Il miracolo

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ATTO PRIMO

IL MIRACOLO

(San Giovanni decollato)

Commedia in tre atti di Nino Martoglio

PERSONAGGI ED INTERPRETI

Don Agostino Miciacio Gianluca Brunetti

Concetta, sua moglie Maria Teresa Papa

Serafina, sua figlia Rosalia Sanfilippo

Peppiniello, suo figlio Christos Ierna

Michelino, lo studente Giuseppe Facciolongo

Don Calogero, lo zio Fabio Manca

Prudenzia, la zia Maria Teresa Bigi

Don Peppino Esposito, malavitoso Antonio Esposito

Orazio Scavonetto, suo figlioccio Danilo Mignogna

Concettina, vicina di casa GiusyManca

Agata, vicina di casa Giulia Putoto

Il Sindaco,Niklaus Ravasi

Mastro Orazio, il calzolaio Anselmo Crocetta

Placido, il bandista ?

Carmela } Francesca Romana Antoci

Nunziatina } bambine del cortile Arianna de Luca

Assunta } Laura De vita

ATTO PRIMO

Un pubblico cortile di forma quadrata, senza uscita, al quale si accede da un vicolo sulla destra. In fondo, un pianterreno con portoncino in centro, pi la porta di un catodio a sinistra, e un balconcino con loggetta, praticabile, a destra. Fra il balconcino e il portoncino, all'altezza di 1 metro dal suolo, un' icona di San Giovanni Decollato, ornata di ramoscelli di olivo e di palma, fiori di carta e ostie colorate. Al centro un deschetto da calzolaio, coi relativi ferri e oggetti del mestiere, uno scanno e una vecchia sedia, ingombra di forme e scarpe vecchie, nonch un contenitore con colla di amido. A destra della scena, cordicella con panni stesi. Sia sul portoncino che sulle porte, numeri civici.

SCENA I

Epoca presente. D' estate. Sull' imbrunire.

La scena si apre su un cortile interno di un palazzo.

Dalla destra dello spettatore entra un bambino e arriva fino al centro della scena.

Peppiniello: Salve, sono Peppiniello, il figlio di mastro Agostino, il calzolaio, o come ama definirsi lui, "un tecnico psicologo della scarpa". Mio padre molto devoto di San Giovanni Decollato... Un gran Santo, sapete..Pensate che vengono anche da lontano, da molto lontano, per chiedere "grazie"! E dicono che ne fa proprio tante!.... Anche mio padre gli chiede sempre una grazia, ma a lui, il Santo non l'esaudisce!....E ci credo! Non fa che chiedergli di far cadere la lingua della mamma per lasciarla muta!.....Ma dico io! Vi sembra una cosa seria? . Pap e mamma bisticciano spesso, specialmente ora che mia sorella Serafina innamorata di Michelino, lo studente in medicina che abita proprio l dietro..Un bravo ragazzo, veh!...Ma senza arte n parte!. Mamma la difende e dice che dal momento che la vita sua di lei, giusto che se lo scelga lei l'innamorato!....Ma pap non ne vuole saperevuole che si mariti con qualcuno che il lavoro c'e l'ha gi!.e un lavoro sicuro! E che, soprattutto, pur di sposarselapassi sopra al discorso "dote"!...Che non la pretenda proprio, ecco!..... E allora Serafina piangeMamma gridaPap si arrabbia e chiede la "grazia" a San Giovanni, che non gliela fae allora litiga col suo Santoe poi gli accende le candeline e pretende che tutti lo preghino. Mmm! Temo che se continuo a raccontarvi le cose cos, tutte assieme, voi non ci capirete niente.. Forse meglio che cominci la storia dal principio! Seguitemi, vi racconter tutto per filo e per segno e vedrete che ne sentirete delle belle!...Buon divertimento!

Le luci si attenuano fino a spegnersi, e quando si riaccendono, al centro della scena ci sta Agostino, il calzolaio, davanti all' icona di San Giovanni. Prende un bicchiere per met colmo di acqua sul quale galleggia un lucignolo e l'osserva da tutti i lati, mormorando...

Agostino: Animali da cortile!... Ladri!Scomunicati!.. Gente da galera!........Concetta!... Concetta!

Serafina: ( Affacciandosi dal fondo): Che c'? Che vuoi, pap?

Dal balconcino appare allora Michelino, lo studente, e scambia un sorriso con Serafina, mandandole un bacio al volo.

Agostino: ( Che non si accorto di Michelino): Come ti chiami tu?

Serafina: Come sarebbe a dire, come ti chiami?

Agostino: Te lo chiedo e reprico: come ti chiami tu?

Serafina:! Ma pap, mi prendete in giro? Adesso non sapete pi che mi chiamo Serafina?

Agostino: Oooh! Ti chiami Serafina?...Ma dal momento che io ho chiamato, anzi ho "appellato", il nome di Concetta, chiaro e manifesto, ovvio dunque, che non cerco di te, bens di tua madre!

Serafina: ( Ammiccando e scambiando di nascosto un altro sorrisetto con Michelino): Vedete, pap, il fatto , che la mamma non pu venire, ed ha mandato me!

Agostino: Ahh! Bene! E perch non pu venire la tua signora madre, sentiamo un po!

Serafina: Perch ha da fare , e non pu perdere tempo!

Agostino: Uh! Teh! Teh! ..Ha da fare? ..E che deve fare di cos importante? Deve forse seguire affari di alta finanza?..(Minacciando di darle un ceffone): Seraf Serafina!E' meglio che vai a chiamare tua madre subito, se non vuoi passare un guaio!Le devi dire, alla tua signora madre, che il suo consorte e padrone l'attende, e che deve lasciare immediatamente qualunque cosa per venire qua, prima che mi metto collera, altrimenti passer i guai suoi!.E che guai! Avanti!.. Marciare!...Concetta!!

Serafina: Vado, vado! State calmo!...( E dopo avere furtivamente scambiato un saluto con Michelino, rientra).

SCENA II

Michelino: ( Accorgendosi che Agostino lo ha visto): Buona sera don Agostino, che si dice?

Agostino: Buona sera a lei, giovanotto.Che si deve dire?...Che si deve dire? Combattiamo con queste donne cretine che non comprendono una sillaba!...Ah! Benedetti quei paesi del nord: in Piemonte, per esempio, o a Busto Arsizio, a Milano, dove tutti sanno stare al loro posto, dove non devi sempre combattere con qualche bestia da galeramannaggia a me, mannaggia!...Se potessi tornare indietro di vent' anni, resterei a fare il soldato per sempre lass, altro che combattere con questa categoria di animali da cortile.ladri!...Miserabili!...Lazzaroni!

Michelino: Ma no, don Agostino, tutto il mondo paese! Anche l ci sono le cretine, i ladri, gli scostumati!

Agostino: Lo so, caro il mio ragazzo, lo so, ma "mai" come quiqui c' "il doppio concentrato del pomodoro"dei malandrini, insomma!...Concetta!!

Concetta entra e comincia a parlare velocissima, a mitraglietta, mentre Agostino cerca invano di intromettersi nel discorso della moglie che per non gli lascia spazio.

Concetta: Eccomi! Ecco qua Concetta! Che vuoi, che successo? Sempre a gridare, a farti sentire da tutti quanti!...Sto qua! Avanti parla, che successo, che ti capitato! Non rispondere, non dirmi che vuoi, non farmi perdere tempo, parla! Dimmi! Sto facendo la minestra!...

Agostino:( Fuori di s a quel fiume di parole): Ueeeeh!! Tacete!.. Basta!! Silenzio!!! Aaah!

Rivolto a Michelino

Agostino: Ecco!...Vede come si rivoltano queste bestie battezzate, col marito?... Scostumate!...Miserabili!...Ditemi una cosa,Indegnissima pettegola consorte: ce l'avete messo stamattina , l'olio dentro a questa lampada?

Concetta: Ma sicuro che ce l'ho messo!....Ne ho messo pi di mezzo quarto

Agostino: E a che ora accendeste?

Concetta: Tardipotevano essere le dieci.

Agostino: ( Riguardando il bicchiere con la sola acqua): Ladri!...Farabutti!...Scomunicati!...

Concetta: Che stato, neh!...Siamo alle solite!...Non c'e n' pi, vero?...

Agostino: ( Mostrandole il bicchiere con la sola acqua e il lucignolo): Ecco qua!...Asciutta come un osso! Guarda e deduci! Voi, cara signora, che cosa ne dite?

Concetta: E io che ci posso fare, mi debbo forse mettere di sentinella a guardare il tabernacolo e l'olio?

Agostino: Voi siete responsabile di tutte le "postazioni" domestiche, quindi questo compito vostro!.... Comunque riportate dell'altro olio fine e subito!

Concetta: No! Non ce n' pi! Se lo vuoi, vattelo a comprare! Io non ne posso pi di queste tue angherie, non ne posso pi! Ma perch quando ti ho incontrato non mi sono spezzata una gamba! Rovina della mia casa, rovina della mia vita!... Pazzo!... Delinquente!All'inferno!.. ( E cos dicendo se ne va).

Agostino : ( La minaccia col martello).

Michelino: Don Agostino, portate pazienza! Femmine sono!

Agostino: Si, ma hanno la lingua lunga! ( Mordendosi le dita con i denti): Ah!...Quella lingua!... Quella lingua ! Gliela taglio!...Gliela taglio!...Miserabile!...Scostumata! ( Poi guarda sconsolato il bicchiere con la sola acqua e il lucignolo, e cambiando tono):

Ecco qua!...Asciutto come un osso!...( Alzando la voce): Ma io devo dare un tale esempio in questo cortile che se ne devono ricordare "per omnia secula seculorum!"

Peppiniello: ( Uscendo da sinistra): Pap, che succede, che avete da gridare sempre?

Agostino: Mi hanno "sugato" l'olio ancora una volta"ciucciato""asciugato"dillo come vuoi!

Peppiniello: Ma che se ne faranno? Che lo usino per condire l'insalata?

Serafina: ( entrando a sua volta e facendo moine a Michelino): Che c', pap, che cos' tutta questa confusione?

Agostino: mi hanno ciucciato di nuovo tutto l'olio di San Giovanni!

Serafina: Ancora?

Peppiniello: Calmatevi, pap, adesso vado a comprarvene ancora e glielo metto di nuovo!... Ma voi, pap, scusate perch la sera non lo mettete dentro casa il vostro Santo?

Agostino: Perch un grande Santo e deve essere venerato da tutti in questo cortile!

Serafina: E allora rassegnatevi a perderci l'olio!

Agostino: Gu!..Ma tutti qua siete a dire la vostra?...Andatevene, tornate a fare le cose vostre!...E voi, signorina, entrate dentroe non state dietro alle finestre apertee neanche a quelle chiuse!...

Peppiniello: ( Mormorando a mezza voce): Gi, e poi come fa a fare la scema con Michelino?

Serafina: ( Che ha sentito, a mezza voce): Statti zitto se non vuoi che ti allungo uno schiaffo!

Peppiniello: Ma a chi dai uno schiaffo?... ( Con aria di sufficienza): "Femmina"!Provaci e poi (Facendo il verso della sorella): " Papa...Sai che a me piace Michelino e che me lo voglio sposare alla faccia vostra?"

Serafina🙁 Minacciosa):E finiscila, scemo, che se ti sente nostro padre. io!....

Agostino: Che andate confessandovi, eh? Che state a fare l? Uscite dentro e vedete di trovarmi l'olio! Subito! Via!...Marciare!

Serafina: Vieni, andiamocene, che nostro padre, coi nervi, in piena formma!

Rientrano.

Michelino: Don Agostino, vi saluto anch'io, che devo studiare, e cercate di soprassedere, che se no vi viene male al fegato! Statevi buono!

SCENA III

Agostino: ( Sedendosi al desco e prendendo gli attrezzi per lavorare): Ora io vorrei saper chi sono questi miserabili ladroni!...( Sempre pi forte per farsi udire da tutti, a mo' di comizio): Ma l'ho detto e lo far!...Debbo dare un tale esempio dentro a questo cortile che se lo devono ricordare fino a che campano, per "omnia secula seculorum!" Ladri!...Farabutti!...Scomunicati!...Gente senza coscienza ..e senza religione!...Uomini e femmine!...Ogni giorno, signori miei! Ogni giorno, nel filo del mezzogiorno, mentre un professionista si fa una pennichella per riposarsi le ossa delle stanche membraviene qualche "devoto", o qualche "devota" piano, pianozitta, zittae si asciuga l'olio della lampada!...Mascalzoni!.. Farabutti!...Al Santo, signori miei, ad un Santo miracoloso che non ce n' un altro ugualeSi ruba ad un Santo!...Il giorno della sua Vigilia!...LadroniGente da galera!...Figuriamoci agli uomini che cosa gli potrebbero fare!...Ma io, per, gli dico, a questi vicinucci miei, che sto preparando loro un bel piatto dolce!...( Alzando un po' la voce)chi ha orecchi mi senta!...( Rincarando la dose): Parlo in generale! Parlo a tutti!...Parlo con tutti quelli che hanno orecchie fanno orecchi da mercante!...

SCENA IV

Dal portoncino in fondo e dal catodio si affaccia una donna, e un'altra entra dal vicolo, e si fermano ad ascoltare.

Agostino: Buona sera a questo nobile vicinato!

Concettina: Che succede, don Agostino, con chi ce l'avete?

Agata: Che vi succede? Che vi hanno fatto, con chi gridate?

Agostino: Niente, non ho niente, care e carissime e nobili signore!...Stavo parlando fra me e me!...E parlavo in generale!...E dicevo,che una volta, signore care, ci fu un turco, di quelli con la faccia nera, sapeteal quale piaceva il pane con l'olio, e siccome era scarso di "pecunio", che faceva?....C'era l'icona di una Madonna, con una bella lampada sempre pienaIl turco si metteva l davanti, facendo finta di pregare, e invece tagliava il pane a fette, e bagnandolo nell'olio della lampada, diceva: ( e qua Agostino parla imitando la voce del turco):" Bagnari pani, Madonna, aum, aum! Bagnari pani, Madonna, aum, aum!"...E sbafando, sbafando, si scolava tutto l'olio!...Sissignore!...E questo fatto si ripeteva ogni giorno!......Una mattina, per, il proprietario dell'icona, col permesso della Madonna, dentro l'olio della lampada ci mise il pepe macinato. Venne il turco: "Bagnari pani, Madonna, bagnari pani, Madonna!"E il muso gli divent come quello del maiale!...( Fa il gesto relativo).Ora, dentro questo cortile certo e sicuro che qualche turco, oqualche turca.ci leva l'olio a San Giovanni Decollato, ed io, col consenso di lui, ci metto il peperoncino e domani( Con intenzione)si sveglier col muso come una mazza di tamburoda fare invidia al porco stesso!...

Concettina: No, don Agostino, vi sbagliate!...Qua, per vostra conoscenza, turchi non ce n'qua siamo tutti battezzati!..

Agostino: ( Posando il bicchiere): Brava!..." Excusazio non pitita, accu saziu manifesta!"Vi prendete collera, vero? E questo mi parla!...Mi sta a dire che avete la coda di paglia. Ossia il carbone bagnato!

Concettina: Miserabile!...Infame!...Possiate morire ammazzato!...( Gli si avvicina minacciosa).

Agata: E la coda ce l'avete voi, che siete un animale! ( E anche lei gli si avvicina minacciosa).

Agostino: ( Rivolto all'ultima): Se non siete voi, vuol dire che quella, di qui non si scappa!

Concettina: Gue! Parlate con me?..( Prende una scarpa dal desco e la agita minacciosa verso di lui). Balordo e facchino, sciacquatevi la bocca quando parlate con me!...

Agostino: Facchino a me?..

Concettina:( Minacciosa): A voi, a voi, e vi ha detto ancora poco!...Ma tu guarda quanto simpatico!...Ci raccontava il fatto del turco!...Vedete di non buscarvi un sacco di legnate, miserabile!

Agostino: ( Afferrando il martello da calzolaio che sul desco e facendolo girare in aria con aria minacciosa, facendo il gesto di colpirle con esso): Gue!..Femmine del diavolo!...Non vi avvicinate che finisce malamente se no, stasera!...

Le due donne, vociando e imprecando, a soggetto, se ne vanno, mentre entra Serafina e Michelino si riaffaccia).

SCENA V

Serafina: ( Uscendo e mettendosi in mezzo): Ah! Pap, ma che fate? Che succede ancora?

Agostino: Passa dentro anche tu, se non vuoi che le dia anche a te!..( E fa l'accenno di menarla). (Serafina esce correndo).

Michelino: Don Agostino, buono ora!Calmatevi:

( Nel frattempo appaiono le due donne e lanciano verso Agostino delle scope vecchie e poi tornano ad uscire).

Michelino: ( Vedendo questo, ride apertamente).

Agostino: ( Livido di bile di fronte a quell' insulto, si rivolge a Michelino): Ah!...Lei ride? Ride di una cosa cos?... Mi fanno una cosa del genere e lei la prende a ridere, eh!?...Lo sa che una cosa da omicidio, una cosa da " ok corrall", con revolver, pistola e fucile a due canne, e che se lo facessi, uscirei in libert provvisoria?...( Poi facendosi in mezzo al cortile con una forma in mano nascosta dietro, guarda minaccioso dove sono sparite le due donne).Con queste scope che avete lasciato fuori, pulitevi le vostre porcherie individuali!...Gente vile e miserabile!...Zantraglie!...Scostumate!

Concetta: ( Uscendo): Ma non ti accorgi quanto sei ridicolo,eh!...Che sei diventato la favola e lo spasso d'un quartiere intero?...

( Poi Concetta corre dentro mentre Agostino le tira dietro una forma, senza colpirla).

Agostino: Gueh!... Zantraglia!...Scostumata!...Oggi hai finito di vivere!...Con le mie mani t'ammazzo!..

Serafina ( Entrando): Pap, insomma! Ma perch fate sempre cos?...Calmatevi!...

Agostino: ( Minaccioso): Ancora qui!...Ho dettoandate dentro, ridico e replico!...( Alza una mano in segno di possibili botte).

Michelino: No, don Agostino, no!...Che c'entra, lei?...Lasciatela stare, povera ragazza!..

Agostino: E' mia figlia, caro signore, e le devo insegnare il rispetto e l'educazione!....

Michelino: S, ma non a botte!...voi siete un uomo civile!...

Concetta: ( Affacciandosi e rientrando subito): Civile come i muli! Con tutto il rispetto per i muli, poverini!

Agostino: ( Riprende la forma e vorrebbe rilanciarla, ma Concetta gi sparita. Ripone la forma, torcendosi le mani). Avete sentito, don Michelino? Si persuade, ora?...Vedete che devo sopportare?... ( Avvicinandosi all'icona del Santo): Ah! ..San Giovannino decollato mio!...Me lo dovete fare il miracolo!...Me lo dovete fare!...

Michelino: ( Dopo aver fatto segno a Serafina e averla salutata inviandole un bacio volante): E buono, don AgostinoChi ha pi sale condisce la minestra.Calmatevi!....Beh! ..Adesso devo rientrare, ho da studiareBuona sera! ( Rientra e chiude il balconcino).

Agostino: ( Con tono sempre pi irritato): Sono calmo!...Sono calmo!...Sono calmissimo, egregio signore!...Buona sera! ( Rivolto alla figlia): Tu, presto, v a prendermi la latta con l'olio, presto!

Serafina esce. Agostino si avvicina allora al Santo e comincia a parlare con Lui.

Agostino: San Giovanni mioSan Giovanni mio carissimoVedete come trattano e vilipendiano il vostro figlio adottivo!...Vi ho chiesto un palazzo, forse?...No! Una quaterna, forse?...No!...E allora che cosa vi ho chiesto io? Una bazzecolauna quisquigliauna sciocchezzuolaQuella di far cadere la lingua a mia moglie!......( E facendo il gesto): Zac!..Paff!.. Ed fatto!...E che sar mai!

SCENA VI

Orazio: ( Venendo dentro dalla destra): Donna Serafina?...Donna Serafina?

Serafina: ( Affacciandosi): Che volete, don Orazio?

Orazio:Niente, volevo solo salutarvi!

Serafina:Bene, ora lo avete fatto! ( E rientra impettita a sinistra).

Orazio: ( Rivolto ad Agostino che ancora davanti al Santo): Buona sera, don Agostino, come state?

Agostino:Servo vostro, don Orazio. ..Non c' maleVoi?

Orazio:Come tutti i giovanotti!...Che dice il Santo? Ne ha fatti ancora di miracoli?

Agostino: Che fate? Scherzate?...Tanto perch lo sappiate, questo "pochetto" di cosa che sembra senza valore, fa miracoli che neppure i santi famosi che si trovano dentro a San Pietro a Roma, fanno!...Figuratevi che vengono persone per raccomandarsi a questo qua, dall'altro lato del mare!

Orazio:Ci credo, s, s, Ci credo Ne ho sentito parlare

Agostino: Ah!...E' cosa da non crederci nessuno!...Eccolo l, vedete? ..Un miracolo solo non mi ha voluto fare, ed quello di far cascare la lingua a mia moglie!....Ma io ho fede, per, e tempo verr che ne vedr il risultato.

Orazio: Perch, c' stata ancora lite?....Buono, adesso, fate pace!...La chiamo io donna Concetta?...

Agostino: Eh!...Caro amico!...Lo sapete come dice il proverbio?...." Tra moglie e marito non ci mettere il dito"....Fatevi gli affari vostri.

Orazio: Avete ragione, scusate..Ma, a proposito, don Agostinoio vi devo parlareanzimeglio

il mio padrino vi deve parlare

Agostino: Voi o il vostro padrino?

Orazio: Io!.No, no.il mio padrino!

Agostino: ( Sbuffando): Voi o il vostro padrino, decidetevi!....E va bene, fatelo venire!

Orazio: Grazie, e allorabuona sera.

Agostino: Buona sera a voi.

Orazio: Allora me ne vado, buona sera.

Agostino: Buona sera.

Orazio: Di nuovo... Statevi bene.

Agostino: Ancora! Buona sera, don Oraziol'avete detto sei volte!..

Orazio esce di scena.

Peppiniello: ( Entrando con una lampada ad olio): Ecco qua, pap, tenete!

Agostino: ( versa l'olio nella lampada e l'accende, segnandosi, poi rivolto a Peppiniello: Diciamo un' Avemaria e un Padrenostro, perch ci protegga.

Peppiniello: ( Si segna anche lui e recita la preghiera a fior di labbra insieme al padre): " Ave Maria piena di grazia, prega per noi adesso e nell'ora della nostra morte, amen. Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno, sia fatta la tua volont ora e nell'ora della nostra morte, amen".

Agostino: ( Riconsegna la latta al figlio): Tieni portalo dentro. (Peppiniello esce). Ah! E adesso che l'illuminazione venuta, ci mettiamo a lavorare!....

SCENA VII

Agostino si siede al desco e proprio in quel momento entrano in scena tre bambine:

Carmela: Don Agostino vi porto le scarpe di pap. Potete farmele per Sabato?

Agostino: Eh!, piccola mia, io sono molto sensibile, con le scarpe ci parlo, capisco tutto!...Prima gli debbo fare la visita, poi potr dirti quando saranno di nuovo sane!

Carmela: Ma fate presto, mastro Agostino, che se piove il mio pap non pu uscire.

Agostino: Speriamo per Sabato.E voi, bambine?...

Nunziatina: Le scarpe di mamm!

Agostino: E chi mamm?

Assunta: mamm!

Agostino: Ah, gi, mamm!...Ecco qua, tieni.( E le porge un paio di scarpe da donna)

Nunziatina: Quant' ?

Agostino: Diecimila lire.

Assunta: Quanto? Diecimila lire?...Mastro Agostino, ma voi siete pazzo!

Agostino: Ah! Ma chi pazzo?

Assunta: Un paio di sopratacchi, diecimila lire? Voi siete fuori di testa!...Tenete cinquemila lire, se le volete, se no vi arrangiate!...

( La bimbetta gli butta i soldi sul deschetto e poi tutte e tre se ne vanno da sinistra).

Agostino: ( Rimasto solo va verso la gabbia del merlo, gli d il fischio e poi torna a sedere e lavorando canta, prima a mezza voce, poi a mano a mano, a voce alta):

La donna mobile di piume al vento,

muta d' argento e di pensier

E' sempre misero chi se ne fida,

chi le confida malcauto cor!...

Michelino: ( Affacciandosi alla loggetta): Don Agostino!...

Agostino: ( Volgendosi verso di lui): Comandi, signore!

Michelino: Me lo fate un favore?

Agostino: Se posso

Michelino: Potetepotete!

Agostino: Ditemi pure!

Michelino: Il piacere che vi chiedo quello di non cantare.

Agostino: Perch, sono forse stonato?

Michelino: No, siete intonato quasi come Caruso, ma io devo studiare e se continuate non riesco a concludere niente.

Agostino: Con me, caro signore, basta una mezza parola! Lei sar servito!

Michelino: Grazie! ( Rientra).

Concettina: ( Esce dal lato destro a stendere i panni e comincia a cantare): "Chisto o' paese do sole..Chisto o' paese do mare".

Michelino: ( Riaffacciandosi): Di bene in meglio! Un'altra artista di canto c'!....( A voce alta): Donna Concettina, Donna Concettina!

Concettina: Chi ? Chi mi chiama?

Michelino: Scusate, me lo fate il favore di non cantare, che devo studiare e mi disturbate? Ve ne sar grato!

Concettina: Voi, caro mio, mi dovete capire: siccome fa caldo e sto stendendo i panni, canto per conforto!

Michelino: E va bene, vuol dire che vi mander un blocco di ghiaccio, basta che non vi confortate cos

Concettina: Ma che c'entra, signore! Con me non c' bisogno di dire queste cose! Il ghiaccio lo deve dare ( e fa cenno verso Agostino), a quelli accaldatia quelli che hanno il caldo dentro!...Basta, non canto pi contento?

Michelino: Vi ringrazio molto( Mentre sta per ritirarsi il merlo fischia un'arietta). Buono tu! Ci mancava solo il merlo per finire l'opera!...Ma che ?...Anche di notte canta il vostro merlo, don Agostino?

Agostino: Eh! Sapete che c'?...Vede luce e gli sembra giorno!...Ora lo faccio zittire!....(Si avvia verso la gabbia): Auh! Malandrino!...Statti zitto che notte! Lo ascolti al pap tuo?...Va a coricarti!...Comprendi?....Eh!...( Il merlo fischia il silenzio, don Agostino lo rif anche lui)Ecco!...( Poi rivolto a Michelino): Ha fischiato la ritirata, segno che si persuaso. Lei stia tranquillo che non fischia pi. andato a letto!..

Michelino: Speriamo! Tante grazie! ( Rientra).

Agostino: Non c' di che, signore.

SCENA VIII

Da destra del palco appare don Peppino con Orazio.

Orazio( Rivolto a don Peppino): Andiamo via, che meglio!

Don Peppino: E perch?

Orazio: E se mi dice di no?

Don Peppino: ( Pomposo): A don Peppino Esposito, di no non glielo dice nessuno!!...Don Agostino?!...

Agostino: Eccellentissimo don Peppino, quale onore!....Che posso fare per voi?...Accomodatevi, prego!

Don Peppino: Due parole soltanto.

Agostino: Servirvi sempre!...

Don Peppino: Che bel fresco che c' qua!...Da me si muore di caldo!

Agostino: Lo sapete che c'?...Io tengo un ventilatore, la sera!...Da quel vicolo, vedete, entra un venticello cos delicato e gentile, che prima che finisca questa estate, fortunato sar se non mi piglier una polmonite.

Don Peppino: Senza tante chiacchiere, don Agostino, vi ho portato un bel partito.

Agostino: Vi ringrazio, ma non voglio incarichi di partito! Non mi sento proprio!...

Don Peppino: Ma che avete capito? ..Partito di matrimonio!

Agostino: Eh!...Purtroppo sono sposato! Lasciate morire mia moglie e ne parliamo!

Don Peppino: Ma che avete capito? Non per voi, ma per vostra figlia Serafina!

Agostino: Ah! Per mia figlia?...E chi quel pazzo?

Don Peppino: Pazzo?...E' un giovane d'oro, e voi lo conosceteIl mio figlioccioOrazio!

Agostino: ( Deglutendo a vuoto): Una bazzecola!

Don Peppino: Un giovane di prima sceltanon potreste trovare di meglio!...Ve lo garantisco io! Fidatevi di me!

Agostino: Io mi fido, ma

Don Peppino: Vi ho detto che garantisco ioe don Peppino, voi lo sapeteQuando garantisce!...Una parola sola spreco, e basta a tutti!...Mi capite?...

Agostino: ( Che ha capito l'antifona, deglutendo di nuovo a vuoto, intimorito): Come no! Siete stato chiarissimo!

Don Peppino: E allora che mi rispondete?

Agostino: Vi devo rispondere? E che vi devo rispondere? ..Che vi posso rispondere?

Don Peppino: A prescindere da dubbi variUna risposta chiara e positiva, mi intendete?!

Agostino: E come no?...Vi intendo, e come no?Vi intendissimo!... ( rivolto ad Orazio): Dunque, scusate don Orazioa prescindereVi prendereste anche la madre?

Don Peppino: Ci prendiamo, chi?

Agostino: La madre di mia figlia, cio vale a dire mia moglieandrebbe con gli sposi va a vivere con lo sposo!

Orazio: Ma s, figuratevi!.. Star sempre con noi!...Me la prendo io!

Agostino: Ah!!....Ah! Ah!...Allora fatta!

Don Peppino: Ah! Ah! Ah!...Allora fatta!

Agostino: Ah! Eh! .Uh!

Don Peppino: Beh! Adesso che c'?

Agostino: Mia figlia non ha dote!

Orazio: E non ci tengo!

Agostino: Ma proprio non ne ha sul serio!

Orazio: E non mi interessa!

Agostino: Ma non ne ha affatto!

Orazio: Ma io me la sposo senza la camicia!

Agostino: E no! ..La camicia le spetta!...La legittima non gliela posso negare!

Don Peppino: E' giusto!

Orazio: E'giustissimo!

Don Peppino: Allora fatta, neh!

Agostino: Fattissimo!

Don Peppino e Orazio: ( Insieme, dando la mano ad Agostino): Fattissimo!

Agostino: Vi pigliate anche la madre!...Ah!...Ah!...Ah!..( Risate e lazzi a soggetto).

Don Peppino e Orazio: Ah! Ah! Ah!...( Risate e lazzi a soggetto).

Don Peppino:( Tornando serio, con un'aria vagamente minacciosa): Allora, parola data, vero?!

Agostino: Parola di Re.

Don Peppino: Allora parliamo con la madre.

Agostino: Non c' bisogno. Io sono la madre, il padre e la figlia. In casa mia comando io!

Don Peppino: Parliamoci chiaro, don Agostino, cosa fatta, cosa sicura, vero? Perch voi mi conoscete bene, sapete chi sono, io, qui! Io affronti non ne sopporto da nessuno, e nessuno osa darmeli!

Agostino: Parola di Re!

Don Peppino: Allora statevi bene, don Agostino! ( ( Ed escono).

SCENA IX

Don Agostino: ( Si frega le mani per la soddisfazione, poi, riprendendo il lavoro, dimentico della promessa fatta a Salvatore, riprende a cantare):

"Cresce e matura il grano, cresce la giovent, vengono piano, piano i baffetti all' ins,

nasce cos l'amore, che lo coltivi tu, cresce come un bel fiore ogni giorno di pi

dirurinla, dirurinla,ogni giorno di pi!

Quando hai vent'anni, ti ci vuole la mugliera, per aumentare la famiglia di pap,

Chi cerca trova, puoi trovare una pantera, ma se sai fare,beeeh! Una pecora sar!

E gira e rigira, nonna ti sospira e Nina se ne va,

non fare il pignolo, poi rimani solo con le mani in man.

Quando hai vent'anni, ti ci vuole la mugliera,

conti pure il vizio, ma lo sposalizio te lo lever!"

Michelino: (Riapre il balcone e si riaffaccia alla loggetta): Don Agostino!

Don Agostino: Comanda?

Michelino: Ebbene?...Ve ne siete gi dimenticato?

Agostino: Ah!...Gi!...Sicuro!...Non debbo cantare!...Scusi, me lo ero dimenticato. Lei rientri pure, che non canto pi.

Michelino: Lo sapete perch? Mi sto preparando per l'esame di laurea e sentendo cantare perdo la concentrazione.

Agostino: Ha ragione, signore, ha ragione! Torni pure a studiare, che non canto pi.

Michelino: Grazie tante.

Agostino: Non c' di cheScusi la dimenticanza.

SCENA X

Peppiniello: Pap, venite a mangiare, che tutto pronto.

Agostino: D a tua madre che fra un po' arrivo.

Peppiniello: Pap, non tardate, che la mamma ha detto che dovete venire subito, che deve andare a fare visita a suo fratello.

Agostino: Devi dire alla tua signora madre che adesso non posso venire.

Peppiniello: Per dirglielo, io glielo dico, ma poi

Agostino: ( Che comincia ad innervosirsi di nuovo e minaccia il figlio con una scarpa): Va a dire a tua madre quello che ti ho detto e senza replica!

Peppiniello: ( Correndo via): Vado, vado!

Concetta: ( Uscendo da destra): Quando volete mangiare, c' vostra figlia che vi serve.

Agostino: Andate pureAcqua avanti e vento dietro!

Concetta: Hai ragione!... Non mi potevo rompere il collo il giorno in cui incontrai a te? Rovina della mia vita!...Pazzo!...Delinquente!...

Agostino: Ueeh!..basta!.. Fatti passare questa collera, che ce n'hai per poco, anzi per pochissimo e poi vai a stare con tuo genero, e cos mi lascerai in pace!...

Concetta: Cosa ha i detto? Con mio genero? Quale genero?

Agostino: Sicuro, nostra figlia compromessa.

Concetta: Che cos'?

Agostino: Compromessapromessa con.volgarmente si dice fidanzata, ecco!

Concetta: Fidanzata?! A chi?

Agostino: ( Con enfasi): A uno che pulisce dove passi, che ci tiene alla tua salute! Che ti culla nel benessere!

Concetta: Cose da pazzo!.. Ma io me ne vado, non posso perdere tempo con le tue infermit!

Agostino: Infermit? Signora, io parlo davveroSerafina fidanzata a Orazio, operatore ecologico del comune della tua citt!

Concetta: Orazio, hah! Quello te lo sposi tu! E col consenso di chi?

Agostino: Col consenso mioio sono il padre paterno!

Concetta: E io sono la madre materna, e su mia figlia femmina, comando io!

Agostino: Signora, voi delirate!

Concetta: No tu deliri! Rovina! Rovina di mia figlia!...Di tutta la casa!...

Agostino: ( Afferrando una forma e minacciando la moglie): Ueh! Guarda chete la faccio ricordare la vigilia di San Giovanni, sai!...Ormai sono compromesso e non posso mancare di parola!...

Concetta: ( Andando via): Lo vedremo! Me la pagherai!...

SCENA XI

Agostino: ( Lanciandole dietro una scarpa): Vattene, scostumata! vigliacca! Se no te le aggiusto io le gambe! Mascalzona! ( raccoglie la forma, va a sedere,ricomincia il lavoro e dimenticandosi della promessa, riprende a cantare con la stessa aria di prima):

"Se avessi una mezza sciabola, oppure una carabina,

Farebbe una rovina, farebbi un non sol que!

Se Avessi una mezza sciabola, oppure una pistola..."

Michelino: (Affacciandosi come prima): Un'altra volta? Ma come ve lo debbo dire allora?

Agostino: Ah! Signore, mi dispiace! Scusi , non canto pi! Stavolta garantito!..

Michelino: Speriamo che non ve ne dimentichiate!( E rientra).

SCENA XII

Don Peppino:( Affacciandosi un'altra volta insieme a Orazio): E' permesso?

Agostino: Chi ? Per entrare nel cortile domandate permesso? Il cortile pubblico, avanti!

Don Peppino: Allora, don Agostino, come andata?

Agostino: Ah!...Siete voi?... Non c' maleMa scusate, che cosa?

Don Peppino: Come che cosa? Con la vostra signora, donna Concetta

Agostino: Ah! Non c' male, non c' male.

Don Peppino: Le avete comunicato la bella notizia del fidanzamentogliela avete comunicato?

Agostino: ( Deglutendo a vuoto): Io?...Altro che se gliel'ho comunicato!

Don Peppino: Allora tutto bene!

Agostino: ( Tentennando un attimo): Tutto bene!

Don Peppino: A posto?...bravo don Agostino, sono molto contento...contentissimoquesta una cosa che mi fa "molto piacere"!. ..

Orazio: ( Tutto contento): Allora, don Agostino, tutto fatto? Me la date Serafina?

Agostino: Don Agostino Miciacio ha una sola parola. Ho detto di s, e basta!

Orazio: Grazie, padrePermettete che vi chiamo cos?

Agostino: Oh! Anzi lo pretendo!

Orazio: E la madre? E' contenta pure lei?

Agostino: Contento io, contenti tutti.

Orazio: E Serafina?

Agostino: Ti rispondo con la stessa preposizione.

Orazio: Ma non la potrei vedere ora?

Agostino: No!.. Per questa sera impossibile!... Vieni domani ed entri in casa!

Don Peppino: Don Agostino, non c' pericolo che nasca qualche intoppo, vero?

Agostino: Ma che intoppo e intoppo!

Don Peppino: No, perch vedete, io conosco il mio carattere! Sono buono, ma non sempre! Se qualcuno mi fa un affronto, divento un animale, mi capite, e pu finire male!

Agostino: ( Cercando di non far trapelare il proprio disagio e cercando di far credere di essere molto sicuro): Don Peppino, quando Agostino Miciacio si compromette di una cosa, la sua parola di "Re", state sicuro!

Orazio: Grazie, padre!

Agostino: Non c' di che. Corresponsabile io. Te ne puoi andare a dormire con otto cuscini.

Orazio: Tante grazie!...Allora io vado, dal momento che stasera non si pu vedere la fidanzata!

Agostino: Domanidomani

Don Peppino: Resto con la vostra parola!

Agostino: Parola di re!

SCENA XIII

Agostino riprende ad aggiustare le scarpe, seduto al desco. Appare Serafina.

Serafina: Pap, vero quello che mi ha detto la mamma, che mi avete fidanzata?

Agostino: Brava! Tua madre una volta tanto stata veritiera!.... Ti ho compromessa!

Serafina: Con chi, con Orazio, lo spazzino?

Agostino: Operatore Ecologico!

Serafina: Spazzino!...Ebbene, voglio dirvelo subito, questo non avverr mai, mai, e poi mai!

Agostino: Coome?...Osate discutere le mie decisioni?...Io sono vostro padre e su di voi, esercito la patria potest!...Come potete vedereio sono il potest di mia figlia!

Serafina: Io non discuto nulla, ma Orazio non voglio nemmeno vederlo!

Agostino: Ei! Dico, SerafinaVoi farete quello che io riterr opportuno per il vostro bene, oltre che per il mio, perch vostra madre verr ad abitare solo con voi!

Serafina: Mai! Mai! E poi mai! E diteglielo a quello stupido!

Agostino: Uscite!Anzi...rientrate! ( E detto questo riprende a battere con rabbia sulle scarpe, cantando e sbattendo tutto ci che ha sul desco).

"Quando hai vent' anni, ti ci vuole la mugliera,

per aumentare la famiglia di Pap!"

Michelino: ( Affacciandosi di nuovo): Don Agostino, fatemi un favore.Cantate!...

Agostino: Ueh!...Lei per chi mi ha preso, per un burattino?..

Michelino: No, vi ho preso per un maleducato!

Agostino: Maleducato, mi avete detto?

Michelino: Sicuro!...Maleducato!

Agostino: Per davvero oppure per scherzo?

Michelino: Per davvero, per davvero!...Visto che vi prego con le buone maniere la prima, la seconda, la terza volta, di lasciarmi studiare in pace, e voi non ci sentite per niente, vi debbo dire che siete un maleducato!...

Agostino: ( Si alza e mettendosi una mano sul fianco sinistro): Scusi, allora le chiedo: questo un numero civico?

Michelino:. E' un numero civico.

Agostino: Questo il balcone di una casa?

Michelino: E' il balcone di una casae con questo?

Agostino:. Dunquec' un balcone, un numero civico, il cortile pubblico, e io canto!

Siede al desco e comincia a cantare c.s.." Quando hai vent'anni".

Michelino: Maleducato!...Dieci volte maleducato!

Agostino: Facchino !..Dieci volte facchino!...Anzi...facchinissimo!... ( E riprende a cantare pi forte di prima, battendo con rabbia sulle suole).

Quando ha vent'anni, ti ci vuole la mugliera

SCENA XIV

Peppinello: (Affacciandosi): Pap, allora che fate, venite a mangiare?

Agostino: Che cosa c' da mangiare?

Peppiniello: Fagioli!

Agostino: Che hai detto?....Alla faccia della tua signora madre!...Sa che sono cagionevole di stomaco e mi fa trovare fagioliquanto basta perch mi pigli un colera fulminante!...Non ne voglio!....Porta dentro queste cose che io mi vado a mangiare una pizza all'angolo!

Peppiniello: Comincia a trasportare dentro il lume, il deschetto, etc.

Agostino: ( Si ferma sotto l' icona e vi accende quattro candele che sono l ): San Giovannino, voi che siete un Santo miracolo, me lo dovete fare quel miracolomi sentite?...Senza farla morire!...Basta che le si secchi la lingua!... Un pochino solamente, tanto che non possa pi parlare!.....Poi vi far una novena che ve ne dovrete ricordare finch campo! ( Esce).

SCENA XV

Peppiniello: ( Rientra da sinistra, va fino sotto il balcone di Michelino e chiama piano, piano): Don MichelinoDon Michelino.

Michelino: (Affacciandosi): Chi ?...Ah! sei tu, Peppiniello, che c'?

Peppiniello: Mi manda SerafinaPiange e dice che deve parlare con voi!

Michelino: Tuo padre dov'?

Peppiniello: In pizzeria, state tranquillo!

Michelino: Va a dirle che scendo subito in cortile.

Peppiniello: Va bene, vado subito, statevi accorto! ( Via da sinistra).

Michelino esce e Serafina entra.

Michelino: Perch hai quel muso lungo?....Avanti, sentiamo!.. Di nuovo sceneggiate con tuo padre, nevvero?

Serafina: Eccome!...Ma lo sai che c' di nuovo?...Luiluimi ha promessa!

Michelino: Che?...Che ha fatto?

Serafina: Mi ha promessa!...Mi ha promessa col figlioccio di don Peppino Espositocon Orazio il mondezzaio!... E mi devo maritare entro quindici giorni!

Michelino: Miserabile!...Scusami, parlo di don Peppino!...Lui sa che non gli possono dire di no!...Farabbutto!

Serafina: Io voglio bene a tesenza di te io muoio!...Che facciamo?...che facciamo?...

Michelino: Buona, sciocca, non ci sono qua io?...Anch'io ti voglio bene!

Serafina: Si, ma tu che puoi fare?...Se tu potessi andare a dirgli: voglio vostra figlia, allora forse

Michelino: Lo so, lo so! Ma io devo studiare, devo laurearmi!...I miei zii mi hanno cresciuto e adesso vogliono la soddisfazione di farmi prendere la laurea!...Adesso si opporrebbero perch troppo presto!

Serafina: Allora finita per me!...Ma io non lo sposo! Mi ammazzo, piuttosto!...Mi prendo il veleno!

Michelino: Ma non dire sciocchezze, m'ammazzo!...Ma che credi, che io non soffro pi di te in questo momento?

Serafina: Allora che facciamo, che facciamo?

Michelino: Fammi pensare.Fammi pensare!.....Ecco, c' una soluzione!

Serafina: Quale?...

Michelino: Vieni a vivere con me!

Serafina: E come?...Senza matrimonio?...

Michelino:. Prima senza matrimonio, poiPensa Dio.

Serafina: E bravo lui!...E se poi ti stanchi e mi lasciio che faccio?

Michelino: Chi, io? Questo mai!...Non lo devi dire e nemmeno pensare!...

Serafina: E quando dovrebbe essere questa cosa?

Michelino: Quando vuoi tu!...Anche ora stessoanziquale occasione migliore di adesso, che sei sola e non ti vede nessuno?...

Serafina: Ora stesso?...E se mio padre mi vede passare?

Michelino: Da dove? Basta che entri con me ed fatta!

Srafina: ( Indicando il balcone): Qua?

Michelino: Si capisce, qua stesso! Di modo che tutto possono pensare tranne che tu abiti accanto alla tua casa. Vieni, tesoro, entra!

Serafina: E per sempre?

Michelino: Ma no, fino alla laurea, poi andiamo dai miei nonni.

Serafina: E se poi loro non mi accolgono? Che faccio io, che faccio?

Michelino: Sono persone di cuoremi hanno cresciuto. Lo zio Calogero e sua moglie, la zia Prudenzia, mi hanno cresciuto come un figlio dopo che sono rimasto orfano. Non hanno altri figli. Loro sono tutta la mia famiglia e io sono la loro!...Certo, all'inizio rimarranno sorpresi e forse non la prenderanno bene, ma appena vedranno che brava ragazza sei, vedrai che ti accoglieranno come una figlia!...

Serafina: E se poi tu cambi idea? Non mi ingannare, Michelino, per l'anima di tuo padre e di tua madre!

Michelino: Ma che dici? Non vedi quanto ti voglio bene?...Andiamo?

Serafina: No, ho paura, Michelino!

Michelino: Preferisci allora maritarti con quell' immondezzaio, e imparentarti con quel mariuolo del suo padrino?

Serafina: No!...Piuttosto mi ammazzo!

Michelino: Alloraandiamo!...

Serafina: Aspetta, devo scrivere due parole alla mamma

Michelino: S, hai ragione, a tua madre lasci due parole scritte. Aspetta. ( prende di tasca un taccuino e una matita e glieli porge): Prendi, scrivi cos: " Cara mammame ne vado lontano con colui che amo

Serafina: Assai...assai

Michelino: AssaiAssaiTanto che non potrei sposare un altro. Perdonatemi e fatemi perdonare dal signor padre. Vi scriver dalla prima stazione di fermata" capisci, questo un trucco per sviare le tracce "Vi abbraccio, sempre vostra figlia devota, Serafina". L'hai finita? ( Strappa dal taccuino il foglio scritto ): Tieni, lascialo dentro, in un posto visibile e facile, hai capito?...E torna subito.

Serafina: Che mi stai facendo fare, Michelino?

Michelino: Vai, piccola, e non ti preoccupare, che da oggi a te ci penso io!

Serafina esegue, incerta, e torna con un involto sotto il braccio.

Michelino: Hai evitato di farti vedere da Peppiniello, nevvero?

Serafina: S, s, non sa niente, si addormentato!

Michelino: E sotto a quel braccio che porti?

Serafina: Un po' di biancheria pulita.

Michelino: ( Prendendole l'involucro e lanciandolo dentro alla casa di Agostino): Scusa, Serafinuccia, non per disprezzo, sai, ma della roba di don Agostino, d'ora in poi, non hai pi che farne, perch per tutto quello che ti serve ci penser tuo marito. Andiamo!

Serafina: Aspetta, prima di entrare nella tua casa, giurami davanti a San Giovanni decollato, che ci sta guardando da l sopra dove messo, che tu mi sposerai!

Michelino: Te lo giuro per l'anima di mio padre, che il giuramento pi sacro. Vieni, Serafinuccia!

Serafina: Andiamo. (Escono).

SCENA XVI

Entra da destra Agostino, mezzo brillo e va filato dentro a casa.

Agostino: ( Dall'interno): Serafina! Serafina! Peppiniello!...Dove siete?...( Esce quasi subito, tenendo in mano l'involto con la biancheria e nell'altra il pezzetto di carta scritta): Che cos' questo biglietto?...Che vuol dire?...Che c' scritto qua?...Fra tutti gli ignoranti e cretini di questo cortile non sa leggere nessuno!...( Affacciandosi dentro la casa): Peppiniello!..Peppiniello!...Svegliati!...Qua!...Scendi!...Subito!...Subito ti ho detto!

Peppiniello: ( Scendendo mezzo addormentato): Che c', pap? Che succede?

Agostino: Leggi questo biglietto, subito!

Peppiniello: " Cara mamma, me ne vado lontano con colui che amo assai, assai, tanto che non potrei sposare un altro. Perdonatemi e fatemi perdonare dal signor padre. Vi scriver dalla prima stazione di fermata".

Agostino: ( Interrompendolo e facendo segni di disperazione): Se n' fuggita?...E' fuggita?...E dov' scappata?...E con chi?...E come ha fatto?...In un lampo!...E tu dov'eri, eh?!...Come mai non te ne sei accorto?...( Dandogli un ceffone). Eri daccordo, eh! Le hai tenuto anche spago, magari!...( E gli d un altro ceffone).

Peppiniello: ( Cercando di scansarsi dalle botte e mezzo piangente): Ma io che c'entro? Io dormivo!...Io non so niente!...

Agostino: ( Sempre pi agitato): E adesso chi la sente quella scostumata di tua madre?!...E don Peppino?!...A lui nessuno ha mai osato fare sgarbo nel quartiere!...Quello gli affronti li fa pagaree pagare salati!....E io gli ho dato la mia parola di re!... Che faccio?! Che faccio ora?!... Dome mi nascondo?...Aah!...Aah!...Aah!.. ( Poi rivolto all' icona di San Giovanni, mentre Peppiniello resta l, piangendo):

E voivoi, San Giovanni, che Santo siete?...Ah!...Cos siete?...Che ve la fate fare sotto gli occhi?...Prima vi fate rubare l'olio, poi anche le persone!...Basta!...Non c' pi litania...non c' pi icona e non c' pi Santo!...( Staccando il quadro dal muro): Via il Quadro! Ma che Santo e Santo, uno che invece di fare miracoli a dritta, li fa alla rovescia!..Via!...Via!...

( Cos dicendo strappa i fiori e i ramoscelli e li butta via, poi, saltando, soffia violentemente sui ceri e sulla lampada, spegnendoli).

TELA

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ATTO SECONDO

Stanzone di un'agiata casa di campagna. Un cassettone o un canterano, una scrivania larghissima, una mensola coi piedi, sulla quale arde una lampada votiva davanti al quadro di una Madonna, un piccolo uscio in fondo al centro, che d in un ripostiglio; A sinistra un altro uscio. Un tavolo tondo, capace, in mezzo, due seggioloni a braccioli e varie sedie, quattro poltrone. Sulle pareti, qualche ritratto e varie effigi di Santi, nonch ramoscelli di ulivo e di palma inchiodati. Un carretto siciliano. sera.

La scena si svolge in un piccolo borgo dell'interno della Sicilia.

SCENA I

Prudenzia: ( Seduta su un seggiolone a braccioli, accanto al tavolo al centro, sta controllando dei conti su un registro. Calogero, il marito, entra da destra in fondo): L'avete chiusa la dispensa?

Calogero: L'ho chiusa.

Prudenzia: Anche la stalla e il pollaio?

Calogero: Sicuro.

Prudenzia: Avete dato da mangiare al cane?

Calogero: Si.

Prudenzia: Avete

Calogero: Prudenzia!... Non continuare la lista di quello che ho fatto o non ho fattoHo chiuso la dispensa, la stalla e il pollaio, ho dato da mangiare alle bestie e al cane, ho foraggiato il cavallo, ho dato il salario settimanale agli uomini, li ho congedati fino a LunedInsomma ho fatto tutto!... Tu, piuttosto, hai finito i conti?

Prudenzia: Quasi Mi mancano gli ultimi! Abbiamo avuto pi spese del previsto! Michelino ci ha chiesto di pi, per non ho capito quali spese impreviste.e al mercato beh!...Non abbiamo venduto tutto, tutto! Qualcosa ci rimasto!

Calogero:( Con aria bonaria): Prudenzia! Non ti lamentarechetatinon brontolare sempre, che poi se no il Signoruzzo finisce che, se ci vede a lamentarci sempre della "grazia di Dio", poi non ci aiuta pi!...Siamo gente di campagna, vero, ma che ci manca?...Abbiamo due macchine?...S!...Abbiamo la televisione?...S!...Abbiamo tutti gli elettrodomestici?...S!...( Avvicinandosi a lei con aria furbetta): Ci vai sempre a fare le tue vacanze a Taormina, per stare assieme alle tue amiche straniere... Svedesi? Danesi? Finniche?

Prudenzia: Svedesi, sono svedesi!....No, e chi si lamenta!...Solo.Potevamo fare un pochino di pi!..

Calogero: ( Stizzito): Prudenzia!!..

Prudenzia: Va bene, va bene!...ma sedetevi, adesso, che oggi sono tutti i Santi, ci diciamo questi cinque misteri del Rosario e poi facciamo uno spuntino prima di andare a letto.

Calogero: Con la grazia di Dio. ( Siede sull'altro seggiolone). Che ha i preparato per lo spuntino serale?

Prudenzia: Niente, una cosa semplice, semplicedue spuntature!

Calogero: Bene, bene, quello che ci vuole.giusto per non andare a letto con lo stomaco vuoto!

Prudenzia: In nome di Dio.Cominciate voi o comincio io?

Calogero: ( Staccando il rosario legato al bracciolo): Comincia tu.

Prudenzia: ( Alzando il rosario a sua volta e segnandosi): "In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".

Calogero:" Come sta, cos sar, per tutta la Santissima trinit".

Prudenzia: "Ges all'orto si dispone".

Calogero: "E per fare le orazioni".

Prudenzia:" E pensando al peccato"... E pensando al peccato. Calogero, ma perch non ti avvicini?

Calogero: ( Accostando il seggiolone): "Sangue vero aveva gettato"Perch sto bene cos!Se no mi viene caldo!

Prudenzia: "Padre nostro che sei nei cieli".Ma lo sentite questo vento?

Calogero: "Sia santificato il nome tuo"Lo sento, lo sento!

Prudenzia: "Venga a noi il regno tuo"Lo sai da dove viene?

Calogero: "Sia fatta la tua volont"Dalla finestra della cucina mi sembra che viene!

Prudenzia: "Cos in cielo come in terra"L'avete lasciata aperta?

Calogero: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano" socchiusa, ma c' la grata!

Prudenzia: "Rimetti a noi i nostri debiti"Lo senti questo rumore?...Che , che ?...

Calogero: "Come noi li rimettiamo ai nostri genitori"Ma non spaventarti sempre! Questo il gatto che entrato dalla finestra!

Prudenzia: "Non ci indurre in tentazioni". Vero !...Il gattaccio maschio deve essere, che rientra a casa!

Calogero: "Ma liberami dal male"Questo gatto proprio un delinquente!...Chiss dove andato a girellare...e si ritira poi cos tardi!

Prudenzia: "E cos sia"!

Calogero: "Dio vi salvi, o Maria".Sai che ora ?

Prudenzia: "Santa Maria piena di grazia"Saranno le due di notte. Meglio che ci diciamo due poste sole, se no qua si fa giorno!..."Dio ti salvi o Maria"

Calogero: "Santa Maria"Il Signore lo sa che siamo stanchi e ci compatisce!..

Prudenzia: "Salve regina"Ma che sta puzza?

Calogero: "Madre di misericordia" vero!

Prudenzia: "Vita, dolcezza, speranza nostra"Ma da dove viene?

Calogero: "Per salvarci"A me pare puzza di bruciato!

Prudenzia: "A voi ricorriamo, noi figli di Eva"Ma da dove?...Non ci sar il fuoco acceso?

Calogero: "Piangendo e lacrimando, in questa valle di lacrime"Ma non sar che hai lasciato il forno acceso?

Prudenzia: "Volgi verso di noi i tuoi occhi misericordiosi"( Saltando in piedi): Ah!... vero!...Mamma mia!

Calogero: "Tu dunque avvocata nostra"Presto, corri, controlla che non hai bruciato tutto!

Prudenzia: (Facendo gesti di disperazione e correndo poi vero la cucina): " Volta verso di noi i tuoi occhi misericordiosi"Guardate che disgrazia mi va a capitare!...( Corre fuori....Rientra): Ma vedete che grande disgrazia ci stava piombando addosso!....Meno male, Signore mio!...Ho salvato le spuntature!...Dove eravamo arrivati?

Calogero: Meno male!...Se no a letto a digiuno dovevamo andare!..."In questa valle di lacrime"!

Prudenzia: "Gli occhi vostri misericordiosi"Davvero, sah! La Madonnina non ci ha abbandonati!..

Calogero: "Mostraci il figlio tuo, Ges Benedetto"!... Certo che tu, la testa non ce l'hai!...Sempre il forno acceso, lasci!

Prudenzia:"O Clemente, o Pia, o"Maledizione che spavento mi sono presa! ( Si sente bussare alla porta): Chi pu essere?

Calogero:( Si alza e va): Chi ?

Michelino:(Voce di dentro): Sono io, Michelino vostro!.... Apri zio!

Prudenzia: ( Alzandosi anche lei): Vih!...Michelino nostro !...Presto, apri!...Ma che succede, perch arriva a quest' ora?

Calogero va ad aprire e torna con Michelino.

SCENA II

Michelino: ( Entrando): Zio Calogero!...( Lo abbraccia)Zia Prudenza bella!...

Calogero: Michelino,che ci fai qua a quest'ora?...Che succede?

Prudenzia: Come mai sei arrivato cos, all'improvviso?...E poi cos, in piena notte?...Cu fu?...

Calogero: Senza neanche un telegramma

Michelino: Adesso vi racconto tutto. Prima lasciatevi guardare, che mi siete mancati tanto!

Calogero: Anche tu, anche tu!...Si moriva di nostalgia!...Tutto cambiato da quando te ne sei andatoSolo il brontolamento di tua zia non mai cambiato!

Prudenzia: Ma che ti devo dire, Michelino?...Ancora un po' che stavi lontano e non la trovavi pi questa vecchierella della tua zia!

Calogero: ( Rivolto a Michelino, con aria ironica): Vecchierella Meno male che se lo dice da sola, .. (Rivolto al nipote): Ah!.. Solo lei se lo pu dire!...Provaci tu a dirglieloe vedrai come ti insegue con la scopa!..

Prudenzia: Certo, detto da te non lo posso accettare!Io sono una ragazzina al tuo confronto!

Calogero: (Ridendo): Una volta!...Una volta!...

Michelino: ( Intervenendo prima che la zia possa ribattere): Perch, zia, che avete avuto?

Prudenzia: Proprio adesso, mentre dicevo il Rosario, a momenti prendeva fuoco tutto!

Calogero: Ma che gli vai raccontandoSi stava bruciando un po' di arrosto, ecco tutto!

Michelino: Zietta bella!...E voi stateci attenta col fuoco, no?

Prudenzia: C' la Madonnina che ci pensa, non aver paura!..(Rimirandolo con compiacenza): Ma come ti trovo bene, ora!...Pi grasso ti sei fatto!

Calogero: ( guardandolo anche lui con compiacenza): Guarda che pezzo di pilastro!...Te lo ricordi, Prudenzia, quando portava il pagliaccetto che pareva un coniglietto?...Mamma mia, quanto sei cresciuto!....(Lo riabbraccia): Dimmi una cosa, piuttosto, fame ne hai?...Ma certo che ne hai, dopo tutto questo viaggio!..

Prudenzia: Ma certo che ne hai!...Siediti, siediti che ti serviamo le due spuntature che ci eravamo cucinate, e poi, se vuoi, una piccola frittata, giusto per non andare a letto con lo stomaco vuoto!...Ah, se vuoi c' anche la soppressata con le olive nere!...E poi dopo c' la tua camera che ti aspetta!...Te l'abbiamo sempre tenuta in ordine!...

Michelino: S, grazie zia, ma ora non parliamo di mangiare, n di dormire

Calogero: Perch, non mangi?

Prudenzia: E non dormi?

Michelino: Ma s che mangio e poi vado a dormire, ma vedete, il fatto chenon sono solo!

Calogero: Non sei solo? E con chi sei venuto?

Prudenzia: Ah!....Vediamo se indovino?...Sei venuto con tuo cugino Vituccio!

Michelino: No, noNon scervellatevi, zii, che non potete indovinare!...Piuttosto, che succede? Non mi domandate niente?

Calogero: E noi che ne sappiamo?...Che cosa ti possiamo chiedere?

Prudenzia: Che vuoi dirci?...Su, spiegati, che comincio a sentirmi curiosa!

Michelino: ( Mettendosi i pollici sotto le ascelle, pavoneggiandosi per posa): Non ve lo immaginate?

Prudenzia: Ah!...Ah!...Dottore?

Michelino: ( Facendo segno di s con il capo): S!

Calogero: davvero?...Mio nipote dottore?

Michelino: Dottore in medicina e Chirurgia, col massimo dei voti e la lode!...Ora devo solo aspettare di dare l'esame di stato e poi.A me, pazientiil vostro salvatore arrivato!

Prudenzia: Dici davvero, Michelinuccio bello, bello, di tua zia!

Michelino: E allora come, se no?...Per scherzo, forse?... (Mostra un grosso anello che porta al dito): Guardate, questo l'anello che mi hanno regalato gli amici!

Calogero: Benedetto tutto quanto, figlio mio!...( Lo abbraccia): Ora che questi vecchierelli dei tuo zii hanno un dottore in casa, possono morire contenti!

Prudenzia: Figlio mio, tutto d'oro sei! Fammi un po' vedere questo anello!...Oh! che bello!...Che sciccheria!...E quanto deve valere!...Con questo ci si potrebbe comprare almeno due vitelli!

Calogero: Eccome!

Prudenzia: Ma.ma che quest' altro anello, che quasi, quasi sembra una fede di matrimonio?

Michelino: Ecco, zietti, questo vi dovevo dire! ( Si inginocchia davanti a loro): Perdonatemi e beneditemi!

Calogero: Ma che ti dobbiamo perdonare, figlio mio, Alzati!...Che hai fatto?

Prudenzia: Non mi fare stare in ansia che poi mi sento male, che hai fatto?

Michelino: No, non mi alzo se prima non vi confesso tutto!

Calogero: E parla, allora!

Michelino: Mi dovete perdonare, che ho fatto un passo grave senza chiedervi il consenso!

Calogero: ( Sulle spine): Ueh!...Ma si pu saper che hai fatto?...

Prudenzia: E parla, per carit, parla!

Michelino: Mi sono sposato!

Prudenzia e Calogero (insieme): Che?!...Senza dirci niente!

Michelino: Perdonatemi!

Calogero: Perch, che pensavi, che ti proibivamo di sposarti?...Anzi, ci pensavamo sempre!...Certo, un matrimonio regolare, noncome devo dire,per "riparo"! Potevi pure starci attento, figlio mio!.. D'accordo che il sangue non acquama!ma!.ma!

Prudenzia: Si vede gi molto?

Michelino: Ma no, zietti, che andate dicendo?...Non come pensate voi!... un angelo di bont e di virt!...Credetemi, ve lo giuro sulla buonanima di mio padre.

Calogero: Allora, perch ti sei sposato di nascosto?

Prudenzia: Gi, se l'angeluccio buono e virtuoso che dici, perch di nascosto!

Michelino: Perch?....Perch?...Perch la sposa era poverella ed io non mi ero ancora laureato!

Calogero: Va bene, alzati!...Che importa se era povera? Basta che sia una buona ragazza!

Prudenzia: E soprattuttoDi prima mano!! Le cose usate puzzano!

Michelino: Di prima mano, di prima mano!...Garantisco io!

Calogero: Tutti uguali siete!... Perch non dirlo agli zii? E chi ti diceva di no?...Grazie a Dio, tu la roba ce l'hai, e con la tua professione, non una, ma due.tre! Tre ne puoi mantenere di mogli, e senza bisogno di dote!

Michelino: Non esageriamo!....Allora, mi perdonate?

Calogero: Ti perdono, ti perdono, piccolo mascalzone!

Michelino: Anche voi, zia?

Prudenzia: Io? Ma sicuro!...piuttosto, come si chiama?

Michelino: Serafina.

Prudenzia: Beh! Il nome bello Questo un buon comincio!

Michelino: E se la vedeste! Sembra un serafino davvero!

Calogero: Ma la famigliache famiglia ?...Onorata, timorata.

Michelino: Ehm!...Ehm!....Una buona famigliaDecadutama persone distinte, per!...Se vedeste lei come legge e come scrive!...

Calogero: Ma dimmi una cosa, malandrino, come pu mai essere vero quello che ci hai detto, eh!...Per sposarti i bandi non si dovevano pubblicare anche qua?...E allora com' che al paese non se n' saputo niente?

Prudenzia: Avanti, dimmi la verit, mascalzoncello, confessalo!Il vostro matrimonio veramente un matrimonio, o, come si dicesolo di fatto!Mora uxore!

Calogero: More uxorio!

Prudenzia. SCos!

Michelino: State tranquilliCi siamo sposati solo in Chiesa. lo stato civile che non abbiamo ancora fatto.

Calogero: E lo stato civile?

Michelino: Lo faremo qua, presenti voi, i genitori e il fratellino. Ecco perch vi ho detto che non sono solo.

Calogero: Sei venuto con loro?

Michelino: Sicuro!

Prudenzia: E dove sono?

Michelino: Sono rimasti ad aspettare alla stazione.

Prudenzia: Ma allora corri a chiamarli.dei signori fermi alla stazione.Quei signori, a quest'ora, chiss cosa possono pensare!...

Michelino: Allora vado a chiamarli?

Calogero: Me lo domandi pure? Li chiami e fai loro le nostre scuseMa, a proposito, per non sbagliare a parlareche lavoro fa il padre?

Michelino: Professore!...professore di storia e geografia!...In pensione!

Prudenzia :Beh! Allora, vai?

Michelino: Corro! ( Ed esce).

SCENA III

Calogero: Adesso, moglie, diamoci da fare. un professore quello che viene, capisci!

Prudenzia: Perch, noi che siamo delle bestie?

Calogero: Ma no, Prudenzia, noPer noi, gente di campagna siamo!Quelli invece vengono dal continente, vengono dalla citt, sono delle persone raffinateSbrigati, che stanno per arrivare.Piuttosto, come li aggiustiamo per la notte?

Prudenzia: Questa sera i signori "di citt" faranno pazienza!...Li faremo dormire nel nostro letto. Domani poi diremo a Pupella e Santuzza di preparare le camere all'ultimo piano.

Calogero: Si, faremo cosDovranno avere pazienza! Ma tu non brontolare sempre!...

Prudenzia prende la tovaglia e comincia ad apparecchiare.

Prudenzia: ( Apparecchiando la tavola):..Si chiama Serafinabel nome!

Calogero: Speriamo che sia anche buona e virtuosa come dice.

Prudenzia: Del resto lui ha gi venticinque anni, la roba ce l'ha, medico laureato, pu anche scegliere come vuole.

Calogero: E no, cara! Questo no!...Comunque, non doveva comportarsi cos! Noi lo abbiamo allevato come un piccolo barone e ci deve del rispetto!...D piuttosto che sono giovani e hanno la testa vuota

Prudenzia: S, vero! Del resto, poi, povero figlio, ci ha chiesto perdono in ginocchio!...Il vino lo prendo di quello del caratello buono, vero?

Calogero: Si sottintende!...E i bicchieri di quelli di cristalloPigliali dall'armadio. E metti le posate d'argento!

Prudenzia: E si capisce!...Preparo quattro posti. Voi non mangiate, vero?

Calogero: Ma chi mangia a quest'ora?...Tutt'al pi mi berr un bicchierino, per far loro compagnia!....

Prudenzia: Anch'io! Voglio fare onore alla sposa( Si sente bussare): Sono qua!...CalogeroAndate ad aprire!...

Calogero: ( muovendosi verso l' ingresso): Facciamo una buona faccia a tutticapito, Prudenzia?

SCENA IV

Entra don Agostino, primo fra tutti, con una valigia e un fagotto nella destra e la gabbia del merlo nella sinistra; vestito di un soprabito nero, dalle ali lunghissime, con cappello duro, a mezzo cilindro. Concetta invece si presenta con una specie di cesta a m di borsa e un cappello con piume. Una volta entrato, posa sul pavimento la valigia, il fagotto e la gabbia, e, tenendo il cappello in mano, si rivolge a Don Calogero e poi a donna Prudenzia.

Agostino: Buona seraIo sono Agostino Miciacio, padre legittimo di mia figlia Serafina.

Concetta: E io sono la legittima sua signoratanto piacere di avere l'onore di fare la vostra bella conoscenza!

.Agostino: ( Rivolto alla moglie): Basta, tacete con queste querimonie!

Concetta: Mi debbo presentare, o non mi debbo presentare?

Agostino: Non il caso!

Concetta: Perch non il caso?

Agostino: Perch non lo !

Peppiniello: ( Venendo in avanti): E io sono Peppiniello, il fratello di Serafina. Servirvi sempre.

Prudenzia:Quanto sei bello! Vieni, vieni qua, che ti do un bacio!

Peppiniello si avvicina, riceve una carezza e resta accanto a Prudenzia.

Serafina: ( Avanza e bacia prima la mano di Prudenzia e poi quella di don Calogero): Sono Serafina. Beneditemi, zia. Beneditemi zio.

Prudenzia: ( Baciandola in fronte): Benedetta sii, figlia mia, tutta santa e benedetta!

Calogero:Santa, ricca e piena di virt!

Agostino: Amen!

Calogero: Ma venite avanti, cari consuoceri, vi prego!

Agostino: Io sono qui per scortare mia figlia dalla magione da cui uscita, e per riportarla a casa, "laonde" non andasse alle giuste langhe! Ma ricordatevi sempre che io sono "dissidente".

Calogero: Voi, professore parlate troppo difficilenoi gente di campagna siamo!

Prudenzia: Dopo Michelino ci spiegher che cosa avete detto!

Michelino: ( Facendo un mezzo sbuffo di disgusto): Sisi!...dopo ve lo spiego io!

Prudenzia: ( Guardando un po' perplessa il cappello di Concetta): Che bel cappello, cara consuoceramolto originale!....Da queste parti non ne ho ancora visti!...

Concetta: (Pomposamente, senza capire la sottile ironia): Certo, certo, un'altra cosa! Specialmente nella nobilt!...Io a casa ne tengo una mezza dozzina, e costano, comare mia, non potete immaginare quanto costano!...Ma noi aristocratici non ci facciamo caso!

Prudenzia: ( Ironicamente): Gi, gi, gi!....Beh, ora se volete venire con me, vi faccio mettere a vostro agio.( Rivolto a Peppiniello): Vieni anche tu, figlio mio, che a quest'ora di notte e dopo tutte quelle ore di treno, sarai affamato. Mangerai qualcosa in attesa di cenare.

(Escono).

Agostino intanto deposita la valigia e il fagotto in un angolo, toglie dal fianco un martello da calzolaio, riposto in un fodero da rivoltella, dal taschino del panciotto dei chiodi, che attacca alle pareti e agli stipiti, appende il merlo ad un chiodo, il cappello ad un altro e si avvicina a Michelino, mettendogli familiarmente una mano sulla spalla.

Agostino: E bravo mio genero!

( Poi rivolto a don Calogero):

Agostino: Com' l'aria qui, buona?

Calogero: Buonissima! A proposito, andiamo a tavola che le lasagne sono quasi pronte.

Agostino: Non posso, io sono dissidente!

Calogero: allora rinunciate alle lasagne!

Agostino:Lasagne?

Calogero: Poi c' un bel capretto al forno

Agostino: Con le patate?

Calogero: E cipolline!

Agostino: Non, non ho appetito! Sono dissidente!

Calogero: Abbiamo anche ammazzato quattro bei polli

Agostino: Belli?

Calogero: Grossi cos! ( E fa il segno).

Agostino: Quattro?

Calogero: Quattro!

Agostino:Beh! Se per farle cosa gradita!...

Calogero: Andiamo.

Agostino: A proposito, la porta l'ha chiusa, lei?

Calogero: Sicuro, perch?...Le serve qualcosa?

Agostino: No, niente, grazie!....Oh, scusi, sa Le rivolgo una preghiera: se, per ipotesi, sia di giorno che di notte, venissero a cercarmi due persone, un certo Peppino Esposito e Orazio Scavonetto, inteso Musetto, operatore ecologico, e cercassero di me, lei sappia che io per quelle persone non ci sono maimai! Capito!

Calogero: Perch, professore, che sono, dei delinquenti?

Agostino: Nodei seccatori, di quelli che rompono le scatole dei corbelli!...

Michelino: ( Avvicinandosi e tirandogli di nascosto la falda del soprabito, sottovoce): Non cominciate a dire subito corbellerie!....( A voce pi alta): Ma pap, che gli racconta?

Agostino: ( Forte): E perch, caro genero, non c' niente di male in questo! ( Rivolto a don Calogero): Deve sapere, caro consuocerolo posso chiamare cos, vero?...Che questo mascalzone di questo tale Orazio Scavonetto, detto musetto, operatore ecologico, voleva mia figlia per moglie, e mi fece minacciare dal di lui padrino, don Peppino Esposito, uomo temibiledi quelli a cui non si pu dire mai di no.... e mia figlia allora ha pensato bene di scapparsene. ( correggendosi subito).. cio di "coniugarsi" con suo nipote, al presente mio genero, equesti cretini nonse la prendono con mia figlia o suo marito!... Nossignore!... Per forza vogliono soddisfazione da me che non c'entro niente e mi perseguitano! Ma ci possono essere farabutti pi di quelli?...Scusi, mi bevo un po' di vino, perch pensando a quell'uomo mi si rimescola il sangue nelle vene! ( Si versa del vino e beve).

Calogero: Prego, sua signoria, si serva, faccia conto di essere a casa sua. Ma non ho ancora capito bene, che cos' questo signore? Che professione fa? Sua signoria lo sa?

Michelino: ( Prevenendo Agostino): Niente nonno, non fa niente, perch pazzo!... ( Pi piano, rivolto ad Agostino): Ma la smetta di dire idiozie! Come potrebbe mai arrivare qua?

Agostino: ( Forbendosi la bocca): A te sembra!...prima di tutto, mentre prendevamo il treno per arrivare qui, mi proprio sembrato di vederli nel vagone accanto, proprio coi miei occhi oculari, che venivano dietro di noi, e poi, trattandosi di un pazzo, il proverbio dice: " Chi si guard, si salv"

Serafina: ( Tirandogli una manica): Basta, pap!...Non pensate sempre a queste cose!...Qua nessuno ci pu fare niente!...

Agostino: ( Piano, rivolto alla figlia): A te, ma io ho dato la mia parola di re a don Peppino Esposito, ed a me che lui, se mi trova, (Facendo il segno con la mano del taglio del rasoio sul collo) Zac!

Serafina: Basta, ora!...Tacete, per carit!

Intanto Prudenzia rientra con Concetta che porta le posate e i piatti, Peppiniello che porta un vassoio pieno di salumi, olive e formaggi, mentre lei porta una bottiglia di vino e i bicchieri.

Prudenzia: Cose di paese, cara signora! Qua non abbiamo le comodit che avete in citt!...

Concetta: S, certo, certo, qua siamo in campagna, e noi "aristocratici" ci dobbiamo adattare, lo sappiamo!

Prudenzia: ( Un po' piccata dalla prosopopea di Concetta): Certo, noi siamo gente di campagnaMa non ci manca niente!...E qualche volta ci concediamo lussi che. ( E qui guarda Concetta con aria un po' canzonatoria) anche i "nobili"non possono pagarsi!

Concetta: ( Che non capisce): Certo, i campagnoli hanno, come si diceScarpe grosse e sempre vino!

Serafina: ( Intervenendo immediatamente): Ziapermettetemi di farmi dare del "tu"...Fareste di me la ragazza pi felice della terra! (E di nascosto d una gomitata alla madre).

Prudenzia: gi fatto, figlia mia!.....Dunque ora per organizziamo il vostro riposo notturno nella nostra " semplice" casa!...Dunque Il bambino lo sistemiamo nella stanzetta vicino alla cucina. Tu, mia cara, con Michelino, per questa notte vi coricate nel suo lettino Domani si provveder.!.. Anch'io con Calogero dormir nel lettino.

Agostino: No, che c'entra, donna Prudenzia?...Nel lettino mi ci corico io!...

Calogero: Nossignore! Voi don Agostino con vostra moglie vi coricate nel letto grande. E poi la biancheria pulita, stata cambiata oggi stesso.

Agostino: Mi scusi, ma in questo paese non ce ne sono locande?

Calogero: Ma quali locande? Chi ce le deve portare?...E poi che discorso questo?...Sua signoria deve far conto di essere a casa sua. Che cos' questa locanda?...Piuttosto vostra signoria si accomodi e prenda un boccone.

Prudenzia. Vuol degnarsi anche lei, donna Concetta?.. Purtroppo per questa sera non ci sono cose raffinate, degne del vostro"rango".Tutta roba di campagna fatta in casa.Un po' di lasagnequalche pollodue olive neredelle uova frescheun po' di soppressata e formaggi.. Mangiate pure, mentre io preparo le uova.Pensaci tu, .Michelino, a fare gli onori di casa!

Michelino: Non datevi pena, zia, fate pure!

Prudenzia esce.

Calogero: Due noci, due mandorle infornate, due fichi secchiCi si arrangia sempre!....Purtroppo non fummo avvisati!...

Agostino e Concetta a quella elencazione di cibi stanno per venire meno.

Agostino: (con la bava alla bocca):Meglio che cominciamo a mangiare, "laonde" non mi venga un'indigestione prematura!

Michelino: ( Avvicinandosi alla tavola dove don Agostino e donna Concetta hanno cominciato ad assaggiare): Pap!...

Agostino: Figlio!...

Michelino: Lei sieda qua al centro, tu Peppiniello a sinistra di pap, e voi, mamma, al centro, a destra di pap. Serafina mettiti accanto alla mamma, e io star vicino a te..Tu, zio, non siedi?

Calogero: No, figliolo, io non mangio a quest' ora!... Vi terr compagnia!

Tutti siedono, e cominciano a mangiare con ingordigia. Solo Serafina e Michelino non mangiano.

Agostino: ( Dando uno scappellotto a Peppiniello che si sta servendo a quattro ganasce, levandogli il vassoio e riempiendosi lui il piatto di salumi e formaggio): Givoialtri contadini.( Serafina gli fa un segnaccio)EhmVoialtri signori di questi paesi, intendo dire, mangiate presto perch vi coricate di buon'ora.

Calogero: Ma certo!...Di solito, a un'ora di notte siamo tutti a letto.

Agostino: ( Colla bocca piena): Alla maniera del pollame

Serafina: ( A voce bassa): Papma che dite

Calogero: Cosa dite, professore?

Agostino: Dico, alla maniera delle galline, delle polleveh!

Calogero: ( Un po' piccato): Che vuol farci, professore bello?...Da noi non ci sono teatri, non ci sono caff, non ci sono ricevimentiSiamo gente semplice, noi, perci mangiamo bene e ci corichiamo presto!...

Agostino: ( Con aria pomposa): Da noialtri, invece, si fa "digion" a mezzogiorno o all'una, e poi, la sera, non appena leviamo la mano dal lavoro( Serafina gli tira di nuovo una falda del soprabito)ehm!...intendo dire non appena ci si libera dall'ufficio, si fa un piccolo passeggio, si prende un " drinche", e verso le otto, anzi al massimo alle sei e mezzo, si fa pranzo completo

Calogero: Allora sua signoria non si ancora ritirato?

Agostino: A quest'ora s, di solito, mi sono ritirato!...

Calogero:. No, dico dall'impiego, dalla professione, ecco!...Mio nipote mi ha detto che lei professore in pensione.

Agostino: ( Guardando Michelino quasi per interrogarlo): Gi!...( si confonde): Beh!...

Michelino: Sicuro, pap un po' confuso un professore in" pensione".

Agostino: Gi!...ma veda, se io sono in "apprensione", per causa di don Peppino e Orazio Scavonetto!...

Michelino: ( A bassa voce): Ma che vi scappa fuori da quella bocca?...Professione in "pensione", in ritiro, che non lavora pi per raggiunti limiti di et!

Agostino: Raggiunti che?

Michelino: Soprassediamo!....( Poi di nuovo a voce normale): Mamma, lei non beve?

Concetta: No, figlio mio, non bevoho gi la testa pesante, mi sento un po' "oltraggiata" dal viaggio.

Michelino: Ma fra poco, appena finito di mangiare, andiamo tutti a dormire, vero Serafina?

Serafina: Come vuoi tu.

Agostino: Qua c' un'arietta di campagna che fa venire un bellissimo appetito! ( Mangia a due ganasce).

Prudenzia rientra con una padella

Prudenzia: E tu Serafina. Figlia mia, non mangi?

Serafina: Non ho molta fame!

Agostino: Non la forzi, non la forzi. Favorisca qua. Qua pu abusare.( Levando la padella dalle mani di Prudenzia): Grazie!...

Concetta rompe il pane sulle ginocchia. Agostino glielo leva subito dalle mani.

Agostino: Fatti conoscer per quello che sei, bestia!...Non ci sono coltelli?!

Concetta: Attento a come parli!...Ce n', ma non tagliano!

Agostino: Si affilano, se non tagliano! ( Prende due coltelli e li affila l'uno sull'altro, con colpetti veloci, alla stessa guisa del trincetto dell' affilatore).

Concetta: ( A muso duro): Fatti vedere che sei mastro calzolaio!....

Stanno per menare le mani, ma Serafina e Peppiniello li trattengono, mentre gli zii li guardano perplessi.

Agostino: ( Alzandosi in piedi): ora del brindisi.

( Apre la bottiglia di vino, riempie il suo bicchiere e poi quello degli altri.)

Tutti: Si, il brindisi, bravo!

Agostino: Ed ora, fino a domani mattinaBrindo alla salute di mia figlia Serafina

Tutti: Bravo

Agostino: Non finitaE pi bevo e pi divento teneroalla salute di mio genero!...( E beve tutto il suo vino).

Peppiniello si versa anche lui un po' di vino, e fa l'atto di berlo, ma suo padre gli allunga una sberla.

Agostino: Posa l, cretino, che ti fa male!...Lascia, che lo bevo io!

Michelino: S, ma non ci giocate troppo, don Agostino, che questo getta calci!

Prudenzia: (Avvicinandosi al bambino e togliendolo dalle grinfie del padre): Lasciatelo stare, don Agostino, che un po' di vino rosso fa bene al sangue!....( Rimettendogli un po' di vino nel bicchiere): Bevi, figlio mio, brinda anche tu, che tanto dopo vai a dormireTe lo verso io!

Peppiniello beve, guardando con aria di sfida suo padre che, impotente, non pu fargli niente.

Michelino : ( Alzandosi): E ora, signori miei, senza fare complimenti, tutti a dormire. Andiamo, Serafina.

Serafina: Buona notte, zii cari, beneditemi tutti e due.

Calogero e Prudenzia: ( Insieme): Tutta santa e benedetta!

Michelino: Andiamo, Serafina.

Michelino e Serafina entrano nella camera degli sposi, la porta in fondo a sinistra.

Concetta: Anche noi andiamo a dormireVieni, Peppiniello! ( E via da sinistra trascinandosi dietro suo figlio che saluta con la mano, mentre esce).

Prudenzia e Calogero escono anche loro, un attimo, dietro a Concetta.

Agostino appena sono andati via tutti da tavola trae vicino a se tutti gli avanzi, si toglie il tovagliolo dal gilet e se lo lega al collo e, come se cominciasse allora, si mette a mangiare col pi formidabile appetito e a bere a tutto spiano, beatamente.

Prudenzia rientra con Calogero, si avvicina alla tavola per sparecchiare e si rivolge ad Agostino che mangia a quattro palmenti:

Prudenzia: Sua signoria non si corica?

Agostino: Stra poco

Prudenzia: ( Un po' ironica): Vuole qualche altra cosa?

Agostino: Indifferente

Prudenzia: Non ha mangiato abbastanza?

Agostino: Indifferente

Calogero: Di notte vostra signoria usa la lampada o dorme al buio?

Agostino: Indifferente

Calogero: Se vostra signoria la usa, guardi che c', sopra il canteranoSe la accenda.

Agostino: (Continuando a mangiare): Va bene, grazie.

Prudenzia e Calogero restano per un po' a guardarlo stupefatti e sconcertati, perch cascano dal sonnopoi, risolutamente, tolgono pian piano dalla tavola le stoviglie, le posate e tutto, levandole anche di mano ad Agostino, che all' inizio difende qualche piatto cercando di strapparlo dalle mani dell'uno o dell'altra, e una bottiglia piena, accostandola ancora a s, e poi persuaso che deve alzarsi, si rassegna e si leva contro voglia.

Agostino: Abbiamo finito!...

Calogero: ( Tira allora un bel sospirone, poi, vedendo che l'ospite sta per infilare l'uscio della camera degli sposi): No, no, dove va , compare?...La sua camera quelladove entrata la comare

Agostino: ( Fa una smorfia di dispetto): Ma proprio vero che qua non ci sono locande?

Prudenzia: Ma che locande!...Ma che dice?....S, via, buona notte

Agostino: Buona notte.( Non sa decidersi ad avviarsi verso la camera della moglie).

Calogero: Le mancano i cerini, forse?

Agostino: No, grazie, ho le scatole piene! ( Si avvia fuori a sinistra, verso la camera).

Calogero e Prudenzia: Buon riposo!

Prudenzia e Calogero rimangono soli sulla scena.

Prudenzia: Che abbia il verme solitario?...Perfino a quel povero bambino del figlio gli portava via il cibo!...Panza mia, fatti capanna!...

Calogero: Prudenzia!Pettegola!... Piuttosto sbrigati invece di criticare sempre, che notte e sono stanco

Prudenzia: E io?...( Sospirando): Non facevamo cos tardi quando ci sposammo, vi ricordate?

Calogero: Gil'altro ieri stato!...( Abbraccia la moglie e via entrambi a sinistra).

SCENA V

Mastro Agostino, dopo pochi secondi di scena vuota, riappare con un materasso, un cuscino, una coltre e un lenzuolo raggomitolati sulla testa; Li depone sul pavimento e si apparecchia il letto per terra, poi si toglie il soprabito e il panciotto, apparendo col martello nel fodero di rivoltella appeso alla cintura; piega soprabito e panciotto e li mette sotto il cuscino, poi va a prendere la valigia , l'apre e ne toglie un berretto da notte, lo calza e depone il cappello sulla gabbia del merlo, indi torna alla valigia e ne toglie l'immagine di San Giovanni decollato, quella stessa che abbiamo visto dentro alla nicchia, nel primo atto, e scuotendola tutta, portandola su e gi, le fa il seguente discorso:

Agostino: Qua, San Giovanni mio caro, non andiamo daccordo!...Non ditemi che siete ancora arrabbiato con me?...Non mi porterete mica rancore!...E no, caro Santo mio!...Io ho chiesto perdono dell'offesa che vi ho fatto, e allora basta!....Acqua passata!...Orave l'accendo la lampada?...Vi dico le orazioni?...Vi faccio cantare le litanie?...Mi pare quindi che il mio dovere verso di voi lo faccio fino in fondo!....E allora, carissimo Santo miovoi siete un po' birbantello!... Come la mettiamo, eh!...Io vi sono devoto, ma parliamoci chiaro: una mano lava l'altra!...Quante volte vi avrei potuto voltare le spalle?...Ma non l'ho fatto!...C' Sant'Agostino, per esempio, che anche il mio santo, che fa miracoli a non finirePotete negarlo?...E san Gennaro, vogliamo parlare di San Gennaro?...Non vi conviene! Eppure io sempre con voi!...Ma che vi costa?...La lingua!...Una piccola petruzza nella lingua, che non le faccia male, ma che non la fa pi parlare!...Muta!.Parliamoci chiaro, San Giovannino, da fratelli!O voi me lo fate questo miracolo che vi ho chiesto, o altrimentiQuattro e quattro fanno ottoIo mi rivolgo ad altri!...Mi rivolgo ad altri, ecco!...( Resta un po' a guardare in silenzio il quadro). Siamo intesi!...Non ne parliamo pi!...Ho capito!...

( Poi si toglie le scarpe, la camicia e li pone sulla sedia. Si stende sul letto e si tira la coperta. Siccome il martello gli fa male al fianco, si rivolta, lo toglie dal fodero e lo depone per terra, a portata di mano.)

Concetta riappare anche lei, in camicia da notte e lo apostrofa a voce bassa:

Concetta: Che dobbiamo fare, stanotte, eh! La notte di Natale?...Sto morendo di freddo! Fammi pigliare una pleurite, eh!

Agostino: Di quella maligna te la dovresti prendere...Cos c' caso che muori!

Concetta: A te dovrebbe venire, svergognato!...Assassino!...Galeotto!...

Agostino: Via!...Andate nel vostro appartamento!...Sci!...Scio!...

Concetta: E come posso dormire, con solo un mezzo letto, eh!...Scivolo!

Agostino: Vi attaccate con una corda!

Concetta: Senza lenzuola?...E la coperta?....

Agostino: Calunnia!...Nient'altro che calunnia!...Vi ho lasciato un materasso, un lenzuolo, due cuscini e una copertamet e metbelle, tagliate col coltello!

Concetta: E se quelli si affacciano e ci vedono divisi, che possono dire, eh! Ridicolo! Disgrazia della mia vita!

Agostino: Oeh!...Senza oltraggiare, capito!...Altrimenti faccio scorrere il sangue stasera!..( Poi, rivolto a San Giovanni): San Giovanni miopronti!...

Concetta: ( Mordendosi le dita): Svergognato...traditoreporco!

Agostino: Marciamo, replico! ( c.s.): San Giovanni, forza!...Non c' occasione migliore!...

Concetta: ( Sulla soglia): Ma me la pagherai!...Oh!, se me la pagherai!...Assassino!

Agostino: ( Afferrando il martello e minacciandola): Rientra in camera!...Rientra in camera!, altrimenti ti colpisco!...( c.s.): San Giovannino!...(Battendo il martello sul pavimento, quasi a richiamarne l'attenzione): San Giovannino bello, che aspettate!...Forza, che non c' occasione migliore, forza!...E ti, vattene in camera tua, strega!...

Concetta: Delinquente!...Avanzo di galera!...Voglia Iddio che ti abbiano a sparare per sbaglio!....Buffone!

Agostino: (Si alza e la insegue minacciandola col martello).

Concetta: ( Si para con una sedia per non essere colpita e poi scappa via).

Agostino: ( Tornando verso il Santo e gesticolando con le mani): Ma siete proprio un paracqua!..

(Prende il quadro del Santo e lo mette a faccia in gi sul tavolo, poi si rimette sotto le coperte):

Agostino: Alla faccia di mia moglie!

TELA

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ATTO TERZO

La stessa scena del secondo atto. Sulla console, sul canterano, dappertutto, mazzi di fiori freschi in vaso. Sul tavolo di centro, inoltre, guantiere con bottiglie, altre con bicchieri ed altre ancora con confetti e paste secche in abbondanza.

SCENA I

Mastro Agostino, vestito a nuovo con cravattina rosso svolazzante e i guanti color sangue di bue, intento a disporre i vasi di fiori, mentre canticchia.

Beviamo, beviamo nei lieti calici

Che la bellezza infioooora!...

Peppiniello uscendo dalla camera , si avvicina al ripostiglio di fondo e cerca di aprirlo, ma inutilmente.

Agostino: Che cosa cerchi?

Peppiniello: Sai dov' la chiave del ripostiglio?

Agostino: Ce l'ho io, perch?

Peppiniello: Perch devo prendere un saponetto.

Agostino: Ah!....Guarda che i saponetti te li ho messi nel canterano, insieme a tutte le altre cianfrusaglie tue e di tua madre.

Peppiniello: ( Osservando sui mobili): Mamma miatutti i dolci e i liquori fuori!...E perch li avete tolti dall'armadio?

Agostino: Per un motivo che solo io conoscoPoi te ne accorgerai..

Peppiniello: Posso mangiarne qualcuno? A voi lascio i liquori!

Agostino: Ma quale mangiare e bere! I liquori e i dolci non servono da mangiare, devo fare una sorpresa! Vattene ora!

Peppiniello: ( Borbottando esce): Va bene, vado, vado!

SCENA II

Agostino: ( Si avvicina all' uscita di sinistra e chiama a voce alta): Stimatissimo consuocero!...Compare Calogero!...Compare Calogero!

Calogero: ( Uscendo in abito da festa): Cosa vuole, professore?

Agostino: Quanto manca ancora?

Calogero: Che ne so? Io, da parte mia, sono gi pronto, vostra signoria lo pu vedere bene, ma le donnesapete come sonobellettotruccole pieghe al vestitoMah! Loro si dovrebbero sbrigare!

Agostino: Come al solito!...Ah, a proposito, ....Caro con suocero, oggi lei vedr uno spettacolo che non se lo scorder pi, fino a che campa!

Calogero: S?...E che sar mai!...Di che si tratta?...Eh?, di che si tratta?

Agostino: Ecco!...Eccolo il curioso!...Ma io non posso dire niente!...Sorpresa!...Sorpresa per tutti!...Mapoilei lo vede.e resta a bocca aperta!...

Calogero: ( Notando i vassoi coi dolci e i liquori sui mobili): Diamine! E chi che ha tirato fuori queste guantiere?

Agostino:Io, caro con suocero, io! Lei non vada in collera!

Calogero: Ma come?...Prima del tempo?...Si debbono presentare dopo la cerimonia, al momento del ricevimento! ( E va per prendere un vassoio per riporlo).

Agostino: ( Parandosi davanti a lui e levandogli il vassoio dalle mani ): Cosa vuol fare, lei?

Calogero: ( Riprendendogli il vassoio): Conservare tutto!

Agostino: ( Riprendendo il vassoio e posandolo sul mobile): Ma no, ma no, li lasci stareNon si usa cos in citt!...Si lasci servire da me!...Ora si usa cos, che si trovano belli e pronti, senza che nessuno li serva. Ora fra la "nobless" ognuno si serve da sin questo modo, lei guardi: Uno entra e dice: Buon giorno, buon giorno, e tanti auguri!....( Prende una pasta e la mangia) Come sta, sta bene? ( Ne prende un'altra c.s.)....La sposa? ( Prende un cioccolatino) Lo sposo?....( Idem un frutto candito)......tanto piacere, tanto piacere!.....(Prende dei confetti e sta per metterseli in tasca ma viene impedito da Calogero che li riprende e li rimette sul tavolo).

Calogero: ( Stupefatto): Ah! In citt si usa cos?...

Agostino: Ultima moda di Par e LondnLei si lasci servire. Facciamo le cose con decenza, ha capito?

Calogero: A proposito di decenza, caro professore, forse meglio che non mi faccia pi "esempi" dicome dite voi in citt "bon ton?", altrimenti dove mettiamo la decenza, quando gli ospiti arrivano e vedono i vassoi quasi vuoti?...Come glielo spieghiamo che non si tratta di avarizia, ma di... "bon ton?" Qui gente di campagna siamo, non mangiamo "raffinato"mangiamo e basta!

Prudenzia: ( Si affaccia dall' ingresso a destra): Calogero, venuto mastro Orazio, vuoi parlarci tu?

Agostino vorrebbe nascondersi, ma poi si ferma per paura di sembrare ridicolo.

Calogero: Accompagnalo qui, Prudenzia.

Agostino: ( Spaventato): No, No!...A chi?...Quale entrare d'Egitto?!...Quello pazzo, quello mi perseguita in tutti i posti!...

Calogero:( Ridendo): Gnorn, professore, non quello che pensa lei! Questo il calzolaio!

Agostino: Ah!...Io credevo che fosse quello che vuole maritarsi con mia figlia!...Non per qualcosa, sama per non provocare disagi in un giorno come questo

Prudenzia: Entrate, entrate mastro Orazio, che vi stavamo aspettando.

Orazio: Grazie, donna Prudenzia, servirvi sempre.

SCENA III

Orazio: ( Entrando con un involto): I miei rispetti a lei, don Calogero. ( Rivolto ad Agostino): Ed anche a lei, caro signore.

Agostino saluta con il capo.

Calogero: Avete portato le scarpe di mia moglie? Sempre all'ultimo momento, voi!...

Orazio: ( Spiegando l' involto): Ma signore, ho voluto fare una cosa rifinita. ( Mostra le scarpe): Guardate che galanteria. Non faccio per vantarmi, ma scarpe come queste non se ne vedono, non dico in Sicilia, ma neanche in tutto il continente! Scarpe che possono stare dentro alla vetrina di un gioielliere. Le guardi, le guardi, donna Prudenzia!

Prudenzia: belle, belle!

Calogero: ( Guardandole): Io non me ne intendo, ma se piacciono a mia moglie, piacciono pure a me. Quanto vi debbo dare?

Orazio: Ecco, signore, le scarpe varrebbero almeno centomila lire,

Calogero: Che?

Orazio:Ma siccome lei un vecchio cliente, mi dia solo ottantamila e non se ne parla pi.. Ma, mi raccomando, non lo dica a nessuno!

Calogero: Quanto? Ottantamila?

Orazio: Ottantamila!

Agostino: ( Che ha assistito alla scena, impaziente al dialogo, osservando le scarpe): Un momento, caro signore, me le faccia osservare. ( Prende le scarpe e, dopo un breve esame, facendo una sonora risata in faccia a don Orazio): Voi, caro signore, siete pazzo da legare!...

Orazio: Come sarebbe a dire, signore? Io sarei pazzo? E perch?

Agostino: Perch queste sono roba da fiera, degne di diecimila lire, quindicimila al massimo!

Orazio: Quindicimila?

Agostino: Al massimo!

Orazio: Ma che ne capite, voi, signore!

Agostino: Che ne capisco io? Mi chiedete che ne capisco io? ( E cos dicendo prende la scarpa, la soppesa, la esamina sopra e sotto, poi prosegue): " In primisse", patrimonio che una scarpa fine si fa di capretto o di vitellino di latte

Orazio: Perch, questo qua che cos'?

Agostino: Questo qua che cos'?...Ah!, Ah!...Questa la mamma del vitello, chiamata volgarmente"Vacchetta".

Calogero: Che professore!....Sa proprio di tutto!

Prudenzia: ( Un po' scettica): Gi!

Agostino: Secondis questa tomaiagi, io parlo della tomaia come se voi poteste capire!...Tomaia, a voi chiss che vi sembra!...Qualche cosa che si mangia,, vero?...Dunque, parliamo in gergo scarparesco siciliano, che meglio! Questa faccia, carissimo e degnissimo signor "calciolaio", di pelle di bue inaridita, giovane di quindici anni almeno, ed tinta col vetriolo

Orazio: Vetriolo?

Agostino: Svetriolo...e difatti appena si ci appoggia il ditoil pipistrello della manose lo sporca, se lo annericchia!....Terzis.terzis, questa suola non battuta a dovere, e dopo un giorno o due di marcia, ti viene la lingua come quella di un cane da caccia!

Orazio: Ma che dite?

Agostino: Ancora due parole, non ho finito verbo! I punti di questo "guardione" sono dati con la zappa e non con la resina!...E per finire, mio caro amicoLe solette interne, guarda( E gliele mette sotto il naso)

Orazio: Piano!

Agostino: Che piano e piano!....Perci, mio carissimo signor ciabattino, queste sono scarpe da fiera, al massimo valgono diecimila lire, e se non sapete fare il calzolaio, andate a fare il "farmacista", che meglio! " Rimembris oribus", cio ricordati, uomo, che calzolaio si nasce e non si diventa!

Michelino: ( Affacciandosi da destra): Pap!

Agostino: ( Infervorato): Figlio!

Michelino: ( Irritato): Senta una cosa!

Agostino: ( c.s.): Vengo! (Continuando con Orazio): Perch il mestiere di calzolaio..

Michelino: ( Quasi fuori di se): Pap, le dico,!...Venga qua che ho bisogno di lei, subito!

Agostino: Il mestiere del calzolaio

Entra tirato per la giacca da Michelino.

SCENA IV

Calogero: Che scienza!...Tutto sa, tutto!

Prudenzia( Rivolto a Calogero): Gi, gi, tutto! E come si accalorato a difendere la scarpa, il "professore"!... Sembrava proprio un professore "professionista calzolaio", il"professore in pensione"!

Orazio: ( Che non ha sentito, rivolto a Prudenzia): Ma signora, che calzolaio il vostro consuocero?

Prudenzia rimane un attimo in silenzio, titubante, mentre risponde prontamente Calogero.

Calogero: Ma che dite, mastroVincenzo, il suocero di mio nipote un professore, un pozzo di scienza!

Prudenzia: ( Fra s e s): Specialmente della scarpa!

Calogero: Che vai brontolando?

Prudenzia: ( Rivolta a Calogero): Ma hai sentito come ne parlava?

Orazio: Va bene, va bene, tenetevi le scarpe e datemi quanto volete! Ritorner a prendere i soldi. ( E cos dicendo d le scarpe a Prudenzia)..Donna Prudenzia, io mi faccio tagliare la testa che quello stato ciabattino come me.Arrivederci! ( Esce).

SCENA V

Michelino: ( Arrabbiatissimo, uscendo con Agostino): Ma proprio stavate uscendo pazzo pur di farvi conoscere!

Agostino: Ma caro mio genero, lui mi ha toccato nel mio debole!...A me si pu offendere in tutti i modi, meno che nella mia suscettibilit professionale!

Michelino: E bravo!...Ma ve lo siete dimenticato che io per farvi accettare e per non umiliare Serafina ho dovuto inventare la storia che siete professore di storia e geografia?... Avanti, Ora che vengono il sindaco e gli invitati, vedete di farne un'altra delle vostre!... Mi raccomando, non perdete l'occasione di fare un'altra fesseria!

Agostino: Non state cos adirato, via!Vi prometto che mi conterr tutto!

Michelino: ( Minaccioso): sar meglio per voi!

( Esce).

Peppiniello: Pap, pap, ho contattato il musicante, come mi avevi ordinatoVuol sapere se pu venire.

Agostino: S, s, bravo!...Va e digli di venire subito! E poisenza parlarne con nessuno, hai capito?...

Peppiniello: Non dubitate!...

Agostino: Soprattutto con quella scostumata della tua signora madre!...

Peppiniello: Statevi accorto, non mi scapper neppure una parola. ( Mettendosi le dita incrociate sulle labbra per giuramento): Giuro e rigiuro! ( E via correndo, esce).

Michelino: ( Entra da sinistra): Mamma pronta?...Guardi che la zia e lo zio hanno finito, e Serafina anche.

Agostino: Credo che ancora si stia incipriando!...Ora le faccio premura io, non dubiti! ( Michelino esce).

SCENA VI

Agostino: ( Vedendo qualcuno che entra da destra): Egregio professore, avanti! Avanti! Parliamo un po': che cosa avete combinato?....

Placido: Tutto fatto. Ho procurato una cornetta, un bombardino, un trombone e un tamburino.

Agostino: Ma sono intonati?

Placido: Ma certo! Specialmente il tamburo

Agostino: Mezza parola Dunque: non appena entrato il Sindaco con tutti i testimoni, i bandisti si debbono mettere davanti alla porta, pronti alla carica!

Placido. Magnificamente!

Agostino: Voi vi mettete presso quella porta della sala, in modo che potete vedere me e loro. Quando io vi faccio segnale, dicendovi: " Pronti alla battaglia", voi fate un segno a loro e attacchiamo!

Placido. Divinamente!

Agostino: Prima la Marcia Reale e poi la Marcia Nuziale.

Placido: Perfettamente.

Agostino: Le sanno a memoria?

Placido: Non dubiti, hanno le carte.

Agostino: Ma prima non si devono far vedere da nessuno, oh!...Deve essere una grande sorpresa per tutti.

Placido: Sissignore. Sapete che faccio? Per adesso li faccio mettere nascosti, con tutti gli strumenti, dentro il fienile. Dopo che sono entrati tutti, li faccio venire nella sala qua accanto e li dispongo allineati.

Agostino: Perfettamente!...Oh, un'altra cosa: come far a sapere quando sarete tutti dentro?

Placido: Sua signoria ci dia una parola d'ordine ed io la grider forte.

Agostino: Bravo! Avete un'intelligenza!...Ecco, gridate cos: " professore, il contrabbando al sicuro!"

Placido: Sissignore, non dubiti!... ma ora me la fate vedere?

Agostino: Che cosa?

Placido: La cappella! Quella che avete fatto per San Giovanni Decollato!( Cos detto va per aprire la porticina in fondo)

Agostino: Fermo!...Non aprite, che porta male!...

Placido: Suvvia, adesso, un momento solo!...

Agostino: Niente, niente, non c' tempo da perdere. Avanti, andatevene, arrivederci, e occhio vivo!.. Accompagna Placido fino sulla porta, ripetendogli:

Dunque, ricordatevi di tutto: occhio vivo e bacchetta prontaAl comando: "Pronti alla battaglia", attaccate con la marcia reale.

La voce si perde dentro l' ingresso a destra. Pochi secondi di scena vuota.

SCENA VII

Fuori scena si ode un po' mormorare concitatamente, poi Agostino, facendo sforzi erculei, si sforza di rientrare all' indietro, vincendo la resistenza di don Peppino, il quale , afferrandolo per il bavero, vorrebbe tirarlo fuori, mentre viene trascinato dentro da Agostino.

Agostino: Non facciamo pazzie!...Non siate violento!...Ragioniamo!

Don Peppino: Voi mi deste la vostra parola di re!...Mi diceste "responsabile io"Ed ora ne voglio soddisfazione!...Sono Don Peppino Esposito, iodavanti a me tutti tremano.. pensate che io posso permettere ad un ciabattino di farmi "sgarbo"?...

Agostino: E che volete fare?...Fermo con le mani, oh!...Non tirate fuori niente, lo sentite?....( Intanto indietreggia velocemente e si accosta all' uscio di fondo al centro).

Orazio: No, vi dobbiamo sfregiare, altrimenti io non sono contento! E lo sgarbo che avete fatto al padrino deve essere lavato col sangue. Sono cinque mesi che vi andiamo cercando!....( Apre il temperino).

Agostino: Non vi rischiate, oh!....Non fate oltraggi!....( Rivolto verso l' interno): Portami il revolver, Concetta.( Poi comincia a correre in tondo sulla scena, seguito dai due, gridando): Sparo!...Sparo!...

Don Peppino: ( Inseguendolo): Fermatevi, ve la devo far pagare!...

Orazio: ( Inseguendolo): Fermatevi, vi devo sfregiare!...

Agostino: Sparo!...Sparo!...( E scappa dalla porta a sinistra del palcoscenico).

Orazio lo insegue fino alla soglia della porta, poi si ferma sulla soglia, titubante, poi indietreggia, mentre a sinistra si sentono delle voci che imprecano.

Calogero: Che c'? Che cosa succede, per tutti i diavoli!

Michelino: Presto, andiamo a vedere che succede!

Don Peppino e Orazio scappano verso l' ingresso, ma giunti sulla soglia sentono una voce, quella di Placido.

Placido: Professore, il contrabbando al sicuro!

Don Peppino e Orazio tornano indietro, sgomenti, credendosi in trappola e cercano scampo. Non trovando una via di uscita, aprono l'uscio in fondo e vi si nascondono dentro, richiudendolo.

SCENA VII

Mastro Agostino appare sulla soglia della sua camera con un manico di ombrello in mano.

Agostino: Sparo, parola d'onore, sparo!....

Calogero: ( Entrando): Benedetto Iddio, che succede?

Michelino:( Entrando anche lui): Che diavolo ha, lei, pap?...A chi vuole sparare?...

Agostino: Non sapete, caro consuocero!...Non sai, caro genero!...Sono venuti fino a qui dentro a minacciarmi!...

Michelino: Ma chi?

Agostino: Quel mascalzone di don Peppino Esposito e suo nipote Orazio!...Te lo dissi, io, che quelli mi avrebbero inseguito fin qua per farmela pagare!...Mi volevano sfregiare.E se non prendevo il revolver!...

Calogero: Avete fatto bene!.....

Michelino: ( Che vedendo in mano ad Agostino un manico d'ombrello, non pu frenare una risata): Certamente a vedervi armato si devono essere spaventati a morte!

Calogero: Meno male che le donne non hanno sentito nulla di tutto questo fracasso, altrimenti chi sa cosa sarebbe successo!...

Agostino: ( Rivolto a Michelino): Tua suocera ha sentito tuttoma non si mossa!....

Calogero: E che poteva fare, lei, poverina?...(Uscendo insieme a Michelino ): Mah!...Vediamo cosa fa tua zia Prudenzia.

SCENA IX

Concetta: ( Esce, da l a poco, con tanto di cappello piumato in testa e un fitto velo bianco sulla faccia): Hai finito di sparare?....E Serafina, sai se pronta?

Agostino: ( Secco): Chiedeteglielo!....( Esaminandola bene, irritatissimo): In che cosa consistono quella cesta e quella zanzariera che avete in testa?...

Concetta: Non cominciare a deridermi, mi senti?...

Agostino: Vi sto chiedendo: in che cosa consistono, parlate!...

Concetta:. Che vuol dire, in che cosa consistono? Sono il cappello e il velo che ci vogliono!

Agostino: Ma vattene!...Va a toglierli, mascherata!....

Concetta: Che dici?...Io non li tolgo, io devo fare onore a mia figlia!

Agostino: In che modo, cafona?....Il matrimonio si fa in casa e tu ti presenti con quel baule in testa?...Toglilo!

Concetta: No, ce l'ho e me lo metto!...

Agostino: Toglilo, ti dico, cretina! Non fare ridere la gente!....

Concetta: Tu si pazzo!!...Tu solo puoi portare il cappello, vero?...E io che sono, una donna da nulla?...

Agostino: Che c'entro io?...Ho forse il cappello addosso, femmina sparlante?...Toglilo, ti dico, che sembri una figura del circo!...

Concetta: Ah! Sembro una figura del circo?...Guardati quanto sei bello tu!...Don Agostino, professore dei ciabattini del cortile!...

Agostino: Oh, donna Concetta!...

Concetta: Oh, Mastro Agostino!...

Agostino: Miserabile lavandaia!

Concetta: Cencioso mastro ciabattino!...

Agostino: Ah, s?!....(Si precipita su di lei e le strappa cappello e velo, buttandoli via) Cos!...Sei contenta, adesso?

Concetta: Assassino!....Delinquente!...

SCENA X

Michelino: ( Arrivando): Santo e Santissimo buon Dio, vi dovete far conoscere per forza?....Ma che credete, voialtri, che perch voglio bene a vostra figlia debbo sopportare questo inferno e debbo vergognarmi davanti a tutti?...Ma io vi mando al diavolo!.... Per fortuna ne abbiamo soltanto per tutto oggi!....Che disgrazia, maledizione!....

Concetta: tutta colpa sua, di quel delinquente!....Che non mi d un minuto di pace!...

Michelino: Tacete, che vi possono sentire e non voglio che vi vedano fare queste sceneggiate!

Agostino: Non insultate, caro genero, non insultate, e ditemi se non ho ragione: possibile mai che si sarebbe dovuto mettere in testa quel cappello che sembrava un catino d'acqua innevato, con davanti alla faccia una canna e mezzo di tulle, e per restare in casa per giunta!

Michelino: ( Non potendo frenare una risata): vero?....

Agostino: Eccome! Dillo tu, dillo tu, uccello del malaugurio!...

Concetta: ( Piangendo): Io volevo fare onore a mia figlia e a mio genero!....

Michelino: ( c.s.): Va bene, mamma, ma non si usa.dentro casa!....Don Agostino ha ragione.

Agostino: Dico bene, caro mio?....Che ne sa lei, di certe usanze sociali?....

Concetta: (c.s.): E me lo doveva dire in questo modo, che a momenti mi strappava gli occhi?

Agostino: Visto che non l'hai voluto sentire con le buone maniere, te l'ho dovuto dire cos!...

Michelino: ( Raccogliendo il velo e il cappello e porgendoli a Concetta): Bene!...Adesso per fatela finita tutti e due, che avete gi fatto abbastanza!

Concetta: ( Uscendo): Il Signore ne chiama a s di uomini di valore!E a questo mulo malefico di mio marito.sempre in piedi lo tiene! Assassino!...Assassino!

Michelino:Basta, donna Concetta!...Finitela adesso!...

Agostino: Donna volgare e sguaiata!...

Michelino: Don Agostino, ho detto basta!...Uffa!....Ba-a-sta!

SCENA XI

Peppiniello: ( Entrando): Sono pronto.

Serafina:( Entrando con la madre): Anche noi!

Prudenzia: ( Entrando): Al punto giusto. Sta arrivando il Sindaco.

Michelino: Finalmente!....( E si avvia verso l' uscita di destra).

SCENA XII

Michelino: ( Rientrando col Sindaco): Avanti, signor Sindaco. Zio, per favore, sgombrate quella scrivania, per i registri.

Calogero: ( Prendendo due grandi registri e mettendoli sul tavolo): Qua, mettiamoli qua.

Sindaco: ( In redingote con sussiego): Signori, buon giorno a tutti.

Tutti: Buon giorno!

Michelino: Presento l'egregio signor SindacoMia moglie Serafina.

Sindaco e Serafina: ( Stringendosi la mano): Tanto piacere.

Michelino: ( Rivolto ad Agostino): Pap, vi presento il signor sindaco..Signor sindaco, mio suocero, signor Agostino Miciacio, professore in ritiroMia suocera, signora Concetta Miciacio.Il mio cognatino, Peppiniello.

Concetta fa un inchino davanti al sindaco e a momenti cade, ma si riprende subito; Peppiniello va a prendere la mano del sindaco e gliela stringe mettendosi per un attimo sull' "attenti";

Agostino: ( Si avvicina e abbraccia e bacia il Sindaco): Tante congratulazioni!

Sindaco: ( Rivolgendosi ad Agostino): Ah, lei in ritiro, gi cos giovane?

Agostino: Gisono in ritiro.

Sindaco: Ha cominciato presto la sua carriera?

Agostino: Pfui!...Prestissimo! Potevo avere otto anni!....

Sindaco: (Piuttosto scettico): Corbezzoli!....eche cattedra occupava, se lecito?....

Agostino: ( Che non comprende): Come?

Sindaco: Dico: quale facolt copriva? Che materia insegnava?

Agostino: ( Imbarazzato): Ah!....A seconda, vede!....

Michelino: (Intervenendo in tempo): Insegnava lingue!

Sindaco: Ah! Lingue!....

Agostino: Gi, sissignore!....Lingue.nasibocche.

Sindaco: Vive o morte?

Agostino: ( Sulle spine): Eh!...Secondo le stagionivive, morte, convalescenti.

Michelino: ( C.s.): No, in ultimo insegnava lingue vive: Tedesco, inglese.

Agostino: ( Rincuorato): GiInglese, Danimalchese, Sveziano

Michelino:( Tirandogli forte la falda del soprabito): Andiamo, pap!....Che il Sindaco pronto!....Vuol favorire, signor Sindaco?

Il Sindaco si mette la sciarpa e prende posto dietro alla scrivania.

Sindaco: Avanti gli sposi!

Michelino e Serafina: Pronti!

Si mettono uno a destra dell'altra , dal lato opposto della scrivania, di fronte al Sindaco. Tutti i presenti fanno crocchio intorno a loro.

Sindaco: ( Togliendo dalla tasca di dietro dello stiffelius un piccolo codice): Dunque, signori, attenti!

( Apre, sfoglia e legge ad alta voce, con chiarezza): " Articolo 130: Il matrimonio impone ai coniugi l' obbligo reciproco della coabitazione, della fedelt e dell'assistenza".

Agostino:( Rivolto alla moglie): Fu quel libricino a infelicitarmi la vita, a me!...Lo vedi?

Concetta: ( Facendo spallucce): Pfui!

Sindaco: " Articolo 131: Il marito capo della famiglia, la moglie segue la condizione civile di lui".

Agostino: Civile, capisci? Come me!....

Sindaco: " Ne assume il cognome, ed obbligata d'accompagnarlo ovunque egli crede opportuno di fissare la sua residenza".

Concetta: Obbligata!...Riesci a capirlo?

Agostino: S, ma io ti dispenso.( Le acciacca un piede).

Concetta: Ahi!...Assassino!.... Devi morire ammazzato!

Sindaco: " Articolo 132: La moglie deve contribuire al mantenimento del marito, se questo non ha i mezzi sufficienti!.

Agostino: Ti persuadi, miserabile moglie?...A rigor di legge, ci dovresti pensare tu, per me.

Concetta: Ma v via, svergognato!

Agostino: La pizzica da farla tramortire.

Michelino: Lo guarda accigliato come per fulminarlo.

Serafina: Lo supplica in silenzio di non fare scandali.

Concetta: ( Forte): Ahi, Ahi, Ahi!....

Calogero: Cos'ha, signora?

Agostino: Nientenon ci badate, , l'emulsione emulsionata!....

Tutti, compreso il Sindaco, ridono.

Sindaco: ( Ricomponendosi): Voi, Michele Maria Santapaola, siete contento di prendere per legittima sposa Serafina Eugenia Miciacio?

Michelino: S

Sindaco: E voi, Serafina Eugenia Miciacio, siete contenta di prendere per legittimo sposo Michele Maria Santapaola?

Agostino: Ma Certo che contenta, se n' scappata a casa sua!

Tutti ridono.

Sindaco: Silenzio, voi!.... la sposa che deve rispondere!

Agostino:Ma la sposa non pratica, la prima volta!

Sindaco: Silenzio per la seconda volta!...Parli la sposa!....Siete contenta, Serafina Miciacio?

Serafina: S!

Sindaco: In nome della legge.

Agostino: Vi dichiaro marito e moglie!

Sindaco: Ma come vi permetteteIo sono il sindaco!....." Vi dichiaro marito e moglie"!

Agostino: fatta!....( Saltellando qua e l): fatta!

Tutti: Evviva!....

Si abbracciano tutti.

Prudenzia: ( Riunendo i due nipoti in un unico abbraccio): Cos, figli miei, sempre uniti per cent' anni, due corpi e un' anima sola, come me e vostro zio! .( E cos dicendo scoppia a piangere in un modo isterico).

Calogero:S, come me e Prudenzia!..... ( E cos dicendo scoppia anche lui in un pianto dirotto).

Agostino:( Piangendo a dirotto anche lui, ma di disperazione): S, e come me e Concetta!...Che disgrazia!...Che disdetta!...( Grida): Ah!..Ah!..

Prudenzia: ( Smettendo di colpo di piangere e trascinando per mano Michelino e Serafina verso il quadro della Madonna): Ora venite qua, ringraziate la vergine Maria che vi ha protetto e vi protegger sempre.

Agostino: ( Sbarrando loro il passo): Alto l!....Scusi, cara comare, ma prima il dovere di questi signori un altro!...Fermi!...( Spingendo gli astanti indietro per sgombrare lo spazio davanti l'uscio di fondo): Scusate, signori miei, fatemi un po' di largo. CosFermi tutti!

Calogero: Che cosa vuol fare, professore?

Agostino: Fra breve lei se ne accorger. (Prende Michelino e Serafina per mano): Inginocchiatevi qua, voialtri.( Davanti all'uscio di centro).

Michelino: ( Riluttante): Ma che significa?

Agostino: ( Con autorit): Ubbidisci, figlio!...

Calogero: Ubbidisci a tuo padre, Michelino!

Michelino: Manifestamente contrariato, ubbidisce suo mal grado e si inginocchia davanti a don Agostino.

Serafina: Con aria rassegnata sospira e si inginocchia accanto a Michelino, con l' uscio di fronte.

Tutti: Guardano e attendono con grande curiosit.

Agostino: ( Solenne): Tu, cara figlia, quando hai preso la fuga col presente tuo consorte, a chi ti raccomandasti per non essere abbandonata in bala di te stessa?

Serafina: A San Giovanni Decollato.

Agostino: Perfettamente!...E tu, caro Michelino, al presente mio genero, davanti a chi hai giurato, quando te ne fuggisti con la presente tua consorte, che te la sposavi matematicamente?

Michelino: ( Sorridendo): Davanti a San Giovanni Decollato.

Agostino: Ti prego di non ridere!...( Grave): EbbeneSan Giovanni Decollato vi ha fatto il miracolo e lo dovete ringraziare!....( Rivolto a Placido che sulla soglia dell' ingresso): Professore.Pronti alla battaglia!

Placido: ( Rivolto a quelli di fuori con gli strumenti): Diamoci sotto, ragazzi!...Uno, due, tre!....( Si sente, di fuori, un centone di strumenti scordati, che vorrebbe essere la marcia reale, ma che riesce solo a portare via le orecchie agli astanti).

SCENA XIII

Agostino mette la chiave nella serratura dell' uscio in fondo e lo apre, spalancandone le imposte.

Orazio: ( Precipitandosi fuori del ripostiglio con il temperino aperto in mano): Largo!...Largo!..

Don Peppino: Largo, largo! Lasciateci passare!...Sono Don Peppino Esposito, mi dovete "onorare"!Largo a tutti!

Orazio: Largo, largo!...Ho il coltello!...

Tutti indietreggiano, le donne emettendo grida di spavento, gli uomini cercando istintivamente una sedia, un oggetto qualunque per farsene un'arma di difesa. Peppiniello prende una tovaglia rossa che era in un angolo e si mette minacciosamente davanti ai due, e comincia un "balletto" che ricorda quello del torero con il toro, mentre Orazio e Peppino,come due tori di fronte al torero, indietreggiano verso l' uscita.

Agostino: ( Correndo spaventato verso la sua camera): Sparo!...Sparo!...

La musica cessa, come per incanto.

Orazio e Peppino, incalzati da Peppiniello che li incalza colla tovaglia da torero, retrocedono verso l'ingresso e si squagliano Gli uomini, dopo un attimo di attesa, si precipitano verso l' ingresso, ma Orazio e don Peppino sono gi scomparsi. Le donne sono pallidissime per la paura. Solo Concetta rimane impassibile, anzi gongolante e soddisfatta.

SCENA XIV

Calogero: ( Che nel trambusto caduto tra le donne, si rialza, massaggiandosi i lombi indolenziti).

Sindaco:Era unmalfattore!...fatelo arrestare!...Fatelo arrestare!...

Agostino: ( Uscendo di camera, col solito manico d'ombrello): Largo perch sparo!...Sparo!...Sparo!...

Sindaco: Ma che sparare, professore, a chi spara lei?...Sono scappati!....Venga tra noiChi era?...Lei li conosce?...

Calogero: Chi erano, professore?...Si pu sapere?...

Agostino: Chi erano, signori?....Erano quel mascalzone di don Peppino Esposito, boss incontrastato di tutta la zona nord della citt e suo nipote Orazio Scavonetto, inteso Musetto, operatore ecologico. Li faccia arrestare, signor Sindaco!...

Michelino: Ma che arrestare, lasciateli andare, sono solo dei poveri pazzi!

Agostino: Pazzi pericolosi, per!...Mi volevano "suicidare"!...

Sindaco: Ma come hanno fatto a nascondersi l dentro?

Agostino: Ah, allora lei non sa la questione "intecedente"?...Ecco, signore, gliela dico io

Michelino: ( Mettendoglisi davanti): Basta, pap, mi deve fare il piacere di non parlarne pi!.Piuttosto aiuti a servire le signore, che si sono spaventate.

Prudenzia: S, s, meglio!....Mangiamoci due confetti, alla salute degli sposi!....A lei, cara consuocera, alla sua salute!...( ( Prende una manciata di confetti e li d a Concetta, che li mangia avidamente, ridendo e motteggiando le gesta del marito).

Michelino d i confetti al Sindaco, allo zio e a Serafina, mentre Peppiniello se li prende da solo e, cercando di non farsi vedere dal padre, si serve un bicchiere pieno di spumante, e tutti si scambiano gli auguri.

Prudenzia: ( Avvicinandosi al marito): Vi siete fatto male, Calogero?

Calogero: Un po'!...Ma non ci badare, cosa da nulla!....

Prudenzia: Cal!Certo che per essere un professore. un po' "strano" il professore!...E la "nobile" moglie, poi.

Calogero: Prudenzia, date venia!....Forse quel professore uno strano "professore", lo ammetto, e con la moglie.non esattamente come fra me e te!...Per.Serafina brava e bella!...L'importante che si vogliano beneAl resto possiamo pensare noi!...Del resto, che abbiamo fatto fino ad oggi!... il nostro unico nipote! Su, via, lascia, non pensiamoci pi!

Prudenzia: Fa un po' riluttante un gesto di assenso.

Calogero: A proposito, professore, bei miracoli che fa il suo San Giovanni!...

Agostino: Ha ragione, caro con suocero! Mi creda, ne sono mortificatissimo!...Anzi, guardi, per darle soddisfazione, in presenza di tutti, lo punisco!.( Va verso l'immagine del Santo, ne spegne le candele davanti, lo prende fuori e torna con quello verso i convenuti): Ora vi faccio vedere che lo punisco! ( E fa per metterlo da parte a faccia in gi).

Concetta: Ahi!...Ahi!...Ahi!...

Prudenzia: Che le succede, donna Concetta?..

Agostino: Si ferma ad ascoltare.

Concetta: ( Non pu parlare e fa segni con le mani mostrandola bocca sanguinante).

Prudenzia:Madre mia, donna Concetta, le stava saltando mezza lingua!...Ma come potuto succedere?....

Peppiniello: Mentre mangiava un confetto!...

Tutti intorno a Concetta, cercando di darle cura.

Agostino: ( A Prudenzia): Ma che successo?

Prudenzia: Donna Concetta, vostra moglie, col mangiarsi un confetto, s' troncata mezza lingua!

Agostino: Le caduta totalmente?( La cerca per terra).

Prudenzia: No, se l' solo tagliata, ma non pu parlare pi!...

Agostino: ( Inginocchiandosi davanti all' immagine di San Giovanni Decollato, che depone su una sedia): San Giovanni Decollato mio!.....Santo Miracoloso!....Ed io che vi volevo arrecare offesa!....

Prudenzia: Che cosa fa, professore? Lei forse non ha capito!...Sua moglie si tagliata mezza lingua!...Non pu pi parlare, poverina!...

Agostino: ( Senza badargli): Miracolo spettacoloso!....Signori miei, spettacoloso!...

Tutti: Che successo?...Che stato?...

Agostino: ( c.s.): Professore, professore Placido!....

Placido: ( Sulla soglia dall' ingresso): Cosa vuole?...

Agostino: Musica! La marcia trionfale! ( A tutti che lo guardano meravigliati): Inginocchiatevi tutti, perch siamo davanti a un Santo miracolosopotente.Strapotente!....Viva San Giovanni!...Viva san Giovanni!....

Placido: Forza, ragazzi, diamoci sotto!...

Si risente la musica "deliziosa" di prima. Agostino inginocchiato davanti all' uscio si batte il petto; Tutti lo guardano meravigliati. Concetta gli fa un cenno, mordendosi minacciosamente la mano e emettendo stridenti lamenti, non potendo parlare pi, quasi a dire: " Ce l'hai fatta, boia"!

SIPARIO


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