Il gioco
di Prometeo
Atto unico di:
Claudio Trionfi
e-mail: claudiotrionfi@tiscali.it
tel.: 347-7663764
Personaggi:
Dedalo - Icaro - Prometeo - Evemero - Uomo
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(Sotto un nero firmamento punteggiato di stelle i personaggi si muoveranno in una scena buia illuminati soltanto da una lanterna che essi stessi avranno in mano
DEDALO Fermati, figlio! Arresta, ti prego, questa corsa insensata! Desisti dalla tua folle impresa! Vano lintento!
ICARO Vane sono le tue parole, pavido padre! Io non ti ascolto. Dovrei rinunziare alluso delle ali che tu stesso forgiasti per me?
DEDALO Non allutile uso ti chiedo di rinunziare ma allabuso sfrontato foriero di morte.
ICARO Non parlavi di morte allorch me le ponesti sulle spalle e me ne indicasti lo scopo. Solo se esse ci sosterranno, potremo tornare alla vita. Furono queste le tue parole quando, ostaggi del crudele Minosse, eravamo condannati a vagare fino allultimo dei nostri giorni nei meandri di quel Labirinto dalla tua mente ideato.
DEDALO E non siamo forse riusciti ad eludere la sorveglianza dellatroce tiranno, volando oltre le mura dellintricato palazzo? Non stato emulando gli uc-celli dal rapido volo che abbiamo potuto fuggire da Cnosso e attraversare il pelago dal quale tu ora per ottusa albagia rischi di essere inghiottito?
ICARO Evidentemente tu, padre, ormai vecchio e pago forse di ci che la vita ti ha dato, con lo spirito saturo di soddisfazioni e vacuo di prospettive, evidentemente tu, dico, per poterci librare oltre i confini di Creta prendesti a modello i gabbiani dal volo radente il cui sguardo non riesce a seguire pi che londa schiumosa sotto la quale si muove lascondita preda. Altre sono le mie aspettative; pi alti traguardi mi pongo. Ora che mi hai insegnato a volare non mi accontento pi di lambire il mare e la terra; il cielo che miro con avido sguardo! Non pi lottuso gabbiano sar il mio mentore in volo. Seguir laquila dalle lunghe ali spiegate che mi aprir finalmente alla vista gli spazi celesti.
DEDALO Icaro, figlio diletto, ascolta ti prego le mie parole. E giusto, anzi degno di lode, tentar di appagare lanelito allalto. Ma gli Dei abitatori e padroni dellaere infinito hanno disposto per ciascuna creatura limiti e veti.
ICARO Nessun dio potr pi arrogarsi il diritto di pormi limiti e impormi veti! Grazie allacume del tuo intelletto, padre, e allabilit delle tue mani ora sono in grado di raggiungere altezze che darebbero le vertigini anche al nibbio veloce o al superbo sparviere. Posso finalmente sfidare la potenza divina raggiungendo con ali artificiali financo la vetta dellOlimpo; e lo far! Ne ho il potere e addirittura il dovere.
DEDALO Non contro la potenza divina, che spero non voglia dar peso al tuo vaniloquio, ma contro le leggi della natura andrai a scontrarti e ad infrangere le tue vane ambizioni, figlio protervo. Anche laquila che vorresti emulare, per quanto potrebbe, essa s, affiggere senza alcun danno lo sguardo alla sfera infuocata che ci d luce e calore, volge sempre la vista cerviera sulla terra o nel mare o per laria sottesa. Mai oserebbe spiegare le ali puntando verso lalto gli artigli affilati o il becco ricurvo.
ICARO Ma laquila, padre, ha le ali sulla schiena; luomo le ha nella mente. La vista acuta sta negli occhi del pennuto rapace; quella delluomo sta nel suo cervello. Ci che pu laquila nulla appetto al potere delluomo.
DEDALO Ma ci che pu luomo nulla appetto al potere degli Dei!
ICARO Non si sa, padre; n si potr sapere finch un ardimentoso non abbia scalato lOlimpo e lacerato le nebbie dietro le quali si celano gli autocratori despoti che sanno soltanto vessarci e umiliarci. La nostra intelligenza ci garantirebbe il dominio assoluto su questo pianeta, eppure siamo costretti a vivere in un continuo stato di angoscia, paventando la divina onnipotenza imprevedibile e occulta. Mai alcun dio si pales ai nostri occhi! Per quale motivo? Hanno forse paura di noi? Perch, Poseidone, ti celi sul fondo dei mari quando muovi le onde a tempestosa procella? Perch tu, Eolo, dio dalle gonfie gote, svelli con perfidia irridente, protetto da nembi e da cirri, tanto gli alberi radicati al terreno quanto quelli infissi sui ponti dei nostri vascelli? E tu, Zeus, sovrano assoluto, perch scagli i tuoi mortiferi dardi senza concederci facolt di difesa? Dubiti forse di subire la sorte che infliggesti a Crono, tuo padre? O temi di soffrire da noi mortali la stessa disfatta che inferisti ai possenti Titani? Vi affronter, superbi immortali! Non ambisco alla conquista del vostro regno celeste, ma non sopporto pi, a nome della mia specie, le vostre terrene angherie! Chiedo equit che forse altri Dei potrebbero darci. Con queste ali, che sono lemblema della nostra sagacia, sapr attraversare le nebbie remote che avete effuso tra voi e il resto del creato. Verr a fissare il mio sguardo nel vostro per dirvi che qui sulla terra siamo noi gli attuali monarchi e della nostra se pur effimera vita vogliamo essere padroni assoluti!
DEDALO Perch vuoi sfidare gli Olimpi? a che pro? Perch non ti prostri piuttosto davanti ai loro altari e rendi grazie con lauti sacrifici alla loro magnanimit?
ICARO Ma quale magnanimit del cazzo?! Non dire stronzate!
DEDALO Eh no, no, scusa. Certe parole non si possono usare. Stai uscendo dalle regole.
ICARO S, hai ragione. Scusa, questa frase mi scappata. Ma insomma non mi pare cos grave. Ogni tanto pu succedere. Limportante non uscire dall argomento.
DEDALO Eh, no, caro, le regole vanno rispettate fino in fondo, altrimenti non pi divertente, si perde il gusto e linteresse per il gioco.
ICARO Va bene, dai, riprendiamo. Star pi attento a quello che dico.
DEDALO Daccordo. Allora riprendo io dalla mia ultima frase. Perch vuoi sfidare gli Dei? A che pro? Perch non ti prostri piuttosto davanti ai loro altari e rendi grazie con lauti sacrifici alla loro magnanimit?
ICARO Arroganza, padre! Chiamala spietata arroganza, non magnanimit! Essi ci scagliano contro terremoti, catastrofi, pestilenze senza riguardo alcuno, senza rimorso. Non ci neanche concesso determinare lesito delle guerre che noi umani per umane vertenze tra noi combattiamo! Essi intervengono a favore degli uni o degli altri, spesso negando la vittoria a chi per valore o per giusta causa la meriterebbe. Che combattano le loro eterne battaglie! Che si annientino tra loro per la primazia universale! Ma lascino che noi mortali scaviamo il solco del nostro caduco destino.
DEDALO E questo il tuo abbaglio, malaccorto figliuolo! Ti inganni se credi di essere soltanto un effimero segmento. La morte interrompe lesistenza terrena; ma la vita si inoltra nellErebo oscuro; e una volta varcata la porta dellAde e chiusa alle nostre spalle dal ringhioso Cerbero, siamo destinati a trascorrere un tempo infinito attraverso infiniti spazi. E inflessibili giudici incaricati da Zeus destineranno ciascuno di noi al placido Eliso o al Tartaro tormentoso o al prato degli asfodeli a seconda del nostro ossequio e rispetto alle leggi divine.
ICARO Ma sono appunto queste leggi che anelo di poter sovvertire! Come fai a non comprendere, o peggio a non condividere, i miei intendimenti? Perch vuoi che a valutare il nostro operato e a decidere del nostro destino siano i sodali di Zeus? Se, come dici, noi esseri umani siamo rivoli destinati ad affluire nel grande lago delleternit attraverso la corrente degli inferi fiumi, per quale iniquo motivo ci viene interdetto di determinare il nostro corso e scegliere il punto dapprodo che sia nel Cocito echeggiante di pianto oppure nel Lete che induce alloblio? Perch dobbiamo ottenere la gioia perpetua o la perpetua afflizione a seconda che ossequiamo o meno un dio piuttosto che un altro offrendo loro servigi?
DEDALO Non ossequenti ma bens grati; non servili ma bens rispettosi dobbiamo mostrarci agli Onnipotenti i quali, pur essendo padroni del creato, hanno concesso a noi e non ad altra creatura il dominio assoluto sulla terra, i frutti della quale sono a nostra completa disposizione. Se non altro per questo, ma per molto di pi, essi meritano la nostra riconoscenza. E in quanto al rispetto, che ben diversa cosa dal servilismo, noi meschini mortali lo dobbiamo tribuir loro con reverente zelo al pari che la luna e gli altri remoti pianeti si inchinano al chiarore dellastro di fuoco. Troppo a noi superna la loro possanza perch non si guardi ad essi come lesile filo derba guarda con deferenza al tronco della quercia che incombe su di lui oscurandolo con la sua imponente chioma ma che al contempo gli d ristoro dalla canicola per la quale altrimenti esso arsirebbe.
ICARO E chi ti dice che quel filo derba non sia il virgulto di un latente platano che toglierebbe linfa e spazio al rovere invadente, se potesse crescere come la sua natura gli permetterebbe? Zeus brandendo le sue saette con dispotica intimidazione vuole impedirci di esprimere le nostre potenzialit per tema di essere un giorno sopraffatto da una schiera di rivali divenuti per numero e sagacia pi potenti di lui. Io questo credo, padre; e voglio dimostrare alla mia genia che ci che credo il vero anche a costo di procombere di fronte alla supremazia olimpica.
DEDALO Lunico esito che raggiungerai sar quello di ottenere che venga offerto il tuo nome, per irridente rimembranza, al mare nel quale annegherai. Non era questo il destino che mi ero figurato per te quando Naucrate tua madre ti diede alla luce. Fui io a forgiare il tuo carattere inculcando nella tua mente infantile lambizione al progresso, la bramosia di conoscere. Ma evidentemente fui un pessimo fabbro: se avessi supposto a quali assurdi pensieri la tua smania ti avrebbe condotto e a quali inumani cimenti la tua superbia ti avrebbe istigato giuro che avrei preferito lasciarti in pasto al Minotauro divoratore di fanciulli. Ora purtroppo, a quanto vedo, nullaltro mi resta che temere e tremare per te, figlio incauto e caparbio.
ICARO Temi e trema per te piuttosto, trepido padre! Offri ecatombi agli dei se tanto timore ti incute la loro ominosa ingerenza! Dunque a tal punto il terrore pu ottundere lintelletto? Tu che con acuto ingegno favoristi ai tuoi simili lasservimento della Terra, ideando e plasmando formidabili strumenti, vuoi renderti ora strumento delledace Zeus e prono servo della sua voracit? Ma non comprendi che non avrebbe pi scampo senza i sacrifici che gli uomini gli offrono per pusilla latria! Sarebbero i suoi stessi parenti Olimpii a ribellarsi e a cacciarlo come egli fece con Crono suo padre e quegli, prima di lui, col padre Urano. Sono inetti questi Dei; inetti e infingardi. Non sono in grado di sostentarsi senza lausilio coatto degli asserviti Titani o dei servizievoli umani. Sono privi di ingegno. Se solo ponessimo fine alle offerte di capri e vitelli e lasciassimo sguarniti gli altari, potremmo liberarci dalla loro incombente tirannia. Noi uomini, padre, siamo superiori agli Dei per ingenza e intelligenza. Essi ne sono ben consapevoli; e per ci dal cielo tuonano e mugghiano dal mare, perch sanno che solo incutendo il timore e il tremore che sviliscono gli animi e offuscano le menti potranno impedirci di far buon uso del nostro acuto pensiero per annientarli e asservirli.
DEDALO Ma che cosa ti manca che essi non ti abbiano dato? Non sei pago di aver ricevuto il dominio del mondo in cui vivi? Che pi vorresti ottenere sfidando la loro pazienza o peggio la loro ira funesta?
ICARO Larbitrio voglio ottenere! Il libero arbitrio disgiunto dalle loro ingiunzio-ni! Voglio rispettare una morale da me concepita e non piovuta dallalto! Voglio mettere la mia e la tua intelligenza, padre, al servizio dei miei simili perch possano finalmente svellere le superne catene e farsi liberi di scegliere i comportamenti che ritengono migliori!
DEDALO Anche a costo di scannarsi tra loro? S, perch non troverai due uomini e a maggior ragione due gruppi di uomini che vogliano condividere gli stessi ideali, gli stessi costumi; e quindi, potendo, ognuno a forza impor-rebbe il proprio arbitrio. Se non intervenisse Zeus con i suoi probi parenti a stabilire e imporre una morale comune vivremmo in uno stato di terrore e violenza al cui confronto lattuale divino regime ti parrebbe lElisio.
PROMETEO Oh! Avete finito di blaterare, voi due? Qua c gente che vuole dormire. Andate a fare il vostro gioco da qualche altra parte.
DEDALO Scusa, professore, hai ragione; ma largomento di stanotte interessantis-simo. Anzi, perch non entri nel gioco anche tu?
PROMETEO No, non ne ho nessuna voglia. Voglio solo dormire fin che posso. Ho ancora una mezzoretta di tempo.
ICARO Ma proprio perch manca poco non ti conviene riaddormentarti. Dai professore, entra nel gioco. Con te pi divertente. Tu sei il pi bravo di tutti noi.
PROMETEO Per forza: lho inventato io; e ve lho insegnato. Sono stato io ad aprirvi gli occhi alla speculazione intellettuale.
ICARO Allora adesso apri gli occhi anche tu e gioca con noi.
PROMETEO E va bene; tanto ho capito che non mi fareste dormire. Quale sarebbe largomento tanto interessante di questa notte?
ICARO Ma non far finta di non saperlo. Altro che dormire! Tu hai seguito parola per parola tutto quello che abbiamo detto finora.
PROMETEO Come fai a sostenerlo con tanta sicumera?
ICARO Quando dormi sul serio, grugnisci come un cinghiale. Fino adesso invece non uscito nemmeno un sibilo dalla tua ugola doro.
PROMETEO E va bene, lo ammetto, ho seguito il vostro dialogo; e devo dire che mi sono anche abbastanza divertito ad ascoltare tutte le bestialit che vi ho sentito proferire.
DEDALO Perch bestialit? Non un argomento interessante quello sul rapporto tra luomo e la divinit?
PROMETEO Oh, mamma mia! Ma che male ho fatto per essere costretto a trascorrere il resto dei miei giorni con individui come voi, condizionati da millenni di pseudo-cultura?
DEDALO Non capisco perch dici che parlare del rapporto tra luomo e Dio una bestialit.
PROMETEO E va bene, entro nel gioco e spero che vi serva a qualcosa. Riprendete da dove vi ho interrotto e io mi inserisco.
EVEMERO Potrei entrare nel gioco anchio?
ICARO Ma dove vuoi entrare tu, fratellino? Dormi, dormi. Non credere che giocare a questo gioco sia tanto semplice.
EVEMERO E chi dice niente? Voi siete sicuramente pi bravi di me; io vi ho conosciuto da poco. Ma se non mi permettete di cominciare, non potr mai raggiungere il vostro livello.
PROMETEO Il fratellino ha ragione. Anche lui ha diritto ad elevare lo spirito verso le vette della conoscenza. Facciamo cos: (ad Evemero) io parteciper al gioco assumendo il ruolo di un personaggio del Mito in cui loro due si sono immersi; tu per questa volta, considerando anche che affrontare largomento in questione sarebbe per te abbastanza scabroso, ti limiterai ad ascoltare senza partecipare.
EVEMERO In che senso sarebbe scabroso? Qual largomento che non posso affrontare?
DEDALO Si parla di Dei e di religione.
EVEMERO E allora? Chi meglio di me pu discutere di certe cose?
DEDALO Il fatto che le tue argomentazioni sarebbero anacronistiche rispetto allambito in cui ci stiamo muovendo noi questa notte.
PROMETEO Farai la parte di un semplice testimone; come avrebbe potuto essere, per esempio, Evemero.
EVEMERO E chi Evemero?
PROMETEO Ah! Benedetta ignoranza! Chi vuole dirglielo di voi due?
DEDALO (ad Icaro) Diglielo tu; io mi sto concentrando sullargomento che debbo riprendere.
ICARO B, francamente per quanto abbia letto molti libri nelle varie biblioteche, questo Evemero non lho mai sentito nominare. (a Prometeo) Daltronde tu stesso ci hai sempre detto che non sono i nomi e le date che contano, ma i concetti e le idee; che limportante alimentare la mente, non ingolfare la memoria con inutili nozioni.
PROMETEO Leggi i frammenti della Ier anagraf, che attraverso le citazioni di Lattanzio ci sono pervenuti, ignorante che non sei altro, e poi mi dirai se ci che ha scritto Evemero nel 3 secolo avanti Cristo inutile nozionismo o non piuttosto una stilla di limpida acqua di fonte che potrebbe appagare qualunque uomo assetato di verit.
EVEMERO Va bene, ma in concreto allora io che devo fare?
PROMETEO Tacere, fratellino; ascoltare e tacere. E visto che probabilmente, come ti ho detto, ci che ascolterai ti far inorridire, dovrai prendere nota e poi alla fine del gioco meditare su quanto avrai ascoltato.
EVEMERO Allora mi servirebbe una penna e un taccuino.
PROMETEO Oh, santa pazienza! Fingi! Fingi di averli! e affidati alla memoria se riesci ad usarla per fermare qualcosaltro che non siano le solite giaculatorie che dovrebbero farti guadagnare il paradiso.
EVEMERO Se per questo, sto esercitando la memoria; ho gi imparato i primi 190 versi del Paradiso perduto che ho letto, come tu mi hai suggerito, e che mi piaciuto moltissimo.
PROMETEO Bravo, mi compiaccio con te. Ma per questa volta Milton dovr rimanere nel tuo cassetto, nel cassetto virtuale intendo, visto che uno reale non lo possiedi. I personaggi del gioco di questa notte sono legati alla mitologia greca quindi lontani dalla tradizione giudaico-cristiana; anche se in realt le radici afro-egizie accomunano le due culture e quindi le due religioni.
(da questo momento la scena inizier ad illuminarsi molto flebilmente lasciando intuire
uno spazio roccioso e frastagliato)
DEDALO Professore ti faccio notare che il cielo si sta gi schiarendo e quindi se vogliamo arrivare alla fine del gioco dobbiamo darci una mossa.
PROMETEO Hai ragione non possiamo perdere altro tempo perch come dice il poeta..
DEDALO Il perder tempo a chi pi sa pi spiace.
PROMETEO Appunto. Forza, riprendi da dove ti ho interrotto; io cercher di esprimermi nel modo pi sintetico possibile, anche a costo di essere generico e superficiale.
DEDALO (riprendendo il gioco) Non troverai due uomini e a maggior ragione due gruppi di uomini che vogliano condividere gli stessi ideali, gli stessi costumi; e quindi, potendo, ognuno a forza imporrebbe il proprio arbitrio. Se non intervenisse Zeus con i suoi sacri parenti a stabilire e imporre una morale comune vivremmo in uno stato di terrore e violenza al cui confronto lattuale divino regime ti parrebbe lElisio.
ICARO Io non contesto lineluttabile necessit degli Dei, padre, e non auspico la loro scomparsa. E il tuo Zeus che disprezzo ed aborro; contro la sua nequizia infierisco; e vorrei che lumana specie lo rinnegasse come io lo rinnego. Per quale perverso motivo non possiamo aspirare alla protezione e al giudizio di Dei pi equanimi nei nostri confronti? Altri regnarono sulluniverso prima di questa congerie; perch dunque altri non potranno regnarvi in futuro?
PROMETEO Stolta progenie della pi deprecabile delle genie! Disquisite sul nulla! Zeus un abbaglio!
DEDALO Donde proviene questo flato blasfemo? Chi quellardito che osa mettere in dubbio lesistenza della suprema divinit?
ICARO Guarda, padre! Unombra si muove avvinta a quella solida roccia; pare appartenga a figura vivente su di essa scolpita.
DEDALO Qualunque sia la tua essenza e qualunque il motivo della tua presenza in codesto luogo impervio appropinquati e rivela te stessa, rupicola creatura.
PROMETEO Vorrei poter svincolare le mie membra da queste catene che mi tengono avvinto alla roccia. Vorrei poter difendermi dagli assalti del vorace avvoltoio che mai si stanca di rodermi fegato e cuore. Ma nemmeno uno dei vostri Dei, se pure esistesse, sarebbe in grado di liberarmi da questa tortura perch il nemico che mi ha sconfitto e incatenato troppo potente.
ICARO E non possiamo noi svincolarti e restituirti la perduta libert e al tuo fianco dar battaglia a questo potente nemico?
PROMETEO S, sarebbe possibile e anzi auspicabile, oh ardimentoso giovane; ma dovreste rinnegare le convinzioni che pocanzi vi ho sentito esprimere e che ottundono la vostra mente offuscata.
ICARO Perch ci denigri a tal modo, senza nemmeno sapere chi siamo? Perch non ci reputi capaci di nobili ed eroiche gesta?
PROMETEO Modera la tua indignazione, focoso fanciullo. Non su di te vuol pesare il mio scetticismo, n su costui. Ma chiunque volesse affrontare il nemico di cui vi parlo avrebbe due sole alternative: cedere di fronte alla sua forza e quindi soccombere, ci che accaduto a me, oppure annientarlo, ma ci varrebbe come distruggere se stesso e quindi in ogni caso soccombere.
DEDALO Rivelaci dunque il nome di questo possente nemico acciocch possiamo evitarlo o almeno renderci a lui sodali.
ICARO Pavido padre! Sei sempre pronto a leccare il culo
DEDALO Eh, no, no! Insisti con le parolacce! Devi farla finita!
ICARO Scusate, scusate, m scappato. E che certe volte non ci penso e dimentico le regole del gioco. Riprendo.
PROMETEO S, ma fa pi attenzione.
ICARO Pavido padre sei sempre pronto a chinare il capo di fronte ai potenti allo stesso modo che cedi le armi di fronte agli Dei. Io no! Io per amore di giustizia sono pronto a sfidare financo lOlimpo, anche a costo di subire la stessa sorte toccata a costui. Dimmi, eroe sventurato, dove sannida il nemico che ti ha privato della libert e io lo raggiunger e ti vendicher.
PROMETEO Ammiro il tuo giovanile coraggio e comprendo anche la prudenza del tuo anziano padre. Ma entrambi brancolate avvolti dalle tenebre dell ignoranza. Le forze che tu (a Icaro) vorresti combattere e che tu (a Dedalo) preferiresti compiacere sono ombre inconsistenti proiettate ad arte nelle vostre fragili menti dal vero comune nemico.
DEDALO Che intendi dire? Parla chiaro. Non celarti dietro astrusi sofismi.
PROMETEO Non esistono Dei che vogliano annientarci o renderci schiavi; la specie cui noi apparteniamo che ci rende nemici a noi stessi, unica tra tutte quelle apparse finora in natura che tenda per istinto ad autodistruggersi.
ICARO Come trovi lardire, incongruo peraltro nella tua situazione, di denigrare gli Dei soprattutto, ma anche la nostra genia? Donde ti viene tanta arroganza, incatenato come sei e martoriato nel corpo? Dicci dunque chi sei. Rivela il tuo nome.
PROMETEO Per le gesta da me compiute mi chiamano Preveggente; ma considerata la fine che ho fatto, sarebbe stato meglio che mi avessero dato lappellativo di Tardo a capire.
ICARO Tu dunque saresti leroico Titano che ha rubato il fuoco a Zeus per donarlo a noi mortali?! Saresti Prometeo, il preveggente benefattore dellumanit?!
PROMETEO Sono io. Ma, come ho detto, sarebbe pi giusto chiamarmi Epimeteo, cio colui che capisce in ritardo; perch troppo tardi ho compreso di aver combattuto e perduto una battaglia, forse una guerra, contro nemici subdoli e potenti che hanno ideato unarma sofisticata in grado di renderli invincibili.
DEDALO Ma se tutti sanno che fosti sconfitto e punito da Zeus, il re degli Dei!
PROMETEO E vero, si dice che fui vinto da Zeus. Ma egli non fu il mio nemico, fu appunto soltanto larma di cui si serv il vero nemico.
DEDALO Che intendi dire? Non capisco.
PROMETEO Pochi individui, sicuramente dotati di intelletto sagace, scoprirono il modo di accendere e, se spento, riattizzare il fuoco che si rivelato strumento indispensabile per la sopravvivenza della nostra specie. Io fui tra costoro e volli comunicare allumanit intera la nostra scoperta. Ma gli altri, astuti e ambiziosi, prevedendo (essi s Prometei, non io!) che limportanza della nostra scoperta li avrebbe resi padroni assoluti dellumanit e dispensatori di vita e di morte per il mondo intero; gli altri, dicevo, me lo hanno impedito incatenandomi a questa roccia caucasica. Ed hanno escogitato appunto larma subdola e micidiale di cui vi parlavo. Questi oligarchi dellintelletto per conservare il controllo e il potere sul resto degli uomini inculcarono nelle loro menti ingenue e ignoranti lidea che il fuoco fosse gestito e distribuito da unentit invincibile e irraggiungibile cui diedero nome Zeus e che contornarono in modo fittizio di una schiera di altre sotto-divinit.
DEDALO Ma se tu sei quel Prometeo di cui ovunque si parla, questa dovrebbe essere la vetta pi elevata del Caucaso che nessun uomo mai riuscito a scalare. Soltanto un dio agli ordini di Zeus pu aver compiuto limpresa di condurti fin quass.
PROMETEO Tu sei forse un dio?
DEDALO No, sono un semplice mortale.
PROMETEO Eppure sei qui con tuo figlio, anchegli semplice mortale.
DEDALO Ma io ho inventato le ali con le quali posso sorvolare i monti pi alti.
PROMETEO Ma chi non conosce questo congegno meccanico che il prodotto di un tuo lungo studio sui fenomeni naturali, credi che sarebbe nel giusto se considerasse il tuo volo un evento divino?
DEDALO No di certo; per mera ignoranza attribuirebbe agli Dei ci che invece il prodotto del mio umano ingegno.
PROMETEO Che cosa ti impedisce, allora, di credere che altri uomini possano aver inventato un sistema di trasporto al limite dellincredibile con il quale siano riusciti a farmi giungere fin quass?
DEDALO Hai ragione, non posso negare che ci sia possibile.
ICARO Ma si verificano eventi in natura che non puoi in alcun modo attribuire allo studio e alla creativit umana. Se una saetta piombata dal cielo fulmina un uomo o una bestia o una pianta, come fai a dubitare che sia stata la mano di Zeus a lanciare quel dardo infuocato? Se allimprovviso una tempesta scuote i marosi inghiottendo le pi solide navi, come fai a non credere che sia stata lira di Nettuno ad agitare le acque? Se il solido terreno su cui hai costruito la tua abitazione, inizia a tremare e a squarciarsi inghiottendo le case con i loro abitanti, puoi tu supporre che questa catastrofe sia avvenuta per opera di un uomo o non credi piuttosto che sia dipesa dal volere di un essere soprannaturale?
PROMETEO Non vi nulla in natura che non sia naturale! Noi releghiamo nella sfera del soprannaturale tutti i fenomeni di cui, per ignoranza, non conosciamo la causa. E purtroppo alcuni uomini pi scaltri e indubbiamente pi intelligenti degli altri hanno compreso che sfruttando la paura e lignoranza comune avrebbero dominato il mondo dichiarandosi sacerdoti di quelle forze soprannaturali da loro stessi inventate e che hanno chiamato divinit. Annota, Evemero e medita, e fa in modo che le tue note giungano alle future generazioni perch anche esse possano meditare.
EVEMERO Professore, scusa ma non capisco se ti stai rivolgendo come Prometeo ad Evemero o come professore al Piccolo Fratello che sono. Perch in quanto Evemero posso divertirmi ad annotare e a prendere in considerazione qualsiasi astruseria; ma capirai che in quanto Piccolo Fratello certe tue affermazioni mi sgomentano.
PROMETEO Te lavevo detto che saresti inorridito, fratellino. Ma vedi, il gioco consiste proprio nel sostenere con fermezza tesi che non centrano nulla con le nostre convinzioni religiose o politiche o ideologiche. Perch solo entrando nei panni di chi pensa in modo diametralmente opposto al nostro si riesce a comprendere che la verit non sta mai da una parte sola e che la tolleranza verso le idee altrui lunico modo per fare accettare le proprie. Quindi ripeto: medita su quanto hai ascoltato, fratellino.
EVEMERO Ho capito. Le prossime notti, quando avrete voglia di rigiocare, cercher di adeguarmi alle regole. Nel frattempo mediter su quanto ho ascoltato come Evemero.
PROMETEO Bravo. E se vorrai, quando decideremo di rifare questo gioco, lasceremo a te la scelta dellargomento sul quale confrontarci.
DEDALO A patto che tu assuma il ruolo dellavvocato del diavolo. (tutti sorridono
EVEMERO Non sar facile ma ci prover.
PROMETEO Comunque per oggi basta cos perch il sole gi spuntato e vedo spuntare dal cancello anche il nostro caro amico guardiano.
(la luce del giorno ha ormai rivelato il vero ambiente: sullo sfondo si stagliano palazzi
dalle cui finestre si vanno man mano spegnendo quelle che sembravano stelle e che
non sono altro che luci elettriche che illuminavano le stanze degli appartamenti; i
personaggi si sono mossi in un giardinetto pubblico con qualche panchina e inoltre
unaltalena, uno scivolo e una piccola giostra coperti da teli di plastica.)
UOMO Buon giorno, signori. Si apre il parco. E ora di sloggiare.
TUTTI Buon giorno, signor guardiano.
UOMO Ben alzati. Dormito bene stanotte?
PROMETEO Magnificamente, grazie. Dormire con questa temperatura sotto un cielo cos terso e stellato uno dei piaceri pi sublimi che la vita possa offrire.
UOMO Eh, certo; anche perch non si ha il problema dellaffitto di casa.
DEDALO Basta rinunciare ad avere una casa e il problema dellaffitto non esiste pi
UOMO E facile a dirsi, caro mio, ma non tutti possono decidere di fare la bella vita che fate voi barboni.
ICARO (un po alterato) S, noi barboni facciamo la bella vita. E cos che impedisce a voi sbarbati di fare altrettanto?
PROMETEO (ammonendo amabilmente Icaro) Calma, calma!
UOMO Eh! Non ti agitare, giovanotto. Non volevo offendere nessuno. Non colpa mia se quelli che vivono come voi sono chiamati barboni.
ICARO Perch? Come viviamo noi?
UOMO Non lo vedi come vivete? In mezzo a una strada, senza arte n parte.
PROMETEO Lasci stare larte, signor guardiano, che una cosa seria e pochi ne conoscono lutilit. Per quanto riguarda la parte, invece, tutti ne abbiamo una, per il solo fatto di esistere.
UOMO S, ma c una bella differenza tra noi persone normali e voi vagabondi.
EVEMERO E quale sarebbe questa differenza?
UOMO Che noi dobbiamo sgobbare tutto il giorno per guadagnarci da vivere e voi non fate niente dalla mattina alla sera.
PROMETEO Mi spiace contraddirla, ma noi sappiamo sempre come riempire le nostre giornate, dalla mattina alla sera e talvolta anche dalla sera alla mattina; non vero, amici?
I TRE Certo. S. E vero.
UOMO E come no! Seduti su un marciapiede a chiedere lelemosina o dentro unosteria a ubriacarvi. Io perch sono uno tollerante, di vedute aperte, ma la gente normale, giustamente, sarebbe felice di vedere ripulita la citt da voi, come dagli zingari o da tutti quei negri delinquenti che ormai ci stanno invadendo.
EVEMERO Per fortuna dice di essere tollerante e di vedute aperte!
UOMO No, non voglio dire che tra voi e loro non c differenza; Ci mancherebbe. Voi siete innocui, quelli sono pericolosi. Dico che un cittadino normale comunque infastidito se gli passa accanto uno sporco e maleodorante come voi. (i quattro si guardano divertiti) Che avete da ridacchiare? Ammetterete che c una bella differenza tra noi e voi.
PROMETEO Sa qual la vera differenza tra noi vagabondi e voi persone normali? E che voi sgobbate e vi affannate tanto per ottenere il superfluo o addirittura linutile; e per questo vi logorate e spesso diventate, voi s, pericolosi e violenti. Noi invece ci industriamo per ottenere ci che necessario, al corpo e allo spirito, e siccome riusciamo facilmente ad ottenerlo siamo mansueti, innocui e talvolta addirittura utili, a noi stessi e in alcuni casi anche agli altri.
UOMO Ah, s? E allora rendetevi utili e aiutatemi a togliere questi teli di plastica. (si siede su una panchina mentre Evemero e Icaro cominciano a togliere i teli che coprono la giostra e lo scivolo) La verit che voi non avete voglia di lavorare; vivete alle spalle della societ, di chi paga le tasse lavorando onestamente. Senza offesa, per la societ i tipi come voi valgono meno dei vucumpr e dei clandestini. Quelli sarebbe meglio che fossero rispediti a casa loro ma almeno vorrebbero integrarsi, trovare un lavoro, magari togliendolo ai nostri disoccupati, questo un altro discorso. Voi invece non avete voglia di faticare, questo il fatto. Vi accontentate del necessario, dici; E quale sarebbe questo necessario?
PROMETEO Ci che ci consente di sostentare il corpo e lo spirito.
UOMO S, buona notte! Belle parole, ma chi ve lo d questo sostentamento, eh? lo andate a elemosinare senza vergogna, senza dignit. Certo, tu dici che voi almeno siete innocui e gli extracomunitari invece sono dei delinquenti.
DEDALO Il professore non ha detto questo e non lo pensa nemmeno.
UOMO (con sorriso ironico) Professore?! Professore di che? I professori stanno nelle scuole, non stravaccati sulle panchine di un giardinetto pubblico.
PROMETEO (a Dedalo) Il signor guardiano ha ragione, non sono professore; non pi.
EVEMERO (che nel frattempo ha tolto insieme a Icaro il teli e li hanno piegati) Dove mettiamo i teli?
UOMO Dentro quel casotto l in fondo. (i due escono di scena e poi tornano) E si pu sapere che insegnavi? fannulloneria? (ridacchia)
PROMETEO Divertente come neologismo. Ne devo inventare uno anchio altrettanto divertente: insegnavoantropologia culturale; le piace come termine?
UOMO S, carino; solo che il mio significa qualcosa, il tuo non significa niente.
PROMETEO Ha ragione, non significa niente. Forse il motivo per cui ho smesso di insegnare questa materia in teoria e ho deciso di impararla nella pratica.
UOMO Spiegati meglio, professore; non fare il vago. Li conosco i tipi dalla parlantina facile come te.
EVEMERO Glielo spiego io: il professore per studiare il comportamento degli emarginati ha deciso di vivere per un periodo la loro stessa esperienza; ma quando si reso conto che questa vita di gran lunga pi sana di quella di voi integrati, non ha pi voluto abbandonarla.
UOMO E bravo il giovanotto che prende le difese del vecchio ciarlatano. E tu invece quella specie di tonaca lhai rubata a qualche frate o lhai trovata in un secchio della spazzatura?
ICARO Quella specie di tonaca un saio e lui un vero frate, dellordine dei Piccoli Fratelli che hanno deciso di condividere la vita di chi, per volere o per forza, si trova ai margini della societ.
UOMO Ma che fate? vi difendete a vicenda? ognuno fa lavvocato difensore dellaltro? Non sapete difendervi da soli?
DEDALO Nessuno deve difendere nessuno. Siamo soltanto solidali tra di noi.
UOMO E allora dimmi signor solidale come mai questo qui (indica Icaro) grande e grosso com, non si cerca un lavoro come tutte le persone normali?
DEDALO Lui in effetti lunico tra noi che sia finito in mezzo a una strada perch era un po scapestratello; non vero? ( a Icaro che sorride). Usciva e entrava dalle patrie galere per furtarelli e piccole truffe perch non aveva voglia di lavorare.
EVEMERO (sorridendo) E adesso quello tra noi che lavora di pi.
UOMO S? E che fa? Il gioco delle tre carte sotto i portici della stazione?
DEDALO Nessun gioco delle tre carte. Le spiego subito come si svolge la sua giornata. Noi ora andiamo a lavarci, come ogni mattina, allalbergo diurno poco distante da qui. E affinch possiamo usufruire gratuitamente dei bagni, lui dopo rimane qualche ora a fare le pulizie dei locali. Alla fine del servizio porta i nostri indumenti, diciamo sporchi, in una lavanderia che ce li riconsegna lavati e stirati senza farci pagare nulla perch in cambio lui effettua le consegne a domicilio per altre tre o quattro ore. Dopo di che libero fino alle cinque del pomeriggio quando va alla mensa dove noi solitamente mangiamo e fino a sera rimane l a fare laiuto cuoco. Le pare che questo non significhi lavorare?
UOMO Se cos, certo che lavora. Ma allora spiegami una cosa: (a Icaro) perch non lo fai per i fatti tuoi? Perch non ti prendi una casetta in affitto invece di vivere in mezzo a una strada sfruttato da questi qui? Non ti trovi una brava moglie e non metti su famiglia come fanno tutte le persone civili?
ICARO Forse un giorno lo far, non lo escludo. Per ora sono felice di condividere i piaceri e le fatiche quotidiane insieme a loro senza lassillo di dover guadagnare soldi per ottenere e ostentare il superfluo.
UOMO Ma i tuoi genitori che dicono? Non credo che saranno contenti di avere un figlio come te. A loro non ci pensi? Ti fai sfruttare da questi furbacchioni e non pensi al dolore che sicuramente procuri a tuo padre e a tua madre, vivendo in mezzo a una strada come un vagabondo?
ICARO Potrei dirle che non ho genitori, che vivo solo da quando sono nato e che sono scappato da un orfanotrofio. Potrei dirle che i miei genitori mi hanno sempre odiato e che sono ben contenti di essersi liberati di me. Potrei dirle che invece mi amano alla follia e che quindi sono felici di vedermi felice. Potrei raccontarle un sacco di storie sulla mia vita e sulla mia famiglia ma sarebbe inutile perch lei crede soltanto a ci in cui vuol credere.
UOMO Io credo a quello in cui credono tutte le persone ragionevoli, che per fortuna sono la stragrande maggioranza.
EVEMERO La stragrande maggioranza dellumanit crede di essere ragionevole ma in effetti usa poco e male la ragione. Segue sempre ciecamente delle idee che le vengono imposte, senza mai metterle in discussione, quasi per un atto di fede.
UOMO Senti chi parla di atto di fede! Proprio tu che dici di essere un prete!
ICARO Un frate.
UOMO Va bene, un frate; lo stesso. Sempre preti sono, che hanno rinunciato alla cosa pi bella della vita per un atto di fede.
PROMETEO Quale sarebbe, secondo lei, la cosa pi bella della vita?
UOMO E me lo domandi? Crearsi una famiglia; condividere con una moglie tutte le gioie e i dolori quotidiani; educare dei figli secondo sani princpi. Il legame familiare la cosa che tutte le persone normali desiderano e che solo i preti o la gente sradicata come voi rifiutano.
PROMETEO E interessante; senza volerlo lei ha usato due espressioni che sono emblematiche dellequivoco in cui la maggioranza delle persone cade pur di non ammettere che potrebbe esistere unaltra forma di societ, magari pi giusta di questa in cui viviamo.
UOMO Spiegati meglio, professore. Te lho detto: i paroloni non li capisco e non mi piacciono. Che vuoi dire?
PROMETEO Vede, lei ci ha definito gente sradicata perch non sentiamo la necessit di un legame familiare come avete voi persone normali. Nella lingua dei nostri avi, cio il latino, Gens e Familia hanno un significato che lesatto contrario di quello che oggi diamo noi ai due termini. La Gens, la gente, era un gruppo di persone che si riconosceva in un ceppo comune; mentre la Familia, la famiglia, era linsieme dei servi e degli schiavi che appartenevano ad un unico padrone. Bene, noi preferiamo riferirci al significato antico e perci non ci sentiamo affatto degli sradicati; anzi, ci sentiamo appartenenti ad una grande famiglia dove i vincoli non sono quelli del sangue n tanto meno quelli degli interessi economici, ma quelli del rispetto, della solidariet e della tolleranza. Voi, invece, che vi credete cos uniti e solidali allinterno dei vostri nuclei famigliari, non siete altro che degli individui tragicamente soli e schiavi di regole e valori che avete codificato e che ritenete universali.
UOMO E allora? Ci mancherebbe pure che non ci fossero dei valori universali in cui credere! Se voi non ci credete, siete voi i diversi che non volete rispettare le regole.
EVEMERO Noi siamo diversi, questo indubbio; ma pur rispettando le vostre regole, ci permettiamo sommessamente di non condividerle e di credere in altri valori che non sono universali, come daltronde non lo sono i vostri; e abbiamo scelto di vivere secondo i nostri princpi, cercando di dare meno fastidio possibile. Voi persone civili invece non solo non comprendete le diversit, ma le disprezzate, le osteggiate e potendo le eliminereste.
UOMO E bravo! Mi pare che abbiate tutti la parlantina facile; ma state tranquilli che non mi faccio abbindolare da voi. Vi piacerebbe farmi passare per razzista; ma non casco nel vostro trabocchetto. Se fossi davvero razzista non vi avrei dato il permesso di dormire qua dentro, non credete? Vi avrei gi cacciato da un pezzo, come faccio coi marocchini e gli albanesi. Io rispetto tutti i punti di vista.
ICARO Non quelli dei marocchini e degli albanesi, mi pare.
UOMO Che centra? Se uno viene a derubarmi e ad ammazzarmi in nome delle sue tradizioni e del suo dio, be, lo ammazzo prima io se posso.
EVEMERO Il dio per cui ci si ammazza qui, su questa terra, ed lo stesso per tutti.
DEDALO (guarda sorridendo Evemero) Parola di Evemero?
EVEMERO (sorridendo a sua volta) Parola di Evemero!
UOMO E allora che ognuno si ammazzi a casa propria e non venga a invadere il nostro paese, a levarci il lavoro, a rubarci le mogli, le figlie. Ma sapete come trattano le donne quelli? Sono dei trogloditi. Voi almeno avete deciso di vivere da soli, non volete farvi una famiglia.
DEDALO Ecco! La famiglia! Questo potrebbe essere un bellargomento da dibattere nel nostro gioco: il ruolo che ha la famiglia nella cultura occidentale.
PROMETEO E la possibilit, forse utopistica, che nasca una societ alternativa alla nostra in cui la famiglia come la intendiamo noi occidentali non esista pi.
UOMO E come no! Sai che bellezza! Alla fine di una giornata di lavoro uno torna a casa e non trova nessuno; si cucina da solo, si lava i piatti, si stira le camicie, senza una donna che pensi alle faccende di casa. Sai che bellezza! Per non parlare dei figli: se non c la famiglia che fine fanno i figli? Me lo dici?
EVEMERO Forse quando faremo il nostro gioco qualcuno di noi sosterr le sue idee.
UOMO Ma che idee vuoi sostenere tu che sei un frate? Come puoi parlare di famiglia proprio tu che hai scelto di rinunciare ai piaceri della donna e dei figli?
DEDALO Nel nostro gioco ognuno di noi sostiene delle idee che non devono necessariamente corrispondere alle proprie convinzioni.
PROMETEO Se poi sar stato tanto bravo da convincere addirittura se stesso della giustezza della tesi che ha sostenuto, tanto meglio: avr fatto un passo avanti sulla via della conoscenza.
UOMO Boh! Io non vi capisco. Non so di che gioco state parlando. Mi sembrate quattro matti. Sono ventanni che faccio il guardiano dei parchi pubblici; di barboni ne ho conosciuti a bizzeffe; ma strani come voi non ne ho mai incontrati; siete particolari, diversi da tutti gli altri.
DEDALO Chiss, se giocasse al nostro gioco e facesse lavvocato difensore di uno di noi, forse alla fine si troverebbe a condividere la nostra vita.
UOMO Non credo proprio. Solo il pensiero di vivere come voi mi fa impressione. Senza uno scopo nella vita, senza una donna, un figlio che ti aspettano a casa, mi sentirei un fallito. Voi sarete innocui e pure divertenti e magari migliori di altri vostri simili; ma ci non toglie che restate dei rifiuti della societ.
ICARO (alterato) Non so se siamo miglior di altrinostri simili; so che siamo migliori di molti suoi simili.
PROMETEO (si rivolge ad Icaro ammonendolo pacatamente) Ah, ah, ah! Ricorda: Humanas actiones non ridere, non lugere, neque detestari
ICARO (continuando la frase)sed intelligere. S, s, lo so, professore; ma certe volte si fa fatica a giustificare tutto senza reagire.
PROMETEO Eppure soltanto se riuscirai ad assimilare questo concetto avrai compreso il senso e lutilit del nostro gioco.
UOMO Parla chiaro, professore; non usare quella strana lingua per intendervi solo tra di voi. Di che gioco stai parlando? Voglio capire anchio.
DEDALO Quando ne abbiamo voglia, in genere durante la notte, ci divertiamo a scegliere un argomento su cui discutere e ad assumere il ruolo di personaggi realmente vissuti oppure di fantasia che hanno sostenuto idee magari lontanissime dalle nostre. E qualche notte fa, a proposito della tolleranza, il professore aveva assunto la parte di Spinoza e aveva citato quella frase dal Tractatus Theologico-politicus.
PROMETEO Ma non credo che lei abbia bisogno degli ammonimenti di Spinoza, signor guardiano.
UOMO E chi sarebbe questa Spinoza? (i quattro sorridono)
PROMETEO Benedetto Spinoza. E un filosofo olandese morto un po di tempo fa.
UOMO B, io lolandese non lo capisco; quindi parla in italiano e spiegami perch non ho bisogno dei suoi ammonimenti, ammesso che li voglia?
DEDALO Perch lei e i suoi simili non smetterete mai di considerarci degli esclusi, degli esseri da eliminare perch per opportunismo, per ignoranza, per pigrizia intellettuale, non sapete o non volete riconoscere che vivere equivale a con-vivere e che quindi chi non sa con-vivere non sa vivere.
UOMO Ah, adesso sarei io, con altri sei miliardi di persone, che non sappiamo vivere! Mentre voi, che avete capito tutto, vivete da parassiti alle spalle della societ come le pulci sulla groppa dei cani. Ma fatemi il piacere! E comodo sfruttare gli altri senza dare niente in cambio.
EVEMERO Il maestro non ha parlato di sfruttamento ma di convivenza.
UOMO Maestro? Eccone un altro! Ma qui siete tutti maestri! Tu che insegneresti?
EVEMERO E maestro di musica. Suonava in una grande orchestra.
UOMO Ah s? E che suonava? il piffero?
EVEMERO Il violino.
UOMO E anche lui ha capito che vivere da barbone meno faticoso che vivere da persona normale?
ICARO Una grave forma di artrosi gli ha impedito di continuare la sua professione
DEDALO Mia moglie ad un certo punto si stancata di mantenermi e mi ha cacciato di casa. Ho cominciato a suonacchiare il violino sotto una fermata della metropolitana. Un giorno due fratellini di 10 e 12 anni si sono fermati ad ascoltare e non volevano pi andarsene. La madre ha fatto fatica a staccarli da me. Il giorno dopo li ho visti ricomparire. La madre era stata costretta a riportarli. E quelle visite sono andate avanti per vari giorni fin quando non sono stato invitato ad andare a casa loro per dare lezioni di musica. Dopo qualche mese ai due fratellini si erano aggiunti altri tre loro compagni. E quindi per la povera mamma risultava complicato ospitarli tutti ogni pomeriggio. Allora con le altre madri si rivolse al preside della scuola per chiedere uno spazio dove io potessi insegnare musica a quei ragazzi. Lo spazio mi fu concesso e anzi il preside mi mise a disposizione un vecchio pianoforte che giaceva inutilizzato nella sala riunioni. Sono passati quattro anni e il numero di allievi triplicato. Io ovviamente non chiedo alcun compenso, ma le famiglie dei ragazzi comprano tutto il materiale necessario: la carta da musica, i vari strumenti per i loro figli, le corde per il mio violino; e il preside mi lascia a disposizione il locale dove tengo le lezioni ogni pomeriggio durante tutto lanno scolastico.
UOMO Ma che bella storia! (ironico) Mi viene quasi da piangere! Certo che ne avete di fantasia per esservi inventati ognuno una sua storia tanto assurda ma che sembra vera!
PROMETEO Se invertisse i termini sarebbe nel giusto.
UOMO Quali termini dovrei invertire?
PROMETEO Secondo lei le nostre sono storie assurde ma che sembrano vere. In verit sono storie vere che a lei sembrano assurde. Se un autore di teatro volesse scrivere una commedia su di noi, dovrebbe usare uno stile che definirei realismo improbabile.
UOMO Be, io non sono un autore di teatro; e non so se voi siete degli attori che stanno recitando una parte.
ICARO No, non siamo attori. Se mai, quando giochiamo, diventiamo personaggi.
UOMO Per me siete soltanto quattro sbandati non tanto normali di testa.
DEDALO Ma se fossimo realmente quelli che le abbiamo detto di essere, ci considererebbe ancora degli sbandati fuori di testa?
UOMO Se foste quelli che dite di essere non stareste qui stamattina a fingervi normali, ma ognuno starebbe a casa sua o al lavoro a guadagnarsi da vivere, come tutte le vere persone.
PROMETEO Mh! Questa congiunzione lessicale molto interessante; lantonimia che lei ha usato efficacissima per definire la differenza che c tra noi e voi.
UOMO Che ho usato io? Professore, sta attento a quello che dici. Io non ho usato proprio niente. (i quattro sorridono)
PROMETEO Vede, per tornare alla lingua dei nostri avi, in latino persona significa maschera e la maschera la finzione per antonomasia.
UOMO Per chi?! (i quattro sorridono) E inutile che sghignazzate, signori sapientoni. Parla chiaro professore; che vuoi dire coi tuoi paroloni difficili?
PROMETEO Voglio dire che senza volerlo, usando una contraddizione in termini, lei ha colto nel segno. Se diamo al vocabolo persona il significato originario di maschera, voi siete delle vere finzioni: vi presentate nel vostro ambiente sociale quotidiano con una maschera in volto che nasconda i vostri veri sentimenti ed eviti di rivelare la vostra struttura autentica e profonda. Noi invece, ha ragione, non siamo vere persone; Tuttal pi, come diceva lui (indica Icaro), durante il gioco diventiamo personaggi, e anche in quel caso non abbiamo maschere che ci proteggano; non ci vergogniamo di essere quelli che siamo, e non abbiamo paura di mettere in discussione le nostre convinzioni. Forse per questo diventiamo facile bersaglio per tutte quelle persone che si sentono orgogliose di appartenere a questa societ ipocrita e superficiale.
UOMO Io non ci sto capendo pi niente. Con i vostri discorsi strampalati mi avete confuso le idee. Comunque fate quello che volete e campate come vi pare; limportante che non diate fastidio a nessuno. E siccome non credo che le mamme saranno contente di farvi avvicinare ai loro figli, raccattate le vostre robe e smammate dal giardino prima che arrivino i ragazzini. Di notte vi ho dato il permesso di usare la giostra come letto, ma di giorno dovete andare a farneticare da qualche altra parte.
PROMETEO S, ce ne andiamo signor guardiano e la ringraziamo per la sua disponibilit. La giostra, che per noi questa notte era diventata una vetta del Caucaso, fra qualche minuto diventer, per i piccoli che arriveranno, una prateria selvaggia, o un mare in tempesta, o lo spazio interstellare, o un circuito automobilistico. Vede, per voi persone normali la macchinina, il cavalluccio, il delfino, non sono altro che oggetti finti che servono a distrarre i vostri figli. Per loro invece, e anche per noi, la giostra non una finzione ma diventa uno spazio reale dove la fantasia si muove in assoluta libert e ci permette di vivere, anche nel solo breve spazio di un giro, sensazioni ed emozioni alle quali voi adulti savi avete rinunciato quando siete scesi da questa giostra.
UOMO Ma io non lo so come ragionate! Che razza di individui siete che vi paragonate ai bambini?! Io mi vergognerei se fossi in voi! I bambini a un certo punto crescono, diventano uomini maturi e devono faticare per crearsi un futuro.
PROMETEO Bene, noi abbiamo scelto di emulare i bambini e come loro di non curarci del futuro ma di immergerci quanto pi possibile in una realt presente ma lontana da quella di voi adulti che avete dimenticato quali e quanti sentimenti possano nascere da un giro di giostra.
UOMO E facile vivere cos finch c qualcuno che la fa girare, la giostra! Ma pensate se tutti volessero starsene comodi sui cavallucci o sulle macchinine, senza preoccupazioni, senza responsabilit, chi la farebbe girare? Me lo dite? Si fermerebbe tutto; sarebbe la fine del mondo.
DEDALO Sarebbe la fine di questa societ se mai, non del mondo. Il mondo andrebbe avanti ugualmente; e forse potrebbe nascere una nuova societ.
UOMO Certo, fatta di cicale che cantano e che vivono alle spalle delle formiche che faticano.
DEDALO No, fatta di formiche che abbiano imparato a cantare come le cicale. Una societ in cui gli adulti col crescere acquisiscano, giustamente, il senso di responsabilit che i bambini non possono avere, ma che non perdano la genuina spensieratezza di questi.
UOMO Belle parole. E facile a dirsi ma la realt un po diversa. C poco da essere spensierati quando si tratta di tirare avanti una famiglia.
EVEMERO Lei ha ragione, finch la famiglia e la societ saranno queste.
UOMO Ahhh!! Ricominciamo! Io sto dentro questa societ e con questa devo fare i conti. E ridicolo vivere nel mondo delle favole come fanno i bambini.
EVEMERO Anche noi stiamo dentro questa societ, eppure, lo dice lei stesso, siamo diversi da voi; cerchiamo di vivere in un modo diverso, in un mondo diverso.
ICARO Un mondo che potrebbe essere salvato dai ragazzini.
PROMETEO (rivolto ad Icaro) Complimenti per la puntuale citazione.
ICARO (compiaciuto) Grazie.
UOMO E come no? Mando a lavorare i miei figli a dieci anni, cos campo di rendita alle loro spalle e canto come una cicala. Ma fatemi il piacere!
EVEMERO Non si tratta di questo ma di abbandonare lidea che la vita debba essere, per cos dire, scritta solo in forma prosastica e non anche e soprattutto in forma poetica, con fantasiosa fanciullesca spensieratezza.
DEDALO Si mai trovato davanti a una scuola elementare allora di uscita dei bambini? Quando la strada viene invasa improvvisamente da quel garrulo cinguettio, non le sembra di ascoltare una composizione polifonica carica di poesia?
UOMO Ma dove vivete voi? Nel mondo dei sogni! Bisogna essere dei dementi a pensare che un adulto possa comportarsi come un bambino.
PROMETEO Ha ragione. Ma immagini che meraviglia sarebbe vedere dei compassati impiegati statali o degli operosi metalmeccanici uscire, alla fine di una giornata lavorativa, dal ministero o dalla fabbrica, schiamazzando, rincorrendosi allegri e prendendosi a cartellate sulle spalle, e poi correre ai giardinetti per fare un giro sulla giostra e approdare per qualche istante in un altro mondo.
UOMO Che devo dire? Di fronte a certi ragionamenti mi cascano le braccia. Siete cos sprovveduti che fate tenerezza; e se siete veramente quelli che dite di essere, quasi quasi sareste pure da invidiare. Certo che in effetti se tutti fossero come voi, forse si vivrebbe meglio.
DEDALO E che ci vuole? Noi non facciamo alcuna fatica ad essere come siamo.
UOMO Be, Beati voi. E adesso dove ve ne andate? Che fate fino a questa sera?
PROMETEO Io me ne andr allUniversit, nel mio studio, a continuare a scrivere il mio saggio sugli emarginati.
DEDALO Io sono invitato a pranzo a casa dei miei due amichetti perch domani partono per il mare e vogliono salutarmi e ricevere i compiti per le vacanze: gli dar da studiare un duo per violino e viola che ho composto appositamente per loro.
ICARO Io, lo sa quello che far; e nelle due ore libere penso che me ne andr in biblioteca. Mi aspetta Baruch Spinoza e il suo trattato teologico-politico che ho quasi finito di leggere.
EVEMERO Io mi aggirer per le strade e se qualcuno avr bisogno, sar ben lieto di offrire il mio aiuto. Nel frattempo cercher di imparare a memoria unaltra decina di versi del Paradiso perduto.
UOMO Mi sembra che voi il paradiso ve lo siate gi guadagnato.
EVEMERO E gi, perch se non lo si trova qui, sulla terra, chiss se ce ne sar un altro in unaltra vita. (i tre lo guardano stupiti e sorridenti)
ICARO E sempre Evemero che parla?
EVEMERO No, questa volta sono io.
UOMO Arrivederci, amici miei. Ricordate di essere qui prima del tramonto perch a quellora si chiude e chi fuori fuori. (i quattro se ne vanno)
Ehi, voi, aspettate! prima di andarvene venite a darmi una spinta. Voglio fare un giro in giostra! (buio)
Fine
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