. Una donna dai quarantacinque ai cinquantacinque anni. Giovanile e atletica. Si fa passare di nazionalit russa. Bella donna, formosa, aggressiva.
Giselda sta ancora bene. Ma lo sar ancora per poco.
TERESA - La pettola va rinforzata.
CONTESSA - Si, qui, vero.
CAROLINA - La rinforziamo signora contessa, la rinforziamo Lasciate fareChe caldo! Se permettete tiro il capuzziello Cos che la pettola si stringe, trattiene mantiene e sostiene..
CONTESSA - Cosa? Non capisco.
CAROLINA - La parte di sopra della combinazione giglio, che deve sembrare proprio il fiore di Firenze...
TERESA - Ci mette un punto, mia sorella, che poi lei la vera sarta piena di fantasia Pure troppa.
Non si respira. Verr a piovere.
CAROLINA - Dice sempre mia sorella, che invece la maga del ricamo che io invece di fare combinazioni, mutandine, lenzuoli, camicie da notteDo fiato alla lingua come un mulino con tutte le pale a vento
CONTESSA - Cosa?
TERESA - Dico solo che chiacchiera, Contessa. Giselda nello stanzino stira; canticchia le sue canzoni.
Contessa, vi potete rivestire per oggi abbiamo finito. E Dovete pure sbrigarvi a tornare in villa, Contessa, perch fra poco scoppia un temporale
CAROLINA - S, s un temporale estivo. Improvviso. Meglio sbrigarsi, Contessa.
CONTESSA -No, non abbiamo finito, oggi voglio provare tutto anche altre combinazioni
TERESA -Contessa no, ce ne basta una.
CAROLINA - Provare, provare, su (e va dietro un paravento per spogliarsi e mettersi una vestaglia)
Le controscene delle zie sono tutte a tema: vogliono sbolognare rapidamente la contessa dalla casa perch sta per arrivare Remo e non vogliono che i due si incontrino.?
CAROLINA - Possono rovinarsi, sono appena imbastite...
Ma questa che vuole?
TERESA - Questa la sto aspettando.
CONTESSA - Su, altra combinazione, e poi provare sottoveste, e poi provare mutandine...
(Carolina le passa una combinazione sopra il paravento)
CONTESSA - Che bello venticello su corpo, venticello galante rubacuori
Come canzone Remo vostro nipote?
Reazione delle zie.
TERESA - S nostro nipote.
(bassa voce a Carolina) Hai visto?
CAROLINA - figlio di nostra sorella morta in Ancona
Giselda canta Guapparia: ma entussecosa assai sta serenata
CONTESSA - Gi, gi (esce dal paravento) Chi canta laltra vostra sorella?
TERESA -Si, altra, altra.
CAROLINA - vissuta tanto tempo fuori casa
TERESA - nata qui in casa, ma poi ha vissuto tanto tempo fuori (un gesto per dire molto lontano da qui)
CONTESSA - Vissuta?
CAROLINA - Si, vissuta, vissuta (un gesto per dire anche tanto)
CONTESSA -Allestero?
CAROLINA -Eh! A Napoli.
CONTESSA -E il padre di Remo?
CAROLINA -Morto, grazie a Dio!
CONTESSA -Come, grazie a Dio? Non buono marito? Non buono padre?
TERESA -No, altroch buono, buono
CAROLINA -No, proprio un santuomo. Buono. Ma aveva un difetto.
TERESA - Oltre a quello che non era delle nostre parti marchigiano eradi Ancona. Voleva fare il marinaio
CAROLINA -Ma questo non era un problema. Il problema che non lo faceva, il marinaio
CONTESSA - E che faceva?
CAROLINA - Stava sempre a tirar pietre ai gabbiani, sai che divertimento! Faceva pranzo e cena con pane e lardicello, sai che nutrizione Si grattava sempre la panza, sai che fatica Capito?
CONTESSA - No capire.
TERESA - Contessa: disoccupato, era sempre disoccupato.
CONTESSA - Ah, si, capito. Bel giovanotto Remo.
CAROLINA - Scusate signora contessa adesso con la spilla, spero di non farvi male.
CONTESSA - (evidentemente punta) Hai, niente, e canta bene, no, altra sorella?
CAROLINA - Si la sorella napoletana canta sempre? C a chi piace e a chi no.
A me no.
CONTESSA - Che parole dice la canzone? Non capire. Tussecosa che vuol dire?
TERESA -E entussecosa assai sta serenata Vuol dire che una serenata intossicata
CONTESSA - Come? In tossi-
CAROLINA - Avvelenata, capisce? Veleno.
CONTESSA - Canta di rabbia, capito? (E ride)
CAROLINA -Teresa, tieni stretta la fortezza, stretta (tirano entrambe per stringere) Troppo stretta signora contessa?
CONTESSA - No, non troppo stretta, per movimento corsa.
TERESA -Voi siete molto sportiva, vero Contessa? Lo sappiamo tutti qui in paese corse, salti, capriole
CAROLINA -Vi si vede di pi a buco-culonzi che in piedi. (la contessa ride)
TERESA - Vedi che ha capito, la signora Contessa?
CAROLINA - E adesso quassotto, come ce lo faccio il sottoculillo? Tira, Contessa? Stringe?
CONTESSA - (ride) come dite? Sotto cu? Si chiama?
TERESA - Ma no, Carolina, ti sbagli, quello non si chiama sottoculillo
CAROLINA -Si chiama sottoculillo la pezzetta sotto che raccorda la parte davanti e la parte di dietro per le camicette dei bambini sottoculillo.
TERESA -Si, per i bambini. Non sia mai per le signore. Per le signore si chiama scalorcia. Questa una scalorcia.
CAROLINA -Veramente si pu dire anche catenaccio. Essa per me, per esempio, si pu anche chiamare un catenaccio.
TERESA - Essa la pezza, sintende.
CAROLINA - Sintende. Catenaccio. La Contessa fa segno di non capire.
TERESA - Sempre la pezza.
CONTESSA - Tanti nomi per uno solo pezzo piccolo di stoffa?
CAROLINA - Anche scamorza, se per questo Tanti nomi ci sono Contessa per la stessa cosa.
CONTESSA - Scamorza?
CAROLINA - Dal verbo italiano: scamozzare, tagliare, separare Nellinforcatura Una gamba va di qua, una gamba di l. E quindi la pezza che separa si chiama scamorza;
CONTESSA - Capisco, capisco.
A Remo piace inforcatura.
TERESA - Cosa?
Ride la Contessa
CONTESSA - Si, inforcatura di motocicletta una gamba di qua, una gamba di l
CAROLINA - A Remo piace correre
TERESA - Correre la cavallina
La cavallina!
CONTESSA -Corre? Va a cavallo? Bene. Bello sport, cavallo Anche cavallo, inforcatura Una gamba di qua, una gamba di l
Giselda sta stirando i pantaloni di Remo, proprio sul cavallo. E sar una coincidenza curiosa, ma quella coincidenza le fa saltare i nervi.
GISELDA -Anche il cavallo, adesso, anche il cavallo dei pantaloni
Getta via i pantaloni, afferra un ventaglio e si fa vento.
CAROLINA -Contessa anche questa combinazione provata. Altre imbastite non ne abbiamo.
TERESA - Non c pi altro da provare.
CONTESSA - E le sottovesti? Queste non sono mie? Voglio provare (e va dietro il paravento) Dunque Remo va a cavallo? Remo sportivo, io in Russia, mio marito non sportivo, mio marito che morto non sportivo Invece qui, gambe allaria e braccia allaria, libert, cervello intatto Giovinezza Oh io sono vecchia ormai
CAROLINA - Che dite
TERESA - Ma no
CONTESSA - Ho gi raggiunto i trentanove anni
CAROLINA - E la culla
CONTESSA - Je suis grecque
CAROLINA - Come ?
TERESA - Dite ?
CONTESSA - Voglio dire : Grecia.
CAROLINA -Volete una greca? Sostenuta a pagliette? La volete sullorlo? A punto inglese?
TERESA - Ecco da dove nasce il dio greco E quella che sparge la voce
CONTESSA - E voi italiani siete figli di greci E vostra giovinezza italiana di dei, di soldati, di sportivi Discobolo, pugilatore Io sono greca.
TERESA - Ho capito Contessa. Adesso tutto chiaro.
(a Carolina, a bassa voce) Lha visto.
CAROLINA - Chi ha visto?
TERESA - Remo, la Contessa lha visto. Magari al fiume.
CAROLINA - Magari nudo.
CONTESSA - I miei amici sono tutti sportivi, tutti campioni, avanguardisti, come dite voi in ItaliaLotta.
TERESA - Si, tutti i generi di lotta Sottosopra
CONTESSA - Dans sa chaleur giovinezza italiana essere come sole riscalda.
CAROLINA - Avesse trovato il termosifone, quella!
CONTESSA - E qui in Toscana, ho trovato luomo!
CAROLINA - Chiss Diogene come se ne sar preso a male?
CONTESSA - Come? Chi essere Diogene?
CAROLINA - Quello cercava luomo e si sar detto: ma guarda un po chi lo ha trovato! La Contessa!
TERESA - Contessa, allora la sottoveste labbiamo provata. Non abbiamo pi nulla da provare allora vi aspettiamo la prossima settimana, va bene Contessa? E fate presto che sta per piovere
CAROLINA - Meglio fra due settimane. Abbiamo le nozze della marchesa Giovanardi Che va equipaggiata completamente. Non lo ricordi, Teresa?
TERESA - Gi, tutto il corredo da ultimare
A ben rivedervi allora Contessa, non prima di tre settimane.
CONTESSA - Aspetto io.
TERESA - Dovete aspettare.
CAROLINA - Purtroppo dovete aspettare.
La Contessa dietro il paravento si aggiusta labito
CONTESSA - Aspetto io!
Uscendo da dietro il paravento e sedendosi su di una sedia:
CONTESSA - Aspetto io!
TERESA - Ma non dovete aspettare adesso, qui (risatina) Nohe
CAROLINA -No, adesso no (risatina) Tornate altro giorno.
(una franca risata)
CONTESSA - Gi, gi adesso no, altro giorno, torno si, certo che torno Vostro lavoro ricamo, eccellente, migliore di tutta Italia.
CAROLINA - Si, grazie, commossa Quattro settimane. Fra quattro settimane va bene?
CONTESSA - Torno, torno
TERESA - E certo che torna questa.
CAROLINA - E la prossima volta vi facciamo incontrare Remo, la prossima volta.
CONTESSA - (non raccogliendo linsinuazione) Io so Remo non salire in camera con scale, ma con fune fuori finestra vero?
CAROLINA - Vero, vero
TERESA - Gli piace cos, con fune
CONTESSA - Quella? (indicando la fune che si vede attraverso la finestra)
CAROLINA - Quella.
CONTESSA - Bravo, bravo, bello muscolo.
Giselda a voce alta, ha ripreso a stirare.
GISELDA - Gli faremo fare il pompiere, al bello muscolo.
CONTESSA - Chi ha detto pompiere? Divertente!
TERESA -Macch pompiere, Contessa: quello sar il padrone del podere, delle case, di tutto
CAROLINA -Gli diamo tutta leredit. E sposer la contessina Rigabui che l tanto bellina e giovane
Un forte rumore di automobile che si avvicina e si ferma
TERESA - Sar la Marchesa Bendondi Ma saspettava per oggi, Carolina?
Niobe entrando accorre alla finestra, poi stupita:
NIOBE - E Remo, Remo in automobile.
Le zie, la Contessa, si affacciano alla finestra. Si ritraggono.
Anche Giselda arriva.
Si affaccia e le cade Remo tra le braccia, arrampicatosi sulla fune.
REMO - Zi Te Zi Ca Zia Giselda
CONTESSA - Sportivissimo Remo!
REMO - Abitudine. (affacciato alla finestra) Palle aspetta fuori, ho ancora bisogno di te.
TERESA - Figurarsi se non cera anche lui!
CAROLINA - Sempre tra i piedi, sempre tra i piedi
CONTESSA - E bravo! Ginnastica, prima salute.
vostra Remo quella automobile?
REMO - (sfidando le zie) S, mia.
Reazione delle zie controscene: come, sua? Tu lo sapevi? Io no! Io neppure, impazzito.
CONTESSA - Finalmente, bravo Lavete comprata ora?
REMO - Oggi.
TERESA - Come, oggi?
CAROLINA - Oggi hai comprato la macchina?
Giselda che era tornata nel suo sgabuzzino esce inviperita e furente.
GISELDA - Questo ci vuol rovinare tutti! Chiedetegli adesso adesso chi gli ha dato i soldi!!!
REMO - Si, lho comprata oggi.
CONTESSA -Non perdete tempo.
REMO - Se occorre.
CONTESSA - Tenete mire alte.
REMO -Quando si pu, perch tenerle basse,
CONTESSO - Gi certo
REMO - Vi sono al mondo, cara Contessa, delle donne
CONTESSA - (ridendo) Vi sono al mondo ancora delle donne?
REMO - (ride anche lui) Vi sono delle donne che danno poco in cambio di molto. Ma fortunatamente ci sono al mondo delle donne che danno tutto, in cambio di poco o nulla.
CONTESSA - E voi le avete trovate?
REMO - E chi lo sa? Forse.
CONTESSA - Ma bravo, mi complimento davvero. Vado adesso.
REMO - Volete essere accompagnata, Contessa?
CONTESSA - (speranzosa) Si, grazie.
REMO - Palle Accompagna la contessa alla villa. Dai.
La Contessa non sa celare a sufficienza un suo disappunto.
Cos Contessa provate la macchina
CONTESSA -Insegner anche vostro amico, scorciatoia?
Reazione delle zie.
REMO - Si, anche mio amicobrava perch no?
CONTESSA - Signorine Materassi.. Arrivederci, a presto.
TERESA - Signora Contessa. Arrivederci.
CAROLINA -Se proprio vogliamo essere sicure, facciamo tra cinque settimane
TERESA -S, sfra cinque settimane. Va bene?
La Contessa esce
Silenzio
Tensione tra le zie e Remo
Remo si accende una sigaretta
Rumore dellautomobile che sallontana.
REMO - Insomma, che volete da me?
TERESA - Vederci chiaro.
REMO - Su che?
TERESA - Su come hai avuto la macchina;
REMO -La macchina mi necessaria, mi indispensabile, debbo aprirmi una carriera, debbo crearmi uno stato, non posso continuare cos.
CAROLINA - Una carriera?
REMO - Eh gi. Spero di ottenere la rappresentanza per tutta la regione di questa macchina.
TERESA -Una rappresentanza?
REMO - Sapete che vuol dire? Che questa macchina io la vender in esclusiva.
CAROLINA - Esclusiva?
REMO - E poi la bella macchina a chi la possiede rende molti servizi, il carro tiene bel carruggio, come dice un proverbio, una bella rendita come un bellabito, come un bel corredo E voi dovete pur capirlo a che serve un bel corredo, no? Li fate
CAROLINA - Che centra il corredo?
TERESA - Per questo centra, centra Carolina, non hai capito?
REMO - Il mondo fatto in questo modo, ZiTe in questo che dico io
CAROLINA - E come hai fatto a pagarlo?
REMO - Se vi avessi chiesto aiuti me li avreste negati. Quindi ho fatto in altro modo. Che vi interessa? Li trovo io, i soldi.
TERESA -Invece altro che, mi interessa proprio saperlo. Questa una casa senza misteri, siamo un libro aperto. La nostra vita sempre stata alla luce del sole.
CAROLINA - Dimmi Remo, (e gli si avvicina cercando di parlargli bocca a bocca)
hai a che fare con la malagente? I soldi li chiedi a loro?
CAROLINA - Ges, a rate.
REMO - Entro domani debbo pagare la prima rata.
TERESA - Allora la macchina non stata ancora pagata?
REMO - No, fino a questo momento.
TERESA - E tu avrai la somma domani?
REMO - Avr la somma.
TERESA - E dove la prendi?
REMO - Vi ho detto che non vi deve interessare.
TERESA - Eh no, ti ripeto, ci interessa. Dove li prendi questi soldi?
REMO - Vi ripeto che non vi deve interessare
CAROLINA -Non possiamo permettere.ammettere provenienze illecite. Dove prendi il denaro? (tesa, infiammata) Dalla contessa russa? lei che ti paga la macchina?
REMO - A titolo di prestito amichevole, perch no?
CAROLINA - (gemendo e gridando) No, No!!! Da quelle no, da quelle no!!!
Non si pigliano denari da quelle femmine Quella una strega, sappiamo bene che vuol dire la loro amicizia
Carolina gli si stringe al petto, cercando la bocca di Remo.
vero, no? vero, no?
Teresa gelosa si avvicina a Remo e lo strappa dalla sorella.
TERESA - E come farai a restituirlo il denaro? Dillo, dillo
REMO - Quando mi sar possibile
TERESA - La prima rata di quanto ?
REMO - Dodici mila lire.
CAROLINA - Dodici mila lire?
REMO - Sentite tardi, appena torna Palle debbo andare, stasera non ceno a casa
Le zie si guardano indecise.
CAROLINA - Dodici mila lire (il tono: non sarebbero mica tante)
TERESA - Certo, dodici mila lire (il tono: ce le abbiamo dodici mila lire) Senti.
CAROLINA - Dodici mila lire (il tono: in fondo sono solo dodici mila lire)
TERESA - Senti, se vero che macchina ti necessaria
CAROLINA - Ma ti deve essere veramente necessaria
TERESA - E ti serve per crearti uno stato, per aprirti una via No, Carolina?
CAROLINA - Si, si se serve veramente per aprirti una via
TERESA - Noi (e riceve lassenso di Carolina) abbiamo deciso di pagartela.
CAROLINA - Te la paghiamo tutta la macchina.
TERESA - Soldi ne avremmo spesi per farti studiare: non hai voluto.
Ma ad un patto.
CAROLINA -Ad un patto, Remo. Che tu ci assicuri che con quella donna non avrai pi nulla a che fare.
TERESA -Eh, caro Remo, certe cose le veniamo a sapere pure noi che stiamo chiuse qua dentro tutto il giorno a lavorare..
Entra Niobe con un cesto di biancheria
CAROLINA - Il paese chiacchierone, pieno di malelingue di gazzette ufficiali tutto un ciu-ciu il paese. vero Niobe? E sappiamo anche cosa la scorciatoia che essa deve insegnare pure a Palle Ti tutto chiaro?
REMO - Perch voi pensate che io sia lamante della Contessa? (ride) Ah! Ah!
TERESA - Noi di quella donna non ne vogliamo pi sapere! Delle sue mutande, delle sue camicie Se le vada a far cucire da chi le pare, che chi vuole, anche allinferno.
Carolina si getta rabbiosamente ad afferrare le combinazioni, le camicette, le mutandine che la contessa aveva provato.
CAROLINA -Ecco Ecco Ecco E questa Anche questa Ecco Tutte qui adesso faccio il pacco, la carta Fatto.
REMO - Allora, ZiTe Zi Ca ci penso io a non farla pi tornare la Contessa Gliele riporto io, alla villa, le sete, i pizzi, i ricami, le combinazioni, le mutandine Contente?
Le zie non sarebbero contente: potrebbe essere un trucco.
NIOBE - No, non vi preoccupate signorine Alla Contessa le pezze ce le porto io.
REMO -Va bene. Niente pi contessa. Ma ad un patto.
Che questa sera ZiTe ZiCa inauguriamo insieme lautomobile
Vi truccate, vi vestite e vi porto in citt
Zelda si affacciata al laboratorio stupita, quasi incredula.
Vi dicevo che non cenavo a casa Ceniamo insieme ZiTe ZiCa Vi porto fuori, facciamo festa.
GISELDA - Il domatore fa sul serio stavolta Scimmie ammaestrate, proprio scimmie
Remo afferra le due zie alla vita. Entrambe sembrano rinascere alla vita. Sorridono felici. Imitando con la voce il suono di una orchestra fa loro ballare un valzer a tre. Niobe batte a ritmo le mani., risate, mossette, sembra un gioco di prestigio.
GISELDA - Proprio scimmie scimmie.
Quasi ammirata di Remo.
Ma guarda come capace, Remo, un mago, un prestigiatore a maneggiare le femmine. A rovinarle!
esce salendo su per le scale rapidamente. Un valzer tra risate ed allegria.
REMO - Adesso mi faccio una doccia. E fatevi trovare pronte. Tanto voi, lo so bene, a farvi belle ci mettete un batter docchio.
Un urlo di Giselda, dal piano di sopra.
Giselda scende convulsamente le scale.
GISELDA - Ma insomma diteglielo voi. Che scostumato.
Nudo m passato avantiBrutto porco! Indecente! Mascalzone! Diteglielo voi se roba questa da sopportare Nudo! Davanti a me. Porco. Le zie prese in contropiede ridacchiano.
Voce di Remo dallalto.
REMO - Zie? Ziette? Chi strilla? Che successo. Vengo a vedere.
Carolina e Teresa con un gesto incontrollato si precipitano alla fine della scala evidentemente per vederlo anche loro nudo.
Si accorgono di questa eccessiva rapidit e si vergognano, guardandosi come bambine colte in fallo.
Appare Remo dallalto: coperto da un amplissimo telo di cotone. Che lascia per aperture e visioni per chi volesse aprire e vedere.
Scende le scale come una sciantosa.
REMO - Beh? Che successo? Non perderete mica tempo, no? Impaccio delle zie.
Giselda risale le scale a testa bassa.
Tutto sto chiasso perch zia Giselda mi ha visto nudo?
Ma io sono parente.
La zia Carolina batte le manine fanciullescamente.
Zia Teresa si impettisce bella e sensuale.
Niobe ride allegra ed ammiccante.
Musica.
La luce va gi su questi cenni, di volti e di espressioni.
FINE DEL SECONDO QUADRO DEL PRIMO ATTO
Lautunno fa cader
Le ultime foglie
Scena :la stessa. Lalbero che si vede dal finestrone ha foglie color ruggine. autunno.
Carolina lavoro una cucitura di un ricamo a macchina.
Questa macchina da cucire gi un segno di decadenza, anche se apparentemente un segno del progresso.
Teresa ricama a mano, con identica solerzia e bravura. Rifinisce.
Il laboratorio pi simile ad un negozio: decine e decine di scatoloni: luno sullaltro a formare stipi, sciffoniere.
Anche telai campeggiano sotto le luci (diverse dalle precedenti, moderne) ma almeno per il momento sono inutilizzati.
Le due sorelle lavorano in silenzio.
CAROLINA - Teresa, e finiscilo quel ricamo. Ci stai sopra manco dovessi ricamare la stola al Santo Padre
TERESA - Altri tempi quelli della stola.
CAROLINA - Altri tempi
TERESA - Che brutta gente c adesso gente mediocre.
CAROLINA - Gente nuova che comanda Certo la svizzerotta fa miracoli.
TERESA - La svizzerotta fa solo i punti base. Quelli artistici no. Certo ti fa risparmiare tempo. Io per non la potrei usare mai.
CAROLINA - Se penso che impiegavo per fare un orlo anche unora e mezza, e adesso lo stesso orlo cinque minuti
TERESA - Tu speri che mi metta a gridare: viva il progresso.Questo non progresso: solo velocit. Io sempre a mano rifinisco. Con la macchina non mi ci vedrai mai. Il ricamo si fa a mano, a macchina non ricamo. una cosa che gli rassomiglia, ma non ricamo.
CAROLINA -Ma quelli, i clienti nuovi, che ne sanno la differenza tra i punti fatti a macchina e quelli fatti a mano? I ricami, quelli, e quando li hanno mai visti? Lalta scuola del ricamo giusto le monache la conoscono ancora.
TERESA - Certo quando erano le marchese, le contesse a farsi il corredo, quelle il ricamo tra merletti e trine erano nate, lo conoscevano e lo riconoscevano.
CAROLINA - Ne sapevano quasi pi di noi, certe volte.
TERESA -E adesso, invece? Che ne so... la moglie del farmacista... certe mezze calzette... lAssuntina, di Fringuello, la Pantera, la Bullegia, la Fracassa
CAROLINA - Poverine, vengono con i soldi in bocca e noi non si pu dir di no. Anzi per questo meglio cos, non ti ricordi i debiti che ci lasciavano i nobili?
TERESA - Pensa tu se, chesso, la Cesira del Casanova conosce la differenza tra un punto di figura ed un punto imbottito? Per per il suo matrimonio ci ha ordinato ventiquattro di tutto, come una principessa
CAROLINA - Pensa tu se le chiedi: signorina, perch vanno chiamate signorina, signorina il corredo lo volete tutto a punto Valmarana? Che poi la tua specialit, proprio un bel punto a filza, a fili scambiati, un ricamo fitto e lieve al tempo stesso sai quella che faccia far: e che ?
TERESA - Il punto Valmarana? E chi lo riconosce pi.
CAROLINA - Ai clienti nuovi interessa solo la striscietta;
TERESA - La striscietta come sopra scritto Sorelle Materassi Quelli sanno dire solo Sono belli, sono belli E toccano tutto con quelle manacce. I ricami vanno tenuti su con due dita.
CAROLINA - Anche la moda brutta.
TERESA - una moda strana.
CAROLINA - Tutti questi vestiti risicati, tisicuzzi. Lintimo di qualche anno fa non serve pi.
TERESA - No, lintimo non serve.
CAROLINA - Lintimo abbondanza, e labbondanza finita. Anche in casa nostra. Quanto ci costa Remo.
TERESA - I soldi spariscono alla bella regina Quanto ci costa Remo.
Entra Giselda. Un po stanca, tirata.
GISELDA - Sono stata in citt.
TERESA - Hai fatto il giro?
GISELDA - Ho fatto il giro.
CAROLINA - Ti sei ricordata di passare da Untersteiner? Adesso lordinativo delle venticinque paia ce lo ha firmato o no?
TERESA - Sei passata da Bors a via Cavour, che fine hanno fatto le lenzuola?
GISELDA -Si, ho visto Untersteiner e sono passata da Bors. E sono passata anche in banca. E sono riuscita a mantenere allo stesso punto il tasso, anche se il conto scende, scende. Il direttore ce lo voleva abbassare.
TERESA - Ma tu sei amica del direttore
GISELDA - Sono amica, sissignore! Ho incontrato per il Corso, Filze oppure gente come quella la debbo chiamare il signor Filze?
TERESA - Beh?
CAROLINA - E allora?
GISELDA - Che risposta dovevo dargli?
TERESA - Quale risposta?
GISELDA - Ma se quello, il signor Filze insiste e piglia collera e sinfuria e grida: Voglio i soldi miei, in pieno Corso. E minaccia. A voce bassa. Che possa sentire solo io. Io che risposta gli debbo dare? Gli faccio una cantatina:
(cantando)
Non mi fate
non mi fate
ramanzine,
tanto Remo
tanto Remo
pagher!
Perch sappiamo bene tutte che prima o poi pagher lazienda.
TERESA - Lazienda non responsabile dei debiti di Remo!
GISELDA - E se il signor Filze viene qui a casa vostra a chiedere i soldi con larietta che tiene, voglio vedere se lazienda non caccia fuori: trentacinque mila lire, una sullaltra.
CAROLINA - Ges trentacinque mila.
GISELDA - Avete sentito bene, trentacinque mila lire. Perch io in citt ci vado tutti i giorni a mostrare la mia faccia in giro. A me, a me vengono a chiedere i soldi, a me. Per le strade ho una fila di creditori di Remo. E chi mi fa la posta, chi mi aspetta al varco Chi mille, chi cinquemila, chi ventimila lire. A Filze, al signor Filze, i trentacinque mila, tutti, li pagher i debiti lAzienda.
TERESA - No, non li pagher lazienda i debiti di Remo, li pagher lui!
GISELDA - Stupide che siete, grulle, babbuasse Li pagher lazienda, cio voi, perch il conto in banca a firma vostra.
TERESA -Certo che lo . Vorrei vedere che non lo fosse.
GISELDA - Certo che sono soldi vostri. Li pagherete voi, io certo no. Io non ho firma in banca e non tengo una lira, anche se porto io i clienti e mi faccio un mazzo cos. Per in questa casa sono un ospite. Mi tenete come una lavorante. Conto meno della serva. Perch voi mi avete accolto in questa casa per piet. Come un gatto rognoso. Per servo a far sorrisi ai clienti e direttori di banca perch io sono puttana.
TERESA - Alt Giselda, ti sta girando il cervello? Alt. Alt.
CAROLINA - Anche stamattina ti sei svegliata col buco rovesciato?
TERESA - Tanto per mettere in chiaro: i soldi in banca sono di Teresa e di Carolina Materassi. Il podere di Teresa e Carolina Materassi. Le case sono di Teresa e Carolina Materassi. La villa
GISELDA - Lo so, lo so, lo so, tutto vostro, tutto vostro!
CAROLINA - Oh Gise! Ti fosse venuto lo sfizio dalzare la voce in casa mia?
GISELDA - Oh, io non mi permetto dalzare la voce, io sono una lavorante
TERESA - E sempre per mettere in chiaro, Gise. Tu in questa azienda sei una lavorante e noi le padrone, chiaro? E se ci piace spendere i soldi nostri siamo padrone di spenderli come ci pare, chiaro?
GISELDA - Io per alle sorelle padrone glielo debbo dire in modo che capiscano, che il conto in banca scende, scende a vista docchio, perch al vostro nipote scorretto e mascalzone, i debiti voi glieli coprite tutti.
CAROLINA - Noi non glieli copriamo tutti. Se rischiamo di trovarci dalla sera alla mattina come nostro padre fallite.
Pausa. Giselda esce.
TERESA - Il conto scende, vero?
CAROLINA - Lo sappiamo bene.
TERESA - Niobe?
CAROLINA - Non si vista nel pomeriggio.
TERESA - Star gi dalle scolare.
CAROLINA - Certo. A furia di stare con noi qualcosa sa insegnare pure lei.
TERESA - Gi, le scolare imparano subito e male fanno trum-trum con la macchina e gi si credono che sanno ricamare. La macchina uninvenzione diabolica.
CAROLINA - Per rende. Ne abbiamo sette di scolare gi dabbasso e rendono anche loro.
TERESA - S, per i punti base. Senti, si va a vedere gi sotto che fanno, le scolare che rendono?
CAROLINA - Cos si conta le federe, a che punto siamo.
TERESA - S s le federe e le lenzuola.
Escono scendendo per la scala.
Un tempo, coperto dal rumore delle macchine da cucire di sotto.
Entrano Niobe e Remo.
Niobe si riassetta gli abiti, i capelli.
Remo scuro in volto.
NIOBE - Scaricati, ti si sono scaricati i nervi? Che chai? Hai una faccia scura scura
finito tutto adesso? Stavamo cos bene prima.
Sembri un diavolo.
Ti servono altri soldi?
Remo fa un gesto per indicare tanti
Tanti? Sai che il mio libretto io lho finito per farti stare tranquillo qualche volta. Tanti?
Remo un gesto per indicare tantissimi
Vergine santa e quanti?
Sta sereno, le zie te li daranno, te li hanno sempre dati.
Ventimila?
Remo anticipa ogni cifra con un gesto di pi.
Trentamila? Cinquantamila? Centomila?
Madonnina!... cinquecentomila?
Remo fa cenno di s con la testa.
Madonnina e qui non bastano le zie Qui ci vuole la Banca dItalia!
Remo tira fuori una cambiale.
REMO - No, basta una cambiale.
NIOBE - Una cambiale?
proprio necessario una cambiale?
REMO - Indispensabile.
NIOBE - E dove li tirano fuori i denari? Quel poco che resta in banca, dice la zia Giselda, poco Poco.
REMO - Venderanno il podere e le case: cifra tonda, cinquecentomila. E ben valutati.
La villa resta, la casa, lazienda, il tetto. Hanno le mani doro, che vogliono di pi? Si tireranno su in men che non si dica.
Anzi meglio che glielo vada a dire subito.
Dove staranno?
NIOBE - Gi in laboratorio anzi senti che stanno tornando su
CAROLINA - S, con le diciotto che hanno fatto sono ventiquattro.
TERESA - Giusto ventiquattro
Arrivano le zie, risalendo la scala.
CAROLINA - (accorgendosi di Remo) Ah!
REMO - Zi Te Zi Ca scusate ma debbo parlarvi.
TERESA - Ma guarda un po, anche noi dobbiamo parlarti.
CAROLINA - Anche noi volevamo parlarti, che abbiamo un groppo allo stomaco da giorni. C un certo debito tuo da pagare
TERESA - Molto rilevante.
REMO - S, s, bene.
CAROLINA - Un certo Filze, che ti conosce molto bene, e viene da noi a chiederci i soldi a noi, con minacce soldi che poi non abbiamo.
TERESA - E ci fanno poi tante altre persone richieste sempre pi insistenti.
REMO - Zie! Dobbiamo finirla con tutta questa gente che viene a chiedere.
CAROLINA - Dobbiamo finirla di spendere tanto paga Pantalone.
TERESA - Dobbiamo finirla di far debiti che poi non si possono pagare.
REMO - Daccordo. Non far pi debiti che non si possono pagare.
CAROLINA -E per quelli che ci sono gi che si fa?
TERESA - Noi pagheremo quello che crederemo di pagare! Non siamo in dovere di farlo!
REMO - No!
CAROLINA - No che?
TERESA - No che?
REMO - Bisogna pagarli tuttinsieme, non v altro rimedio.
TERESA - Tuttinsieme? Gi e con che? Lo sai che non abbiamo pi un soldo in banca?
REMO - Giusto, e proprio per questo che vanno pagati tutti insieme.
CAROLINA - Con che denaro? Se tutti i soldi li abbiamo dati a te?
REMO - (come la cosa pi ovvia) Con una cambiale.
TERESA - Con una cambiale?
CAROLINA - Una cambiale, una cambiale no nono!
TERESA - (forte e severa) in quarantanni di professione non ho mai firmato cambiali!!!
CAROLINA - Io non firmo cambiali!
REMO - Una cambiale lunico mezzo, il migliore in questo momento difficile. Dopo ci sentiremo tutti sollevati, potremo respirare. Debiti non ne faremo pi.
CAROLINA - Come, come non ne faremo pi? E che centriamo noi?
TERESA - (a voce altissima) Io mi faccio segare il collo, che firmare una sola cambiale. Mai! Mai!
Remo tira fuori dalla tasca la cambiale
Niobe si affaccia dalla cucina.
CAROLINA - (urlando) Non metto firme io!
Intanto Carolina si avvinghiata a Remo, si mette a batterlo con disperazione, piangendo. Non escono parole, ma solo grida, urla bestiali, mozziconi di suoni.
Carolina lo graffia e Remo si lascia graffiare. Inerte, immobile.
Poi in quel suo tipico gesto, Carolina cerca la bocca di Remo e la bacia.
Teresa gli scioglie dallabbraccio gelosa, inviperita, furente.
TERESA - Via, via, via!!!!!
Carolina strappata dallabbraccio, resta sola, piange.
Remo si riavvicina alle Zie.
Porge la cambiale a Niobe, immobile e quasi atterrita.
REMO - Serbala un attimo un attimo solo!
Niobe prende la cambiale con riluttanza.
REMO - Serbala!
Remo afferra le due zie e le trascina come due bambine, senza forza e piangenti, per tutta la stanza (un po come anni prima aveva con loro ballato il valzer)
Che volete fare adesso?... Eh? Farete i capricci pure adesso?
Con un calcio apre la porta della dispensa.
E vi spinge dentro le zie.
Allunga un braccio verso Niobe.
REMO - Adesso ridammela ridammela!
Niobe avvicinandosi porge la cambiale e Remo gliela strappa di mano.
Tira fuori dalla giacca una penna stilografica. Porge cambiale e penna alle zie gi dentro la dispensa.
REMO - E adesso firmate!
Il pianto isterico delle due zie.Remo chiude la porta a chiave e si siede, affranto.
Nervosamente vorrebbe accendersi una sigaretta, ma gli tremano le mani. Getta via la sigaretta. Niobe gli si avvicina.
NIOBE - Te lo dico io, sono come due bambine, firmano, firmano. Si capisce, firmano senzaltro sono due bambine fanno i capricci
Poi Niobe scoppia a piangere. Insieme il pianto delle due zie e la voce di Giselda.
TERESA - Giseldaaaaaaa!
CAROLINA - Giseldaaaaaaa!
.di Stermini (Rossigni) hanno una certa contrapposizione tragicomica con la reazione delle due zie chiuse nella dispensa.
CAROLINA - Giselda!
TERESA - Niiiiiii-obe, apri
Niobe piange.
NIOBE - Signorine, non piangete, non posso aprire, non ho la chiave
Remo seduto, immobile. Poi si alza. Si avvicina a Niobe; che ha verso di lui un gesto di ripulsa.
Mi fai schifo. Anche io mi faccio schifo.
Dovrei gridare, far venire gente Sei proprio un infame!
Sei uno come tanti peggio di tanti.
Sei proprio una carogna, Remo.
Io sono una carogna come te.
Perch sto qui senza far niente, perch il coraggio di contrariarti non ce lho.
Non ce lho.
Colpi dallinterno della dispensa, alla porta.
Remo rapidamente apre, guarda, sorride, si fa da parte per lasciarle passare.
Escono le zie, due regine di pezza scarmigliate. Teresa tiene in mano la cambiale, Carolina a testa bassa. Remo fa per prendere la cambiale.
Teresa la lascia cadere. Remo si inginocchia e la raccoglie.
REMO - S bene, bene benissimo. Cos va bene.
Ripone la cambiale nel portafoglio.
REMO - Benissimo Ora sono le quattro. Vi do cinque minuti di tempo per cambiarvi.
Reazione delle zie, come se si risvegliassero da un incubo.
REMO - Vi voglio eleganti stasera. Eleganti, capito?
Andremo al Gran Caff Italia per laperitivo, poi a cena dove dico io e poi al Tabarin Cinque minuti
Le zie si rianimano
REMO - Non vero che in cinque minuti voi sarete belle e pronte?
Le zie salgono le scale come automi, rapidamente. Remo poi si avvicina alla finestra.
Palle, intanto avvia il motore. Niobe meccanicamente va in cucina. Entra Giselda.
Rumore del motore avviato.
REMO - Zia Giselda, anche tu? Non cantavi di sopra?
GISELDA - Ma che successo?
REMO - Niente zia, non successo niente.
GISELDA - E Niobe, dove sta?
Rumore di colpi di gas al motore della macchina.
NIOBE - (rientrando col bicchiere dacqua)
S, s le signorine escono con Remo Almeno cos ha deciso. Ma per quanto ne posso sapere, resteranno in camera. Remo hai visto in che stato erano?
GISELDA - Perch, in che stato erano?
NIOBE - Sar per unaltra volta. Quando sar passata la traversia.
GISELDA - Che traversia?
NIOBE - Questa sera vacci da solo a far baldoriaOppure pigliati due cocottine eh? Una per te ed una per Palle se vuoi la compagnia
REMO -- Chi lo sa? Forse.(a Giselda)Zia
Ti ho visto in citt stamattina
GISELDA - E allora?
REMO - Cera un tipaccio accanto a te, lo sai che lo devi lasciar perdere?
Zia, cattive compagnie sono Eh Eh.
E le cattive compagnie, come i cattivi creditori, meglio perderli che trovarli.
GISELDA -Che hai fatto stavolta, mascalzone?
REMO -Niente. Gli uomini, e tu lo sai bene, perch gli hai ben conosciuti
Sono tutti fatti allo stesso modo. Basta saperli prendere. Anche quelli cattivi.
GISELDA -Ma insomma mi dici cosa successo?
REMO - Zia, successo che io estinguo tutti i debiti e mi trovo un lavoro.
Io tra due giorni al massimo mi tiro fuori dalle spese qui, di casa.
Vado via. Questa casa torner ad essere tranquilla, le zie potranno lavorare in pace, ne avranno proprio bisogno di pace e lavoro
Ed in questo modo lazienda torner a fiorire.
E tu zia quando c tempesta, canta sempre, canta.
Si sentono delle grida in alto.
NIOBE -Che altro succede adesso, che altra tragedia?
Le grida si trasformano in risate, risate sempre pi forti.
E ridendo a pi non posso le zie scendono le scale ed entrano in scena.
(Come due soubrettes, per esempio, sguaiatissime, da avanspettacolo, forse anche cantando)
appaiono due incredibili uccelli del paradiso, penne, lam, colori sgargianti.
Ridono a crepapelle, luna dellaltra.
CAROLINA -(ridendo) Ah! Ah! E dove ci porti Remo?
TERESA -(c.s.) Ah! Ah! E dove andiamo in automobile?
REMO -Prima al Gran caff Italia per laperitivo
CAROLINA -(c.s.) Al Gran Caff Italia
TERESA - (c.s.)per laperitivo. E dopo, dopo?
CAROLINA -(c.s.) E dopo, dopo dove andremo?
REMO - Al tabarin andremoAlle FollieC un nuovo variet.
CAROLINA -(c.s.) Un nuovo varit. C un nuovo varit
TERESA - (c.s.) Andremo al TabarinAl Tabarin.
CAROLINA - (c.s.) E come si intitola questo nuovo varit?
TERESA -(c.s.) Gi come si intitola?
REMO -Donne, Donne, Eternamente, Donne!
CAROLINA -(c.s.) Donnedonne
TERESA -(c.s.) Eternamente donne
Le due zie e Remo imbastiscono un tragico balletto mentre la musica suona un Ballo tipico di Bal Tabarin dellepoca. Remo ride con loro, anche Niobe sembra presa da questo vortice. Solo Giselda tace, tesa, sconvolta.
GISELDA -(gridando sempre pi forte) RuffianoRuffiano Recuttaro!
Cade di colpo
FINE DEL TERZO QUADRO DEL PRIMO ATTO
INTERVALLO MUSICALE
Inverno
Scena: la stessa. I rami secchi dellalbero, foglie ingiallite.
E mattina presto. Le imposte del finestrone sono chiuse.
Alcuni chicchirich di un gallo: segno evidente che appena sorto il sole.
Entra Niobe ancora un po assonnata ed apre le imposte.
Un raggio di sole illumina la stanza.
Niobe va in cucina. Si sente il bollire di una macchinetta del caff. Lodore del
Caff arriva fin dentro il lavoratorio.
Arriva Carolina. Si affaccia alla finestra, respira forte, poi va alla macchina.
Solleva la tela bianca che la ricopre ed accende la luce che posta sopra. Prende
Delle pezze gi tagliate e le conta. Resta in piedi.
Arriva Teresa. Silenzio.
Niobe dalla cucina.
NIOBE -Signorine, il caff.
Teresa e Carolina continuano a trafficare.
CAROLINA Che aroma tiene il caff. Quello si, mi mancava in quei mesi.
TERESA -Beata a te, che ti mancava solo laroma del caff. (chiamando) Giseldaaa!
CAROLINA -Un caffeuccio a prima luce, fa coraggio. La giornata comincia beneNon avere nemmeno quello, ti ricordi? E per tre mesi sani sani Cera solo un bicchiere di latte e un pezzo di pane.
TERESA - Madonnina, quei tre mesi! Non mi ci fare pensare. In quale sperfotta eravamo cadute!
Una piccola pausa.
CAROLINA -Teresa, ma tu dici sempre questa parola SperFottaMa non che una parola brutta?
TERESA -La diceva nonna. Santa donna, parole brutte non le sapeva.
CAROLINA -Ma esattamente cosa vuol dire?
TERESA -Disgrazia Lo diceva nonna. Non lo ricordi? Ai tempi di nostro padre. (un sospiro)
CAROLINA - (altro sospiro) Gi, ai tempi di nostro padre Ma quei tre mesi sono stati anche peggiori Aveva voglia di lavorare?... Che sperfotta!
NIOBE -Il caff, signorine
TERESA -E brava! Ma a te, questo caff fatto con questo tipo di macchinetta nuovati piace?
CAROLINA -Come si dice:senza una lira. Ma senza una lira eravamo rimaste. Si, a me questo caff mi piace. Cha pi sapore.
TERESA -Modernista. A me, no. Senza una lira, una lira. E dopo aver venduto le case il podere
CAROLINA -Avessi preso una bastonata in testa mi avrebbe fatto pi piacere che vendere il podere a quello
TERESA -Zitta, zitta, non lo nominare neppure
CAROLINA -a quel bastardo di Fellino, il colono. Proprio a quello. Mi brucia ancora il cuore.
TERESA -Non me lo fare ricordare. Carolina, sii buona, lo strazio di quei momenti.
CAROLINA -Miracolo che non siamo morte di crepacuore, tu ed io. Come nostro padre.
TERESA -Gli sar mancato il coraggio di vivere, a nostro padre. Noi lo abbiamo avuto.
CAROLINA -Si, noi alla fine lo abbiamo avuto. A si, nella vita ci vuole coraggio. Ma poi ognuno ha la sua stella. Io la mia stella. Tu la tua Il destino segnato. Io per esempio tanto per fare un esempio me lo sarei sposato Filibertoquel bravo ragazzo di Filibertofigliolo del medico buono e gentile, si soprattutto dopo quei terribili giorni, quellatto brutale che subii dal professore di violino, mascalzone prima con paroline gentili mi aveva portato a passeggiare nel vialetto poi mi aveva acciuffata malamente, lui Io mi svincolai, lottai con una forsennata quello mi aveva sbattuta contro un alberoriuscii a scappare. Passai tutta la notte in un orgasmo totale Che poi mi aveva lasciato per Giorni e giorni in uno stato ricordi? Quasi di follia.
TERESA -Si,si
CAROLINA -Filiberto venne subito dopo. Maveva richiesta, ricordi? Al babbo, FilibertoEd io ero felice. Poi ricordi che successe? Che un amico di casa corse dalla mamma ad informarla che il mio fidanzato aveva un difetto gravissimo
TERESA -Sisiricordo.
CAROLINA -Di quelli che la Chiesa chiama canonici impedimenti
TERESA -Un difetto di quelli che non si possono dire
CAROLINA -Davvero, che non si possono dire
TERESA -Si ma poi tutto il paese lo diceva
CAROLINA -Perch la mi a stella aveva scritto cosi sul mio libro, che non avrei dovuto sposarmi e restare vergine e zitella
TERESA -Anche io, la mia stella, cara la mia Carolina, ha voluto cos Ti ricordi Guglielmo, il figliolo dellavvocatoche venne a villeggiare da queste partialto, spalle quadrate, un bel portamento e vestiti sempre tagliati benissimo
CAROLINA -Si, si ricordo.
TERESA -Oh! Quello e diventato Patrocinante in cassazione. Mi piaceva. Io piacevo a lui. Ma la mia stella aveva deciso diversamente. Si spos una cespugliola da quattro soldi. E Gaetano?
CAROLINA -Si, siGaetano Quella che aveva impiantato con tanta fortuna Una industria di casalinghi
TERESA -Noquello era Raffaello Gaetano quello che and in America E poi ha fatto milioni a cappellata fabbricando tagliatelle. Anche lui mi piaceva e io piacevo a lui . Un po bassotto, ma un grande garbo, elegante anche Lui, bei denti, belle mani e dalle mani riconosci che un signore Ma la mia stella aveva deciso che andasse in America oh le promesse di tornare, i pianti, che mi fece nel dirmi addioE addio fu, cara Carolina
CAROLINA -Si vede che la nostra stella stata di restare zitelle, lavorare per Vivere, avere un nipote che cha gettato sul lastrico E piano piano, risalire la China Mah!
TERESA - Mah! (poi come risvegliandosi) Giseldaaaaaa! Ti perdi la corriera Fai presto!
Niobe affacciandosi dalla cucina:
NIOBE -Ve lo porto in lavoratorio, il caff?
TERESA -No, veniamo noi. (Chiamando ancora pi forte) Giseladaaaaaa!
Teresa e Carolina vanno verso la cucina, Scende dalle scale Giselda trafelata, aggiustandosi i capelli, gli abiti.
GISELDA -Non ha suonato la sveglia , che ore sono?
TERESA -Spicciati, che mi perdo la corriera.
Giselda va ad un tavolino, apre un cassetto, ne tira fuori un fascicolo di ricevute, le controlla.
CAROLINA -Per carit, per carit, oggi no oggi si introitaGiselda porta lombrello: mi sa che oggi avremo pioggia. Si incassa oggi.
TERESA - Oggi un giro buono. Per qualche minuto ancora lo tieni.
GISELDA -Non ha suonato la sveglia.
CAROLINA -Ci sono tutte?
GISELDA -Cosa?
CAROLINA -Le ricevute? Vuoi il caff?
GISELDA -Certo che ci sono le ricevute (chiude il fascicolo e si mette le ricevute in borsa) No, niente caff, mi prendo la corriera. A stasera. (si muove per uscire) Ah, lombrello.
TERESA -Grazie, grazie Venivamo noi in cucina.
Prendono il caff. Suono di campanello fuori scena.
NIOBE -Figurati se la scordarella di Giselda ha lasciato aperto il cancello Niobe, per favore ce lo vai ad aprire (Niobe esce) senn ogni lavorante che viene un cancello che suona(Alzando la voce) lasciatelo aperto le ragazze moderne, sciattone e svogliate (A voce alta) Poi vengono a controllare quello che fate.
Le Materassi si mettono a lavorare.
CAROLINA -Che giorni abbiamo passato!
TERESA -(Dra) Ma adesso basta, Caroli, sono passati.
CAROLINA -Ma ti ricordi quanto eravamo arrabbiate con Niobe
TERESA -Gi. Arrabbiate nere.
CAROLINA -Perch noi morivamo di fame e pensavamo che essa, sotto il mattone avesse almeno un venticinquemila lire E stava zittaRicordi?
TERESA -E come no? -
CAROLINA -E perch non ci fa la carit di cinque lire pensavamo. Un prestito. E lei zitta, muta, chiusa.
TERESA -Povera Niobe, anche lei si moriva di fame (Entra Niobe) Oh Niobina ricordavamo quei giorni che non avevamo in tasca una lira, che dico una lira? Dieci centesimi
CAROLINA - Come eravamo avvilite perch tu non davi alcun segno di compassione
TERESA -E invece
NIOBE - Signorine, io ero tutta mortificataavvilita, io, si il coraggio di guardarvi in faccia non ce lavevo. Mi facevate una pena, una pena Voi, due signore, due artistecos sacrificate.
TERESA - Anche tu, in tutto questo scangeo universale
Piccola pausa
CAROLINA -In questo che?
TERESA -Scangeo. (Comprendendo che Carolina non ha capito) Ah. Scangeo: confusionesconvolgimentoCapito?
CAROLINA -Sempre nonna?
TERESA -Nonna. Antico Toscano.
CAROLINA -Ma nonna diceva queste parole solo a te? A me no? Io non me le ricordo.
gesto di Teresa per indicare che lei non pu farci niente
CAROLINA -In tutto questo scangeo
TERESA -Brava.
CAROLINA -anche tu povera Niobe quante ne hai passate.
CAROLINA -Tutti i soldi, a lui.
TERESA -Che sconsiderata! Per sei una buona donna, una donna di cuore
CAROLINA -Magari un po troppo sciampagnona con i maschi
NIOBE -Io tenevo in tutto, da parte, ventisei mila lire.
CAROLINA -Una sommetta discreta, no?
NIOBE -Le prime cinquemila lire servirono per la motocicletta.
TERESA -Ah, tu glieli avevi dati?!
NIOBE -Si. Voi non volevate cedere, io che dovevo fare?
CAROLINA -E io che avevo sempre pensato che se li fosse procurati da qualche cialtrona
TERESA -Ma la motocicletta costava dieci:
NIOBE -La pagava a respiro. Quella era la prima rata. Le altre vennero dopo. Poi vendette la motocicletta e si compr lautomobile. Per qui la prima rata lavete pagata voi.
TERESA -Gi.
NIOBE -E poi spesicciole. Un giorno luna, un giorno laltra Una volta una camicia, una cravatta, una cinturaunaltra volta un cappello, i gemelli, la catena dora dellorologiospesicciole
CAROLINA -Che sanguisuga!
NIOBE -Ma che volete? Era tanto buono.
CAROLINA -Buono? Si. Era tanto buono.
NIOBE -E come le gradiva certe finezze.
CAROLINA -Eh cara la mia Niobe: troppo sciampagnona con i maschi sei stata
TERRESA -Con la scusa delle finezze
NIOBE -Finezze, finezzema cosa vogliono: qui in casa le lenzuola sono tanto ruvide. Sono buone per noi che si va a letto con la camicia. E pelle tosta. Ma non per lui. Se avesse dormito anche lui con la camicia, non avrei detto Nulla. Ma quello dormiva tutto nudo.
TERESA -(fingendo di non saperlo) Nudo?
CAROLINA -Nudo, Teresa, lo sapevamo tutte.
NIOBE -Lui non aveva mica bisogno di grattarsi la rogna. Era un avorio la sua pelle.
CAROLINA -Certo, era avorio.
TERESA -La pelle sua
NIOBE -Come fu contento quando gliele comprai, io, le lenzuola, di quelle buone, di lino, leggere, frescheera nato per fare il signore, lui.
TERESA -Per fare il signore.
CAROLINA -Era nato.
NIOBE -Ogni tanto mi regalava delle fotografie
TERESA -Ah si? Anche a te?
NIOBE -Sapevo che voi ne avevate tante...
TERESA -Ma perch non ce l'hai mai fatte vedere?
NIOBE - Ce l'ho nel cassetto.Vado a pigliarle?
CAROLINA -(felice) lo vado a pigliare le nostre. (Ed esce di corsa)
Teresa resta sola, in attesa, si aggiusta gli occhiali. Aspetta ansiosa che le due ritornino con le fotografie. A voce alta.
TERESA -Ne facciamo un grande album... Le teniamo a vista... Oppure sapete che facciamo? Le mettiamo tutte in una grande cornice, o meglio: in due.
Entrano quasi contemporaneamente sia Carolina che Niobe. Teresa sgombra il tavolo delle sete e delle pezze di stoffa.
Le due donne rovesciamo le foto sul tavolo e tutte e tre vi si "appollaiano" a guardare.
TERESA -Toh, questa al mare... L'ha mandata a te!
NIOBE -Si. al Lido di Camaiore...
CAROLINA -Che spalle!
TERESA -Guardate! E questa qui? Sempre a te l'ha mandata?
NIOBE -Questa a Riccione... in costume...
CAROLINA - Da bagno. Che gambe slanciate.
TERESA -Come proporzionato il corpo, il torace, le cosce.
CAROLINA - Guarda, guarda; sempre in costume da bagno e sempre a te.
NIOBE -Lo vedete? al Lido di Venezia. Che testa, che ricci...
CAROLINA -Che naso... la bocca, la bocca...
NIOBE -E qui..
TERESA -Niobe, oh come mai tu tieni solo foto di Remo in costume da bagno?
NIOBE -Quelle mi mandava.
TERESA -A noi sempre vestito, a te, mezz'ignudo!
CAROLINA -Giusto un paio di mutande.
NIOBE -(timidamente) Io ce ne ho un'altra veramente se la vogliono vedere.
CAROLINA -Dov'?
NIIOBE -B, debbo dirvi un segreto... Prima che succedesse tutto quello che successe due anni fa... qualche giorno prima...
TEREESA -Quanto la fai lunga...
NIOBE -Remo mi mand una foto... Io me la posi sul cuore,e da l non s' mai mossa, ma poi pensando che potesse farvi piacere, andai da un fotografo e mi feci fare un ingrandimento... Per regalarvelo.
TERESA -Un ingrandimento?
NIOBE -Ma grande, sapete, grande grande... Per voi.
CAROLINA -E perch ce lo hai tenuto nascosto?
NIOBE -Perch successe quello che successe, signorine. Erano giorni duri. Non erano giorni per consolarsi il cuore. in camera mia, dietro il com.
TERESA -Valla a pigliare adesso.
Niobe esce quasi di corsa.
CAROLINA Parla di consolazione,quella...
TERESA Figurati se un pezzo di carta pu dare consolazione...
CAROLINA E poi; una foto...
Scende Niobe dalla scala, ha con se il grande quadro dell'ingrandimento. Poi, dopo un attimo di ritrosia, lo mostra loro. Le zie vedono la foto. E restano senza fiato.
CAROLINA -Ma tutto gnudo!
TERESA -Tutto!
Le zie, sconvolte. Quasi accecate.
NIOBE -Quando and a Positano, con Palle. Gliela fece Palle questa foto.
CAROLINA -Nudo! (sospiro)
TERESA -A Positano! (sospiro)
Risatella di Niobe, un po' isterica.
Carolina si getta sul quadro, quasi per impossessarsene con il proprio corpo.
CAROLINA -E mio!!!!
Stessa cosa fa Teresa, ansimando, febbrilmente.
TERESA - mio!!!!
NIOBE -Signorine,signorine, lo rompete, ferme, sfasciate il vetro, lo appendo io dove volete... Lo appendo li? (Il "no" che esce dalle bocche delle Materassi quasi un ruggito) Allora lo appendo l? (Diniego a bocca chiusa) Lo metto quassopra?
TERESA -Al centro, al centro...
CAROLINA -Al centro, al centro...
TERESA -Lass...
CAROLINA -Lass...
Niobe sale su di una sedia, appende il quadro, al centro della sala.
Teresa da in un grande sospiro;
Carolina in un altro ancora pi grande.
CAROLINA -Pare proprio una statua. L'ho sempre detto io.
TERESA -Ercole?
CAROLINA -Troppo grosso...
TERESA -Apollo?
CAROLINA -No. Apollo no...Invece sai che ti dico che trovo una certa rassomiglianza...
TERESA -Con chi?
CAROLINA -Con David.
TERESA -David, chi?
CAROLINA -La statua di Michelangelo, Teresa, quella che sta in quella piazza a Firenze... Il David...
TERESA -A Firenze?
CAROLINA -A Firenze,Teresa, quando siamo state a Firenze...
TERESA -Certo che Firenze... ne ha di cose buone.
Sospiri, lamenti, evanescenze.
Pausa.
TERESA -Allora, al lavoro... Su. Troppe fantasie fanno anche male...
CAROLINA -Coraggio. Hai ragione. Fanno male al cuore. E poi adesso lui sta lass.
TERESA -Lass. (E gli manda un bacio come ad una immagine sacra)
Anche Carolina un bacio.
Rumore di pioggia e di un tuono lontano.
Suona la campanella del cancello.
Niobe scende per andare ad aprire.
TERESA -Qualche scema di lavorante avr lasciato chiuso il cancello. E adesso mentre piove.
CAROLINA -(sensitivamente) il portalettere, lo sento.
TERESA -E tu che ne sai?
CAROLINA -Stavolta una lettera, lo sento, l'ho sognato, di Remo...
TERESA -Che hai sognato?
CAROLINA -Ho sognato che Remo scriveva una lettera.
Niobe raggiante, con una lettera in mano.
NIOBE -Signorine, una lettera, una lettera di Remo.
CAROLINA -Hai visto?
Le zie emozionate girano e rigirano la lettera tra le mani.
NIOBE -Apritela, su...
Teresa apre la busta, Carolina sfila il foglio e si mette a leggerla.
CAROLINA -La leggo io ad alta voce.
-Mie carissime Zie, perdonate se in questo lunghissimo tempo non vi ho scritto a lungo...
TERESA -A corto ci ha scritto sempre. "Sto bene, saluti e baci.".. A corto,a cortissimo... Su, avanti... per piacere...
CAROLINA -Ma non avevo cose importanti da comunicarvi..." Certo che se non teneva cose importanti da comunicarci, sempre saluti e baci...
NIOBE -Andiamo avanti...
CAROLINA -"Oggi vi scrivo per annunciarvi il mio matrimonio".
Lampo, piove e colpi di tuoni.
CAROLINA - Si sposa.
TERESA -Si sposa.
NIOBE -Si sposa.
CAROLINA -"Che ho conosciuto cui a Venezia!" Cui... Con la c ... Qui a Venezia...
TERESA -Quello ha studiato poco...
CAROLINA -E fra pochi giorni la conduco a casa per farvela conoscere. Conosciere con la "i"...
TERESA -Ce la porta qui.
NIOBE -Allora arriva?
CAROLINA -"Rimarremo costi..."
TERESA -Che costi, quale altri costi, non vorr mica altri denari? (E strappa il foglio a Carolina) "Rimarremo cost". Cost, l'accento sulla "i"...
CAROLINA -Ah,cost...qui...Allora?
TERESA -"Rimarremo cost il tempo necessario per spossare...
CAROLINA -Spossare?
TERESA -Due "esse"... Spossare ha scritto.
CAROLINA -Ha spossato tanto noi...
NIOBE -Ma sar "sposare", signorine.
CAROLINA -(ristrappa il foglio da Teresa) "Il tempo necessario per sposare il giorno 27 gennaio e poi partiremo per Nev York...
TERESA -Ma sar Nuova York.
CAROLINA -Qui scritto "Nev... (continuando a leggere) Nev York...
TERESA -Quando dice che la sposa? il 27, di che mese?...
CAROLINA -"...dove vive il padre di Peggi." Si chiama Peggi, come "peggio". Ma sta un po' zittina,Teresa,su...
TERESA -Peggi. Certo nome migliore non lo poteva trovare.
CAROLINA -"Che fa l'industriale in quella citt. Peggi gi conosce l'Italia e manda un affettuoso saluto a voi, al quale, sempre con la "c"...
TERESA -Ma di che mese, il ventisette?
CAROLINA -Fammi leggere!... "al quale, sempre con la "c", io aggiungo un particolare abbraccio, con una "c"sola. Abbracio.Vostro nipote Remo."
Un colpo di tuono, forte.
TERESA -Fidanzato.
CAROLINA -Come sono fatte queste americane?
TERESA -Moderne, come te. Fanno tutto a macchina.
CAROLINA -Tutto?
TERESA -Sono tinche, e grasse, e culone...
CAROLINA -Oppure sono lunghe lunghe e secche secche.
TERESA -Sar una vecchia. Con i soldi.
CAROLINA -Chiss che sfoga ciurme, sar...
TERESA -Che nave scuola!
CAROLINA -Peggi, che nome ridicolo!
TERESA -Ma scusate oggi che giorno ?
NIOBE -Faremo una bella festa, signorine, per lo sposalizio... Non vero?
TERESA -Se credono che le preparo un ricevimento... lo scendo in vestaglia.
CAROLINA - lo scendo in ciabatte, e tutta spettinata.
TERESA -Ma che mese ha scritto, il ventisette di che, si sposa?
Suonata di campanello di casa, un suono prolungato.
TERESA -Se quella lavorante che viene tempre in ritardo, questa volta la caccio.
Un nuovo suono.
Niobe si affaccia al fnestrone
NIOBE -(resta senza voce per qualche istante) Ma Remo.
CAROLINA -Remo?
TERESA -Lui?
NIOBE -Ci sta pure la fidanzata... In pantaloni, platinata e fuma...
Niobe di corsa con un ombrello.
TERESA -La lettera che data porta?
CAROLINA -Nove gennaio 1934.
TERESA -Oggi il ventisette. Vanno bene le poste in Italia. (poi improvvisamente collegando le date) ventisette oggi! Si sposano oggi.
CAROLINA -E che si fa?
TERESA -Sono gi arrivati. Oggi il ventisette di gennaio!
Comincia un rapido prepararsi, frettoloso.
Entra Remo seguito da Peggy, "l'americana", un sorriso gioviale. Latticinoso e ridendo fragorosamente. Remo in un bel pullover verdolino e in kmcker marroni, e Peggy in pantaloni;
REMO -Zi Te..Zi' Ca'...Sorrisi delle zie, impaccio, strette di mano, Remo abbraccia Niobe. Ciao Ni'... La mia cara Niobe!
Presentazioni.
Poi Peggy
PEGGY -Ciao... Ciao... Zie... Ziette...(indicando le zie) Sono queste, le scimmie incantate?
REMO -No. Peggy... Addomesticate... (e ride) Si. sono loro! (Le zie si domandano a gesti se hanno capito bene che quella le ha chiamate scimmie. Peggy si guarda attorno, attenta alle cose pi che alle persone) Questa zi' Carolina... e questa e zi' Teresa... Zia Giselda non c'?
CAROL1NA - (scivolando) Fuori...
Niobe sorride e fa quasi un inchino.
REMO -Vedi Peggy, questi sono i famosi telai, questa la famosa macchina svizzera, sotto c' il lavoratorio con le lavoranti...
PEGGY -Incantevole. Veramente. Ali right! Bella machina!
CAROLINA -(imbarazzata) Gi. Si davvero.
TERESA -(c.s.) Cosa vuole, capir...
CAROLINA -Proprio questa.
TERESA -Eccome! siamo operaie, noi. Operaie.
PEGGY -Bella azienda. Anche uno padre, azienda.
CAROLINA -"Atelier", il nostro, non azienda,"atelier"...
TERESA -Arte... capisce arte? Noi si fanno ricami... Nostro Atelier...
PEGGY -Mio padre... Molti soldi in azienda.
Remo d una gomitata a Niobe
REMO -Ni', mi porti un bicchiere d'acqua?
Niobe esce subito di corsa.
CAROLINA -(a Teresa) Ma questa che vuole?
TERESA -(a Carolina) E lo chiedi a me? pure scema!
PEGGY -Money, molto money, mio padre... Grande azienda.
CAROLINA -Mi fa piacere...
PEGGY -Ha detto Remo, molti lavoranti, qui.
CAROLINA -Da noi? Scolare, ragazze, noi insegniamo il mestiere.
PEGGY -Scolare come school, scuola? No, meglio lavoranti, per lavoro... Sindacati...
TERESA -Ci facciamo aiutare, ma azienda noi due sole...
PEGGY -No. no... Lavoranti... Lavoranti...
CAROLINA -(a Teresa) Ma che gliene importa a lei...
TERESA -(a Carolina) Che gliene frega se sono lavoranti, se non sono lavoranti...
CAROLINA -Azienda io e sorella mia operaia... Noi due lavoro,chiaro?
TERESA -Operaie, io e mia sorella.
Rientra Niobe con un gabaret in cui c' una boccia d'acqua e due bicchieri.
NIOBE -Signorina, gradire bibita?
PEGGY -Io no acqua... no... (e ride)
REMO -No, a Peggy l'acqua no... (e ride anche lui)
CAROLINA -Magari alla signorina ci piace prendere un the... Ma noi quella stroscia non ci piace.
TERESA -II the noi non lo prendiamo mai: quella stroscia ci fa schifo.
PEGGY -Anche a me the non piace... mai the, io... A me piace vino...
REMO -A Peggy piace tanto il vino, il vino italiano...
CAROLINA -Pure ubriaconi!
TERESA -Per questo tutta allegra!
CAROLINA -E brava Peggi, il vino gli piace!
PEGGY - E stato Palle a organizzare. Tuo amico Palle.
REMO -Bensi, Palle. E faremo una bella festa strapaesana, straitaliana... come piace a Peggy.
CAROLINA - Figuratevi se non centrava Palle...
TERESA - Quello sta sempre in mezzo alle... (ma si ferma pudicamente}
PEGGY - Impossibile tutto, senza de Palle... (e ride) Remo interrompe
REMO -Peggy, se vuoi rinfrescarti... Il bagno di sopra e Niobe ti accompagna. .. E poi ti devi vestire... Siamo appena in tempo. Vengo subito, io.
PEGGY - Oh s grazie.... Ho bisogno di...
(e ride! In piccolo gesto significativo, Peggy e Niobe salgono per le scale).
CAROLINA -Pure la pisciarella...
PEGGY -Ciao...
lungo strascicato questo "ciao", (un gatto che miagola) e zie impettite, poi scoppiando a ridere, '.
CAROLINA -(rifacendole il verso) Ciaooooo...
TERESA -(anche lei rifacendole il verso) Ciaooooo...
Le due zie si avvicinano a Remo
TERESA -(tesa) Allora? Non t'aspettavamo... La lettera arrivata dieci minuti fa...
CAROLINA -Allora? Di ,su... Parla.
REMO -Ziette, sono al matrimonio. Ci sposeremo qui, al paese, alle dieci, oggi... In Chiesa.
CAROLINA -Qui?
REMO -O non una bella Chiesa? E voi accompagnerete Peggy all'altare...
CAROLINA -lo no!
TERESA - No, io no!
CAROLINA - Non ci penso proprio...
TERESA - Ma neppure io...
CAROLINA -Ma ti pare...
TERESA -Macch, non possiamo, una americana! Ti sposi oggi.
CAROLINA -Si tratter di una signorina molto ricca.
REMO - figlia di un industriale di New York... Suo padre ha inventato una pentola...
TERESA -Una pentola?
REMO -Una pentola a vapore...
TERESA - Ma che in America non ci sono le pentole?
CAROLINA -Ma no Teresa, l'ho Ietto da qualche parte, una pentola che in quindici minuti cuoce mezzo chilo di manzo.. Tutta chiusa, una valvola per far uscire il vapore...
REMO - Ogni mese riceve il suo cheque.
TERESA - Cos' questo scecque, sciacquo?
REMO - Una specie di vaglia...
CAROLINA - Invece di andare alla posta, vai in banca ed incassi lo cheque...
TERESA - Ma come sei moderna Carolina... mi fai paura!
REMO -E adesso per il matrimonio ha mandato uno cheque fuori serie...
CAROLINA -Ma allora ricca assai... E quando i genitori schiattano, eredita tutto?
REMO -Tutto.
TERESA - Allora per te la vita facile?
REMO - La vita (sottolineando) facile: basta volerlo e diventa facilissima.
CAROLINA - E tu... naturalmente... sei innamorato di questa Peggi?
REMO - Innamorato, io? (e scoppia a ridere) Ma l'amore, zie, cosa l'amore? passato un cane e se l' mangiato! Pu essere Remo "innamorato"? (e ride fragorosamente) E cos pure le zie, contagiate Felici.
REMO -Ziette, vado su a cambiarmi. Non pensate che mi metta il tight, o il frack, o un abito da cerimonia... No, no... In America ci si sposa easy and free... e sale di corsa le scale.
TERESA -(ridendo) Non l'ama, non l'ama...
CAROLINA -Si sapeva, io l'ho sempre detto! (e ride)
TERESA -Ci avrei messo la mano sul fuoco: non l'ama!
CAROLINA -La piglia per interesse.
TERESA -Per interesse la piglia (e ride)
CAROLINA -Per fare una vita comoda (e ride)
Niobe va al finestrone. Forse piange.
TERESA -A te, ti piace quella cialtrona?
CAROLINA -A me no, a te?
TERESA -Hai visto che scucchia?
CAROLINA - tutta sgangherata.
TERESA -Pare un arcolaio.
CAROLINA -Sembra una rana. Hai visto i piedi?
TERESA -Tale e quale: una papera.
CAROLINA A me sembra un poco sciancatella, no?
TERESA -Ha due labbra che ci si farebbe uno stufato!
CAROLINA -Hai visto che manacce?
TERESA - E quelle unghie, rosse rosse... Phue!
CAROLINA -Phue!
Silenzio. Fuori piove sempre.
CAROLINA - Vuoi che lo accompagniamo all'altare? Ci sto: io l'abito lo tengo.
TERESA -Per questo, anch'io: tutto a punto "cachure".
CAROLINA -Io a punto "Palestrina". Mi debbo fare il velo.
TERESA -Anche io mi debbo fare il velo!
Come se avesse atteso un segnale, una banda inusuale si metter a suonare, con un "pieno" strumentale,una fragorosa marcetta. Il suono proverr da fuori sala, diciamo dall'ingresso, quasi a significare che la festa musicale si svolger fuori della scena.
Le due sorelle si guardano negli occhi e poi come se un solo pensiero fosse nato nelle loro teste, si spogliano dei loro casti grembiuloni ed indossano il vestito lungo da sposa che ognuna di loro si era preparato, anche questo segretamente e si gettano sulle pezze di velo, svolgendole a pieni metri.
CAROLINA -Oh la mia bella Cocorita...
TERESA -E brava la mia Bracona!
Una a destra, l'altra a sinistra della scena, bestialmente, digrignando i denti, prendono ognuna una coroncina di fiori e si acconciano in testa un lunghissimo velo da sposa.
CAROLINA - Accidenti che budello di vescica che sei diventata...!
TERESA -Ma statti zitta, zittirla... boccalona!
gridano, gemono, escono parole smozzicate dalla loro bocca. filoni. Con il velo in testa si fermano, si guardano. Poi si mettono a frugare in due assetti e tirano fuori ciprie e rossetti.
CAROLINA -Attenta a non sporcarti troppo, muso di ciuco!
TERESA -E tu non sfarinarti con la cipria anche le cosce sogliola fritta!
Si impiastricciano la faccia. Sempre gemendo e affannate.
CAROLINA -Biascicona!
TERESA -Puzzona!
CAROLINA -Ah!
TERESA -Ah!
Alla fine di questa loro "mascheratura" vestite da spose entrambe si ergono in tutta la loro fierezza. Voci di persone che si stanno accalcando fuori della sala teatrale, grida di viva gli sposi.
La banda musica intona una marcia militare, scendono Remo, un vestito, come dice lui, easy and free: una accozzaglia di colori sgargianti e festosi, e la paglietta in testa e Peggy, in abito da sposa. Gonna corta ed un velo a fiori verdi e rosa. Incredibile. I due ridono e cos pure le zie che si accostano a lui, mettendosi sottobraccio, aggrappandosi, l'una a Remo (Carolina) e l'altra, a Peggy (Teresa) per procedere insieme nella marcia nuziale.
I quattro avanzano nella scena quasi in una danza macabra. Ridono; ancheggiano, mossettine, a passettini e se possibile scendono in platea per proseguire in mezzo al pubblico il loro incedere iniziale.
CAROLINA -Non ci credete, una buffanata qualunque...
TERESA -E un matrimonio senz'amore...
Piove, tuoni.
Marcia musicale, rintronante. Sempre fuori sala.
I quattro a saltelli, mossettine, gesti, saluti si avviano all'uscita.
Grida di evviva.
Entra in scena Giselda trafelata, zuppa di pioggia, l'ombrello bagnato gocciola acqua da ogni parte.
GISELDA -Allora vero? Remo tornato? L'ho visto, era lui! Niobe fa segno di s. Stava in automobile con una sciacquetta... L'ho visto dalla corriera. Sono scesa. M'hanno accompagnata qui in cabriolet. Si sposa?
Niobe fa segno di si. -Oggi?
-Niobe fa segno di si. Giselda si accorge solo adesso delle Sorelle Materassi, di Remo e della sciacquetta, che avanzano ridendo e gesticolando in mezzo alla musica sempre pi assordante.
- E quelle due citrulle, vestite da sposa? E scoppia a ridere.
- Ma vita questa? vita?
Piove, colpi di tuono
Niobe con un balzo felino accende le lampadine che circondano la foto di Remo gnudo. Sembra davvero un'immagine sacra. Niobe si mette quasi a "pregare" davanti alla immagine, gli occhi rapiti, lagrimosi. Giselda vede la foto di Remo alta nella scena e ride ancora d pi,
NIOBE -Una commedia s' recitato tutte quante, le signorine, voi, io, Remo...
GISELDA -Gi, una commedia!!! e ride.
Mentre Niobe scoppia a piangere bestialmente.
Giselda continua a ridere, indicando la foto di Remo, "gnudo" illuminata dalle lampadine, contraltare alla faccia "ispirata " di Niobe ed a quella delle due citrulle che accompagnano Remo all'altare, Giselda a ridere... a ridere...e Niobe, a piangere bestialmente, a piangere... a piangere... Buio di colpo.
FINE DELLA COMMEDIA
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