CALOGERO MARRONE GIUSTO TRA LE NAZIONI
di Stefano Moreni
Questa drammaturgia ispirata alla storia vera di Calogero Marrone, capo ufficio dellanagrafe di Varese che nel 1943 salv centinaia di ebrei e prigionieri politici dalla persecuzione nazista.
Il testo stato studiato anche per essere portato nelle scuole, con un introduzione aggiuntiva fatta dagli studenti. Le lettere che si trovano a fine spettacolo sono tratte dalle lettere reali che Marrone sped alla sua famiglia.
Personaggi:
CALOGERO: Calogero Marrone, capo ufficio anagrafe di Varese
SALVATORE: figlio diciannovenne di Calogero
ARMIDA: guida dei profughi
ALDO: figlio di Armida, reduce dalla Russia
GUARDIA: guardia di confine italiana
DON FRANCO: Don Franco Rimoldi, prete partigiano
RAGAZZA 1: giovane fascista
RAGAZZA 2 : giovane fascista
UGO: Ugo Russi, rifugiato ebreo
LINA: Lina Stolfi, moglie di Ugo
LUISA: impiegata ufficio anagrafe
CLARA: impiegata ufficio anagrafe
ROSANNA: Rosanna Russi, figlia di Ugo e Lina
PODESTA: Domenico Castelletti, podest di Varese
ALFREDO: Alfredo Brusa Pasqu, socialista e partigiano
SANTINA: Santina Broggi, moglie di Alfredo
ELDA: Elda Velia Brusa Pasqu, figlia quindicenne di Alfredo e Santina
LAURA: Laura Pizzo, profuga ebrea di Ganna
FILIPPA: figlia maggiore di Calogero
BRIGIDA: figlia minore di Calogero
PINA: moglie di Calogero
KNOPP: Werner Knopp, ufficiale nazista
SOLDATO: sottoufficiale nazista
Studenti:
SALVATORE DOMENICO ELISABETTA REBECCA GAETANO SEBASTIANO JENNIFER - BEATRICE
SCENA PRIMA
Canzone People are strange. Si apre il sipario. In scena Salvatore e Sebastiano seduti ai
banchi. Il primo scrive freneticamente sul notebook, il secondo seduto col cappuccio in testa e
sembra dormire. Poi Salvatore prende in mano il cellulare di Sebastiano sul banco e abbassa la musica
SEBASTIANO: Perch mi hai abbassato la musica?
SALVATORE: Perch sto cercando di finire la ricerca
SEBASTIANO: S ma non puoi interrompere cos Jim
SALVATORE: Chi?
SEBASTIANO: Jim Morrison, il re lucertola, il cantante dei Doors. E questa una canzone eccezionale; People are strange, parla della discriminazione del diverso E il mio mito Jim, ti ricordi quando mi sono staccato dal gruppo alla gita a Parigi per andare a visitare la sua tomba?
SALVATORE: Io pensavo ti fossi staccato dal gruppo per provarci con Jennifer
SEBASTIANO: S, anche... volevo portarla a vedere una cosa interessante, poi parlarle un po di musica, di cultura rock
SALVATORE: S certo, luogo ideale un cimitero per portarci una ragazza. Ma poi lo sai che Jennifer e la cultura, anche musicale, sono due cose incompatibili. E unoca che pensa solo ai selfie e alla discoteca
SEBASTIANO: Per me ti sbagli, c molto di pi in lei
SALVATORE: Jennifer? Ma se allinterrogazione di storia pensava che i Savoia fossero dei pasticceri e che avessero inventato i savoiardi. Dai su, proprio stupida
SEBASTIANO: Per cos carina
SALVATORE: Su quello ti do ragione per adesso fammi finire questa ricerca su Varese durante la seconda guerra mondiale
SEBASTIANO: Ma la prof ha detto che non era obbligatoria
SALVATORE: S ma se faccio questa ricerca, ha detto che mi alza il voto. Cos riuscir ad avere la media del nove in tutte le materie
SEBASTIANO: Sei proprio una secchia
SALVATORE: Io penso al mio futuro no cavolo si scaricato il pc. Devo attaccare lalimentatore. Ma dove lho messo era qui sul banco hai visto il caricatore?
SEBASTIANO: Un cavo bianco, col trasformatore?
SALVATORE: S proprio quello. Dove lo hai messo?
SEBASTIANO: Senti, non ti arrabbiare. Lho prestato a Jennifer prima quando eri in bagno le serviva proprio, il suo pc era scarico e doveva modificare le sue foto con photoshop per vincere una gara di like su facebook
SALVATORE: Ah beh allora se per una gara di like Ma sei impazzito? Hai prestato il mio caricatore a Jennifer? E adesso come faccio a finire la ricerca? Se vuoi fare lo zerbino con lei, prestale almeno le tue cose cavolo!
SEBASTIANO: S scusa, ma era cos disperata. Va beh adesso finito lintervallo me lo faccio ridare
SALVATORE: Fortuna mi manca solo una frase
(Entra Rebecca)
REBECCA: Ma adesso rimanete seduti ai banchi anche durante lintervallo?
SEBASTIANO. S, il genio qui deve finire una ricerca
SALVATORE: Gi, senti Rebecca non hai mica un cavo per pc?
REBECCA: No. E anche se ce lo avessi, non lo darei di certo a un secchione che si mette a scrivere le ricerche durante lintervallo
SALVATORE: Cinica come sempre
REBECCA: Ci provo. Ma non hai il tuo cavo scusa?
SALVATORE: Seba lha prestato a Jennifer
REBECCA: Ah la tipa che ha confuso i Savoia con dei pasticceri? Ottimo
Entra Gaetano di corsa
GAETANO: Oh raga, vi siete persi una cosa spaziale. La prof di mate ha fatto un volo nel corridoio, come uno stuntman, avr fatto due metri in scivolata! Poi ha lanciato un urlo, sembrava un programma di Dmax, spettacolo!
SEBASTIANO: ma si fatta male?
GAETANO: bah neanche tanto per il volo che ha fatto, credo si sia solo slogata una caviglia. Per adesso in infermeria e mi sa che questora ce labbiamo buca
SALVATORE: bene cos avr pi tempo per sistemare la ricerca
REBECCA: La prof si fatta male e tu pensi solo alla ricerca? E poi sono io quella cinica ma come ha fatto a cadere?
GAETANO: Boh io ho ammirato solo il volo. Devessere inciampata su qualcosa (entra Elisabetta) Betty tu hai visto come ha fatto a cadere la prof di mate?
ELISABETTA: Poverina, ha avuto una sfortuna tremenda. Tutta colpa di quella svampita di Jennifer: ha attaccato il suo pc a una presa in mezzo al corridoio, la prof non lha visto e ci inciampata. Ha fatto un volo poveretta
SALVATORE: No cavolo no, il mio caricatore Ecco lo sapevo! Lo sapevo! Guarda cosha combinato quelloca! Seba spera solo che il cavo sia ancora funzionante altrimenti (entra Jennifer) Dimmi che il mio caricatore ancora integro
JENNIFER: S certo il tuo caricatore ancora integro
SALVATORE: Oh menomale! Dammelo subito allora
JENNIFER: Eh non posso.. il bidello lo ha preso e portato in presidenza. Prima ha chiesto chi lo avesse attaccato in corridoio, ma non potevo certo mettermi nei guai dicendo che ero stata io
SALVATORE: Nei guai ci finirai lo stesso se non riuscir a finire la ricerca Maledizione, come faccio adesso?
REBECCA: Dovevi finire la ricerca a casa. Ma scusa non puoi andare in presidenza a riprenderti il cavo?
SALVATORE: S cos il preside sapendo che il cavo mio mi terr nel suo ufficio per farmi una ramanzina, o peggio mi metter una nota. E addio media alta
GAETANO: Ma qualcun altro in classe non ha un caricatore come il tuo?
JENNIFER: No. Avevo gi chiesto io
ELISABETTA: Potresti andare a chiedere nelle altre classi? Qualcuno avr un cavo per il computer
SALVATORE: S certo cos perder tutta lora in giro per la scuola e capiranno che il caricatore in corridoio era il mio no no devo trovare unaltra soluzione
(entrano Domenico e Beatrice)
BEATRICE: Che ci fate tutti in gruppo a discutere? Questa classe diventata lagor di Atene?
ELISABETTA: Salvo nei guai
SALVATORE: Bea sono disperato. Allultima ora devo consegnare la ricerca di storia su Varese durante la guerra. E lunico modo che ho per avere la media del nove ma mi si scaricato il pc e non riesco a finirla. Non hai un cavo per computer?
BEATRICE: No, non ho un cavo come il tuo. Per anchio ho fatto la ricerca su Varese durante la guerra, anche se non era obbligatoria. Punto al 10 in storia e con questa ricerca ce la dovrei fare ho qui il libro da cui ho preso i testi per la ricerca. E un libro su Calogero Marrone
SALVATORE: E chi era Calogero Marrone?
BEATRICE: Il capo dellufficio anagrafe di Varese durante la guerradai se copi i brani che ho evidenziato dovresti prendere un bel voto
SALVATORE: Grande Bea! Ma dove li copio
DOMENICO: Dai ti presto il mio tablet. Sai che non me ne separo mai
SALVATORE: Grazie mille Dome! Per dovete aiutarmi, in unora non so se ce le far a ricopiare tutto potete dettarmi i brani? (gli altri compagni borbottano) Dai vi prego! E importante!... e va bene, vi aiuter coi compiti di matematica
TUTTI: Affare fatto
BEATRICE: Ok te li dettiamo noi. Inizio da questo brano che parla di Varese dopo larmistizio
JENNIFER: Larmistizio? Cos?
BEATRICE: E laccordo firmato l8 settembre del 43 con gli americani per porre fine alla guerra. Firmato dal generale Badoglio e dal re della casata Savoia
JENNIFER: Ah i pasticceri
BEATRICE: S i pasticceri dai inizio a leggere I nazisti occuparono Varese il 12 settembre 1943 con avamposti di truppe SS giunte da Milano, senza colpo ferire per lassoluta assenza di episodi di resistenza, e con un ruolo strategico di Albert Lange, un affermato commerciante tedesco legato alla ditta di Goldschmidt di Essen, segretario della sezione varesina del partito nazista, che favor la penetrazione repressiva. Pochissimi furono coloro che allora levarono la loro voce contro le leggi fasciste confezionate per gli ebrei. I pi fecero finta di niente, di non sapere, di non sentire, di non vedere.
DOMENICO: leggo io adesso Se la presa di coscienza del pericolo della cattura fu avvertita in tempi relativamente lenti, vi fu una sorta di folgorazione a scoppio ritardato, mano a mano che giungevano dal lago Maggiore le prime notizie delle stragi naziste; dalla fine di settembre il desiderio di fuggire si trasform in una fiumana inarrestabile.
ELISABETTA: Questa parte la leggo io Varese e la sua provincia attirarono nel nord del territorio circa l80% dei 5-6 mila ebrei che si erano riversati sulla linea di confine nel tentativo di organizzare il loro salvataggio. Si tratt di un esodo dalle proporzioni bibliche se, a quello della comunit ebraica, si aggiunge il passaggio in Svizzera dopo l8 settembre di altre 40 mila persone, fra militari e civili in genere. La prima fase del trasferimento prevedeva lingaggio delle guide sulle piazze di Milano o di Varese, un approccio tribolato, incerto, segnato talvolta da cinici tradimenti ad un passo dal traguardo con le ignare vittime affidate direttamente nelle mani dei loro aguzzini o catturate con feroci operazioni di polizia al soldo di delatori e doppiogiochisti.
SALVATORE: Ma non scappavano solo gli ebrei. Dopo l8 settembre iniziarono a fuggire anche i renitenti alla leva.
TUTTI: Chi? Chi erano i renitenti alla leva?
SALVATORE: I renitenti alla leva erano quelli che non volevano entrare nellesercito. Sono stati richiamati alle armi tutti i giovani dai 18 ai 45 anni e per chi non si arruolava nellesercito di Mussolini erano guai seri.
GAETANO: E cio?
SALVATORE: Si veniva arrestati e la pena era la fucilazione immediata.
(Musica Fischia il vento, le luci sugli studenti si abbassano, da destra entra un gruppetto di profughi in marcia, tra di loro Calogero e Salvatore Marrone)
CALOGERO: Eccoci qui. La signora Pedroletti dovrebbe arrivare da un momento all'altro
PROFUGHI : Grazie signor Marrone
CALOGERO: Sar lei a farci passare dall'altra parte del Tresa. Pare che abbia preso accordi con le guardie di frontiera. Avete tutti i documenti?
PROFUGHI: S s
CALOGERO: Bene. Ora riposiamo un attimo mentre la aspettiamo. Vieni Tot (Calogero si apparta con suo figlio Salvatore)Uh guarda! Tua sorella ci ha preparato i biscotti con le mandorle, non saranno buoni come quelli della mamma, ma insomma i biscotti con le mandorle non si rifiutano mai
SALVATORE: Gi
CALOGERO: C' qualcosa che non va?
SALVATORE: Un po' tutto non va, padre
CALOGERO: Tot lo so che difficile abbandonare casa in questo modo. Ma l'unica soluzione...
SALVATORE: L'unica soluzione? Per cosa, per non rischiare di morire sotto le bombe? Non ho paure di restare vicino alla mia famiglia, anche a rischio della vita
CALOGERO: No, le bombe sono l'ultimo dei problemi, i motivi sono altri ma il principale che non voglio che ti arruolino nell'esercito di Sal. Mio figlio non deve combattere nell'esercito di un dittatore che non si rassegna alla sconfitta.
SALVATORE: Forse sarebbe meglio combattere per il Duce e restare vicino ai miei familiari, che scappare come vigliacchi
CALOGERO: Non se ne parla nemmeno Salvatore. Ne abbiamo gi discusso anche troppo. Mussolini un esaltato che ci ha tolto ogni libert, trascinandoci in questa guerra disastrosa: alleati di un folle che si crede parte di una razza superiore. Qualsiasi cosa sarebbe meglio che diventare la sua ultima possibilit di risorgere.
SALVATORE: Voi mi dite sempre che i nazisti sono dei folli. Ma se invece non fosse cos? Se fossimo veramente parte di una razza superiore destinata a guidare il mondo?
CALOGERO: Guidare il mondo? Certe volte non posso credere che mio figlio parli cos Mi sa che ho fatto male a mandarti alla scuola pubblica, tutti quegli insegnanti servi del Duce ti hanno fuso il cervello
SALVATORE: No, non sono gli insegnanti che lo dicono, padre. I pi grandi scienziati d'Italia lo hanno scritto. Non avete letto il Manifesto della razza? E' firmato da Cipriani, professore di Antropologia a Firenze e da Donaggio, presidente degli psichiatri italiani nonch da molti altri luminari. La scienza moderna ha le prove che la nostra razza biologicamente superiore, forse la natura stessa a volere che noi guidiamo le razze inferiori. E' nel nostro destino.
CALOGERO: Scienziati. Forse intendi servi del regime?
SALVATORE: Non avete prove di questo.
CALOGERO: Gi, non ho prove, hai ragione Tot ricordi quando da bambino ti portavo al circo?
SALVATORE: S, certo che mi ricordo
CALOGERO: Ti ricordi gli acrobati e i giocolieri? Quelli che stavano in equilibro su un filo e facevano girare anche cinque o sei palline contemporaneamente?
SALVATORE: Certo che mi ricordo. Fino a qualche anno fa volevo diventare uno di loro.
CALOGERO: Gi e ti esercitavi con tutto quello che trovavi in casa, soprattutto i mandarini che Brigida comprava al mercato. E ogni volta che eri triste per un brutto voto a scuola ti mettevi a giocare in terrazzo con due o tre mandarini per tornare di buonumore
SALVATORE: S ricordo bene ma non capisco cosa c'entri col nostro discorso.
CALOGERO: Tot quei giocolieri appartengono a un popolo che gli scienziati di regime definiscono razza inferiore. Riesci a crederlo? Persone che hanno acceso i tuoi sogni di ragazzino vengono considerati esseri inferiori. Se noi siamo una razza superiore perch non riusciamo a fare le acrobazie come loro? Poi tu almeno tre mandarini sai farli girare, io gi tanto se riesco a piegare la schiena per allacciare le scarpe, senza far cadere il cappello
SALVATORE: Vero, e la mamma deve raccogliervelo quasi sempre
CALOGERO: S sono proprio un grande acrobata vedi Salvatore, non esistono razze inferiori e superiori. Chi lo propaganda o stupido o in malafede.
SALVATORE: Forse avete ragione che in questo momento sono cos confuso, non so cosa pensare. E al pensiero di abbandonare voi e la nostra famiglia, mi sento perso.
CALOGERO: Tot non preoccuparti, noi ce la caveremo. E normale che adesso ti senta confuso e perso, sei solo un ragazzo. Ricordati per di pensare sempre con la tua testa, non sei inferiore n superiore a nessuno
SALVATORE: Voi credete che gli uomini siano tutti uguali?
CALOGERO: Uguali non mi piace come definizione anche perch pensare di essere uguale a uno scienziato che firma il manifesto della razza mi farebbe un poco girare le scatole. Preferisco pensare che ogni essere umano sia infinito, a immagine di nostro Signore. Abbiamo infinite possibilit, infinite scelte. E ognuna di questa decide le persone che saremo..
SALVATORE: E secondo voi ora stiamo facendo la scelta giusta?
CALOGERO: S, credo proprio di s
(entra in scena la guida dei fuggiaschi, Armida, con suo figlio Aldo)
ARMIDA: Benarrivati. Buongiorno dottor Marrone, questo mio figlio Aldo, passer in Svizzera con noi
ALDO: Piacere Aldo
CALOGERO: Piacere Calogero. Benarrivata signora Pedroletti, la aspettavamo con ansia
ARMIDA: S immagino. Allora ci siete tutti? Qualcuno ci ha ripensato?
CALOGERO: No
ARMIDA: Avete tutti i documenti?
CALOGERO: S ho controllato gi io
ARMIDA: Ottimo. Ascoltatemi bene perch non ripeter. Dall'altra parte del ponte ci sono le guardie di frontiera, sono gi d'accordo con loro che ci faranno passare senza chiederci nulla. Mi raccomando non rivolgete loro la parola per nessun motivo, far io da tramite per qualunque problema. Un'altra cosa importante, rimanete uniti, nessuno si stacchi dal gruppo.
PROFUGO 1 : Bene, allora possiamo andare
ARMIDA: Non ancora. La frontiera chiusa purtroppo, dovremo aspettare che la riaprano.
SALVATORE: Ma quanto dovremo aspettare?
ARMIDA: Spero non pi di un'ora, ma potremmo passare qui tutta la mattina
CALOGERO: Non possiamo sconfinare da un'altra parte?
ARMIDA: Il passaggio pi vicino a Cremenaga, ma il viaggio lungo e potremmo imbatterci in qualche pattuglia fascista o peggio tedesca
PROFUGO 2 : S ma se rimaniamo qui tutta la mattina rischiamo lo stesso di essere trovati dai tedeschi. Quelli pattugliano sempre il confine. Non ho fatto tutta questa strada per essere catturato a pochi metri dalla salvezza.
CALOGERO: Non c' un'altra soluzione?
ARMIDA: Ci sarebbe un'altra soluzione. Possiamo attraversare il Tresa a piedi, in questo periodo l'acqua bassa e arriveremo facilmente dall'altra parte. Fascisti e nazisti non ce ne sono nei paraggi quindi non dovremmo aver problemi (mentre parla un profugo si toglie le scarpe e si tira su i pantaloni)
PROFUGO 1 : Io attraverso, chi vuole mi segua
ARMIDA: Aspettateci!
(i profughi iniziano a scendere dal palco come se entrassero nel fiume Tresa. Sul palco rimangono Armida e Calogero)
SALVATORE: L'acqua sar pure bassa, ma freddissima
ALDO: Non poi cos fredda
SALVATORE: Scherzi? Mi si sta gelando il sangue
ALDO: Si vede che non sei mai stato in Russia. L senti veramente il freddo anzi talmente freddo che a un certo punto non ti accorgi nemmeno pi di avere un corpo
SALVATORE: Hai fatto la campagna di Russia?
ALDO: Gi. E dovevano mandarmi in Etiopia, poi all'ultimo momento mi hanno dirottato in Russia. Quindi il mio vestiario non era proprio l'ideale. Ho sofferto le pene dell'inferno per colpa del freddo. Fortuna che dopo pochi mesi mi hanno congedato, molti miei compagni non sono stati cos fortunati
SALVATORE: Mi spiace...
.(entra una guardia di frontiera col fucile puntato verso i profughi che stanno attraversando)
GUARDIA: altol! Chi siete?
ARMIDA: Ehi calma! Stiamo solo facendo un giro per i boschi
GUARDIA: Balle! Vi ho visto che state attraversando il fiume. Tornate subito indietro
ARMIDA: Senti, puoi abbassare il fucile cos parliamo con calma?
GUARDIA: Io non abbasso nulla. Sono una guardia di confine. Tornate indietro.
ARMIDA: Guarda che abbiamo gi preso accordi con le altre guardie, con i tuoi compagni..
GUARDIA: Sono arrivato qui stamattina, ma non mi hanno detto nulla
ARMIDA: Si vede che non hanno fatto in tempo Chiedi a loro e ti sar tutto chiaro. Ma adesso abbassa il fucile per favore.
GUARDIA: Non vi credo. E' solo un trucco per prendere tempo. E' l'ultimo avvertimento: tornate subito indietro o vi sparo.
(Calogero tira fuori una pistola)
CALOGERO: Stai attento che se tu spari a loro io sparo a te.
GUARDIA: Non mi fai paura. Ho la mira di un cecchino.
CALOGERO: E io sono un sergente decorato in battaglia
GUARDIA: S un sergente Se tu sei un sergente, io sono Napoleone
CALOGERO: Tu non mi sembri n Napoleone n un cecchino. Hai in mano un vecchio Carcano 91, fucile a colpo singolo. Non certo un'arma di precisione. Mentre io impugno una Walther 6,35 e da questa distanza non hai speranze e se anche dovessi uccidermi il resto di noi ti assalir e sarai spacciato. Posa subito quell'arma.
GAURDIA: S come no, cos mi ucciderete.
CALOGERO: Nessuno di noi ti far del male, parola di sergente.
GUARDIA: Promesso?
CALOGERO: Promesso
(la guardia posa l'arma e un profugo fa per saltargli addosso, ma Marrone lo blocca)
CALOGERO: Fermo. Ho promesso che nessuno gli avrebbe fatto del male. Lasciatelo andare.
(la guardia scappa spaventata dietro le quinte)
ARMIDA: State tutti bene? Ora dobbiamo proseguire, veloci!
CALOGERO: Tot ti affido a loro, io torno a Varese. Mi raccomando: occhi aperti e fammi avere al pi presto tue notizie
SALVATORE. Far il possibile padre. E voi prendetevi cura di Filippa, Brigida e Domenico non so cosa farei se dovessi perdervi tutti
CALOGERO: Non preoccuparti, bader io alla famiglia. Ora va Tot addio
SALVATORE: addio
(Salvatore esce di scena)
ARMIDA: Grazie signor Marrone per prima. Ci ha salvato la vita
CALOGERO: Non pensavo che la situazione fosse cos grave. Dora in poi far tutto ci che mi possibile per aiutare i rifugiati
Scena Seconda
(sul palco un piccolo altare e alcune sedie in fila per ricreare linterno di una chiesa. Due adolescenti stanno distribuendo immaginette sulle sedie della Chiesa. A un tratto entra il prete)
DON FRANCO: Avete bisogno figliole?
RAGAZZA 1: No grazie Don Franco. Stiamo solo distribuendo delle icone della Santa Vergine sulle sedie. Possiamo?
DON FRANCO: Certo fate pure. Se non diffondiamo il culto della Vergine nella casa del Signore dove potremmo farlo?
RAGAZZA 1: Ha ragione padre. Grazie.
DON FRANCO: Ah di nulla. Che brave ragazze! Ce ne fossero di pi come voi, forse non staremmo in questa brutta situazione... posso dare un'occhiata al santino?
RAGAZZA 2: Sicuro. Tenga padre (porge l'immaginetta a Don Franco)
DON FRANCO: Veramente stupenda. Ottima fattura. Cornice dorata. L'azzurro del vestito di Maria cos luminoso... il Ges bambino che tiene in braccio ha i tratti molto curati. Ma cosa sta tenendo nell'altra mano la Vergine?
RAGAZZA 1: Un manganello
DON FRANCO: Ah un manganello un manganello!?
RAGAZZA 2: S padre la Beata Vergine del Manganello: la sacra icona ispirata da Nostro Signore all' amatissimo Duce.
DON FRANCO: Ah... non sapevo...
RAGAZZA 1: Vede Don Franco sul retro del santino scritta anche la preghiera devozionale in onore della Vergine (legge) O tu santo manganello, tu patrono saggio e austero, pi che bomba e che coltello coi nemici sei severo...
DON FRANCO (interrompendole): S s ho capito... figlie mie mi dispiace, in questo edificio c' gi un'altra immagine della Vergine e la nostra chiesa dedicata a SantAntonio Abate. Forse meglio non distribuire questi santini, non vorrei che i fedeli facessero confusione... e poi questa icona non mi pare che sia riconosciuta ufficialmente dalla Santa Madre Chiesa...
RAGAZZA 1: ma fino a poco fa ci ha detto che potevamo?
RAGAZZA 2: Gi, poi questa icona non sar riconosciuta dal Papa, ma stata ispirata dal luminosissimo Duce in persona
DON FRANCO: Beh il luminosissimo Duce dovrebbe occuparsi pi dei suoi concittadini in questo momento difficile che di questioni spirituali
RAGAZZA 1: Non vedo un gran patriottismo nelle sue frasi Don Franco, dovremmo forse riferire il suo comportamento al Podest Castelletti?
DON FRANCO: Suvvia! Era solo una battuta di spirito. Piuttosto, se vedete il podest Castelletti ditegli che non conveniente entrare nelle faccende private delle Chiesa e rovinare i rapporti con le parrocchie della citt in un momento cos difficile, gi abbiamo una nazione divisa e lacerata a causa dell'armistizio... portategli i miei pi cari saluti
(entrano i coniugi Russi)
UGO : Scusate, vi ho interrotto? Cercavamo Don Franco vorremmo confessarci
DON FRANCO: S sono io. Non vi preoccupate, con loro ho finito. Buona giornata figliole!
RAGAZZA 1: Arrivederci padre
RAGAZZA 2: Arrivederci
(le due ragazze escono)
DON FRANCO: Vado a prepararmi, arrivo subito
(Don Franco esce di scena, rimangono Ugo e Lina Russi)
LINA: Io quelle due ragazze le ho gi viste. Ma sei sicuro caro che ci si pu fidare di questo Don Franco?
UGO: S tranquilla Lina, mi hanno detto che ha fatto molto per quelli come noi. Non dobbiamo aver paura di nulla
LINA: Ah bene Oddio! Ora ricordo dove ho visto quelle ragazze. Settimana scorsa, a una manifestazione fascista in piazza! Sono due fasciste. Sei proprio sicuro che sia questo Don Franco?
UGO: S s, mi hanno detto Don Franco della chiesa della Motta. Magari erano qui per caso. Comunque lo capir subito se lui
(rientra Don Franco)
DON FRANCO: Eccomi a voi. Chi di voi si vuole confessare per primo?
UGO: Io padre (Ugo si avvicina al confessionale e Lina rimane sulle sedie della Chiesa)
DON FRANCO: Dimmi figliolo
UGO: ecco padre... io dovrei raccontarle parecchie cose, ma prima di tutto dirle che ho dei contatti con Oscar
DON FRANCO: E sarebbe un peccato avere contatti con questo Oscar?
UGO : Padre io ho dei contatti con Oscar capisce?
DON FRANCO: No, non so se ho capito bene
UGO : Parlo di Oscar. Lorganizzazione
DON FRANCO: ah s ho capito. S conosco... Organizzazione Soccorso Collocamento e Assistenza Ricercati
UGO : Parli piano padre, potrebbe sentirci qualcuno
DON FRANCO: Stia tranquillo, siamo al sicuro qui. Non ci siamo ancora presentati... lei il signor?
UGO: Ugo Russi e lei mia moglie Lina. Vieni pure cara, lui
LINA: Oh menomale!
(si avvicina anche la moglie Lina)
DON FRANCO: Siete fuggiti da una prigione tedesca? Siete prigionieri politici? Partigiani?
LINA : Niente di tutto questo Don Franco, mio marito ebreo. Vorremmo un aiuto per noi e i nostri figli per passare in Svizzera e sfuggire ai tedeschi... io sono cattolica, ma da quando hanno iniziato a prelevare anche gli ebrei misti, nessuno di noi pi al sicuro.
Poi qualche giorno fa abbiamo saputo di un incredibile massacro di ebrei dallaltra parte del lago, allHotel Meina. Una sessantina di ebrei, anche misti, sono stati uccisi, alcuni fatti annegare stato orribile. Qui non pi sicuro, vogliamo andarcene. Ma abbiamo undici figli padre, siamo disperati, e non sappiamo come fare per farli espatriare tutti...
DON FRANCO: Far tutto il possibile signori Russi (si alza e prende dei fogli) ho qui dei documenti in bianco, vengono dall'ufficio anagrafe di Varese e permetteranno a chi li possiede di passare il confine e restare in Svizzera. Ma purtroppo questi bastano per una sola persona.
UGO : Vanno benissimo! Li compili pure a nome Renzo Russi, uno dei miei due figli maschi. Io rester qui a Varese a badare a mia moglie e agli altri figli. Renzo gi maggiorenne e molto in gamba, se la caver benissimo da solo in Svizzera... e forse riuscir a portare avanti il nome della mia famiglia, se a noi non dovesse andar bene...
DON FRANCO: Non dica cos signor Russi! Ce la farete anche voi, per dovete andare direttamente all'anagrafe di Varese, questi documenti arrivano da l.
LINA: All' anagrafe?
DON FRANCO: S. Dovete chiedere del signor Calogero Marrone. Avrete bisogno che lui vi compili dei documenti che attestino la vostra appartenenza alla razza ebraica, in modo che la Svizzera possa accogliervi come rifugiati.
LINA: Ma ci si pu fidare di questo Marrone?
DON FRANCO: Non vi preoccupate, ha aiutato moltissimi ebrei e prigionieri politici a passare il confine, aiuter anche voi in tutti i modi che potr... ora per finiamo di compilare il modulo. Citt di residenza di vostro figlio metto Livorno.
UGO : Livorno? Ma noi abitiamo a Casbeno
DON FRANCO: Devo scrivere una citt che non si trovi sotto il controllo dei fascisti, sotto la Linea Gotica, in modo che non possano reclamare alcun diritto su vostro figlio.
UGO : Ah capisco...
DON FRANCO: Ecco il documento completo. Accompagnate vostro figlio Renzo con questo documento alla dogana di Saltrio, li troverete dei finanzieri nostri amici che lo faranno passare.
LINA: Grazie infinite padre! Ci ha appena tolto un macigno dal cuore. Non sappiamo come ringraziarla
DON FRANCO: Ringrazi il signor Marrone.. e mi raccomando andate da lui a farvi fare i documenti per tutta la famiglia, anzi magari mandate una delle vostre figlie cos passer maggiormente inosservata
UGO : Va bene Don Franco, lo faremo senz'altro. Grazie ancora...
DON FRANCO: Che Dio vi benedica. Forza e coraggio
Scena Terza
(sulla scena tavolo di ufficio con Marrone che sta compilando delle carte. Entra una impiegata)
LUISA: Buongiorno signor Marrone
CALOGERO: Buongiorno Luisa
LUISA: Da che ora qui in ufficio?
CALOGERO: Mah, sar un'oretta
LUISA: Lei incredibile. Non ho mai visto un capo ufficio arrivare al lavoro cos in anticipo sui suoi dipendenti
CALOGERO: Avevo un po' di carte da archiviare
LUISA: Beh forse meglio starsene rinchiusi in questo ufficio che in giro per la citt. L fuori pieno di soldati che controllano ogni minimo spostamento, sembra di stare in un campo di prigionia, non si sa pi a che santo votarsi... ah a proposito, ora si son messi pure a distribuire santini religiosi (ne mostra una a Marrone)
CALOGERO: (legge) Beata Vergine del Manganello. Non sapevo che la madre di Nostro Signore fosse protettrice dei fascisti
LUISA: Gi... e come se non bastassero le milizie del fascio, ora a Varese ci sono anche i nazisti. Quelli parlano solo tedesco, gli rispondi quando ti interrogano e non capiscono nulla
CALOGERO: Posso comprenderli poverini, anch'io quando sono arrivato qui dalla Sicilia capivo poco voi varesini
LUISA: Fortunato lei che riesce a sdrammatizzare...
(entra un'altra impiegata)
CLARA: Buongiorno signor Marrone. Buongiorno Luisa.
CALOGERO: Buongiorno Clara. E' un poco in ritardo stamattina...
CLARA: S mi scusi signor Marrone, che sono stata fermata da alcune guardie tedesche che mi hanno riempito di domande
LUISA: Stavamo appunto dicendo che ci sono troppi militari in giro per Varese... come se non bastasse la paura delle bombe ora c' anche la paura di essere arrestati appena fuori casa
CLARA: Beh ma arrestano solo disertori ed ebrei.
LUISA: Gi, ma non c' da stare molto tranquilli coi nazisti. Poi non ho capito perch arrestano gli ebrei
CLARA: I tedeschi odiano con giusta ragione gli ebrei; da anni complottano per distruggere la loro nazione. Si sono impadroniti di ogni banca per indebitare il popolo. Fateci caso Luisa, tutte le banche pi potenti sono in mano ad ebrei
LUISA: E' vero...
CALOGERO: Quante sciocchezze! A me sembra che siano i nazisti a voler indebitare gli ebrei, visto che requisiscono i loro beni e le loro case. Lo sa Clara perch gli ebrei sono quasi tutti banchieri?
CLARA: Perch amano troppo i soldi?
CALOGERO: No. Perch fino a non molto tempo fa la Chiesa proibiva ai suoi fedeli di gestire le banche, era considerato peccato. Cos gli unici che potevano diventare banchieri erano i non cristiani: gli ebrei soprattutto. Non hanno aperto banche per malvagit o amore del denaro, ma per mancanza di concorrenza... Non dia retta alla propaganda nazista, non esiste alcun complotto giudeo per indebitare la Germania.
CLARA: Sar come dice lei signor Marrone, ma io non mi fido molto di quella gente...
CALOGERO: Queste sono sue opinioni personali Clara. Ora torniamo al lavoro che ne abbiamo parecchio da fare
(bussano alla porta)
CALOGERO: Avanti!
(entra una ragazza)
ROSANNA : E' permesso? Cercavo Calogero Marrone... devo consegnargli dei documenti
CLARA: Il signor Marrone occupato. Dia pure a me signorina, sono la sua assistente
(Clara legge i documenti, ma Marrone li prende dalle sue mani)
CALOGERO: Faccio io Clara, non si preoccupi
ROSANNA : Grazie signor Marrone... sono la figlia dell'ingegner Russi, avrei dei documenti da timbrare
CALOGERO: S lo so, Don Franco mi ha gi detto tutto.
ROSANNA: Oh menomale! Questi sono per me, i miei nove fratelli e i miei genitori. Riesce a certificarli ?
CALOGERO: Nessun problema (mette i timbri ai documenti) mi raccomando nascondeteli in un luogo sicuro, sia mai che qualche guardia li trovi. Se non avete un frontaliere di fiducia che vi lasci espatriare, cercate un passaggio sul confine oltre i mille metri. Di solito di tedeschi a quelle altitudini ce ne sono pochi... fatevi accompagnare da una guida del posto. E non fidatevi dei contrabbandieri, alcuni di loro vendono i fuggiaschi ai nazisti. Siate prudenti mi raccomando.
ROSANNA: Grazie infinite signor Marrone. Non la dimenticheremo mai.
CALOGERO: Faccio solo il mio dovere. Suo fratello Renzo come sta?
ROSANNA : Bene. Ci ha scritto dalla Svizzera, si trova nel campo profughi di Finhaut nel Vallese. Speriamo di raggiungerlo presto.
CALOGERO: Ve lo auguro. Buona fortuna signorina
ROSANNA : Lo spero proprio. Arrivederci e grazie ancora (esce dalla porta)
CLARA: Signor Marrone, ma quei documenti erano per degli ebrei ... non star mica aiutando i fuggiaschi?
CALOGERO: Sono affari che non la riguardano Clara.
CLARA: Invece s mi riguardano. Se in questo ufficio si fanno documenti illegali ci andremo di mezzo tutti e io non ho intenzione di finire prigioniera dei tedeschi
CALOGERO: La responsabilit di ci che faccio solo mia.
LUISA: S ma signor Marrone poteva almeno dircelo, senza tenerci all'oscuro
CALOGERO: Vi ho tenuto all'oscuro proprio per evitare che foste coinvolte
LUISA: Mi scusi. Non ci avevo pensato...
CALOGERO: Io s invece. Comunque non preoccupatevi, se dovessero scoprire qualcosa dir che voi eravate all'oscuro di tutto
CLARA: Ce lo assicura?
CALOGERO: Vi ho mai deluso Clara?
CLARA: No... fino ad ora no
(entra il Podest Castelletti)
PODESTA': Buongiorno Marrone
CALOGERO: Illustrissimo Podest, buongiorno. Che visita inaspettata
PODESTA': Comodo, comodo. Sono solo venuto a trovare l'impiegato comunale pi efficiente della mia amministrazione. Mai una lamentela dei dipendenti, un'insubordinazione. Voi Marrone siete un esempio per tutta la citt di Varese. Ditemi, qual il vostro segreto?
CALOGERO: Beh signor Podest, sono solo appassionato del mio lavoro
PODESTA': E siete pure modesto! (guarda la scrivania di Marrone) molto ordinata la vostra scrivania complimenti. E questo cos'? (legge un foglietto) "Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me" bella frase, vostra Calogero?
CALOGERO: No signor Podest. E' di Immanuel Kant, un filosofo tedesco... La tengo sulla mia scrivania per ricordarmi di compiere sempre il mio dovere
PODESTA': Ottimo. C' bisogno sempre di ricordarselo caro Calogero... il Partito Nazionale Fascista ha fatto molto per questo comune, lo ha elevato a capoluogo di Provincia, gli ha donato monumenti straordinari. Ha fatto di Varese e i suoi giardini la Versailles di Milano. Sarebbe un peccato se voi non ricambiaste tutto ci che il Duce ha donato a noi...
CALOGERO: Beh faccio sempre tutto il possibile
PODESTA': Non sempre lo avete fatto Calogero. Non sempre. Nove anni fa, quando ancora eravate in Sicilia, vi rifiutaste di iscrivervi al Partito, pur essendo un vostro dovere imposto dal Duce. Forse in quel momento vi eravate dimenticato della frase del vostro amato Kant
CALOGERO: Fu una mia decisione personale e me ne assunsi tutte le conseguenze, infatti rimasi in prigione diversi mesi.. una vecchia faccenda ormai dimenticata, signor Podest.
PODESTA': Gi una vecchia faccenda, ma potrebbe ripetersi. Alcuni cittadini ebrei, caro signor Marrone, sono stati scoperti con dei documenti falsi per passare il confine e pare che quei documenti arrivino dal vostro ufficio. Il capitano Werner Knopp, un tedesco come il vostro amico Kant, sospetta di voi.
Mi ha ordinato di procedere con un'inchiesta nei vostri confronti e state tranquillo che far tutto il possibile per accertare ogni vostra eventuale responsabilit... domani dar via agli interrogatori dei vostri pi stretti collaboratori
CALOGERO: Sar a vostra completa disposizione signore
PODESTA': Vi conviene. Anche perch se scoprissi che state aiutando dei nemici dello stato, nessuna bella frase potr salvarvi. Ricordate che la storia si fa con gli atti di forza non con la vostra filosofia. Arrivederci signor Marrone.
CALOGERO: arrivederci signor Podest (esce il Podest)
CLARA: e ora cosa facciamo?
Scena quarta
(stanza vuota, bussano alla porta. Entra Santina da una quinta)
SANTINA: Oddio. Chi sar a quest'ora della notte? Elda. Elda svegliati!
(entra la figlia Elda, assonnata)
ELDA: Che c'? Che succede? Hanno ricominciato a bombardare?
SANTINA: No. C' qualcuno alla porta, va a vedere.
ELDA: Ma perch devo andare sempre io?
SANTINA: Perch sono una partigiana conosciuta e potrebbe essere un'imboscata. Dai su vai ad aprire. Io aspetto qui.
ELDA: E va bene... Avanti!
(entra una signora, Laura Pizzo)
LAURA: Permesso. Scusi l'orario. E' questa la casa di Alfredo Brusa Pasqu?
ELDA: S sono la figlia, ma in questo momento mio padre non in casa
LAURA: Sua madre non c'?
ELDA: No neanche lei.
LAURA: Ascolti, se la vede pu darle questa ( le da una mezza am-lira)
ELDA: S va bene pu aspettare qui sulla soglia un momento? Torno subito (va da Santina nascosta) madre una signora che non conosco
SANTINA: Cosa vuole?
ELDA: Mi ha dato questa (le mostra la mezza am-lira) Cos'?
SANTINA: Ah bene questa una mezza lira americana. La carta moneta che circola sotto la Linea Gotica, nell'Italia liberata dagli americani. Molti prigionieri politici o rifugiati la usano come segno di riconoscimento. Dalle questa, l'altra met, cos sapr che pu fidarsi di noi
ELDA: Va bene (torna da Laura) Tenga
LAURA: Ottimo. Posso entrare allora?
SANTINA: Prego, venga pure avanti
LAURA: Grazie. Lei la moglie di Alfredo immagino. Ho sentito tanto parlare di lei e suo marito
SANTINA: Ah s?
LAURA: S so che avete fatto molto per la resistenza e per salvare i rifugiati. E anch'io ho bisogno del vostro aiuto, sono di famiglia ebrea
SANTINA: Ho capito, vuole dei documenti per fuggire in Svizzera.
LAURA: No, purtroppo la questione pi complicata. Io sono Laura Pizzo, abito a Ganna coi miei zii e mio cugino Ferruccio. Mio zio ha problemi di salute e non possiamo lasciarlo da solo voglio sapere se possibile avere dei documenti con identit false, per potere vivere nascosti a casa nostra
SANTINA: Mmmm rischioso.
LAURA: Non abbiamo molta scelta
SANTINA: Ha ragione.
ELDA: Beh, ma si pu fare. Vi ricordate di quel polacco. Come si chiamava? Aveva il nome di una citt ah s, Amsterdam! Gli abbiamo procurato delle false generalit e ora vive a Induno con la sua famiglia, anche lui non poteva lasciare casa.
SANTINA: Ah s vero. Me ne ero dimenticata s allora si pu fare. Fai cos Elda, accompagna la signora allo studio di Alfredo, forse stanotte l anche Calogero e ci penser lui.
LAURA: Calogero Marrone?
ELDA: S. Lo conosce ?
LAURA: S certo, anche di lui ho sentito molto parlare. Si dice che lavori giorno e notte per fare documenti ai rifugiati e che abbia affrontato venti guardie di frontiera con una pistola, per far passare dei profughi!
ELDA: Beh insomma un po' meno di venti.
SANTINA: S un po' meno comunque s il signor Marrone sta facendo moltissimo per la causa partigiana e rischia ogni giorno la vita, visto che lavora in Municipio.
ELDA: S sempre qui a casa nostra a compilare documenti assieme a mio padre. Anche se adesso qualche giorno che non lo vediamo.
LAURA: Davvero? Come mai?
ELDA: Non lo sappiamo. Comunque ora la accompagno nell'ufficio di mio padre, magari stasera c il signor Marrone
(entrano Alfredo Brusa Pasqu e Don Franco)
ALFREDO: C' qualche riunione d'emergenza stanotte a casa mia?
SANTINA: Bentornato caro. Buonasera Don Franco
DON FRANCO: Buonasera Santina
SANTINA: No nessuna riunione. Questa Laura, di famiglia ebrea, viene da Ganna e ha bisogno dei documenti per lei a per i suoi famigliari. Elda la stava portando nel tuo ufficio.
ALFREDO: Il mio ufficio non molto sicuro stanotte. Ci sono troppi tedeschi in giro. Le conviene restare qui a dormire da noi. Domattina penseremo a come procurarci i suoi documenti.
LAURA: Verr qui il signor Marrone?
DON FRANCO: Non credo. Calogero in questo momento non sta molto bene.
LAURA: Oh mi dispiace! E' grave?
DON FRANCO: No no niente di grave. Solo che meglio che non esca di casa. Andremo io e Alfredo da lui e ci procureremo i documenti che le servono
LAURA: Oh grazie mille!
ALFREDO: Si figuri. Elda mostra alla signora il letto degli ospiti cos potr riposarsi
ELDA: Venite con me Laura
(Elda e Laura escono)
SANTINA: Non sapevo che il tuo amico Calogero fosse malato. Ecco perch da un po' non si faceva vedere
ALFREDO: Le cose non stanno proprio cos cara
DON FRANCO: In realt Calogero non malato, una piccola bugia che abbiamo raccontato alla signora per non farla preoccupare. Marrone stato denunciato da un capitano nazista e ora sotto inchiesta del Podest Castelletti. E' rischioso per lui venire in questa casa o nell'ufficio di Alfredo.
SANTINA: Oddio. E come faremo adesso?
ALFREDO: Non preoccuparti. Sta lavorando lo stesso nel suo ufficio, ci procurer i documenti che servono alla signora
DON FRANCO: S s ci aiuter lo stesso e poi non dobbiamo fasciarci la testa prima del tempo, magari l'indagine si risolver in un nulla di fatto.
ALFREDO: Non credo padre. Penso che i nazisti lo arresteranno con o senza prove, ormai ce li abbiamo col fiato sul collo ha visto stasera quanti tedeschi facevano la ronda vicino al mio ufficio? Qui a Varese l'aria si fatta irrespirabile.
DON FRANCO: Ha ragione. La situazione sta precipitando rapidamente
(rientra Elda visibilmente sconvolta)
ALFREDO: Che c' Elda? Tutto bene?
ELDA: Non tanto. Laura mi ha raccontato di cosa fanno agli ebrei, la maggior parte li mandano al carcere dei Miogni, poi li trasferiscono a Milano o in qualche campo di concentramento. E non prendono solo le persone sane, ma anche i vecchi e i malati: setacciano ospedali e case di riposo. Anche la casa di cura La Quiete. Non si fermano nemmeno di fronte ai moribondi.
SANTINA: E' terribile
DON FRANCO: Chi se lo immaginava che arrivassero a tanto?
ALFREDO: Gi. E pensare che il vostro amato Vaticano pure sceso a patti con loro. I vostri superiori hanno parecchie colpe per lascesa del fascismo Don Franco
DON FRANCO: Veramente siamo scesi a patti con loro solo per garantire la nostra sopravvivenza. Ma ora molti conventi stanno aiutando la resistenza. Piuttosto voi socialisti avreste dovuto fare di pi per impedire a Mussolini di governare indisturbato per vent'anni.
ALFREDO: Fare di pi? Lo sa Don Franco come si chiama mia figlia di secondo nome? Diglielo Elda.
ELDA: Velia, come la moglie del socialista Giacomo Matteotti, ucciso dalle milizie del Duce per essere stato l'unico in parlamento a opporsi alla dittatura
ALFREDO: Esatto. Mi pare che noi socialisti abbiamo pagato cara la nostra guerra al fascismo
DON FRANCO: S vero. Ma dopo l'omicidio Matteotti avreste potuto organizzare scioperi generali, manifestazioni di piazza, avevate gli operai dalla vostra parte. Invece avete fatto troppo poco.
ALFREDO: E voi sacerdoti che avevate quasi tutta la popolazione dalla vostra parte? Perch non avete fatto nulla? Troppo facile prendersela con chi ci ha rimesso la pelle
SANTINA: Oh insomma, basta. Non mi sembra il momento di discutere su chi ha pi colpe
DON FRANCO: Ha ragione Santina. E' che sotto una dittatura si discute cos poco di politica, che non siamo pi abituati
ALFREDO: Vero. Comunque abbiamo tutti le nostre colpe, chi pi, chi meno ma ora la situazione troppo grave per tutti noi. Penso che me ne andr anch'io in Svizzera. Domani mi far compilare i documenti da Calogero ed espatrieremo al pi presto
SANTINA: Sei sicuro caro?
ALFREDO: S ormai ho deciso. Raggiungeremo nostro figlio Sergio, cos finalmente saremo uniti e al sicuro da questi folli
DON FRANCO: Lei crede che anche Calogero verr con voi?
ALFREDO: Lo spero, ma lo conosco troppo bene per farmi illusioni. E' troppo attaccato al suo dovere. Non credo lascer Varese.
DON FRANCO: Beh allora buona fortuna. Io me ne torno nella mia canonica, domani mi aspetta una lunga giornata. Buonanotte Alfredo.
ALFREDO: Anche per noi sar una lunga giornata. Buonanotte Don Franco
Scena quinta
(casa Marrone. In scena Calogero seduto sta leggendo un libro. Entra Filippa)
FILIPPA: Buongiorno padre. Anche oggi niente ufficio?
CALOGERO: Buongiorno Filippa. No mi sono preso una pausa per le feste natalizie, avevo bisogno di riposo
FILIPPA: Beh, ma ormai passata anche l'epifania, che tutte le feste
CALOGERO: Porta via. S lo so, ma in Comune sono stati buoni e mi hanno concesso altri giorni per staccare dal lavoro
FILIPPA: Bene. Anche se non mi sembra ve lo stiate godendo molto questo riposo. Siete sempre intento a leggere libri, ne avrete letti cinque o sei in dieci giorni
CALOGERO: Che vuoi farci? La lettura il modo migliore che conosco per rilassarmi e dimenticare i problemi del presente...
FILIPPA: Cosa leggete oggi?
CALOGERO: Il fu Mattia Pascal
FILIPPA: Ah Pirandello, non proprio una lettura leggera
CALOGERO: S impegnativo come testo, per scrive molto bene... e poi un mio conterraneo, mi fa sentire meno la nostalgia della Sicilia. (Filippa prende la giacca sullattaccapanni) Tu stai uscendo?
FILIPPA: S aspetto mia sorella. Dobbiamo metterci in coda per prendere il pane, prima andiamo meglio . Solo che stamattina ci sta mettendo una vita a prepararsi dai Brigida sbrigati!
(entra Brigida trafelata)
BRIGIDA: Arrivo arrivo, dammi un secondo
FILIPPA: Come sei vestita leggera. Va che il 7 gennaio non hai freddo?
BRIGIDA: No no.. sto bene cos
FILIPPA: Va bene, contenta tu... Dai su andiamo, passiamo dai Giardini che facciamo prima
BRIGIDA: Forse meglio se facciamo il giro largo dalla Brunella, abbiamo meno probabilit di incontrare le pattuglie tedesche
FILIPPA: Veramente ormai i tedeschi sono dappertutto, pi strada facciamo pi possibilit abbiamo di trovarne. Passiamo dai Giardini
BRIGIDA: S ma lontano dal centro ce ne sono di meno
FILIPPA: Forse hai ragione aaahhh ma ho capito perch vuoi passare dalla Brunella, devi fermarti a parlare col figlio del macellaio eh? Ecco perch ti sei vestita cos elegante. Va che ho visto con che occhi lo guardavi l'altro giorno, sembravi incantata...
BRIGIDA: Stai zitta
CALOGERO: Filippa smettila di mettere in imbarazzo tua sorella. E tu Brigida vai a metterti qualcosa di pi consono se qualche giovanotto vuole corteggiare mia figlia, dovr prima avere il mio permesso
BRIGIDA: Va bene padre (esce di scena)
CALOGERO: Intanto che aspetti tua sorella, va a vedere se arrivata posta
FILIPPA: S vado subito (esce di scena. Entra Pina, moglie di Calogero)
PINA: Ciao Lill
CALOGERO: Ciao cara. Come sta Mimmo?
PINA: Meglio, ha sempre quella brutta tosse ma il riposo a letto gli sta facendo bene. Il colorito e la voce sono migliorati
CALOGERO: Bene dai, vedrai che si rimetter presto, un ragazzo forte
PINA: S vero, dopo per tirarlo su gli preparo la cucca con lo zucchero
CALOGERO: Ecco brava, falla per lui. Sai che io non ne vado matto
PINA: Lo so lo so. Stai leggendo un altro libro?
CALOGERO: S, il fu Mattia Pascal
PINA: Ah, ma non l'avevi gi letto?
CALOGERO: S, ma avevo voglia di rileggerlo, sempre interessante
PINA: Forse dovresti prendere spunto dal protagonista: far finta di esser morto per poter ricominciare a vivere in pace sotto falso nome
CALOGERO: Sai che non ne sarei capace
(entra Filippa di corsa)
FILIPPA: E' arrivata una lettera da Tot. Venite tutti!
(Calogero, Pina, Filippa e Brigida si riuniscono attorno al tavolo per leggere la lettera)
FILIPPA: Adliswil, 28 ottobre 1943. Miei carissimi, dopo quaranta giorni che l'anima mia vaga nella pi tetra oscurit, ecco profilarsi all'orizzonte uno spiraglio di luce apportatore di sollievo e conforto al mio angosciato cuore: potervi scrivere queste due righe con la speranza di avere quanto prima vostre nuove.
Come stanno i miei amati? Ecco l'assillante domanda che giorno e notte, minuto per minuto, tortura tutto il mio essere. La mia salute splendidamente ottima, pensate che sono aumentato di 3 kg e mezzo. Notevole no? Pi che patate e patate qui non si mangia!
Ultimamente ho presentato domanda al comando per poter essere adibito a lavori agricoli presso qualche contadino e guadagnare qualche franco. Gli abiti non mancano. Tramite la Croce Rossa sono riuscito ad ottenere degli indumenti necessari per l'inverno. Non abbiate dunque alcun pensiero per me che bene o male in qualsiasi campo sapr arrangiarmi.
Quanto prima riceverete un mio lunghissimo scritto; per ora accontentatevi e ricevetevi tutti assieme un abbraccio soffocante, segno del grande affetto e amore che nutro e milioni di baci.
PINA: Oh che bello! Sta bene allora!
CALOGERO: S s, te lo dicevo che in Svizzera se la sarebbe cavata
FILIPPA: Che sollievo. Adesso dobbiamo rispondergli per non farlo stare in pensiero
BRIGIDA: Gi, magari assieme alla lettera potremmo mandargli un pacco con dei vestiti?
FILIPPA: S vero, dei bei maglioni di lana cos non soffrir il freddo
BRIGIDA: Possiamo comprarli dal macellaio
FILIPPA: Dal macellaio? I maglioni? Va bene che ogni scusa buona per andare da lui, ma questa mi sembra esagerata
BRIGIDA: No no vero. Il macellaio fa il mercato nero dei vestiti, li tiene in cantina e poi li rivende. Arrivano dalle migliori sartorie d' Europa , sono di ottima qualit
CALOGERO: Tot ci ha gi scritto che non ha bisogno di niente. Non mi sembra il caso di comprare dei maglioni al mercato nero
FILIPPA: Beh ma padre sarebbe un bel segno del nostro affetto e poi con il vostro stipendio non credo avrete problemi a pagarli
CALOGERO: Ti ho gi detto di no. Gli spediremo solo una lettera coi nostri saluti, cos arriver anche prima in Svizzera ora andate a prendere il pane che gi tardi
FILIPPA: D'accordo. Andiamo Brigida.
(Filippa e Brigida escono)
PINA: Quando dirai loro la verit?
CALOGERO: Che mi hanno lasciato a casa e non ho pi uno stipendio? Lo sapranno presto. L'altro giorno venuto a trovarmi Don Luigi Locatelli, secondo lui questione di giorni e poi i tedeschi verranno ad arrestarmi.
PINA: Arrestarti? Ma non hanno prove della tua colpevolezza
CALOGERO: Pare che un dipendente del Comune abbia fatto la spia ai tedeschi
PINA: Oddio, ma terribile Perch non fuggi in Svizzera? Il tuo amico Alfredo gi partito settimana scorsa. Hai aiutato tutti, aiuta anche te stesso e lascia questo Paese alla deriva
CALOGERO: S cos i tedeschi si rifaranno su di voi
PINA: Allora fuggiamo tutti, cos ci riuniremo a Tot.
CALOGERO: Non cos facile cara, ci vuole tempo, bisogna parlare con le persone giuste, prendere contatti e io ora non sono nella condizione ideale per fare questo. Poi comunque devo adempiere al mio dovere qui a Varese
PINA: Il tuo dovere, non vedi altro che il tuo dovere a volte mi domando se tu non tenga pi al tuo dovere che a me
CALOGERO: Non dire sciocchezze. Lo sai che se ho superato le mille difficolt di questi anni solo grazie a te. Ricordi quando partii per la grande guerra? Tuo padre non voleva che ci sposassimo, perch io , al contrario di voi, ero di umili origini. Ma quando tornai in Sicilia con una croce di guerra acconsent al matrimonio.
L'unico pensiero che mi fece superare le tragedie orribili di quella guerra fosti tu: poter tornare a casa per vivere finalmente uniti e felici. Sei sempre stata la mia forza e sempre lo sarai.
PINA: Oh Lill...
CALOGERO: Vedrai che tutto si risolver. Sono gi stato in prigione, non facciamone una tragedia. Star a stecchetto per qualche mese e poi torner pi in forma di prima. E durante la mia prigionia i partigiani ti aiuteranno senz'altro con viveri e denaro.
PINA: S, ma questa volta diverso, i nazisti non hanno la fama di essere caritatevoli. Non sono per niente tranquilla.
CALOGERO: Vorr dire che ci affideremo alla Madonna sperando non si tratti della Madonna del Manganello
PINA: Non perdi mai la tua ironia eh?
CALOGERO: E' l'unica cosa che mi fa superare la paura
(entrano due soldati nazisti)
KNOPP: signor Marrone
SOLDATO: Voi Calogero Marrone siete in arresto per aver fornito documenti falsi a nemici del Reich. Sarete condotto al carcere dei Miogni e poi decideremo la vostra sorte
CALOGERO: Mi date qualche minuto per preparare una borsa coi vestiti?
SOLDATO: Non pi di due minuti
PINA: Te la preparo io caro
CALOGERO: Va bene. Fa in fretta.
(Pina esce di scena)
KNOPP: Io sono l'ufficiale Werner Knopp. Il Podest Castelletti mi ha parlato molto di voi, dice che siete un uomo irreprensibile, sempre attento al proprio dovere. Dice che non ha trovato alcuna prova contro di voi Ma noi non abbiamo bisogno di prove, tutti quei documenti falsi non potevano provenire che dal suo ufficio, signor Marrone
CALOGERO: Siete voi che lo dite
KNOPP: Certo, io non mi sbaglio (guarda il libro) Pirandello. Il Podest mi ha detto che siete un uomo di cultura Marrone, mi ha detto anche che tenevate una frase di Kant sulla vostra scrivania il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me.
Vedete, Castelletti un po', come dire, ignorante. Ma io e voi siamo uomini di cultura. Ci capiamo. Per mi stupisce che voi come uomo di cultura andiate ancora dietro alle favole Pensare di opporvi a una macchina da guerra come il Reich, in nome di chiss quali ideali.
Noi nazisti siamo realisti, trattiamo gli uomini per ci che sono: macchine create dalla natura. Siamo animali un po' pi evoluti, pezzi di carne, causa ed effetto.
Le persone sono solo materia come le altre e vanno dominate e usate come materia qualsiasi. Noi siamo onesti Marrone, siamo dalla parte della verit. In noi nazisti non c' traccia di ipocrisia.
CALOGERO: Siete dalla parte della verit Un uomo che cercava la verit ha detto io so di non sapere, ma voi ufficiale, credete di sapere tutto e questa la vostra pi grande rovina.
Non credo alle favole, so benissimo che siamo materia e un giorno spariremo e non rester nulla di noi. Siete voi che sembrate non saperlo: della vostra macchina perfetta che chiamate Reich non rimarr nulla, come di tutti i potenti che prima di voi si credevano invincibili e guardavano al mondo con arroganza.
Tutto sparisce, ma le azioni morali che compiamo in vita quelle no, quelle rimangono; forse questo il senso della frase di Kant: le azioni morali ci guidano sempre, come le stelle nel cielo. Anzi no, perch anche le stelle muoiono, ma le nostre azioni rimangono
Non siamo solo macchine della natura, materia come le altre, causa ed effetto, siamo soprattutto, prima di tutto, libert di decidere e chi come voi si oppone a questa libert ha sempre fatto una brutta fine
KNOPP: Adesso basta. E' il momento di andare. (entra Pina con lo zaino)
PINA: Eccomi. Ti ho messo dentro un po' di camicie e
CALOGERO: Va benissimo
PINA: Addio Lill. Scrivi appena puoi
CALOGERO: Addio Pina. Forza e coraggio.
(Calogero e Pina si abbracciano, il soldato li divide e porta via Marrone. escono i due ufficiali con il prigioniero)
Scena Sesta
(Sono in scena Filippa, Brigida e Pina. Questultima, seduta, passa una lettera a Brigida)
BRIGIDA: San Vittore, Milano, 12 settembre 1944
Carissima, da che trovomi a Milano sono avvenute tre traduzioni per la Germania. Te lo giuro preferirei anchio essere col tradotto perch leterno incognito deprime, accascia, nonostante la fede in Dio, solo conforto in questa vita opprimente, piena di terrore. Vedi se ti riesce sapere qualche cosa e se il mio incarto si trova al Comando di Milano. Ho avuto forza e coraggio ma in questa settimana sono un po oppresso. Non ti allarmare, sento il bisogno di aprire un po lanimo in questa settimana notando non poco quel po di conforto che ci era dato con il colloquio. Cerca di scrivermi, sento imperioso il bisogno di sentirvi. Baci ardenti.
(Buio, luce, Filippa legge unaltra lettera)
FILIPPA: Bolzano Gries, 23 settembre 1944
Miei amati, eccomi alla nuova residenza sempre in ottima salute e morale alto. Trovomi in un campo di concentramento di prigionieri politici ove non manca laria dei monti respirando a pieni polmoni. Voglio che anche voi non vi accasciate e di tenervi su fisicamente e moralmente.
C il problema degli indumenti di lana ma pazienza, sapr adattarmi, non preoccupatevi affatto. In nove mesi posso dirvi di aver cambiato carattere. So adattarmi a tutto senza rincrescimento. Tutto mi basta e so assuefarmi ad ogni sorta di lavoro. Torner coi calli che son onore per luomo. Sono chiamato il filosofo.
A noi ci dato scrivere due volte al mese e possiamo ricevere senza limitazioni. Scrivetemi quindi per illudermi di avervi gi vicini. Coraggio e fortezza danimo e sapere sopportare con rassegnazione. Voglio due parole da tutti che sar lunico mio conforto. Infiniti abbracci con ardenti baci, Calogero
(Buio, luce. I due soldati tedeschi buttano dentro Calogero che si siede e inizia a scrivere una lettera, leggendola)
CALOGERO: Bolzano Gries, 2 ottobre 1944
Miei cari, trovomi ancora alla quarta stazione della Via Crucis. Si vocifera di una spedizione di pecore ancora su al nord. Circolano molte voci. La spedizione avverr questa notte o domani. Ripeto sempre le stesse cose per tema che non ti pervengano le precedenti.
Salute ottima, fame da lupo da sembrarmi torta quel pane nero come la pece che ci danno. Desidererei quella tua buona cuccia con zucchero che facevo lo schifiltoso nel mangiarla dato che spesso devo mangiare una minestra di orzo che la trovo buona.
Il mio pensiero sempre costante in voi, unica mia preoccupazione. Prego Iddio di assistervi. In questo lager arrivano sempre pecore che vengono man mano inoltrate solo voi sorreggete il mio spirito qualche volta affranto, umiliato per il carattere generale della vita, mi sforzo perch anelo fortemente di venire a stringervi forte forte da non pi staccarmi. Coraggio! Non impressionatevi se qualche volta mi mostro abbattuto. Ho bisogno delle anime care a cui minimamente sfogare. Fatevi coraggio e pregate il Signore che mi dia salute e forza da resistere e superare questa vita. Vi abbraccio fortemente e con ardore. Calogero.
(Rientrano i soldati nazisti prendono Marrone e lo portano via. Buio)
PINA: da Padre Giannantonio Agosti, Milano, 10 giugno 1945
Genilissima Signora, avrei desiderato poter venir subito a Varese a darle la notizia che le do ora con la presente. Purtroppo una notizia dolorosa ed io faccio appello alla fortezza del suo animo cristiano per riceverla con rassegnazione. Io partecipo con tutto il cuore al suo dolore e a quello dei suoi figli perch avendo conosciuto suo marito a San Vittore a Milano, nella pi grande intimit, ho potuto apprezzare ed ammirare le di lui virt di cristiano e di cittadino, veramente eccezionali.
Dopo la mia partenza da San Vittore invece non lo vidi pi. Soltanto nel campo di Dachau un giorno ebbi la notizia che egli pure era giunto col, ma che si trovava in una baracca chiusa per la quarantena.
Pochi giorni dopo ebbi la triste notizia che Marrone era morto di tifo. Io non lavevo potuto vedere, n molto meno assistere ma nel blocco o baracca in cui si trovava vi erano sacerdoti polacchi.
Ad ogni modo egli era cos buon cristiano che certo ha fatto una santa morte e il suo sacrificio varr ad ottenere benedizioni e grazie sulla famiglia e sulla patria.
Benedicendo Lei e i figli nel loro grande dolore, sperando di poter venire in settimana personalmente
Devotissimo padre Giannantonio, cappuccino
(Buio. Entrano solo gli studenti dellinizio in scena)
REBECCA: dal 7 al 25 gennaio 1944 Calogero Marrone detenuto nel carcere giudiziario dei Miogni di Varese sotto la giurisdizione tedesca del Comando della Guardia di Frontiera, commissario Werner Knop
GAETANO: dal 25 gennaio al 20 luglio 1944 detenuto nel carcere di San Donnino di Como sotto il comando delle SS
ELISABETTA: dal 20 luglio al 22 settembre 1944 detenuto nel carcere di San Vittore a Milano sotto la giurisdizione tedesca
SEBASTIANO: dal 25 settembre al 5 ottobre 1944 detenuto nel campo di transito di Bolzano-Gries
BEATRICE: dal 6 ottobre deportato nel campo di sterminio di Dachau, Germania, dove muore il 15 febbraio 1945
SALVATORE: nel gennaio del 2013 Calogero Marrone stato insignito del titolo di Giusto tra le nazioni, dedicato a chi, durante la shoah, si speso per salvare gli ebrei dallo sterminio nazista. Il suo nome si trova ora scritto, in maniera imperitura, nel giardino dei Giusti, lo Yad Vashem, di Gerusalemme
(entrano lentamente sul palco tutti gli attori dello spettacolo. Come sottofondo una musica corale ebraica. Buio)
FINE
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